Na vorta pel Ceppino (26 Dicembre da taluni detto anche Natalino) si faceva na gita o si andava a trovare quarcheduno che aveva un podere in campagna o in collina. Si seguitava a mangiare accanto ar foco e si pigliavan gli accordi pell'urtimo dell'anno. Mi sa che sta tradizione si sia un po' persa. Comunque dato che i convenuti pel Natale ci han permesso di fa na bella tavolata, n allegria, oggi l'ho mandati tutti a mangià fòri e a casa siamo rimasti solo io e Dino. Lui perché a caminà gli fanno male i piedi e io perché domattina devo andà all'ospedale pe fammi na colontacche. Mi dole r buzzo in basso dala parte destra e ala visita m'han detto che se va bene pol'esse n'ernia o n'appendicite. "Se va bene" e se va male? Un ci voglio nemmeno penzà. Comunque devo mangià leggero e sta digiuno da stasera. Così oggi io e Dino si mangiano deli spaghetti aglio e oglio e si beve poco. L'altri voglian mangiare gli stritfudde che di quelle boiate Venezia abbonda. Essendo questi esercizi tipo friggitorie e chebabbe per lo più in mano a orientali e conoscendo io bene il loro modo di pulissi r culo un ci vado nemmen se mi ci legano e mi pagano per mangià. Holly ha messo in moto il su barcone e sopra ci sono Ampelio, Nara, Amy e Bobbe. La mi nipote e Costanza nvece han preferito movessi a piedi. Il Ciampi ha detto: meno male che un ha rotto troppo i coglioni coll'andà in giro io n giro un ci vo volentieri nemmeno a Livorno e dopo l' ultimo mi toccherà andà in Isvizzera da leilì e vedrai te come ci sarà da caminà tutto r giorno. Lo capisco, sebbene io sia sempre stato iperattivo ir cavallo di san Francesco un m'ha mai convinto. La bici si a chilometri e chilometri, la moto, la vespa, r ciao, in ultima alternativa la macchina e l campere ma a piedi no. Un mi ci fate nemmen pensà. Ora poi che mi tira la pamcia come se ciavessi un rospo dentro un se ne parla propio. Si sta bene, sur divano di casa, cola stufa accesa e le gatte co noi una per uno. Emma che è più socievole ma anche più nervosa s'è scelta Dino e Cice nvece s'è allargata sule mi gambe. Pare na sottocoperta pare.
In attesa di fa l' ora di pranzo s'è sonato un po' tanto pe un perde l'abitudine e si so scelti que libri che Babbo Natale aveva lasciato nela cappa der camino e che so cascati giù stamattina.
Mettiamone 2 dato che ieri un s'è messo nulla.
Dino sceglie un bel libro biografico su Puccini
io un prezioso manuale di sceneggiatura che conosco da tanto ma non avevo mai avuto pelle mani
quanto ala musica già alcuni anni fa e s'era fatto un ber duetto scherzando musicalmente sull'intramontabile pezzo di Lennon. E allora e si rifà. Ci si ha a disposizione solo la mi armonica, la chitarra di Holly, che in mano a Dino cambia sòno, e un vecchio amplificatore quindi un v'aspettate troppo.
Bona Giornata
Dante e Dino
A 100 anni dalla scomparsa di Giacomo Puccini, 29 novembre 1924, usciranno numerosi e nuovi studi che si proporranno di indagare l’uomo e l’artista. Vallecchi, grazie a un lavoro importante di riscoperta del suo storico catalogo iniziato, con la pubblicazione di Tobino e Gide nel 2020, ha deciso di riportare in libreria Giacomo Puccini Intimo. Un suo storico libro del 1926. Non si tratta di una biografia o di un testo monografico sul compositore luccano, ma di qualcosa di appunto più intimo, il cui valore non viene cancellato dal passare del tempo, ma anzi ne viene esaltato.
Ci sembra importante far rivivere, in occasione dell’anniversario, il racconto che di Giacomo Puccini ne fanno i suoi più cari amici, due com-pagni di vita: Guido Marotti e Ferruccio Pagni. Entrambi conosciuti a Torre del Lago dove il compositore vive uno tra i momenti più felici della sua vita: è il periodo di Madame Lescote, Bohème e Tosca.
Intimo è quindi il ricordo, di Giacomo più che la biografia di Puccini. Un racconto che attraverso le parole di Pagni svela l’uomo nella sua quotidianità, grazie ad aneddoti dimenticati e la rievocazione vivace di momenti famigliari e di svago.
A Marotti è invece affidato il compito di descrivere il rapporto tra Puccini e il mondo artistico del suo tempo e testimoniare l’importanza che la musica ha rivestito nella vita del grande compositore.
La sceneggiatura è la premessa essenziale della costruzione delle immagini e dei suoni che costituiranno il film.
Analogamente il discorso sulla sceneggiatura è la premessa essenziale del lavoro critico sul film.
Una sceneggiatura approssimativa genererà dunque, con buona probabilità, un film malfermo; un’analisi approssimativa della sceneggiatura genererà, ancora più probabilmente, una recensione malferma. Per neutralizzare questi rischi, occorre concepire la sceneggiatura come un sistema, cioè come un intero formato da parti essenzialmente connesse fra loro.
Tenendo fermo tale principio, questo saggio propone un modello concettuale in grado di spiegare il funzionamento narrativo di qualsiasi film, da L’arroseur arrosé dei Lumière a Tutti pazzi per Mary dei Farrelly, da Biancaneve e i sette nani di Walt Disney a Goodbye South, Goodbye di Hou Hsiao-hsien. Non solo: nell’elaborare schemi applicabili a qualsiasi film, Il sistema sceneggiatura si rivolge a un qualsiasi potenziale lettore, sia questo sceneggiatore, critico cinematografico, cinéphile, insegnante o studente. Nel suo tentativo di coniugare teoria e pedagogia aggiornando la Poetica di Aristotele all’era delle immagini in movimento, Il sistema sceneggiatura ambisce a essere al tempo stesso un manuale per imparare a scrivere i film e un trattato per imparare a capirli.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Grazie infinite, Dino con la chitarra è un virtuoso, come del resto col piano e la tua armonica tocca il cuore. Bravi
RispondiEliminaEli
Ma che bravi.
RispondiEliminaLuci