venerdì 27 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n.416 " il sapore della nostalgia "

Di carattere sono allegro e parecchio. Mi ci pigliano pel culo lorolì di casa perché quando m'arzo dal letto fischietto e quando arriva qualche ingiunzione di pagamento ci faccio l'arioplanino di carta e lo fo volare nel secchio del sudicio. Holly e Dani che, in modo differente tendono all'altalena tra l'umor giù e l' umor sù, a volte mi chiedono consiglio a volte mi guardano con un' aria schifata come se essere allegri fosse guasi una forma di beata idiozia. Bobby dice che mi capisce e che da me impara tante cose ma lo vedo vivere di corsa anzi più che di corsa, mangia coll'imbuto, fa trecento cose tutte nzieme e vorrei che a volte venisse con me a Livorno e si mettesse du ore zitto davanti al mare. Ma c'è tempo  davanti e credo che lo farà prima o poi. Perche io sia allegro non lo so, forse perché mi piace tutto tranne i prepotenti e l'ingiustizie infatti in quei casi m'incazzo e parecchio. Forse riesco a stare allegro perché non dò tempo ai problemi di assediarmi, vincermi e buttarmi per terra. Ho sempre visto i problemi come sfida e come ricerca di soluzioni per cui ho quasi sempre da fare. Certo ci sono situazioni mi dice mia nipote in cui si fa fatica ad essere ottimisti...E' vero ma anche in quei casi mi scatta qualcosa di strano. Sate a sentire questa per capirmi meglio:
Il giorno che morì la mi mamma s'era d'agosto, venerdì 27, c' era stato un grand' alternìo di sole e pioggia in quei giorni e dalle finestre aperte entravano le mosche. Anche loro poracce si sa, s'industriano di compiere la su' missione, così quando  qualcuno more, svelte svelte, fanno la ronda e gli depongano l'ova nelle mucose più a portata di mano. Ecco come mai i morti vengono mangiati dai vermi ed ecco perché mi voglio far bruciare. Comunque non volevo richiamare l'attenzione su queste fasi del nostro ritorno alla terra ma descrivere come, anche in questi casi limite, mi scatti questa mania del risolvere i problemi. Ovviamente non potevo far tornare in vita la mi povera mamma ma le mosche mi rompevano dimolto le palle, tanto più che tutti chiosavano sulla molestia degli insetti e nessuno faceva un cazzo eccetto contarle. Allora presi una bottiglia di plastica e ci feci gocciolare del miele, poi la misi sulla finestra e in men che non si dica la bottiglia fu piena di mosche, ne feci altre e le distribuii in posti non visibili da noi ma accessibili dalle mosche. Credo che la mi mamma si sia sentita sollevata, se c'è il verso di sentire qualcosa da stecchiti. In ogni caso mi sentii parecchio sollevato almeno io.
Il discorso m'ha prodotto una certa nostalgia , sono ottimista ma mica  insensibile e adesso il problema è quello di trasformarla in qualcosa che mi piaccia, senza però scacciare il ricordo della mi mamma   che mi piace. Allora chiudo l' occhi e  me la rivedo viva anzi me la rivedo che ballava quando io ancora non ero stato messo in fabbricazione, forse  nemmeno  pensato. C'era una canzone che piaceva tanto a lei e che ogni tanto la rifischia anche il babbo. Nemmeno vi dico il titolo, provate a indovinarlo. Piaceva anche a Sergio Leone che è uno dei miei registi preferiti e che la commissionò in versione stupenda a quel geniaccio di Ennio Moricone. Certe volte gliela sonavo coll' armonica e lei accennava subito il passo di danza.
Dino Ciampi m'ha trovato una base su cui s'incastra alla perfezione l'armonica e io asino come sono col pc ho provato a montacci questo filmatino che dedico ala mi mamma che mi regalò la mi prima armonica e che amava ballare. Cole foto ho cercato di trasmettere un pensiero visuale cole radici, l'amore, il dramma, l'elaborazione e tutte queste seghe che garbano ali psicologi. Si parte dal mi bisnonno, nonni, mamma e io di divers'anni fa. (Se ingrandite dal quadratino in basso a destra si vede meglio).
Tanto per precisare che si piange tutti, in maniera differente, cole lacrime o senza, sennò non si sarebbe umani e a me questa cosa mi  fa piacere e mi rende allegro. Con questo piccolo omaggio ala nostalgia  mi sento proprio bene, è guasi mezzogiorno e m'è venuta fame

Dante


mercoledì 25 gennaio 2012

Fatevi i gatti vostri n. 415 " il M' ITO"

In questi giorni tocca a me trovare la materia prima per il blog. Dante è immerso nelle ripetizioni e, dopo l'esperimento del metodo per l' inglese, adesso sta schematizzando un sistema tutto suo per creare genietti nelle traduzioni dal latino e dal greco. L'abbiamo soprannominato Cartesio per la gran mole di carta che usa e per la ossessionante ricerca del metodo. 
Io non sono molto abituata a scrivere ma Dani sta preparando la tesi e Bobby è ripartito per l' Inghilterra, così dedico la paginetta odierna a un micio che mi manca molto. Non posso andare spesso come Dante a trovarlo in Toscana.


Qui è sulle mie spalle lo vedete che razza di bestione è questo? Balena lo batte per peso ma la faccia e le zampe di Ito fanno impressione. Io sono magra ma lui è  quasi più grosso di me. Qui siamo in un momento di gioia quando Dante aveva ancora la casupola al mare e il micio frequentava la nostra cucina ma è ancora bello e robusto.


Buona giornata a Tutti


Holly

lunedì 23 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 414 "la ricetta della schiaccia"


Questa mi è stata richiesta da Elenamaria che ci segue dal primo numero ed ha sempre tante parole gentili per noi. Chi vuole cimentarsi troverà che è più facile a farsi che a essere descritta.






Ricetta per le schiacce
Dosi per 6 schiacce
650 gr. di farina
5 ovi
1/2 tazzina da caffé di vino bianco
1 cucchiaio di olio e.v. di oliva


impastare in una scodella o con la classica montagnola di farina e ingredienti in mezzo.


deve venire elastica e abbastanza liscia e lucida


farne 6 palline e stendere con mattarello (meglio sottile tipo manico di scopa ma noi abbiamo usato quello grosso e sono venute bene)
Rollare prima in un senso poi nell'altro facendo prevalere una dimensione in modo da fare un ovale.
con un paio di colpetti a desta e sinistra delle punte dell' ovale rendere la sfoglia simile a un rettangolo con gli angoli stondati. lo spessore della sfoglia non dovrebbe venire superiore a 1 mm sennò non cuoce bene e non inferiore a o,5 altrimenti si strappa quando si riempie.


Il ripieno deve essere di roba cotta e morbida, tranne formaggio e mozzarella che si mettono a dadini o sttriscioline.


 Foriamo la parte superiore 6 / 7 volte con la forchetta e mettiamo in forno a 180 gradi per circa 15 minuti.
Ovviamente conviene preparare un'intera teglia di schiacce e infornarle tutte insieme.


Per dosi minori considerare 130 gr. di farina per ogni ovo. L'olio e il vino a occhio. Noi il sale non lo mettiamo ma se i condimenti non sono tanto saporiti
nell' impasto si può mettere a seconda del proprio gusto.


Il vino per accompagnare dovrebbe essere un rosso asciutto tipo il Bolgheri, il Chianti, il Barbera o altri che conosce meglio Dante. Non vanno bene vini nuovi o frizzanti perché possono creare acidità con gli ingredienti.


Le schiacce si conservano per diversi giorni  incartate o tra due piatti in frigo o fuori di finestra. Per scaldarle basta metterle in forno caldo o, per evitare sprechi al gas su una padella di alluminio rigirandole e controllando spesso che non si brucino.
Di seguito scrivo anche la ricetta per una pomarola di base con la quale si può condire una schiaccia aggiungendo almeno 100 gr. di parmigiano grattuugiato


La versione più spartana ma eccellente  può essere condita tutta con questo sugo
1 bottiglia di passata di pomodoro
3 barattoli di pelati da 400 gr.
1 barattolo di polpa di pomodoro-
1 cuore di sedano
4 spicchi d'aglio sbucciati e immersi nella pomarola in un colino da tè (di quelli a ovetto)
1 cucchiaino di sale grosso
1/2 bicchiere da vino di olio e.v. di oliva
far cuocere per 80 minuti a fuoco moderato (se possibile con spartifiamma) e mescolare spesso.
A fine cottura aggiungere basilico fresco.


Si tratta di una pomarola per chi deve avvalersi di materie prime del supermercato ma io preferisco farmela da sola nella stagione dei pomodori.
Comunque posso garantire che viene buona anche così avendo dovuto arrangiarmi in talune occasioni in cui non avevo accesso alla mia dispensa.


Salutoni a tutti


Holly

domenica 22 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n.413 "roba domenicale"



E finalmente è domenica. Fori picchia  un sole che mi dà quasi noia. A me piace l' inverno serio quello che ti tappa in casa e ti fa venire voglia di roba calda, vino bono e foco acceso.
Invece m'arriva una luce nell'occhi che m'aizzerebbe a sortire 'n barca mentre dale finestre scalcinate (delle quali la mi povera mamma avrebbe detto “ci passa 'ani 'o randelli”) di casa nostra s'infilano certe rasoiate di diaccio che m'hanno fatto mettere la giacca in casa. Cosa insolita per me che sento sempre caldo. Mi sa che stia covando varche nidiata di batteri perché da un paio di giorni sto raggomitolato come balena e cola pancia che fa palla mi ci scaldo il resto del corpo. Dopo le sfuriate del periodo natalizio s' è lasciato il blogghe un po' a diacciarsi. Boiadé sono ricominciate le lezioni private e i mi assistiti sembra che oltre ale settimane bianche n' abiano fatto anche 'r lavaggio der cervello. L'interrogative? O che robaccia sono? L'aoristo o che vor dire? Ti guardano con cert' occhi sfavati che pare si siano fatti una canna col vicks vaborub. E allora si rincomincia e rendiamo grazie al gatto eterno che alle mamme fa sfornare diversi di questi campioncini d' indolenza. Uno un po' piò sveglio degli altri m'ha detto: Senti Dante io potrei anche impegnarmi di più e forse ce la farei ma dopo col cazzo che mi mandano a ripetizione da te. I dovrei fare le nottate sui libri e tu magari al posto mio ti troveresti uno che non capisce proprio niente e ti fa diventare matto. Questo ha il destino segnato, mi son detto, o entra in politica o finisce in galera o forse gli riusciranno tutte e due le cose. Il metodo per l' inglese m'è venuto una vera ca'ata (detto alla livornese) ho perso un sacco di serate a fare schede e poi mi sono accorto che c'è un bel libro “Instant English” di un certo Sloane che ha fatto prima di me quello che intendevo fare io, l'ha fatto meglio e in maniera più completa. Per di più l'omo è anche di razza ingrese e parla bene l' italiano. Ripiglierò il progetto un po' più in là ma la cosa m'ha lasciato parecchio sconcertato è meglio che scriva raccontini pell' amici.


domenica 15 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 412 Schiacce Siciliane e Frittole Veneziane

Parlare di roba da mangiare e non mettere neppure una foto ma come si fa?
Zio Dante quando c'è in giro questa roba perde, come dice lui, il capo. Le schiacce sono una ricetta che viene dalla sicilia ma che trovò ospitalità a Livorno a casa di Dante. Nel ripieno abbiamo messo, pomodoro e formaggio, zucchine spadellate, patate con scamorza, ma anche avanzi di carne, salsiccia ecc vanno bene. le frittole sono il nostro tipico dolcetto dei giorni di carnevale. Lo zio dovrebbe stare a dieta ma è davvero difficile resistere ai piatti di zia Holly, così ha cercato di limitarsi col vino ma vi assicuro che il quartino è stato riempito diverse volte

saluti a tutti Dani


fatevi i gatti vostri n. 411 " nipotacci "

Insomma ...che io non usi un linguaggio manieroso non è un mistero ma addirittura dare in pasto al blog tutto quello che mi capita di dire in casa, sull' onda della burla, è roba da nipoti anzi da nipotacci. Vero è che se i ragazzi ti sentono dalla loro parte hanno un atteggiamento ben diverso e io su questo faccio leva, così il "cosa cazzo ti sei fumata/o oggi?" è frase che può essere ascritta al mio vademecum per l'apprendista della lingua inglese, ammetto anche di aver fatto riferimento al culo ad omega di tal professoressa di greco che i pargoli mi avevano descritto come avvenente ma che non ho mai visto. Mi pare però che Bobby abbia messo del suo nel descrivere il mio approccio. Ma sia. Lo perdono. Questo ragazzaccio è riuscito ad andare in culo alle pastoie italiane e lo vedo messo davvero bene anche se è costretto a confrontarsi con quei finocchietti di Oxford e a sbaciucchiarsi con  le lentigginose dall' ascella fatale tanto antipatiche alla sorellena, gran rappresentante dell' italica presenza. Ogniqualvolta Bobby ci mostra la foto di una  fidanzatina di lassù, Dani si porta la mano alla bocca e finge di essere presa da conati di vomito. In realtà per il fratello aveva pensato alla sua amica del cuore, bello schianto di topa anche lei ma il pateracchio (parola che sta per sparire dall' italiano) non è andato in porto. Bobby usa l'antipatia come arma di conquista e la tipa, avendo la possibilità di dare i numerini come alla mutua ha reagito ignorandolo. Poi lui è diventato mezzo inglese e chi s'è visto s'è visto. Peccato, un legame di coscia a Venezia ce l'avrebbe fatto venire a casa più spesso. Io davvero non so come facciano lui e Dino a conquistare le donne ignorandole o meglio so che le donne spesso si intestardiscono a volere chi non se le fila ma non mi è mai riuscito far così. Mi ricordo da ragazzi che io mi tuffavo dali scogli, caminavo sulle mani, tenevo banco in mille modi e Dino in un cantuccio guardava per terra e faceva suonare nella coppa delle mani alcune monete da cinquanta lire. Io rimediavo le mi tipe perché mi mettevo in mostra e facendo teatro, riuscivo a scegliere nel mucchietto delle ammiratrici ma non ho mai visto finire una serata senza che qualcuna si accostasse anche al Ciampino e se lo portasse via...a piedi, naturalmente,  perché se gli chiedevano se avesse la vespa o la moto, pur sapendo di poter contare sulla lambretta del mi' babbo che, per tali business, era a disposizione di tutti e due, Dino preferiva dire che era appiedato per non starsi a rompere le palle a levarla dal cavalletto.


Oggi Holly ha fatto le schiacce ripiene alla siciliana. Una ricetta che portò a casa mia un marinaio di laggiù amico del mi babbo e che relaizzata dala mi povera mamma conquistò subito il favore di tutti gli amici. Piatto poverissimo, ideale per gli avanzi. Purtroppo non abbiamo fatto le foto della preparazione ma Holly rimedierà pubblicandola prossimamente.


Bona Domenica


Dante

sabato 14 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 410 " il metodo TRE DI "

Come avrete avuto modo di constatare, negli anni, di zio Dante si puo' dire ogni cosa ma non che manchi di volontà ed entusiasmo. In questi giorni il suo fuoco sacro si è acceso per l' inglese. Mi incarica, a proposito di ringraziare tutti gli amici e amici degli amici che si sono generosamente prodigati per fornirgli consigli e indicazioni. Un ringraziamento particolare al Prof. Martinelli che ha predisposto privatamente l' invio di non so quanto materiale passatogli dalla sorella. Caro prof. Lei ha un posto particolare nel nostro cuore e ogni volta che troviamo un suo commento è una gioia per tutti noi (mici inclusi).
Dunque zio Dante è sommerso da un mare di fogli. Scrive, corregge, strappa fogli e non è neppure facile avvicinarlo. Fa sempre così quando si mette di impegno a fare una cosa. Ricordo ancora quando si mise in testa di riparare la macchina di mia sorella  (praticamente da buttare dopo un incidente) e la fece tornare seminuova.
Fosse stato il problema delle ripetizioni la soluzione era semplice e anch'io mi ero proposto per un aiuto. Vivo e studio a Londra e una mano gliela avrei data senza difficoltà. Il guaio è che, nonostante si definisca maestro di niente, zio Dante è un perfezionista in tutto ciò che fa, così  spesso si massacra inutilmente ma altrettante volte ottiene risultati insperati da allievi che avevano fallito con numerosi altri tipi di sostegno privato. Credo che la sua forza sia non nel metodo ma nell' essere Dante. L' ho sentito personalmente presentare Cicerone così:
Cicerone conviveva con una  maledizione, soffriva di una nevrosi che lo portava a credere di avere un calamo infilato nel culo e a soffrirne atrocemente. Il fatto che il toglierselo rappresentasse un indubbio sollievo lo portò a lasciarci una impressionante quantità di lettere, orazioni scritti vari. 
Per i ragazzi queste divagazioni rappresentano una vera e propria gioia e in breve diventa un loro beniamino.
Qualche volta esce dal seminato come quando chiese a un allievo di greco: e allora come sta quel bel culo a omega della tua prof? Ovviamente il pargolo fece sua la battuta e la ripropose in classe. Dovette cambiare istituto ma fu lo stesso promosso.
Una volta si finse padre di un altro che aveva ricevuto un voto ingiusto e riuscì a conquistarsi la stima del professore. 
Insomma così come appare matto nel blog lo è nella vita. La zia dice che è rimasto ragazzo nell'animo con la voglia di scherzare e di vedere sempre i lati belli della vita.
Tornando all' inglese, sono certo che farà un buon lavoro (è un traduttore eccellente che ci leggeva i gialli di Michael  Connelly in inglese traducendoli direttamente in un italiano che restituiva perfettamente la sceneggiatura e i dialoghi del romanzo). Io non riesco a fare altrettanto. In confronto a leggere Faletti sono morto di noia.
Comunque, scherzando gli chiediamo come va il metodo TRE DI (Dante Davini Diversi)? e Lui per risposta ci ha fatto vedere la premessa


You bloody bastard! If you don't cut it out I'll punch you so hard in your theets that when you'll clean your shity ass you'll bite yout fingernails  
(maledetto bastardo, se non la smetti darò un pugno così forte nei denti che quando pulirai il tuo culo merdoso ti morderai le unghie)


Immagino che i suoi allievi adotteranno subito questo modo di apostrofare i coetanei e impareranno l' inglese anche se si capirà subito da chi l'hanno imparato.


Bobby (per un po' lungi dalla perfida Albione)





mercoledì 11 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 409 "HELP"

Cari amici, chiedo umilmente consiglio e aiuto  a chi, fra Voi, fosse  docente di inglese nelle superiori . La richiesta può essere estesa anche a vostri fidati amici in possesso di tale competenza.
Come sapete, al momento, la mia principale fonte di sostentamento sono le ripetizioni. Mi arrabatto con latino greco e matematica, sono materie nelle quale ho il curriculum adeguato e anche l'esperienza. Mi sorge un grosso problema con l' inglese. Parlo questa lingua piuttosto bene, avendo insegnato latino agli universitari americani e traduco senza problemi dall' italiano e dall' inglese. Per le competenze grammaticali mi affido al vecchio tomo di Thomson e Martinet, edito dalla Oxford University Press. Su di esso studiai appena sbarcato in America. Il mio inglese era, all' epoca, assai artigianale. Durante questa estate ho assistito due ragazze di un istituto turistico veneziano e abbiamo ottenuto un buon risultato avallato anche dalla docente che si è complimentata per il miglioramento delle due. Adesso le dolenti note:    by word of mouth ossia col passaparola, avrei a disposizione una certa clientela potenziale che mi ha già interpellato ma, mentre le ragazze avevano problemi di comprensione di testi complessi e  di pronuncia, mi trovo ora dei ragazzini che alle medie non hanno fatto nulla oppure han fatto tanto e male. Io vorrei aiutarli e mi farebbe anche un gran comodo ma non so assolutamente come si strutturi un programma didattico valido, né conosco la propedeuticità degli argomenti . I libri di testo che mi hanno mostrato presumono già un discreto livello mentre se dipendesse da me li farei iniziare con del  phonics perché acquisiscano almeno le basi della pronuncia. Ovviamente non c'è il tempo. Esiste un qualche buon metodo al quale mi possa rifare? Conoscete su internet fonti preziose che non siano quelle di DIENNETI (che già conosco)?
Immagino che qualcuno possa anche pensare che io sia un  tipico jack of all trades and master of none....  è vero, forse ne faccio troppe, pescatore, arrotino, poeta da strapazzo, affabulatore da osteria, insegnante privato, meccanico (scarso) per bici, imbianchino, carrozziere (scarso). E' che mi piace mettermi continuamente in gioco e non mi dispiace studiare le cose che non ricordo bene o che non so. Forse si tratta di un modo per rallentare il tempo che mi sembra scorra troppo veloce, forse è la voglia di non arrendermi alla stia del quotidiano.


Grazie in anticipo


Dante


domenica 8 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 408 " il west padano"

Chi non  ricorda quel gigantesco e claudicante eroe di  zio Zeb Macahan? E di Luke e Kate e Molly, Lara, Josh, Jessie? Bei tempi quelli in cui la tv trasmetteva la lunga saga dei MEKKEIN, come si diceva noi. 



Ci  si ritrovava tutti da Nado che aveva ancora la televisione in bianco e nero, sebbene ci fosse il colore già da qualche anno. Alla conquista del West, da noi, conquistò milioni di telespettatori e anche quelli, come lo scrivente  che non erano più ragazzini e seguivano l'avventure della famiglia di pionieri, col pònce fumante in mano.    
E' uscita la riedizione  della serie, in edicola in dvd e dopo parecchi tentennamenti ho comprato il primo numero. 
7 eurini per due ore piacevolissime. Anche Holly, dapprima titubante (il suo genere è "colazione da Tiffany" se le gira bene, "Non ti muovere" se ha il magone) ha apprezzato e parecchio. 'Avere l'intera collezione sarebbe una chicca per sbarcare queste uggiose serate invernali' pensavamo. Ma a conti fatti, anche considerando le offerte sui primi 8 numeri, si approdava sempre ben oltre i 300 euri. Poi mi sono messo a cercare sui internet. C'era  ma coi torrent e col mulo ci vogliono sette vite a scaricare e non mi basta il credito di 10 chiavette. Quando non ci speravo più  ho trovato un tipo che se le era registrate tutte in tv e offriva tutte le puntate veramente a buon prezzo. Dopo un consulto di famiglia, in cui ognuno si è tassato dei pochi spiccioli presenti nel borsellino, abbiamo deciso l' acquisto. Adesso speriamo che il tutto arrivi e che funzioni e poi avremo il west padano: in culo alla nebbia e all'umido. 

Buona Domenica

sabato 7 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 407 "tre passi nel delirio" 3


Dante si è fatto molto serio a quelle parole, poi, gravemente, ha detto: Non cera modo di salvare il gatto quella volta a Firenze ma vidi il mantello e cercai di tiralo dicendole: 'te la prendi così con un povero gatto?' si voltò e da sotto il cappuccio vedevo ghignare il teschio.
"Io non me la prendo con nessuno- mi rispose beffarda- quando esce il numero di un essere vivente gatto cane uomo che sia, mi metto in viaggio e lo vado a prelevare con le buone o con le cattive" e, scoprendo il lato sinistro del mantello, mi mostrò la falce fienaia.
Improvvisamente la scena cambiò e mi ritrovai a una festa di fine anno dove ballavo e bevevo. Bevvi troppo e mi girava la testa. Mi sedetti per riprendermi. Chiusi gli occhi e sognai di essere in Borgo Santa Croce, al circolo degli scacchi. Seduta davanti a me una avvenente signora in nero, con uno splendido decortè, acconciava i pezzi.  Quelli neri ovviamente.
"Lei gioca a scacchi?" chiesi quasi automaticamente, fissando, istupidito, quell'esuberante davanzale. 
"Gioco a tutto ragazzino" mi fece ridendo sguaiatamente e con un gesto beffardo si slacciò il corsetto mettendo a nudo.....lo scheletro. Alzai lo sguardo e vidi un orrido teschio. Il braccio scheletrico si estese e lasciò cadere sul tavolo un pugno di fiammiferi  che, quasi per magia, si disposero ordinatamente. Lei commentò:
"Se trovi la soluzione ti lascio il gatto, ma non illuderti, non sempre accetto le sfide!". 
I fiammiferi si erano distribuiti in cinque mucchi, ne ricordo ancora il numero: 17 - 13 -  9 -  8  - 3. 
Potevo trovare una buona apertura  ma non riuscivo a tenere la concentrazione e a vederne  lo sviluppo e il finale.
Sentivo battermi le tempie e Lei mi fece sarcasticamente? 
"Ti serve il pallottoliere ragazzino?....serve una mossa, una banalissima mossa e il gatto è tuo".
Dunque potevo vincere fin dall' apertura. Questa era la beffa, un diabolico vinci o perdi in cui mi giocavo tutto. 
Mi gocciolava il sudore dalla fronte e mi riempiva gli occhi annebbiandoli. Era una partita maledettamente importante e quel povero gatto era nelle mie mani. Più volte allungai la mano e altrettante volte la ritrassi, conscio delle conseguenze di un mio errore.
"Si è fatto tardi ragazzino" disse ancora la signora cominciando ad abbottonarsi il corpetto, ad ogni bottone che veniva allacciato, riprendeva forme umane ma il volto roseo e la bocca stupenda che riappariva non riusciva a farmi scordare l'orrore del teschio sdentato che mi aveva fronteggiato poc'anzi. 
Chiusi gli occhi, allungai la mano e dal mucchio dei 17 stecchini ne tolsi 14 lasciandone 3. 
"Hai vinto"  disse con estrema serietà "ma sarebbe stato meglio per te rinunciare al gatto. Dovrai giocare molte partite con me e perderai quelle a cui tieni di più".
Non l'ho più vista fisicamente ma so che è entrata a far parte di me e avrà pace solo quando non sarò più in grado di calcolare le mosse. Spesso la sento che mi affianca e mi invita al gioco. Non stendiamo nemmeno più i fiammiferi ci limitiamo a dichiarare le prese che vogliamo fare. Vinco più spesso io e sono diventato quasi imbattibile per gli umani ma la signora non mi ha più concesso partite quando c'erano poste importanti e cosi mi son visto sparire amici, animali, mamma. 


Un monaco del Tibet amico di Don Luigi diceva che la vita e la morte sono dentro di noi e anche la Luce è dentro di noi e siamo noi a decidere quando vivere, quando morire e quando illuminarci.
Dev'essere per tutta questa roba che ho dentro che non riesco a dimagrire nemmeno un po'.

venerdì 6 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n.406 " Tre passi nel delirio " 2



"OK OK" fa la zia "non volevo far polemiche di dipo igienistico ma cosa ne vuoi fare?"
"Eh la storia è lunga" e ha mandato giù una generosa sorsata di vino -"Vedete che ogni schedina ha 16 numeri nell'angolo a destra in basso?"
"Lo sappiamo"
"Quelli sono numeri particolari"
"Ovvero?"
"E' quasi impossimile trovarne due uguali"
"Lo immagino" faccio io "saranno ricavati con un generatore random".
"Chiaro, ma a me servono per tanti usi diversi"
"e cioè?"
"Come sapete quest' anno è stato particolarmente duro e non potevo nemmeno concedermi il lusso di un caffè al bar, così per ingannare il tempo mi sono messo a raccogliere le schedine. Quelle in buono stato le ho conservate intere, quelle spezzate o lesionate le ho usate ritagliandone la sola parte col numero a 16 cifre".


Le nubi diventavano sempre più fitte e la faccia di zia sempre più preoccupata


"Ma li volevi giocare al lotto questi numeri o che altro?"  lo ho incalzato io
"Se non avevo i soldi per un caffé o un bicchier di vino immaginati se potevo giocare al lotto, ci giocavo contro l' avversario invisibile".
"Di bene in meglio" ha prorotto la zia "sara mica il caso che tu ti faccia vedere da uno bravo?"
"Forse" - ha risposto attingendo ancora alla riserva di rosso - "comunque mi è servito a scacciare la noia e per me è diventato quasi una forma di meditazione".
"In che senso?"
"Avete presenti i mandala tibetani  con la ruota della vita che si ripete all' infinito e altri simili? Io vedo questi sedici numeri seguiti da altri sedici e da altri sedici, sono arrivato a concentrarmi su 10 schedine una dietro l'altra, poi trovo il punto di meditazione".
"Passi per questa stramberia" gli fa la zia "ma l' avversario invisibile....."
"Questa è meno sofisticata e mi diverte assai ma può condurre risvolti terrificanti.....
Io amo giocare a marienbad , ricordate quel giochetto che si fa con i mucchietti di fiammiferi prendendone a turno quanti se ne vuole dal mucchietto che si vuole e perde chi è costretto a prendere l'ultimo? Ne facemmo anche un post col video tratto dal film L'estate scorsa a Marienbad


Sentivo che si stava scivolando sul difficile ma sono curiosa e ho voluto sapere il nesso tra i numeri delle schedine e il gioco coi fiammiferi.


"Giocare con le file precostituite da 1, 3, 5, 7 ha poco senso, anche a occhi si calcola già il finale e il mio avversario non si degna di abbassarsi a tali livelli. Così abbiamo concordato di giocare con 4 mucchietti di fiammiferi ma il cui numero cambia di volta in volta e il numero di  stecchini per ogni mucchietto lo scegliamo in base ai seriali delle schedine. Sono divisi in 4 blocchi e la somma delle cifre di ciascun blocco ci indica quanti stecchini mettere. Giochiamo sempre un numero pari di partite in modo da poter contemplare il pareggio".
Poi prosegue:
"in questa" e ci mostra una schedina che ha il seriale 7642  6454  3292  4193
"ottengo 18, 19, 16, 17. una combinazione assai rara ma ne vedo già il finale, dato che il mio avversario mi concede sempre la prima mossa".
"E di grazia messere" - ha interrotto la zia-  "come avete conosciuto il vostro avversario? Guardando il Settimo Sigillo di Bergman?"

giovedì 5 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 405 " tre passi nel delirio " 1° passo



Da un po di tempo, quando ci capitava di fare una passeggiata tutti insieme,  vedevamo Dante  fermarsi improvvisamente nell' atto di raccogliere qualcosa o allacciarsi una scarpa. Talvolta lo perdevamo e lo vedevamo arretrato di parecchi metri. Alle nostre richieste era sempre stato evasivo con giustificazioni del tipo: "volevo controllare una cosa" oppure "ho una scarpa che non funziona bene".
 Siccome ha le sue stranezze e una volta durante una gita in bici in terraferma ci fece fermare trenta volte, finché non ebbe scovata l' origine di un ticchettio che lo disturbava, abbiamo sempre lasciato correre. Questa mattina, però, mentre la zia ed io riordinavamo, abbiamo trovato una scatoletta piena di ricariche telefoniche usate, del tipo da grattare per scoprirne il codice. Ogni pacchetto aveva scritto sul dorso il nome di un mese e in una scatolina più piccola erano ben disposti dodici pacchettini minuscoli ricavati dal ritaglio del solo codice delle schede telefoniche, anch'essi caratterizzati dalla sigla di un mese sul dorso.
Considerato che la cosa non pareva celare grandi segreti e che in più la scatola era poggiata sulla libreria sopra il pc, zia Holly gliene ha chiesto conto.
"Oh niente"- fa lui- "mi servono per fare dei calcoli particolari".
"Ma com'è che ti trovi tante ricariche se non usi quasi mai il telefono?" ha continuato la zia.
"Se mi date un bicchiere di rosso ve lo racconto" ci ha detto e, a desiderio esaudito, ha iniziato:
"Vi ricordate che ogni tanto durante le passeggiate mi fermavo? Bene era per raccattare queste schedine".
Alla smorfia schifata della zia ha chiarito:
"le ho sempre raccolte usandone un'altra pulita per sollevarle e le ho infilate in un sacchettino di 
plastica, poi, in soffitta le ho lavate per bene".




1 (continua)

mercoledì 4 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n.404 " vecchie glorie "

Finalmente Bobby ha avuto l'assegnazione del suo portatile, più tablet, più telefonino, più dispositivi vari che l'università inglese, presso cui fa ricerca, gli passa in comodato. Ergo il suo portatile a maxi schermo comoda al gruppo meno Dante. Dante, infatti, è capacissimo di distruggere qualsiasi cosa e, magari, di impiegare settimane per aggiustarla. A lui resteranno l' olivetti lettera 22 e il baraccone che, finora è servito a tutta la nostra vita su internet. Un doveroso omaggio ad esso, con foto  e una scheda poco tecnica:






Fabbricazione:  è probabilmente un "Clevo" con scritto notebook al posto della marca, lo zio lo ottenne in cambio di una retata di orate  che, a dir suo, valeva  almeno un cinquecento euri.
Lo abbiamo dal 2003 ed era usato.


si notano:
Raffreddamento addizionale con ventole messe sotto il piano cottura.
Alimentatore: ricostruito da Dante
Tastiera: non funzionante sostituita con tastierino esterno poggiato sopra.


Fu sostituito dal mio e andò in dotazione al Bar Nado a Livorno ma con le prime esperienze giornalistiche e relativo notebook di Zanzara, tornò a Venezia proprio in tempo per vedere il mio che fumava come un turco.


Appena ha sentito aria di sostituzione si è messo a funzionare che è una meraviglia e Dante lo ha abbracciato commosso dicendogli: " A noi vecchi non ci considera nessuno ma quando serve ci siamo eccome!".
Gli mancava solo di umanizzare il pc!


Saluti a tutti Dani

martedì 3 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n.403 "cuestione di instile"

Sendo istato me inderiduto pela magnera di me che avo in del dormisciere co panscia in del ariam sendo eso il rieale riposamento del gato gueriero ora io volisco monstrare come da cuel posissionamento un vero gato gueriero realiza il lataco in del mentre un gato comune e vissido come serino rimanisce imobile
alora eso gato velme fratelo insta dormisciendo nela banalisima positura del gato eculo:




in del vero asai belo sendo fratelo di me e cuindi contamissionato dale mie dotassioni
atensione pasa una sansara ssssssssss   ssssssssssssss  eso la vedisce ma la sampa è rotolata male e no pole scatare
sendo io in pansia insù con una senplicia voltassione di spale atacco e
la sanzara era soto la mia sanpa daciaio





lunedì 2 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 402 " oggi è il 2 "

"Si brancola sull' ovvio" mi fa Dani  vedendomi scrivere su un foglietto il titolo del post odierno. E prosegue: "e adesso che ci siamo disfatti in quel tour de force della "maratona del 400"  cosa ci mettiamo nel blog?"  Beh, direi che semmai il problema è solo il tempo da dedicare a stesura e pubblicazione (non più di 1/4 d' ora che però talvolta non ho) perché avrei miliardi di miliardi di cose da metterci, di pensieri, sensazioni, incazzature, progetti folli, ricordi, raccontini e mamma mia solo per l'elenco delle cose che mi si affacciano alla mente, non basterebbe una giornata per trascriverle. Ci sono ovviamente momenti e momenti per far questo. Ad esempio stamattina mi sono soffermato a riflettere su ciò che mi faceva venire in mente il n. 2. Il due mi ricorda il doppio e il doppio mi ricorda l' altra parte di noi. Questa parte la vedo come un ego potenziale che può trovare o no una sua via di sviluppo. Mentre io farneticavo su queste cose, Holly ascoltava A Te di Jovanotti (una delle sue canzoni preferite) e mi fa: "a proposito di trasformazioni ma te lo ricordi Jovanotti col cappellino che saltava come un ragazzetto? Guarda che razza di  poeta che ne è venuto fuori!"
Boia dé se è vero Jovanotti è diventato uno degli autori che ascolto più volentieri e visto che ero partito dal n.2
nel post ci metto due pezzi suoi che dedico alle due donne più importanti della mia vita: 
A TE lo dedico a Holly 
e LE TASCHE PIENE DI SASSI la dedico ala mi mamma che, secondo Esserino e Balena, come quella di Jovanotti, dovrebbe essere a rotolarsi nei prati del Gatto Eterno.
La musica ce la mette Dani sennò non ascoltate niente


Dante

 

domenica 1 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n. 401 " sveglia all' alba "

Gli umani provavano a dormire ma un tonfo li ha fatti sobbalzare. Non era l'ultimo botto ma il gatto Balena che, all' alba si era alzato per fare razzia degli avanzi della cena, a quel punto ci siamo alzati tutti e alle 6 e mezzo eravamo di fronte a una lauta colazione. Ancora Auguri