mercoledì 26 marzo 2014

fatevi i gatti vostri 548 " Ve ne ricordate?"

Ieri sera la wifi era completamente out. Rimedio questa mattina con il consueto post sul giallo italiano.

Il cappello del prete non credo sia stato visto da molti dei nostri lettori, noi ce lo siamo guardati in casa visualizzando a muro con un proiettorino da  attaccare al pc. Zio Dante lo ha trovato vicino a un cassonetto e con pazienza  lo ha rimesso a posto. Funziona bene ma la ventola si fa sentire in sottofondo. 
Il tutto faceva molto anni sessanta/settanta ma il film era davvero ben fatto e gli attori recitavano bene.

Continuando nella storia del giallo in Italia entriamo finalmente nel ventesimo secolo ma senza grandi onori
o lavori che possano eguagliare  i due storici lavori presentati nelle puntate precedenti . Mentre nel resto del mondo, tra i l 20 e il 40 si concretizza quello che sarà poi definito il periodo d'oro del romanzo poliziesco, dopo essere  rimasto in ombra per decenni, il giallo italiano ritrova nuova linfa grazie ai romanzi di Augusto De Angelis (1888-1944), creatore del commissario De Vincenzi della Squadra Mobile (Il banchiere assassinato, 1935).Il termine “giallo” che identifica questo genere letterario in verità trae origine dal colore che contrassegnava la collana specializzata italiana di genere, edita da Arnoldo Mondadori. In altri paesi si è parlato di “noir”, di ” roman policier” (Francia), di “detective novel”, ” mistery”, ” thriller”, ” suspense”, ” crime novels”, ” true novels” (paesi anglosassoni), “krime” (Germania)
Nella sua breve carriera, De Angelis  scrisse poco meno di una ventina di romanzi polizieschi, nei quali nella maggior parte è  appunto protagonista il commissario De Vincenzi,   un personaggio arguto ma molto umano, attraverso il quale l'autore si svincolò presto dai cliché dell'investigatore di stampo anglosassone, creando una sorta di Maigret italiano ante litteram.
Nonostante il buon successo dei suoi romanzi, tuttavia, De Angelis non poté goderne a lungo: la censura del regime fascista infatti impose il sequestro del romanzi noir nonché la chiusura della famosa collana dei gialli Mondadori, sia perché vedeva con sospetto il genere letterario noir cosiddetto d'élite, considerato come un prodotto della cultura anglo-sassone, sia perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura.De Angelis ritenuto antifascista   patì le persecuzioni del regime tanto da morirne nel 1944.
Alcuni dei suoi scritti vennero pubblicati o ripubblicati postumi ad inizio degli anni sessanta, e da essi furono ricavate le serie televisive con taglio dello sceneggiato di stile teatrale-televisivo.
La prima serie articolata su tre storie ciascuna delle quali sviluppata in due episodi girati in bianco e nero, venne trasmessa nella prima serata della domenica sera fra il 24 marzo e il 9 aprile 1974, mentre la seconda serie - pure basata su tre diverse storie - andò in onda a partire dal 18 marzo 1977. Il ruolo di De Vincenzi fu affidato a Paolo Stoppa.


Le sceneggiature dei diversi episodi del seriale - ambientati, come i romanzi polizieschi da cui erano ricavati, nell'Italia degli anni trenta posta sotto il regime fascista - furono affidate ad un'équipe di autori specializzati in fiction di investigazione: Manlio Scarpelli, Bruno Di Geronimo, Paolo Barberio, Nino Palumbo.

Non ho disponibili in formato testo o simile alcuno dei gialli di De Angelis ma su you tube si trovano varie puntate andate in onda in Tv. 
Ecco il commissario De Vincenzi che, normalmente in forza alla squadra mobile di Milano, si trova a risolvere un delitto avvenuto a Cinecittà
 Vi auguro  una rilassante visione

un abbraccio a Tutti Bob








3 commenti:

  1. Questo volgio (ri)vederlo perchè nel '77 ero grande (facevo un sacco di cazzate ma lasciamo perdere) però questo Commissario non mi sembra di ricordarlo. Forse (ri)vedendolo... Ricordo con rimpianto Paolo Stoppa, lui sì, attore di grande levatura. Come tanti attori di quegli anni. Anzi sai che c'è? me lo vedo subito ecco. Però prima ti ringrazio, caro Bob.

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  2. Sicuramente a vederlo adesso sarà bellissimo!

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  3. Qualcosa ripubblicò anche la Garzanti, agli inizi degli anni 70, proprio a seguito della miniserie televisiva. Nelle biblioteche ci sono diversi titoli, tra cui "L'impronta del gatto"! Quest'estate ci provo, mi è sempre rimasto un rimpianto strisciante.
    Non sapevo invece che il poverino fosse stato perseguitato dal regime.

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