domenica 5 luglio 2020

fatevi i gatti vostri n. 1536 "... politica, teatro, fantascenza c'è tutto da un barbier di nome Dino..."

Ci è arrivata una mail di una lettrice che si vede poco nei commenti ma ci segue da tanto tempo:
riporto il testo per intero:


"E i gatti?" seguono saluti e firma


Ed ha ragione la nostra amica perché quando io e Dani fondammo "fatevi i gatti vostri" rubrica di gatti e umanità varia i nostri pelosi amici erano al centro dell' attenzione anzi:

parlavano tra loro e con noi, leggevano, bisticciavano e si esibivano in pose fotografiche degne di attori di Hollywood.

E poi? E poi siamo andati un po' fuori tema e zio Dante leggendo la mail  della nostra lettrice ha calcato la mano con una delle sue narrazioni analogiche.


"Sto blogghe mi ricorda la bottega di Dino al Pontino".


"Dino Ciampi" ha chiesto mia sorella?


"Ma no! Dino il topino quello che faceva il barbiere e lo si chiamava il topino perché aveva sempre due baffettini sottili e una faccetta magra e allungata che ricordava quella di un topolino. 

S'andava tutti a fassi i capelli da lui, i più vecchi anche la barba e anche quando un s'aveva da tagliassi i capelli era difficile che si passasse davanti ala su bottega senza fermassi ed ed entrare lo stesso. Perché immaginatevi che da Dino c'era di tutto. Intanto le riviste cole donne gnude, io all' epoca ammattivo pe Florinda Bolkan che era piuttosto generosa nel mostrarsi gnuda a su ammiratori di poppe era scarsina ma aveva un aria che mi faceva perde r capo.

Poi c'erano almeno du quotidiani sportivi: la Gazzetta tutta in rosa e il Corriere delo sport che Dino alternava a Tutto sport.
C'erano diversi quotidiani compresi quelli d'estrema sinistra che venivano venduti da volontari  che Dino non mandava mai via a mani vote dicendo: 'speriamo che vi riesca di falla prima o poi sta rivoluzione! Ricordatevi che prima di ghigliottinà chi dico io, voi mi chiamate e io gli raso per bene r collo in modo che il rasoio gli faccia sentì una specie d'anteprima dela mannaia' e, col rasoio a mezzaria, interrompendo la rasatura del sor Cafiero, prima lo muoveva dolcemente in aria come se radesse l' etere e poi zac con un rapido colpo di polso tagliava in due una schedina del totocalcio sollevata prontamente con la mano sinistra a far da bersaglio a quella lama rivoluzionaria. Di solito, ner movimento dela sinistra, le altre schedine del totocalcio, che erano impilate vicino al lavabo cascavano per terra e Spazzola, il garzone le raccattava prontamente. Quelle schedine infatti rappresentavano il sogno alternativo alla rivoluzione ovvero un bel tredici col quale andare nel culo ala miseria, al lavoro a a quant'altro potesse affliggere la clientela del topino.
C'era ovviamente una catasta di giornaletti di Topolino letti dai più piccini che si facevano i capelli sulla poltroncina colla testa di cavallino 

ma anche dai più grandicelli che sebbene sognassero la topa di Florinda, all' epoca ancora pelosa, non disdegnavano le avventure dello sfigatissimo Paperino e der Topo onniscente. In un angolo, sula mensola, la radio trasmetteva in continuazione musica o programmi di intrattenimento e se qualcuno avesse voluto sentire del bon gezze, Dino aveva a disposizione anche un giradischi Lesa a valigetta e na bella collezione di dischi.

Ma il clou della vita all' interno della botteguccia del Topino non era tanto la possibilità di leggere o ascoltare quanto quella di pigliar parte alle interminabili discussioni.
Alla fine il sor Cafiero che entrava da Dino tutti i giorni a fassi la barba e doveva talvolta aspettare mezzora per vedere il completamento dell' opera, visto che aveva una bellissima calligrafia, avendo fatto lo scrivano in Comune, preparò  un grande cartello e lo attaccò alla vetrina in modo che dalla strada lo si vedesse ad altezza d' occhio. Recitava : Fior del Pontino, politi'a, teatro fantascenza (la i se la scordò) c'è tutto da un barbier di nome Dino ma pe la barba ci vole pazienza e pe capelli serve n' indovino.
Significando con ciò che quando Dino attaccava un discorso ni si bloccava la mano a mezz'aria e finché un l' aveva fenito non riprendeva il lavoro di forbice o di rasoio.



Il racconto della bottega di Dino c'è piaciuto molto e mia sorella si è sentita in dovere di commentare:

"Vorresti dire che il nostro blog è ricco di molteplici cose ma che noi si perde un po' troppo il filo conduttore per il quale era stato creato?"
"Io un l' ho detto- ha risposto lo zio- ma se te hai capito così pole darsi che sia così, del resto ve l' ho sempre nzegnato fine da piccini che I racconti un so fatti per dare a tutti la stessa morale ma perché stimolino ognuno a tirar fori la sua".



Continueremo a mettere films in cineteca, libri in biblio ecc. Non mancheranno i nostri brani musicali ma certo chiediamo scusa ai gatti e a chi si aspettava di vederli più spesso. Intanto eccoli in qualche immagine significativa. Cice (Alice) ed Ema (Emma) assistenti di Zia Holly in cucina




E in relax da camera, lì  hanno le loro ceste in vimini 

ma Balena non vuole essere da meno e va a recuperare la sua storica sotto il letto, peccato sia un po' piccola per le sue dimensioni attuali.


Quanto al film  di oggi inseriamo Il momento di uccidere. A Giacomo abbiamo inviato il ritorno di Zanna Bianca via mail perché, se per lui è un caro ricordo e un titolo da collezione,  non crediamo fossero molti gli interessati alla visione ma siete liberi di farci ricredere e in tal caso entrerà in cineteca

Buona Domenica a Tutti

Bobby

Il momento di uccidere  (da my movies)
Locandina Il momento di uccidere
Viene violentata una undicenne di colore. Il padre uccide il criminale. Lo difende il solito giovane coraggioso oggetto delle solite minacce e turbato dai soliti fantasmi. Naturalmente siamo nel solito profondo sud. Finale comunque liberatorio. Film vecchia maniera con questo McConaughey sosia a metà di Brando e Newman, legnoso ma di ottima presenza. Buona valutazione per il doppio sforzo: nei contenuti e nello spettacolo.

Recensione 

di Luigi Chierico


Ancora una volta Holliwood ci propone un coraggioso film sul razzismo che ha sconvolto l’America nel passato, forse fino a Martin Luther King ucciso pochi anni dopo John Fitzgerald Kennedy, intorno ad appena mezzo secolo scorso. Sono proprio tanti i film ed altri ancora ce ne saranno dopo “12 anni schiavo”. Il film è condotto benissimo con una eccellente squadra di attori, imputati, accusatori e difensori, giudice e giurati. Un film lungo che però non stanca sebbene spazi poco fuori dall’aula in cui si svolge il processo. In questo si deve difendere un negro reo confesso di aver deliberatamente ucciso due bianchi. A difendere Carl Lee Hailey, un ottimo Samuel L. Jackson, c’è un giovanissimo avvocato Jake Brigance, interpretato dall’altrettanto ottimo Matthew McConaughey, il terzo uomo all’accusa, sotto il nome di Rufus Buckley, c’è Kevin Spacey, sempre all’altezza del suo ruolo. Carl non solo non nega e non può negare l’evidenza, ma non vuole neanche usufruire della semi infermità mentale. A rendere ancora più difficile il compito della difesa c’è che l’avvocato Jake Brigance è un bianco. In un ambiente di Ku Klux Klan, dove il razzismo è esasperato al punto che alla base del delitto commesso da Carl Lee Hailey c’è proprio un terribile episodio di due bianchi contro una minore di colore,un negro non può che essere condannato a furor di popolo.. E’ una lotta impari tra il giovane avvocato e l’intera città, l’aiuta una giovane collega Ellen Roark, la cui parte a mio avviso è giustificata solo per la presenza nel ruolo della nota Sandra Bullock che in questo film è perdente rispetto alla dolcezza di Ashley Judd nel ruolo di Carla Brigance, moglie di Jake. Anche i testimoni chiamati a riferire sulle reali capacità dell’imputato di distinguere il bene dal male non aiutano,anzi naufragano lasciando la difesa in disarmo. Sarà un anziano collega che non può più esercitare ad incoraggiare Jake a non abbandonare il cliente, a non arrendersi per difendere l’indifendibile,l’ attore è il bravissimo Donald Sutherlan sempre molto misurato nei ruoli di non protagonista. Lo scopo del film è sostenere la necessità di avvalersi della pena di morte come condanna degli omicidi allo scopo di evitare che l’offeso si faccia giustizia da sé, come si è visto in tanti altri film, per es. “Il giustiziere della notte”. Un dilemma amletico che l’avvocato scioglierà con una difesa assolutamente eccezionale. Un racconto analitico, dettagliato e scrupoloso di come si sono svolti i fatti che hanno dato origine ai due omicidi,una descrizione veramente da rabbrividire, atroce,non è una narrazione ma una fotografia d’una crudeltà e di un verismo che non si è mai sentita. I giurati sono chiamati ad ascoltare ad occhi chiusi,in questa maniera non si può distinguere il bianco dal nero, il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto. Carl Lee Hailey chiede al suo difensore accusandolo di essere anche lui un bianco e come tale non potrà mai lo vede non vederlo come un negro con la cui figlia giammai giocherà la sua di pelle bianca. Ma è veramente il colore della pelle che differenza le razze a distinguerli come ii buoni dai cattivi? Il film positivo dà una risposta che è e deve essere la risposta di ieri,di oggi e di domani. 



7 commenti:

  1. Una Gioia! Dopo essersi tanto sbattuti per consentire ai lettori di firmarsi anche se privi di blog proprio. Oggi Blog non consente l' inserimento dell' annuncio interno di redazione. Ne evinco che anche chi commenta da URL sia fuori per cortesia chi può provi e mi faccia sapere.
    Bobby

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  2. oh che bellezza ho appena letto e provo

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  3. a me funziona Bobby, prima mi rimandato al quadro di login chiedendomi di loggarmi, cosa che non ho fatto altrimenti ti sarebbe arrivato quello con avatar. Poi ho riprovato e mi ha fatto fare tutto il giro dei captcha control ma è andata
    Buona dom
    Patty

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  4. Grazie Patty provo anche io da sloggato
    Bobby

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  5. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
    ===============================================================================
    Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
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    redazione: on line dalle ore 19:00 alle 21:00

    COME NON DETTO FALSO ALLARME forse aveva il sistema di controllo momentaneamente out
    Bobby
    www.esserinoebalena.blogspot.it

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  6. Non ho compreso bene che cosa sia avvenuto. Comunque simpaticissimo il racconto di Dante che mi ha riportato indietro nel tempo, anch'io ricordo un negozio di barberia simile a quello descritto, forse rispondevano quasi a un cliché nazionale. Vediamo intanto se il mio commento vi raggiunge
    Buona Domenica
    Giovanni Martinelli

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  7. Sembra che possa commentare normalmente.
    Ne approfitto per dire che le foto delle gemelline diverse sono adorabili... ma le poverine non hanno voce 😢
    Chissà se qualcuno riuscisse a dargliene un po', ogni tanto... 😄

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