Pensavo di passare la giornata a casa a riordinare e a coccolare i micioni, invece stamattina mi suona il telefono alle sei, è mia sorella Francesca con la mamma che hanno deciso di andare a Vicenza alla fiera della creatività e mi vogliono con sé.
C'è solo la consegna di 3 scatoloni di bicchieri a un ristorante e Dani si offre ma Dante dichiara che se vogliamo fare il poker di donne andrà lui. Gli raccomando di stare attenta ai pacchi fragili e soprattuto di ormeggiare la barca al suo posto a turno terminato perché lui è capacissimo di attaccarla alla ringhiera adiacente il ponticello col quale si accede alla biblio. Un posto terribile perché adibito alle gondole e possono fioccare multe incredibili.
Promette di riportarla al mio ormeggio vicino casa perché tanto dopo il utrno da facchino deve mettersi la cravatta. Io proprio ho difficoltà a capirlo. Va bene cambiare, va bene andar là elegante ma mica è un dogma. Comunque noi andiamo a Vicenza. Il resoconto ve lo farò nel prossimo post. Per ora Lascio a Dante il compito delle consegne e quello di mettere un po' di musica o di andare avanti con l'inserimento dei libri e scappo alla volta della fiera.
Un salutone Holly
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Questo ha lasciato scritto lei e io, appena tornato dal giro e dalla biblio, dove ho portato avanti le mie traduzioni, mi sono fatto da mangiare. Una bella pizza in padella, perché se accendo il forno minimo vengo sottoposto a un interrogatorio, e un po' di vino. Di più non posso per via della dieta. Ora che ho mangiato e sono in relax vi racconto una cosetta simpatica:
Donque ieri Patty commentando il post di Holly ha fatto riferimento a una canzone che s'era citata o fatta in passato. Ha ragione se ne parlò e con Dino si registrò, no cola qualità di adesso perché allora la sala musica un c'era. La canzone resa celeberrima da Julio Iglesis (e questo bastò a non faccela eseguì troppe volte 'n pubbri'o) era nata nel 1977 da du francesi Pierre Billon e Jacques Revaux e la cantò per primo Johnny Haliday che così, essendo tre francesi, la cosa un mi faceva impazzì ma le parole erano belle e Halliday era sposato cola Vartan che bella un era di certo ma noi del barre s'era tutti arrapati per lei tanto che Ampelio rimediò anche no schiaffo da Nara che ni disse: "senza culo senza poppe co denti di fori e sto testa di cazzo a sbavanni dietro a leilì".
Poi la rifece in spagnolo Julio Iglesiasse e la portò ale stelle. Le parole in questa lingua qui, come ho detto, so belle e riporto sta versione perché quella in italiano, invece, fa cacare.
Dino mi sfarinò le palle a forza di fammela fa e rifà perché , secondo lui, sbagliavo i tempi, quando cantavo "vivìr" sembravo un ciuco che raglia e non aspettavo ir cambio dell' accordo nelle entrate, difatti si sente che spesso s' affretta pe stammi dietro invece d'esse io a seguì lui ma se bioboia si chiama accompagnamento sarà dunque giusto che io andìa avanti e lui mi segua o no?.
Se l'avesse cantata lui sarebbe venuta perfetta e a Iglesias l'avrebbero mandato a raccattà le cicche per terra ma co me sempre un "ma" c'era: Dino un sapeva lo spagnolo mentre io colo spagnolo andavo da Dio. Ho una esse liscata al naturale come loro laggiùe e del resto la mi nonna Inesse in realtà si chiamava Inès e pur nata a Livorno, a un anno era stata portata in Spagna, aveva vissuto ad Alicante fino a ventott' anni e lo spagnolo lo parlava come l' italiano. Una volta rientrata si sposò, tardi per quell' epoca e lo insegnò anche ala mi mamma e in seguito anche a me cosicché quando morì nel 78 ( era del 1901) avevo una bella esperienza di conversazione e quando ricevetti la borsa di studio pe andà a Caracas a lègge l ' Alighieri non trovai difficoltà cola lingua, anzi tanti venezuelani mi scambiarono proprio per un nativo della Spagna dato che lorolì pronunciano un po' più in modo bleso come tutti i latinoamericani. Così armeno il Ciampi un ha potuto dì nulla sula pronuncia perché a Livorno c'ero solo io in grado di cantà una canzone in spagnolo come no spagnolo, stonature incluse.
Il titolo ridicolo sur bidet è sempre pe la siae come detto e ridetto.
Bon ascolto e perdonate qualche piccola sbavatura che neppure l' ossessiva persistente pressione der Ciampi riuscì a fammi evità.
Un caro saluto a tutti e riflettete su ciò che dice. Holly applica ala lettera e fa benone. Io ho capito ir senso e mi colpisce ma ancora un mi ci uniformo, sebbene tarvorta mi sforzi...
speriamo che la vita mi conceda tempo pe l' esami di riparazione così da abituammici e da fanne un mantra quotidiano
Dante
De tanto correr por la vida sin freno
Me olvidé que la vida se vive un momento
De tanto querer ser en todo el primero
Me olvidé de vivir los detalles pequeños
De tanto jugar con los sentimientos
De aplausos envueltos envueltos en sueños
De tanto gritar mis canciones al viento
Ya no soy como ayer, ya no se lo que siento
Me olvidé de vivir
Me olvidé de vivir
De tanto cantarle al amor y la vida
Me quede sin amor una noche de un día
De tanto jugar con quien yo más quería
Perdí sin querer lo que mas yo tenía
De tanto ocultar la verdad con mentiras
Me engañé sin saber que era yo quien perdía
De tanto esperar, yo que nunca ofrecía
Hoy me toca llorar, yo que siempre reía
Me olvidé de vivir
Me olvidé de vivir
De tanto correr por ganar tiempo al tiempo
Queriendo robarle mis noches al sueño
De tanto fracasos, de tantos intentos
Por querer descubrir cada día algo nuevo
De tanto jugar con los sentimientos
De aplausos envueltos envueltos en sueños
De tanto gritar mis canciones al viento
Ya no soy como ayer, ya no se lo que siento
Me olvidé de vivir
Me olvidé de vivir
e qui vi si dà la traduzione
Mi sono dimenticato di vivere
Ho vissuto la mia vita così di corsa e senza freni
che mi sono dimenticato che la vita si vive in un momento
Volevo così tanto essere il primo in tutto
che ho dimenticato di vivere i piccoli dettagli
Ho giocato così tanto con i sentimenti
avvolti di applausi avvolti in sogni
Ho gridato così tanto le mie canzoni al vento
che non sono più come ieri, non so più cosa provo
Mi sono dimenticato di vivere
Mi sono dimenticato di vivere
Ho cantato così tanto per l'amore e per la vita
che sono rimasto da solo una notte
Ho giocato così tanto con chi amavo di più
da perdere senza volerlo ciò che avevo di meglio
Ho nascosto così tanto la verità con menzogne
che mi sono ingannato senza sapere che ero io a perdere
Mi aspettavo così tanto, io che non davo niente
che oggi è il mio turno di piangere, io che ho sempre riso
Mi sono dimenticato di vivere
Mi sono dimenticato di vivere
Ho corso così tanto per guadagnare tempo al tempo
volendo rubare il sonno alle mie notti
Così tanti errori, così tanti tentativi
perchè volevo scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo
Ho giocato così tanto con i sentimenti
avvolti di applausi avvolti in sogni
Ho gridato così tanto le mie canzoni al vento
che non sono più come ieri, non so più cosa provo
Mi sono dimenticato di vivere
Mi sono dimenticato di vivere