lunedì 31 agosto 2020

fatevi i gatti vostri 1592 "il sogno della bici"

Tra le notizie da dare ce n'è una veramente da brivido!
La ricevo da  Marti e Bobby che sono sul posto: Dunque ieri hanno visto arrivare Dantino con la sua barca, quella che tiene a Malcontenta e caricato sulla barca c'era un motorino così vecchio che Martina è rimasta impressionata.
"O che hai saccheggiato ir museo etrusco?" n' ha detto.
"Questo è un Romeo vero, cara bimba" l' apostrofata di rimando Dante "no come quelli d'oggi di  Romei che alla terza e son  digià bell e sfatti Lui è anche meglio di noi che  a codest'età  età, notte per notte, s'andava in quinta e se se si trovava na cavalla di razza anche in sesta escluso naturalmente il Ciampi che luilì appena sentiva un minimo afrore di sudore si storgeva cominciava ad avé l' anconi e un c'era più verso di adoprallo pel manico nemmeno se a letto co lui ci fosse stata Ursula Andresse o Florinda Bolkane.
"Boia Dante" pare gli abbia risposto Martina "ma che ci voi fa?"
"La vedi tutta sta ruggine? Doventerà vernice rilucente, Il motore l' ho già guasi fenito di mettelo a punto" e così da un colpetto alla messa in moto restando sulle fondamenta dove lo ha scaricato e il motorino romba davvero. "Se a questo romeo gli fai vedé na giuliettina si rizza sula rota di dietro e un c'è verso di tenello nemmeno a du mane".
"Meglio d' un omo allora"  lo istiga Marti
"D' un omo? ma mi pigli pel culo bimba? questo co un bicchierino di miscela e fa i chilometri mica ha l cervello come un omo che ragiona si deprime s' eccita, questo è motore puro, ha un pistoncino che va nsu e ngiù na favola che se lo mettessero tra le zampe ala tu sorella si dimenticherebbe di George e di tutta l' America".
"Boia Dante glielo dirò quando torno in giù a Livorno magari scema com'è si potrebbe davvero nnamorà d'un motorino".
E pare siano andati avanti un po' finché è arrivata Holly che ha chiesto subito conto di cosa fosse mai quell' ammasso di ruggine olio e benzina e se per caso qualcuno avesse intenzione di portarlo in casa.
Rassicurata sul fatto che Dante lo avrebbe tenuto nella cantina di un vicino per il solo tempo necessario ad sistemare un po' catena e carburatore e che poi lo avrebbe trasferitoo al camper ha solo scosso la testa dicendo: "c'è anche chi ha detto che la vecchiaia porta saggezza."
E con questa strabiliante notizia che domani verrà confortata dalle foto di Romeo non mi resta che auguravvi;
Buon inizio di settimana
Zanza
 in cineteca a partire da subito trovate un ber firme
ecco la recensione di my movies

UNA CONQUISTA DELL'INDIPENDENZA 
DAL GIUDIZIO ALTRUI CHE NON RIESCE 
SEMPRE AD APPASSIONARE.
Recensione di Gabriele Niola
giovedì 29 novembre 2012

Arabia Saudita, in una scuola rigorosamente solo femminile Wadjda lotta per non soffocare i propri desideri di libertà. In particolare uno di questi riguarda l'acquisto di una bicicletta verde, con la quale potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola. La sua famiglia non può permettersela e di certo non vuole che si faccia vedere su un oggetto tradizionalmente riservato agli uomini, così Wadjda comincia a cercare i soldi per conto proprio rendendosi conto ben presto che quasi tutti i metodi per farlo le sono proibiti. L'unica è partecipare ad una gara di Corano della scuola (lei che non eccelle nelle materie religiose), il cui primo premio è in denaro.
Per parlare della vita oggi nel suo paese, degli uomini e delle donne che lo animano e dell'oppressione dell'uomo sull'uomo (o della donna sulla donna), Haifaa Al-Mansour sceglie di rifarsi al modello aulico italiano e raccontare la storia di una bambina, una madre e la ricerca di una bicicletta.
La bicicletta verde del titolo anche in questo caso è simbolo di emancipazione e libertà, l'oggetto che rappresenta una possibile salvezza al sistema al quale altrimenti anche Wadjda sarebbe condannata, come la madre e come le compagne, un sistema fatto di oppressione mentale e personale da parte degli uomini e di gran parte delle altre donne. La conquista dell'oggetto però non passa per l'esplorazione del paesaggio cittadino quanto per un percorso di purificazione e abnegazione, Wadjda diventa così indipendente e libera non per il fatto di andare in bici ma grazie al percorso con il quale arriva a poterla comprare, talmente audace da influire anche sul tradizionalismo subito dalla madre. Una rivoluzione gentile compiuta involontariamente dal solo atto di cercare dei soldi da sola, ottemperando alle regole imposte (la gara di Corano) per scardinarle da dentro.
Haifaa Al-Mansour è la prima vera regista donna di un paese che non ha sale cinematografiche e in cui il cinema si fruisce solo domesticamente, è dunque in sè una figura rivoluzionaria che si oppone ai ruoli cui le donne sono relegate e tale posizione è evidente nella maniera in cui scrive i suoi personaggi. Non solo la protagonista Wadjda ma anche le compagne più adolescenti e più irrequiete, benchè comprimarie, sono accarezzate con tono lieve dalla macchina da presa, scrutate nell'innocenza di gesti minuscoli che portano a condanne spropositate.
Il pregio maggiore di La bicicletta verde è così il saper guardare la realtà e metterla in scena trovando in ogni dettaglio un elemento di oppressione o di ipocrita incongruenza (i tacchi della maestra). Tuttavia, nonostante i più nobili intenti e i più aulici modelli, il film non riesce mai davvero ad appassionare, tocca intellettualmente ma non sentimentalmente. Vittima di un'ideologia inevitabilmente forte e penetrante, è atto d'accusa ma non sempre film, parteggia per i propri eroi ma purtroppo dimentica di scrivergli intorno una storia che ne lasci emergere l'umanità.
Per i temi trattati e il modo di parlare della condizione della donna il film è stato patrocinato da Amnesty Italia

domenica 30 agosto 2020

fatevi i gatti vostri n. 1591 " la pioggia finalmente "

Con i disastri che , nei giorni scorsi,  la pioggia ha portato in varie località italiane ed anche in alcune del Veneto non lontanissime da noi, esordire con un siffatto titolo può sembrare da fuori di testa ma qui a Venezia e dintorni ce n'era veramente bisogno di acqua dal cielo e zio Dante stava già costruendo un bastone da sciamano per iniziare una danza propiziatoria all' apertura delle cateratte celesti.
La terra era riarsa e spaccata, i canali maleolenti. Ormai quel tipo di calura che qui viene efficacemente denominato  sófego  imperversava e la notte risultava piuttosto difficile dormire. Zio Dante ci ha gentilmente offerto un deumidificatore che trovò abbandonato e che ha pazientemente rimesso in funzione. Zia Holly non  vuole quell' aggeggio in casa perché è un "intrigo" in più e così ce lo siamo trovato in camera già acceso. Funziona egregiamente, pensate che in una notte ha riempito due vaschette di acqua. Ne avrebbe una sola, interna in dotazione ma lo zio l'ha forata in alto e vi ha collegato un tubo in plastica che fa tracimare l' acqua in una vasca esterna più grande così non c'è pericolo di sversamenti o necessità di alzarsi in piena notte per svuotarla. Funziona egregiamente, dicevo, ma fa un rumore infernale che, nonostante i supporti in gomma messi sotto le ruote, si sente e crea problemi per prender sonno. Peraltro tra chiacchiere e coccole non è che con Martina dormiamo molto. Lei si è ambientata benissimo qui e del resto conosce Dante fin da quando era una bambina e Holly da quando si è messa insieme a Dante, quasi venti anni quindi. Aveva anche partecipato a diverse spedizioni natalizie del gruppo di Livorno e partecipato alle serate musicali e a qualche spettacolo di burlesque che avevano permesso alla redazione in trasferta di far cassa e prolungare la permanenza a Venezia. 
Da Londra ancora non arriva la mia convocazione per la ripresa dell' attività di insegnamento. Vengo pagato molto meno di quando sono in servizio permanente ma l' amministrazione è puntuale è il bonifico arriva. Qui in Italia si vive con molto meno di quanto serva a Londra quindi, data anche la situazione affettiva non sento il bisogno impellente di tornare alla mia cattedra. 
Martina sarebbe disposta a passare un periodo a Londra ma, mentre accetta l' ospitalità qui a Venezia perché sa che la casa è mia e Dante ha sancito che dove si mangia in due più tre gatti si mangia anche in 4 più tre gatti,  non contempla neppure l' idea che io provveda alle sue primarie necessità di alloggio vitto e trasporti a Londra. Samatta e la sorella le hanno gentilmente offerto alcune migliaia di euri tratte dalle loro riserve ma non saprebbe come restituirli in breve tempo. La soluzione potrebbe risiedere nel fatto che io possa trovarle da suonare a Londra. La cosa sarebbe anche possibile se io fossi là ma da qui non è semplicissima. Comunque Martina è una professionista che potrebbe tranquillamente suonare tromba e trombone in una grande orchestra tipo quella della Rai, ad esempio,  spero quindi che alcuni miei amici, che ho attivato in questo senso,  riescano a darmi qualche buona dritta. 

Vi lascio alla Donna del Lago e al relativo commento liberamente tratto dal "Davinotti" https://www.davinotti.com/film/la-donna-del-lago/579 
Buona visione
Bobby

In una piccola località lacustre avvolta dalla bruma invernale, uno scrittore straniero cerca di scoprire cosa si cela dietro lo strano suicidio di una cameriera da lui conosciuta tempo prima... 
 Raffinato Strano, affascinante giallo italiano  di metà anni 60, avvolto in un'atmosfera onirica e morbosa che sfuma i contorni, così come la febbre di cui soffre il protagonista, circondato da personaggi ambigui. Molto buona la sceneggiatura, a tratti davvero intrigante e ben congegnata. Notevole la regia e ottima e suggestiva la fotografia  con un bianco e nero curatissimo nel suo spaziare fra i contrasti estremi e la morbidezza di toni. Bravo il protagonista Peter Baldwin, ottimi tutti gli altri attori forse oggi appaiono un po' datate le musiche. I terribili segreti della provincia omertosa e sinistra si dischiudono nell’elegante nitore della fotografia, denudati dal paesaggio ovattato e malinconico proprio di una località turistica (qui lacustre) in bassa stagione. I fatti salienti del romanzo di Comisso, ispirato ai delitti di Alleghe, ci sono tutti, a cominciare dalle supposizioni e premonizioni dell’io narrante, alter ego dello scrittore Sergio Saviane che contribuì a risolvere tali casi. Di prim’ordine gli interpreti: assorto e stanco Baldwin, mentre favolosi sono Randone (si resta a bocca aperta anche quando si infila il tovagliolo nel colletto) e la Cortese (una capacità di aderire al personaggio che turba). Virna Lisi è nel suo fulgore. Leroy contenuto ed efficace. Ma quegli interni, quel lungolago, quei piccoli gesti... Che piccola grande perla, questo raffinato film che indaga, quasi alla Simenon, una provincia piena di misteri.

sabato 29 agosto 2020

fatevi i gatti vostri n 1590 " Bruciate le librerie e fateci dei pubs"

Films su vecchie librerie la cui permanenza viene difesa con le unghie e coi denti ce ne son molti ma questo non lo conoscevamo. 
Non pensiate che anche sommando le visioni di tutte le nostre redazioni si possa aver visto tutti o un larga percentuale dei films che elenchiamo. Sarebbe pura Utopia. Accingiamoci dunque a passare alla cineteca di Esserino questa "casa dei libri". Una nota in merito alla cineteca: è possibile che troviate i titoli presentati direttamente in scaffale o che al loro posto ci sia un documento con la pertinente collocazione. I films sono ugualmente ben accessibili dipende solo da momentanee ragioni organizzative legate allo spazio disponibile. Poi cercvherò di aggiungere questa tessera al mio mosaico di libri e films sulle biblioteche perché finché ci saranno libri ......
ma perché dirlo? Chi lo sa lo sa e gli altri non sono interessati o sono interessati ad altro.
Ormai c'è chi sogna di farci dei pubs o delle pizzerie a taglio al posto di quei polverosi ricettacoli di tarli.
Un abbraccio da

Dani

recensione da my movies
ISABEL COIXET TORNA AD OCCUPARSI DI FIGURE 
FEMMINILI ISPIRANDOSI AL ROMANZO DEL 1978 
DI PENELOPE FITZGERALD.
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 16 febbraio 2018

Fine Anni '50. Hardborough, Inghilterra. Florence Green ha perso il marito nel secondo conflitto mondiale e ha deciso di aprire una libreria (seguendo un impulso che la lega al primo incontro con quello che sarebbe divenuto suo marito) in quest'area culturalmente depressa. La sua impresa non sarà semplice perché nella cittadina c'è chi vuole utilizzare l'edificio per altre (presunte) iniziative culturali e farà di tutto per fermarla. Non sarà però del tutto sola perché troverà la collaborazione di una bambina e di un anziano appassionato lettore.
Isabel Coixet torna ancora ad occuparsi di figure femminili e questa volta fa riferimento al romanzo del 1978 di Penelope Fitzgerald.
Con simili premesse (l'origine letteraria datata e la trama) ci si aspetta un film vecchio stile ed in parte l'attesa viene suffragata dalla messa in scena. Party in cui le chiacchiere e gli sguardi sono fondamentali, porte che cigolano, pettegolezzi femminili, personaggi solitari avvolti dal mistero non mancano. Però si rivela interessante il modo in cui vengono utilizzati, a partire dalla contestualizzazione.

Quando Florence giunge in quella zona provinciale della Gran Bretagna la voce narrante (di cui scopriremo alla fine l'identità) ci fa quasi 'sentire' le implicazioni legate al piacere della lettura. Non si tratta solo di sensazioni tattili legate alla carta su cui sono impresse le parole ma ancor più di ciò che si prova leggendo e delle emozioni che accompagnano lo scorrere delle ultime righe di un libro che ci è piaciuto.
A questo si aggiunge la riflessione sull'effetto dirompente (che ormai si va sempre più perdendo in questi nostri tempi) della letteratura all'epoca. Romanzi come "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury o, in misura maggiore e fomentatrice di 'scandalo' tra i benpensanti, "Lolita" di Vladimir Nabokov erano al centro di un dibattito che andava al di là della ristretta cerchia letteraria. Basta pensare alle proteste che Stanley Kubrick ricevette da importanti associazioni di 'difesa della famiglia' quando decise di trarne un film per rendersi conto dell'impatto. Florence acquista 250 copie del romanzo e lo pubblicizza in vetrina, lei che di sensuale non ha nulla e quando indossa un abito rosso manifesta innumerevoli perplessità ma sa riconoscere, magari con consulenza di supporto, il valore di un testo.

Questa volta Coixet non presenta però solo il versante in chiaro della femminilità perché alla neolibraia contrappone una 'domina' dell'alta borghesia che ha messo sotto tutela il marito generale (tanto da spingerlo a raccontare false versioni di quanto accade) ma utilizza tutti i mezzi per contrastare la diffusione di una cultura non allineata. Troverà sulla sua strada un lettore accanito che si dimostra capace di uscire dalla gabbia protettiva della lettura per affrontare la vita reale e una bambina tanto riccioluta quanto determinata.

venerdì 28 agosto 2020

fatevi i gatti vostri 1589 "Listone lettera L [da la 24 > la Du compreso]"

Pubblichiamo il consueto listone film proseguendo con i titoli della lettera L. Data la grande presenza di elementi preceduti da tale articolo lo suddividiamo in parti. Qui di seguito i titoli compresi tra La 24 e La Du.
Ci scusiamo per l'assenza di notizie di cronaca familare e locale ma Bobby è in gita con Martina, Dante e Holly sono in barca anche loro per un giretto di piacere. Io Zanza e Dino siamo invece sul tirreno con la barca livornese di Dante. Cerchiamo di approfittare di questi scampoli di libertà prima che il covid faccia chiudere di nuovo le stie.

Zanza
(provo a pubblicare col cellulare quindi perdonate tutte le imperfezioni che non sarò riuscita a preventivare)



La 24 ore di Le Mans 1971
La 25ª ora 2002 – Streaming
La babysitter 2017
La ballata del boia 1963
La ballata di Buster Scruggs 2018
La ballata di Cable Hogue 1970
La ballerina del Bolshoi 2017
La bamba 1987
La bambola assassina
La bambola assassina 1988
La bambola assassina 2 1990
La bambola assassina 2 1990 – Streaming
La bambola assassina 2019
La bambola assassina 3 1991
La bambola di Satana 1969
La banda degli onesti 1956
La banda dei Babbi Natale 2010
La banda dei fratelli James 2010
La banda del Gobbo 1977
La banda del porno. Dilettanti allo sbaraglio 2005
La banda della Bmx 1983
La banda delle frittelle di mele 1975
La banda Grossi 2018
La banda Olsen e il Re dei ladri 2010
La banda Vallanzasca 1977
La battaglia dei dannati
La battaglia dei dannati 2013
La battaglia dei demoni 2016
La battaglia dei sessi 2017
La battaglia di Algeri 1966
La battaglia di Hacksaw Ridge 2016
La battaglia di Jadotville 2016
La battaglia di Midway 1976 – Streaming
La Befana vien di notte 2018
La bella addormentata nel bosco 1959
La bella Antonia prima monica e poi dimonia 1972
La bella e la bestia 1991
La Bella e la Bestia 2014
La Bella e la Bestia 2017
La Bella e le Bestie 2017
La bella gente 2009
La bella vita 1994
La belle epoque 2019 – Streaming
La bellezza del diavolo 1950
La bellezza del somaro 2010 – Streaming
La belva col mitra 1977
La belva dalle calda pelle
La belva umana 1940
La bestia uccide a sangue freddo 1971
La bicicletta verde 2012
La bocca del lupo 2009
La bottega degli errori 2015
La bottega del barbiere 2 2004
La bottega del barbiere 2002
La bottega del barbiere 3 2016
La buca 2014
La buona uscita 2016
La bussola d oro 2007
La caccia 1966 – Streaming
La caduta degli dei 1969
La caduta delle aquile 1966
La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler 2004
La calda vita 1963
La califfa 1970
La cambiale 1959
La camera azzurra 2014
La camera dei morti 2007
La campionessa 2019 – Streaming
La canzone del mare 2014
La canzone di Carla 1996 – Streaming
La capra 1981
La capra 1981
La carica dei 101 1961
La carica dei 101 1961 – Streaming
La carica dei 101 1996
La carica dei 101 II – Macchia, un eroe a Londra 2003
La carica dei seicento 1936
La casa 1982
La casa 2
La casa 2 1987
La Casa 2013
La casa 4 1989
La casa 5 1990
La casa 7 1989
La casa ai confini della realtà 1989
La casa che grondava sangue 1970
La casa che non voleva morire 1970
La casa con la scala nel buio 1983
La casa con la scala nel buio 1983
La casa degli spiriti 1993
La casa dei 1000 corpi 2003 – Streaming
La casa dei fantasmi 1958
La casa dei libri 2017
La casa dei massacri 2003
La casa dei sogni 2016
La casa del diavolo 2005
La casa del diavolo 2005 – Streaming
La casa del sortilegio 1989
La casa dell orco 1988
La casa dell orco 1988
La casa della 92ª Strada 1945
La casa delle anime perdute 1991
La casa delle bambole – Ghostland 2018
La casa delle estati lontane 2015
La casa delle streghe 2005
La casa di Cristina 1999
La casa di famiglia
La casa di famiglia 2017
La casa di Helen 1987
La casa di Jack 2018
La casa di Mary 1982
La casa nel vento dei morti 2011
La casa nera
La casa nera 1991
La casa Russia 1990 – Streaming
La casa stregata 1982
La casa sul lago del tempo 2006
La casa sul mare 2017
La cena di Natale 2016
La chiamata 2017
La chiave 1983
La chiave di Sara 2010
La chiesa 1989
La cieca di Sorrento 1934
La ciociara 1960
La citta che aveva paura 2014
La città della gioia 1992
La citta delle donne 1980
La citta ideale 2012
La citta incantata 2001
La citta invisibile 2010
La città perduta 1995 – Streaming
La città si difende 1951
La città verrà distrutta all alba 1973
La classe operaia va in Paradiso 1972
La clinica dell amore 2012
La colazione dei campioni
La colazione dei campioni 1998
La collera del vento 1970
La collina degli stivali 1969
La collina dei papaveri 2011
La colomba non deve volare 1970
La comune 2016
La comunidad 2000 – Streaming
La concessione del telefono 2020
La confessione 1970
La congiura degli innocenti 1955
La congiura della pietra nera 2010
La coniglietta di casa
La coniglietta di casa 2008 – Streaming
La conseguenza 2019 – Streaming
La conversazione 1974 – Streaming
La coppia dei campioni 2016
La corrispondenza 2016
La corsa piu pazza d America 1981
La corta notte delle bambole di vetro 1972
La corte 2015
La cosa 1982
La cosa 2011
La Cosa da un altro mondo 1951
La costola di Adamo 1949
La creatura 1988
La creatura dei ghiacci 2009 – Streaming
La creatura del cimitero 1990
La croce di ferro 1977
La cruna dell ago 1981
La cuoca del Presidente 2012
La cura dal benessere 2017
La cura dal benessere 2017
La custode di mia sorella 2009
La Dama rossa uccide sette volte 1972
La danza delle luci 1933
La dea dell amore 1995
La dea Fortuna 2019 – Streaming
La decima vittima 1965
La destinazione 2002
La diseducazione di Cameron Post 2018
La donna che canta 2010
La donna che visse due volte 1958
La donna del lago 1965
La donna del tenente francese 1981
La donna dello scrittore 2018
La donna elettrica 2018
La donna esplosiva
La donna esplosiva 1985 – Streaming
La donna fantasma 1944
La donna leone 2016
La donna piu odiata d America 2017
La doppia ora 2009
La doppia vita di Veronica 1991 – Streaming
La dottoressa del distretto militare 1976
La dottoressa preferisce i marinai 1981
La douleur 2017 – Streaming
La Duchessa 2008

mercoledì 26 agosto 2020

fatevi i fatti vostri n. 1588 "Scaltri usi degli altri busi"

Proprio ieri rispondendo a un commento nel quale Patty dichiarava la propria decisione e spigliatezza nell' approccio sentimentale, ricordando che, al tempo in cui Valerio, suo attuale marito, la corteggiava ella ben presto si sentì in diritto di chiedergli se la volesse per una notte o anche per quella dopo, per quella dopo ancora e così via finanche ad averla tra le braccia arricchita da' segni impietosi del tempo disegnati sul corpo e sul volto.
Mia nipote nell' elogiare tanta franchezza della amica commentatrice osservava che nella sua terra natale tale prassi ovvero l' esser diretti e franchi è pressoché disconosciuta regnando sia tra gli uomini che tra le donne una discreta ipocrisia celata spesso dalla locuzione: "non sta bene, non è decoro, son robe da non farsi, da non dirsi ecc." rinforzate dalla esclamazione "Mària Vèrgine!!! Che oltre allo stupore cela una discreta dose di biasimo riferito a quanto si è visto o sentito.
Tale uso pur avversato da Dani, in questo ben educata da Holly che è  nemica giurata di ipocrisia e convenevoli, permane, secondo la stessa, come agente fortemente condizionante di una pratica sociale generalizzata che riesce comunque a impastoiare anche chi non vorrebbe condizionarvisi. 
In memoria dei giovanili sermoni ricevuti dalla zia, Dani ricordava un proverbiuccio che Holly non mancava di declamare quando le amiche o compagne di scuola della nipote capitavano in casa nostra e pur mostrando una affettata educazione  guardavano e annotavano ogni cosa pronte a far scempio delatorio di ogni nostro costume che non si confacesse alle stolte consuetudini della loro famiglia. Recitava dunque: tute verzinèe co' vestìi bianchi ...da davanti! Da dadrio? No vàrda Iddio. Davanti tutte verginelle in abiti bianchi viste dal davanti di dietro? Lì Iddio non guarda. Che si presta a una doppia lettura ossia con riferimento alla falsità ma anche alla pratica già citata in nostri post passati di ricorrere al coito anale per arrivar vergini all' altare.


Rileggendo queste righe non so perché mi è venuto in mente un libro che ho letto recentemente e che si intitola





Il culo non esiste solo per andare di corpo. Antologia della letteratura greca e latina. Testo latino e greco a fronte



 Alvaro Rissa

Alvaro Rissa  è il nom de plume di Walter Lapini, professore ordinario di Letteratura Greca all’Università di Genova che lo ha mutuato dal ben noto personaggio creato da Nanni Moretti.


Tra i vari passi  si riporta il ben noto frammento Oraziano


Fulgidas mirare nates Noemis

et nega, si vis, opus esse divom:

non modo ad faeces datur exituras

scilicet anus.

Guarda le fulgide chiappe di Noemi,
e nega pure, se credi, che siano opera divina:
è evidente che il culo non esiste
solo per andare di corpo.


Mi sarei anche sentito di citare qualcosa di simile, magari in greco  ma mi è venuta in mente un altro scritto apocrifo  che si tende ad attribuire al grande gobbo, non Andreotti no, mi riferisco a quello dell' ermo colle.
Come sapete Giacomo era fortemente attratto dalle donne ma probabilmente più che seghe e puttane non conobbe nella sua breve e sofferente esistenza
Nelle lettere scritte in occasione del  suo primo viaggio a Roma del 1822 è ben noto  questo scritto che ha tovato collocazione ufficiale e canonizzazione nell' opera omnia di Leopardi



Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837)

Lettera al fratello Carlo
Roma, 6 dicembre 1822

Testo originale
...Lasciando da parte lo spirito e la letteratura, di cui vi parlerò altra volta (avendo già conosciuto non pochi letterati di Roma), mi ristringerò solamente alle donne, e alla fortuna che voi forse credete che sia facile di far con esse nelle città grandi.
V'assicuro che è propriamente tutto il contrario.
Al passeggio, in Chiesa andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi.
Io ho fatto e fo molti giri per Roma in compagnia di giovani molto belli e ben vestiti.
Sono passato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne giovani: le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncuranza: e tutte le donne che qui s'incontrano sono così.
Trattando, è così difficile il fermare una donna in Roma come a Recanati, anzi molto più, a cagione dell'eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d'ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi.
Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto più circospette d'una volta, e in ogni modo sono così pericolose come sapete."

Pare tuttavia che egli abbia scritto all' amato fratello  anche  questi versi (poi impietosamente censurati da qualche critico bacchettone) duolendosi di non aver scelto Venezia, piuttosto che Roma qual meta del suo viaggio, alternativa che lo stesso Carlo gli avrebbe suggerito in una  missiva del giorno precedente.

Ahi qual cruccio
m'assale o mio diletto
sapendo dalla tua 
missiva d'ieri
che tu  avresti 
viaggiato volentieri
in  posto mio
a Venezia e non a Roma
tal scelta 
indipendente dall' idioma
s'atterrebbe soltanto
a maggior  fama 
ch'hanno le donne
di cotesta parte
in pratiche d'amore
Duolmi infatti 
essere reso edotto
dal tuo scritto
che lì oltre il Po
ben si conserva l' uso
di serbar la verginità
cedendo  il buso

Per non indurre qualche folle ricercatore a tentar di provare l' autenticità dello scritto mi limiterò a dire che noi (e in questo senso mi sentirei di poter  conferire cittadinanza onoraria anche al prof. Lapini) in fondo siamo della stessa razza di quelli delle teste di Modigliani..... 
e ciò vi basti e più non dimandate.

Buona Giornata
Dante

martedì 25 agosto 2020

fatevi i gatti vostri n 1587 "Le mutande delle girls"

Giornate particolari queste, nelle quali pare si debba far tutto con affanno. Da Oxford hanno richiamato Bobby perché debbono programmare i seminari per il nuovo anno. Mi viene da pensare: "proprio per questo che è un tipo di meeting che puoi fare al pc richiedi la presenza fisica? E siamo in una discreta fucina di cervelli!" Così Bobby, mentre, col generoso ausilio di Marti, sta facendo il barcaiolo con la zietta, si trova a dover decidere come e quando andare. Ovviamente Martina lo seguirebbe volentieri perché, a dispetto delle dichiarazioni che ambedue avevano fatto, zio Dante che li ha visti da vicino dichiara solennemente che sono cotti l' uno dell' altro. Certo che lei dovrebbe almeno ripassare da casa a prendere un paio di mutande di ricambio che in Inghilterra sono d'obbligo.
Correva una barzelletta tra la piccola comunità italiana che frequentavo sporadicamente durante il mio periodo di lavoro a Londra ovvero che alle ragazze inglesi siano necessari solo due paia di mutande, io pensai che lavandole vicendevolmente si poteva andare avanti benino perché in una notte e un giorno un paio di mutande stese si asciugano o al limite puoi sempre ripassarle col phon invece mi spiegarono che al lunedì  una ragazza inglese si mette un paio di mutande, al martedì si mette le stesse ma da rovescio, il mercoledì mette in uso il secondo paio che rovescerà il giorno dopo e così si arriva al giovedì "E il venerdì?" chiesi io, ingenua. 
"Il venerdì- mi risposero-  è l' ultimo giorno della settimana lavorativa ed essendo ormai in sentore dell' unica doccia settimanale che sono disposte a concedersi, le nostre girls  mettono di nuovo quelle che avevano indossato il lunedì e che comunque ormai hanno ogni traccia organica ben essicata".
"Restano pur sempre il sabato e la domenica!" Esclamai io e la risposta fu la più ovvia
" Bè il sabato e la domenica o  si masturbano  o fanno sesso e in entrambi i casi le mutande non servono".
Ovviamente con un pizzico di maliziosità  l' ho raccontata anche a Martina prima che partisse alla volta di Venezia con Bobby e lei,  con una smorfia schifata ha replicato: "pensavo che il limite del degrado l'avesse toccato Federica (Daria per i nostri lettori) con quel briaco di George ma mi rendo conto che mi sto mettendo in competizione". Alludeva ovviamente alle vecchie frequentazioni di Bobby che finora annovera nel suo palmares di seduttore latino solo storie e storielle con partners appartenenti alle bianchicce figlie d'Albione.
Qui a Livorno vige il terrore perché i covid cases aumentano e si teme un nuovo lockdown. Il bar sta lavoricchiando ma a rilento: Io per adesso aspetto qui ma se Bobby dovrà ripartire per l' Inghilterra anche io sarò costretta a correre in aiuto della zia. 
Nel frattempo le battute di caccia al maschio, che ci eravamo ripromesse insieme a Zanza, non hanno dato grandi frutti: abbiamo incontrato parecchi ragazzi alcuni dei quali anche decisamente attraenti ma non è scattato proprio nulla. Per me, se devo essere sincera i Toscani  e il Livornesi in particolare sono simpaticissimi e alla mano ma scherzano troppo e il fatto di buttar tutto sullo scherzo non mi fa comprendere le loro reali intenzioni. Zanza mi dice che niente qui è diverso da come è  dalle altre parti, che te la chiedano scherzando o che imbastiscano una serata romantica che poi... si sa come va a finire. è la stessa cosa, ovvero gli uomini cercano sempre di venire a letto con te. "Guardati da quelli che non fanno così perché o hanno dei problemi o sono in qualche modo perversi" aggiunge come chiosa.
Probabilmente ha ragione ma il ragionamento è un po troppo generalizzante e per di più anche se quando un ragazzo mi mostra un certo interesse io immagino dove voglia arrivare, mi piace che ci arrivi con un corteggiamento elegante e non precipitoso. Qui invece ti siedi a bere qualcosa con due ragazzi che magari non ci dispiacciono e dopo cinque minuti ci chiedono: "che ne dite di una seratina con musica, passeggiata romantica e magari una trombatella fino a domattina?" Poi ridono e ti aggiungono: "E si scherza eh! Un te la prende  a male Veneziana noi qui a Livorno siamo fatti così..."
Comunque sia anche se il sistema mi risulta difficoltoso da digerire lo preferisco ad un viscido che fa il gentleman e poi tenta di violentarti o si incazza se non ci stai.
Per adesso come risultato parziale c'è solo da dire che  le allieve di Diana cacciatrice hanno fatto cilecca.
Penso sia tutto per oggi
Buona giornata a tutti

Dani

in cineteca: L'anno che i miei genitori andarono in vacanza.
recensioni da my movies


FILM DI FORMAZIONE BRASILIANO
 CON TONI DA COMMEDIA.
Recensione di Matteo Signa
sabato 17 febbraio 2007


Presentato in concorso alla cinquasettantesima edizione della Berlinale, L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza rappresenta bene l'evoluzione cinematografica che un paese come il Brasile ha realizzato negli ultimi dieci anni. Dal 1995 sembra viva una stagione felice, la cosiddetta "retomada". Il suo "processo di risensibilizzazione" consiste nel riscoprire le identità e nel far conoscere e rendere protagoniste le problematiche della vita urbana, le zone di frontiera e le aree di frattura sociale.
Lungi dal voler essere un semplice film di formazione in cui si mostra il passaggio del protagonista dall'infanzia alla sfera adulta, la vicenda tratta un tema impegnativo e importante come quello dell'esilio. Ognuno dei protagonisti si scontra con questa realtà sia letteralmente che metaforicamente. I genitori del protagonista sono costretti a lasciare il proprio figlio in quanto attivisti politici. Mauro non riesce a gustare fino in fondo le bellezze dell'infanzia in quanto perennemente in bilico tra il mondo reale e quello sognato. Il Brasile, stesso, risulta essere un personaggio in esilio. La passione e il calore che il suo popolo dimostra attraverso il tifo per i Mondiali del 1970 non ha nulla da spartire con il regime interno schiacciato dal potere di pochi.
Con un tono tipico della commedia, il piccolo protagonista sembra ricoprire il ruolo di regista. Grazie al suo sguardo curioso e alla vivace voce (è anche il narratore della storia) diveniamo quasi complici della sua capacità di adattamento a un mondo per lui ignoto e ostile. Fondamentali nella pellicola i colori del Bom Retiro, il frenetico quartiere in cui Mauro vive e che rappresenta, a suo modo, un vero e proprio universo in scala ridotta. Portoghese, yiddish, tedesco e italiano sono le lingue parlate. La ricca offerta di stimoli culturali viene assorbita da Mauro e dai suoi giovanissimi amici con un candore e una leggerezza che controbilancia bene le tragedie di quegli anni. 
 il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Il titolo è ironico. Nel 1970 la nazionale brasiliana vinse per la terza volta la Coppa del Mondo, battendo in finale l'Italia 4 a 1, ma era anche uno degli anni di piombo della dura dittatura militare (1964-85). 2° film per il cinema di Hamburger, anche cosceneggiatore e coproduttore, ha per protagonista il 12enne Mauro, padre ebreo, madre cattolica, entrambi militanti di sinistra clandestini. I genitori lo portano a San Paolo, lasciandolo in fretta a casa del nonno senza sapere che è morto da poco. Di lui si prende cura un anziano ebreo vicino di casa. La convivenza svela a entrambi un mondo sconosciuto. Specialista anche in TV di programmi per famiglia, Hamburger ha confezionato un film tematicamente complesso: un racconto di formazione, i vari tipi dell'esilio, rievocazione di una squadra nazionale di calcio mitica, forse la migliore di tutti i tempi, infine un'indiretta autobiografia (il regista ha giocato in porta per molti anni). 3 premi in Brasile. Distribuisce Lucky Red.

lunedì 24 agosto 2020

fatevi i gatti vostri 1586 "l' ultimo gatorai"

Ieri sera Balena voleva uscire sul terrazzone sopra casa nostra a Venezia e lo zio prima di finire la cena lo ha portato su perché godesse almeno il fresco della sera.  La zia era stanca per aver stirato tutto il pomeriggio  e lo zio aveva impiegato un uguale lasso di tempo  a disostruire la tazza del bagno che rifiutava sia acqua che umane deiezioni limitandosi ad esondare nella vasca da bagno con un liquame marrone e maleodorante. Alla fine è venuto a capo del problema, uno di quei deodoranti in plastica che si appendono al water si era staccato ed era risalito nel collo d'oca e di lì nella tubazione. Il lavoro pareva impossibile senza togliere la tazza che però è lì dagli anni sessanta ed è murata, non siliconata come si fa adesso. Era assai facile romperne la ceramica e le viti ormai bloccate costituivano un ulteriore problema. Finora tali incidenti erano stati risolti col classico Niagara o Mr Muscolo o con la semplice soda caustica ma il pezzo di plastica resisteva agli attacchi e probabilmente aveva costituito una base ottima per una diga di capelli, carta e peli di gatto. Allora lo zio è ricorso ad una lunga sonda a molla che termina con un tortiglione. Di solito quando raggiunge l' ostacolo lo incastra nelle spire e tirando e ruotando si ottiene la rimozione. Il problema era far fare alla molla la curva del collo d' oca, fatta la prima girata infatti l' attrezzo si ripiegava su se stesso e le bestemmie cominciavano a raggiungere Piazza San Marco. Darsi per vinto? Mai! Alla fine ha trovato un tubo semirigido in plastica lo ha modellato col gas a forma di S e immergendo mano e polso in quella palude mefitica è riuscito a infilarlo nel collo d'oca, poi ha introdotto la sonda in questo tubo che le ha permesso di non fare palla e l' ha pilotata fin giù nel tubo dello scarico. Probabilmente al trentesimo tentativo si è sentito un gorgoglio sinistro e l' acqua ha ripreso a scendere prima piano, poi in maniera più decisa. Lo zio ha deliberato che per almeno un mese è proibito gettare carta igienica nel water e quindi va predisposto un sacchetto per la carta ma siccome in breve creerebbe un ambiente assai maleodorante il suo consiglio è di far come i mussulmani ovvero nettarsi il sedere con le mani e poi, ove lo si ritenga socialmente opportuno magari lavarsele.
Dopo ore ed ore di tali fatiche gli zii sono crollati e per una volta tanto visto che la doccia erano riusciti a farla si sono addormentati abbracciati.
Al piano di sopra anche io e Martina riposavamo insieme abbracciati  ma eravamo talmente cotti dal sole che non avremmo sentito una cannonata. 
E lui, l' ultimo Gatorai prode guerriero peloso apettava  lassù con pazienza e dignità che qualcuno si ricordasse di lui.
Alle quattro di questa mattina alla stregua di un solerte muezzin lo zio ha lanciato la sua preghiera del mattino.
"Porca.....mi sono dimenticato Balena in terrazzo!".  Martina, ancora in preda al sonno, mi ha chiesto se per caso fosse arrivato il suo babbo che è solito annunciarsi con rosari integrali o parziali. Io l' ho tranquillizzata spiegandole che non era un brutto sogno ma solo zio Dante che salutava il nuovo giorno. Il resto della storia l' abbiamo saputo a colazione.
Quando zio Dante ha aperto la porta di ferro, il gatto dormiva con un occhio solo sul torrino più alto. C'era serenità e distacco nel suo sguardo, forse anche un po' di compassione per quel poveruomo che aveva combattuto tutto il giorno a mani nude  contro la popò e poi si dimenticava dell' ultimo guerriero tigrato ancora in circolazione.
Pochi attimi dopo era in braccio alla zia per l' invidia di Emma e  Cice che non diventeranno mai grosse come lui.
Buon inizio di settimana
Bobby

Sull' ultimo samurai ho trovato roba abbastanza  interessante, copio e incollo tutto a beneficio di voglia saperne di più



 lo troverete in cineteca a partire dalle ore serali di oggi .


Uscito nelle sale italiane il 9 gennaio del 2004, L’ultimo samurai fu un vero e proprio successo di pubblico e critica. Con uno straordinario incasso al botteghino in Italia, il film infatti guadagnò diverse nomination sia agli Oscar che ai Golden Globe. Mentre però Tom Cruise, che nel film interpretava il capitano Nathan Algren, era in corsa solo per il premio di Miglior attore in un film drammatico ai Golden Globe, la vera star fu l’attore giapponese Ken Watanabe. Candidato come Miglior attore non protagonista in entrambe le manifestazioni, Watanabe non vinse alla fine nessuna statuetta: nonostante ciò conquistò il pubblico di tutto il mondo con la sua interpretazione del samurai Katsumoto.
E proprio il personaggio di questo temibile ma leale samurai è al centro della storia alla quale il film, diretto da Edward Zwick, si ispira. Il personaggio interpretato da Watanabe si chiamava nella realtà Saigō Takamori e fu uno dei samurai più famosi della storia del Giappone, appartenente al feudo di Satsuma e vissuto durante l’ultima fase del governo feudale giapponese. Al contrario del bel Watanabe, Takamori era un uomo piuttosto alto e grassottello, ma si dimostrò nel corso della sua vita un ottimo guerriero e grande devoto agli ideali della tradizione giapponese.

Saigō Takamori: la nascita e la crescita del guerriero alla base della storia vera de L’ultimo Samurai


Saigo Takamori
Saigō Takamori.

Saigō Takamori nasce nel 1828 a Kagoshima, da una famiglia legata alla tradizione dei samurai. Fin da subito ricopre ruoli importanti al servizio delle alte cariche feudali, arrivando con il tempo a curare gli interessi della sua provincia presso la corte imperiale. Takamori visse in un’epoca cruciale per la storia del Giappone. Da paese chiuso, come imponeva la politica isolazionista detta sakoku, iniziata nel lontano 1600 e durata per più di due secoli, la nazione si stava infatti lentamente aprendo al mondo esterno e soprattutto alla cultura occidentale.
Un periodo di transizione che prende il nome di Rinnovamento Meiji e che fu caratterizzato dal passaggio del potere dalle mani dei shogun, i militari a capo dei vari feudi, a quelle dell’Imperatore. Takamori fu una figura centrale in questa trasformazione: egli infatti si schierò a favore del rinnovamento, combattendo per la fazione imperiale e alla vittoria l’esercito dell’Imperatore.
Takamori non era però d’accordo con l’apertura totale verso l’Occidente e la sua cultura: il guerriero infatti si oppose con forza all’occidentalizzazione del suo paese. Divenuto un personaggio importante del governo centrale, il samurai portò poi avanti anche le sue manie espansionistiche, cercando, con tutti i mezzi a sua disposizione, di convincere la Corea a riconoscere il nuovo potere dell’Imperatore. Ma le sue idee radicali, che causarono quasi una guerra, non furono ben accette dagli altri capi del governo. Ormai deluso e in disaccordo con le volontà imperiali, Takamori decise di abbandonare per protesta tutte le cariche che ricopriva e si ritirò nelle sue terre a Kagoshima.

L’ultimo samurai: Takamori contro l’Imperatore nella ribellione di Satsuma

Tornato nella sua città natale, decise di fondare un’accademia militare per veri samurai, così da tenere in vita la grande tradizione degli invincibili guerrieri giapponesi. Nella sua nuova accademia, Saigō accolse anche tutti quei militari che, dopo le sue dimissioni, decisero di seguirlo. E furono proprio quei guerrieri a controllare le province e a spingerle verso una ribellione contro il governo. Lo stesso governo imperiale, per paura di una vera e propria rivolta, decise quindi di inviare delle truppe a Kagoshima per placare gli animi, ma questa scelta fu vista come una presa di posizione e ebbe il risultato completamente opposto. I militari presenti all’accademia di Takamori, ormai veri e propri ribelli, costrinsero Saigō a guidare la rivolta, che prese il nome di Ribellione di Satsuma.
L’ultimo samurai (2003) prende spunto proprio da questo episodio. Nathan Algren, il capitano interpretato da Tom Cruise si ritrova a combattere al fianco di Takamori (nel film chiamato Katsumoto) contro le truppe imperiali. In realtà nel film i guerrieri guidati da Katsumoto combattono non solo per difendere la loro tradizione ma anche l’imperatore stesso. L’Imperatore Mutsuhito del film è infatti ormai del tutto controllato e manovrato dal primo Ministro Omura e dai suoi seguaci.
La ribellione di Satsuma durò in realtà pochi mesi. L’esercito regolare imperiale, composto da 300.000 uomini fermò quello di ribelli, che ne contava appena 40.000. Il conflitto terminò con la Battaglia di Shiroyama, la stessa rappresentata nel finale de L’ultimo samurai.

L'ultimo Samurai, Cinematographe
Raffigurazione della battaglia di Shiroyama, durante la ribellione di Satsuma.

Mentre però nel film i ribelli combattono con le sole armi tradizionali dei samurai, nella realtà l’esercito guidato da Takamori utilizzò armi da fuoco occidentali. La polvere da sparo però finì in breve tempo, costringendo i ribelli ad utilizzare spade e archi, contro i fucili dell’esercito imperiale.

L’ultimo samurai: la storia vera nella leggenda di Saigō Takamori

Ed è proprio durante questa battaglia che nasce la leggenda di Saigō Takamori. La morte del cosiddetto ultimo samurai è infatti avvolta dal mistero. Mentre alcuni testimoniarono che Takamori, dopo essere stato ferito gravemente, chiese ad un suo compagno di porre fine alle proprie sofferenze, altri giurarono di averlo visto svenuto sul campo di battaglia, ormai in fin di vita. In quel caso, pare che i suoi soldati decisero di decapitarlo, come indicava la tradizione samurai. La versione più accreditata è invece quella che vede Takamori ormai spacciato, suicidarsi come imponeva il rito samurai del seppuku, così da mantenere integro il suo onore. Nel film del 2003 è il capitano Algren che dà il colpo di grazia a Katsumoto, come chiede lo stesso samurai.
Suicida o meno, la morte di Takamori pose fine alla ribellione: dopo aver visto il loro leader ormai sconfitto infatti, gli ultimi samurai si lanciarono contro l’esercito imperiale, finendo falciati dal fuoco delle mitragliatrici. La straordinaria storia dell’ultimo guerriero samurai, difensore della tradizione giapponese, non passò inosservata. L’imperatore Mutsuhito, dodici anni dopo la sua morte, perdonò Takamori, riabilitando il suo nome. Dieci anni più tardi invece, il governo giapponese gli dedicò una statua in bronzo, ancora oggi presente nel parco Ueno di Tokio.

L'ultimo Samurai, Cinematographe
Statua dell’ultimo samurai Saigō Takamori al parco Ueno di Tokio.

L’ultimo samurai: il soldato americano sul campo di battaglia

Il personaggio del capitano Algren invece non è realmente esistito. Tuttavia in quel periodo in Giappone, data la graduale apertura del paese verso l’Occidente, è molto probabile che alcuni soldati americani fossero presenti in quei territori durante le battaglie. Gli eventi della battaglia di Shiroyama per esempio, sono raccontate nel dettaglio nelle lettere che l’ufficiale statunitense John Capen Hubbard, presente durante il conflitto, inviò a sua moglie.
La figura di Nathan Algren tuttavia si ispira ad un altro soldato, un capitano francese chiamato Jules Brunet. L’uomo fu realmente inviato in Giappone per addestrare i guerrieri ad utilizzare le armi da fuoco occidentali. Tuttavia ciò accadde prima della ribellione di Satsuma e del Rinnovamento Meiji.
Saigō Takamori è stato sicuramente una figura affascinante ma allo stesso tempo complicata: un uomo legato al passato e alla tradizione, ma non per questo di mentalità chiusa. Takamori fu un personaggio chiave della storia del Giappone, a tratti magica, come tutto il mondo dei samurai, che da sempre affascinano l’occidente. Non stupisce quindi che qualcuno abbia voluto dedicargli un film. E non stupisce che quel film abbia avuto un grande successo.