Dani
nella puntata di oggi c'è la storia di Peter, ancora mi scappa da ridere. Altre, seguiranno. Finché ci siamo io e Bobby il blog vive e i gatti vegetano!
Clikkate qui "quando si dice la sorte" audioracconto di Dante Davini Diversi
si rammentava poc'anzi Peter Wiesel detto Diesel perché specialista di motori marini a gasolio. Ai più attenti non dovrebbe essere sfuggito il suono di quel cognome che nelle armate di Hitler sapeva un po' troppo di giudeo. In effetti il babbo di Peter, Abraham era un venditore di olio per meccanici, ebreissimo di nascita, di fede e di parsimonia. Un omo altissimo e magrissimo che pareva una canna di bambù, sempre vestito di nero e col vezzo di lisciarsi di continuo una barbetta caprina. La su moglie, mamma del bon Peter, Kristina era invece una stangona polacca di quasi un quintale che era stata alle dipendenze di Abramo come lavorante e infine l'aveva sposato, già incinta, regalandogli tre bimboni rosei e robusti Peter, David e Greta. Quando era arrivato il momento della circoncisione per un caso fortuito Peter aveva avuto una piccola emorragia, forse dovuta all' imperizia dell' affettaprepuzi e Kristina s'era così incazzata che l'aveva strappato dalle mani dell' incapace e l'aveva riportato a casa minacciando Abram non solo di non fargliela più nemmeno vedere ma anche di troncarlo di botte se avesse osato pronunciare una parola che cominciava per "circ" neppure si fosse trattato del Circo Orfei allora in tournee a Berlino. Da questa piccola deroga all'ortodossia giudea scaturì anni dopo un bel colpo di fortuna. Intanto c'è da dire che per quella paura provata Peter non solo s'era allontanato dalla sinagoga e non ci aveva più rimesso piede ma diversi anni dopo aveva preso a frequentare le bande dei giovani inneggianti Adolfo. Quando infine arrivò l'epoca dell'arruolamento ci furono da fare i conti con quel cognome che pareva una dichiarazione d'ebraismo tatuata sul corpo. Di fronte al rischio d'essere scartato ma non solo anche a quello di divenire bersagli di chissà quali persecuzioni, mentre gli facevano la visita militare il nostro aveva avuto il suo colpo di genio, coi capelli biondissimi e gli occhi azzurri presi dalla mamma gli basto sfoderare il pisello e tirarsi tutta quella pelle, che ci si poteva fare una borsetta da donna, per mettere il dubbio in mente agli esaminatori. "O che vi pare un pisello da ebrei questo?" Pare gli abbia detto in tedesco "o che volete dei capelli dela pelle e dell' occhi più ariani di questi?" "Zi ma come mai cvesto coghnome di merda?" chiese il colonnello. "Eh sa generale" ni fece lui (scusate se la traduzione la restituisco in livornese ma il tedesco un lo so) " La mi mamma era uno stianto di fia da paura e a me m'aveva fatto con il generale...." e disse un nome pieno di z e di h che più tedesco non pareva esseci,
Al colonnello la giustificazione bastò, l'idea di un ebreo becco e messo di mezzo lo ringalluzziva tutto e spedì subito Peter al fronte.
Ora il nostro Diselle sera fatto sì affascinare dai discori e dale divise ma nel core un era punto pezzo di merda e l'orrori dela guerra ni fecero skifo sin da principio, sicché in un comattimento in Affrica dove faceva il meccanico dei carrarmati di Rommel si piantò una baionetta in una coscia e, come ferito sul campo fu mandato all' ospedale militate. Quando fu pronto per sortire i tedeschi, capeggiati dalla Volpe del deserto l'avevan preso in culo e in Africa un c'era più da far nulla. Ma un c'eran più nemmeno navi tedesche e Peter fu distaccato presso un unità italiana che faceva armi e bagagli per tornare in patria dopo aver preso una incredibile dose di sassate dai beduini . A Napoli si riunì ai tedeschi e partecipò alla battaglia di Montecassino riparandosi in casa di una signora vedova da 10 anni che pensò gli fosse arrivato nel letto Babbo Natale con tutta la slitta da quanto i su occhi non potevan credere a quel grosso regalo che gli aveva fatto il Signore. Ma Peter in fondo pur essendo arrivato a disprezzare la guerra e gli orrori era leale, così si piantò la medesima baionetta in quell'altra coscia (la fantasia... lo perdonerete... era quella di un tedesco) e lo rivergarono all' ospedale. A Roma stette un po ricoverato e poi zoppicando con tutte e due le gambe ma onesto e fedele al Reich si rimise in marcia coi suoi che piano piano si ritiravano verso nord. Per fortuna la sua colonna era quella che aveva preso l' Aurelia, un altra di maggiori dimensioni risaliva la cassia verso Firenze e Peter venne fermato a Livorno con un mezzo reggimento di commilitoni. Ormai Livorno era zeppa di partigiani e anche Don Luigi e r mi babbo avevano aderito alle forse della liberazione e militavano nel 10 distaccamento quello che sotto il comando di Bruno Bernini morto nel 2013 a 94 anni, liberò Livorno insieme alle forse della V armata americana.
Nel frattempo Diesel aveva ripassato tutti i casini di Livorno e proprio mentre i partigiani entravano e i tedeschi scappavano lui s'attardava tra le cosce di tale Gilda
Il bordello in oggetto era quello denominato La bomboniera con ingresso da Via Santa Barbara, guasi all'angolo con via delle galere.
Aveva culo Peter perché quando Don Luigi col mitra in mano s'affacciò alla porta del casino, la maitresse, che lo conosceva ni disse "O Gigi qui si tromba mica si fa la guerra" e il buon Gigi allora si levò il berretto abbassò il mitra e quasi scusandosi ni disse "Irma ora e ciò da fare ma appena ho finito torno".
Peter rimediò dei panni civili d'uno che doveva essere scappato in mutande e sgattaiolò da una porticina di dietro che dava su via dell'Angelo di lì imbocco la via del porto dove conosceva Nanni un bravo motorista col quale aveva preso confidenza e chiese di nascondesi. Nanni ni fece "bimbo se ti trovano e t'ammazzano senza processo, nfilati na tuta unta e monta su quel peschereccio, mettiti intorno al motore e non t'arzà finché non ti chiamo io". Ci stette tutto il pomeriggio intorno a quel motore ma né i partigiani né l'americani pensarono di guardare su percherecci, i tedeschi erano scappati tutti, i pochi cecchini rimpiattati ai pieni alti e su campanili erano stati stanati tutti e messi a riposo per sempre, a Livorno la guerra era finita, la gente aveva voglia di allegria di cacciucco e di ponci e Peter si sentiva ....proprio a casa sua.
https://soundcloud.com/user-111127671/quando-si-dicela-sorte-audioracconto-di-dante-davini-diversi
Scusate il commento anonimo, non gestiamo più alcun blog ma abbiamo l'avviso dei vostri post. e appena pubblicate non manchiamo la visita. I due racconti sono bellissimi e letti in modo verace Dante è come il vino migliora col tempo!
RispondiEliminaSaluti e auguroni da Patty e Valerio (ex er prence 'n trence)
Pure Patty e Valerio!
RispondiEliminaCiao a tutti
E grazie a Dani che mi ha regalato risate e commozione
Si lo so, la voce e il racconto spno di Dante, graxie a tutti certo
Questo racconto è bellissimo, l' ho ascoltato due volte e adesso sarà la terza
Ma guarda te pure Patty e Valerio
Storia magnifica, e il Diesel non è nemmeno stato l'unico ebreo che se l'è cavata così. Certo , sarà anche stato nazista in cuor suo, ma se erano in tanti a far come lui capisco anche perchè i tedeschi hanno perso...
RispondiEliminaBravissima la maitresse!