Suonare per le vie di Roma e guadagnare anche 100 euro a serata. E' la storia raccontata da Fabio C., musicista di strada, ai microfoni di Radio Cusano Campus. "Suono un'oretta al giorno, il più delle volte al Pantheon - spiega l'artista - Ho fatto il conservatorio, ho suonato qualche anno in un'orchestra, poi all'improvviso ho avuto l'ispirazione di mettermi a suonare per strada".
Fabio vive con meraviglia e stupore le emozioni che gli regala quotidianamente la Città Eterna: "Roma è bellissima, vista dagli occhi di un'artista di strada ancora di più. Ci sono tanti turisti che si mettono a piangere di gioia quando suono, mi fa troppo piacere".
Ma tra gli spettatori, molto spesso, ci sono anche vigili e ristoratori che non gradiscono la sua presenza: "Sono tartassato da multe, che tanto non pagherò mai. Come potrei pagarle? Sono nullatenente io". Poi le discussioni con i proprietari dei locali o gli abitanti delle strade in cui suona: "Dicono che gli do fastidio. Non c'è un regolamento che stabilisca se possiamo o meno suonare, o meglio, esiste, ma è molto confuso", afferma il musicista.
Tutti inconvenienti che incidono sul guadagno giornaliero: "E' impossibile dire quanto guadagnerò oggi - continua Fabio - gli incassi variano di giorno in giorno. Magari cento euro, magari cinquanta. Nell'ora in cui mi esibisco riesco comunque a guadagnare abbastanza".
Infine, la necessità di instaurare una convivenza pacifica con gli altri colleghi: "Bisogna comunque mettersi d'accordo con gli altri musicisti di strada. I primi tempi litigavamo tra di noi, poi un giorno li ho chiamati, li ho fatti venire tutti a casa mia e abbiamo fatto una scaletta e un orario. Prima ci ammazzavamo per chi voleva suonare, ora siamo tutti amici e siamo d'accordo. Se viene un musicista nuova? Cerchiamo di integrarlo, tante volte tra noi soliti musicisti di strada romana manca qualcuno, potrebbe suonare in nostra sostituzione".
Sono tutti spinti dalla passione, ci tengono a precisarlo. Ma, di fatto, suonando on the road per qualche ora al giorno si portano a casa l'equivalente di uno stipendio base. Sono i nuovi musicisti di strada milanesi: trentenni, italiani, qualificati. E sorpresi - loro per primi - di quanto sia redditizio imbracciare una chitarra nelle vie del centro cittadino. Nora Zorzella, 29 anni, sta per laurearsi in Scienze della formazione primaria in Cattolica. Per anni ha fatto la maestra elementare precaria a 1.200 euro al mese. Poi ha perso il lavoro e ha deciso di reinventarsi come cantante: «La musica è sempre stata la mia passione, la studio sin da quando sono piccola», racconta. Esibendosi in centro tre volte alla settimana, la scorsa primavera ha portato a casa un buon gruzzolo. «Questo è un lavoro che rende, il problema è che a Milano ci sono solo sei postazioni: se ce ne fossero state altre e se avessi potuto cantare tutti i giorni avrei guadagnato come quando insegnavo, o anche di più», aggiunge. Vittorio Giuffrida, 29 anni, musicista jazz, meno di 250 euro a settimana non li ha mai presi. «Si può assolutamente vivere con la musica di strada - spiega -. Certo, bisogna essere bravi e guadagnarsi il seguito dei passanti. Ma se ci si riesce il ritorno economico c'è». Un'altra conferma arriva da Manuele Colamedici. Ha suonato il suo rock melodico per due mesi in primavera: «Con tre esibizioni a settimana ho portato a casa 800 euro in un mese: non mi aspettavo un simile successo». Ormai quello dei musicisti di strada milanesi è un piccolo fenomeno. Il primo ad aver tentato la sorte on the road , un paio d'anni fa, è stato Matteo Terzi (in arte Soltanto): a ogni esibizione raduna centinaia di fan tramite Facebook. Ha una laurea in Scienze politiche nel cassetto. Ma alla fine vive di musica.
Interessante disamina di un ritorno al passato con le compagnie di artisti girovaghi!
RispondiEliminaTutti i miei auguri per felicità e successo. Il carrettino pare opera ponderata ed efficiente, degna dell' artigiano che l'ha realizzata.
Giovanni Martinelli
Commento in margine a quello del prof. Martinello: Dante dovrebbe riconoscersi serenamente per quel che è, ovvero una ONLUS, associazione di beneficenza non a scopo di lucro, e chiedere il suo regolare 5 per mille, come fa il gattile che quando posso sovenziono. E sto scherzando solo in parte: i suoi problemi economici derivano soprattutto dal fatto che essere retribuito sostanzialmente gli ripugna. E gli amici no, e i parenti no, e gli amici dei parenti e i parenti degli amici e gli amici degli amici e i parenti dei parenti men che meno...
RispondiEliminalo suggerirò a mio figlio!
RispondiEliminaAuguri a tutti!!!!!