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martedì 21 novembre 2017
fatevi i gatti vostri n.737 "Ricordando Don Luigi"
Una mattina sono andato da Ito così,come in foto,
colla bici tipo graziella piegata sulla sella di dietro, pe poter tornare al treno dopo aver iniziato lo smontaggio nel fondo di Dino, che non è Dino Ciampi ma un altro amico omonimo, maturo biciclettaio in pensione, che in un magazzino talmente pieno di ferri, rote, raggi, telai da non poterci nemmeno mettere i piedi, m'ha fatto du metri quadri di spazio pe lavoracci intorno ala vespa. Ito m'ha guardato serio come pe dire: "Mica mi vorrai smontare anche me vero? Va Bene che tanti anni fa mi facesti rifare la gamba davanti ma vorrei invecchiare così come sono".
N'ho spiegato che nelle mattine successive non avrebbe sentitio il motore e si sarebbe dovuto alzare dalla sua cuccia, nella legnaia, solo al richiamo del mio fischio dato che la bici non romba affatto.
Mi ha strusciato la testa sul polpaccio sinistro in segno di completa assunzione del concetto suesposto e poi m'ha strofinato du volte le palle su quello destro pe dimmi: "Un dubitare ci sarò".
Ed ecco le immagini della macellazione. Queste non hanno bisogno di parole. Alla vespa son state tolte tutte le parti meccaniche ed elettriche, le rote, i portapacchi, il bauletto e il serbatoio. Poi smontato lo sterzo e la forcella l'opera è stata completata.
Circa quattr'ore di madonne perché non c'era un bullone che venisse via senza un pater e un cavo senza du avemmarie.
Adesso tutii i pezzi di lamiera verranno sabbiati, cioè portati a ferro grezzo. Alla prossima discesa in Toscana,coll' aiuto di un amico, salderemo delle lamiere nuove dove ci sono i buchi e rinforzeremo il telaio. In pratica quello che fa una sarta cor un paio di calzoni tutti bucati anzi che faceva, dato che ragazzi e ragazze d'oggi i buchi e li strappi li ostentano come espressione dell' ultima moda.
Dopo bisognerà pareggiare tutte le sporgenze. Poi stuccare scartavetrare, dare l'antiruggine di fondo e alla fine verniciare. Quest'ultima operazione me la farà Piotre un polacco che faceva il verniciatore industriale al porto e che grazie agli eteri e ai benzeni ha visto diverse volte la Madonna che, a sentir lui, pare n' abbia detto:" Ma perché fumo dovrebbeti faciere male filiolo? E vino e santa vodka quando mai faciere male a omini? Bevisci filiolo bevisci e se poi faciercela... Tromba! che si vive una volta sola!e Paradiso è posto dove ciè di lavorare pe tuta vita eterna.
Ovviamente da bon Polacco Piotre ala Madonna ci crede e, nonostante abbia una decina d'anni più di me e del Ciampi, a volte prova a fare anche tutte e tre le cose insieme, con che risultati non si sa, ma lui è contento così. In cambio della verniciatura della Vespa io e Dino gli si pitturerà la casa e ni si faranno alcuni lavoretti di idraulica. Pare strano che un verniciatore aborrisca la tinteggiatura domestica ma casa sua non è dissimile dall'antro dell' orco e il grasso delle sarsiccie che si prepara giorno e sera s'è imparentato colla tempera delle pareti e dei soffitti. Lui sostiene che se la vernice non gli prende i pormoni non gli piace e insomma lui farà la vespa e noi ni si farà il piedatterre.
La spesa più consistente, oltre la sabbiatura, che costa 80 euri e non la posso fare da solo, saranno i pezzi novi: parafanghi novo ammortizzatore, sella, guarnizioni, cavi, guaine, fanalini, cerchi, gomme, camere d'aria e di certo mi scordo mezza roba. Ci vorranno armeno 250 euri a fa tutto da soli e a comprà dimorto su internet ma dovrebbe tornà bella come un tempo.
E' stata r mi cavallo pe tanti anni la vespa e con lei ho condiviso dei momenti così belli che forse qualcuno varrà la pena di ricordallo in quarche prossimo poste.
A presto
Dante
2 commenti:
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Lapide degna dei burloni che scolpirono le teste di Modigliani! Bello questo intrecciarsi di verità e leggenda. I fori della vespa erano proprio veri e il gatto è un mito!
RispondiEliminaUn abbraccio
Patty e Vale
Bene, quando si parla di qualcosa le parole han da essere precise: quel che hai fatto o stai facendo alla tua Vespa è un lavoro di RESTAURO di altissima qualità, come quello che si fa agli affreschi alluvionati e ai registri ammuffiti. Ne ho visti tanti, quando facevo l'archivista, di quei registri fangosi e tutti appiccicati in un blocco unico, nell'archivio dove lavoravo. Di uno in particolare, mentre lo consegnavo ai tecnici, pensavo: "ma perché sprecare soldi e tempo su questa roba che sembra il Trionfo delle Muffe in Technicolor, invece di buttare tutto nella discarica?". Ce li riportarono tre mesi dopo, belli e lisci, tutti sbiancati, che si sfogliavano al tocco di un dito.... e perfettamente leggibili, come se fossero usciti il giorno prima dalle mani dei contabili che li gestivano nel 500. Lo stato ci spese senz'altro dei bei soldini, ma furono soldi davvero spesi bene.
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