martedì 18 marzo 2014

fatevi i gatti vostri n. 545 " un vero noir di fine secolo" libro & film

Prosegue il nostro percorso nella storia del giallo italiano e stavolta presentiamo quello che a pieno diritto a parer nostro viene definito il primo noir italiano.


Pubblicato a puntate nel 1887 e in volume nel 1888, "Il cappello del prete" èstato il romanzo più famoso di Emilio De Marchi, subito tradotto ancheall'estero. Ambientato a Napoli, narra le vicende del nobile squattrinatoCarlo Coriolano, barone di Santafusca che, ridotto alla rovina dai debiti digioco e da una vita oziosa e dissipata, uccide il ricco prete usuraio donCirillo per impossessarsi dei suoi soldi. Ma al suo "delitto perfetto" mancaun dettaglio chiave: l'occultamento del cappello del prete. Diventato unindizio pericoloso, il tricorno tormenterà il barone come una sorta diallucinazione ricorrente, fino ad arrivare, dopo una serie di peripezie,davanti al banco del tribunale per inchiodarlo alla sua colpa. Romanzooriginale, definibile un "giallo psicologico", "Il cappello del prete" restaancora oggi un esempio di letteratura d'intrattenimento di alto livello, incui De Marchi riprende la lezione della grande narrativa europea - daDostoevskij a Poe, da Manzoni al verismo - alternando con maestria il tonoleggero del bozzetto ottocentesco con il registro cupo del romanzo gotico.

Qui potete scaricare il libro

Nel 1943 Ferdinando Maria Poggioli girò un adattamento cinematografico Il cappello da prete. Il film si discosta notevolmente dal libro di De Marchi. Tanto per cominciare, probabilmente per questioni di censura, Don Cirillo non è un vero prete ma un seminarista che ha interrotto gli studi per motivi non meglio specificati [2]. La figura del Barone Carlo Coriolano di Santafusca, nel film, è trattata con una certa benevolenza: è un personaggio arrovellato e dolente vittima di se stesso. Nel libro invece è descritto come cialtrone spendaccione e cinico.

Oltre ad altri importanti particolari riguardo alla morte di Don Cirillo fondamentale è la modificia del finale, che vede il Barone esprimersi in una confessione in terza persona di stampo catartico ed autopunitivo, confessione a cui segue lo sprofondare nella follia sancito da una liberatoria risata. Finale concettualmente ben diverso da quello del libro. Bravissimo Roldano Lupi, che interpreta un allucinato e sofferente Barone di Santafusca; perfetto Luigi Almirante che incarna un Don Cirillo ambiguo e avido. Bravi anche i comprimari Luigi Pavese, Loris Gizzi e lo sfortunato Elio Marcuzzo. Il film uscì in prima proiezione pubblica il 10 novembre 1944 con il titolo Il cappello da prete. [fonte: Wikipedia]

qui sotto potete vedere la versione televisiva del 1970, con la regia di Sandro Bolchi
è suddivisa in tre sezioni

spero che il tutto sia di vostro gradimento (ingrandendo a tutto schermo la definizione del filmato resta molto buona)
Bobby





2 commenti:

  1. Ricordo questo teleromanzo. Si chiamavano così, mi pare. Quando la televisione faceva cultura..

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  2. Bene, io Il cappello del prete ce l'ho, e me l'avete regalato proprio voi, qualche anno fa (l'avevo cercato tanti anni prima, ma non è che De Marchi sia un autore molto ristampato. Anche se secondo me meriterebbe miglior sorte di diversi suoi contemporanei)

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