Alla fine ce l'ho fatta, domenica ho acchiappato lo zio e mi son fatta raccontare una sua mattina. L'ho riscritta come so perché lui non ha voglia ma mi ha promesso di leggerla, dopodiché l'ho registrata col mio cell. e creato il link audio per far felice Elenamaria che ce l'aveva chiesta e quant'altri amino le storielle raccontate. il link audio è qui sotto, alzate il volume perché lo zio è un po' rauco.
a seguire trovate il testo scritto (Scusate i refusi ma sono in giro per regali piano piano li correggo)
un abbraccio Dani (a proposito è solo la prima puntata....segue)
cliccate qui sopra Dicembre una mattina come tante audioracconto di Dante Davini Diversi
La sveglia suona, ciottolante e inopportuna come sempre e Dante, nel cercare di azionare la levetta che blocca la suoneria travolge tutto quello che la sera prima aveva accumulato sul comodino, un bicchiere d'acqua, le caramelline golia minuscole nella loro cartina da sempre bianca e verde, il coltello da sub che, non si sa bene perché ma deve stare sul comodino a protezione della famiglia, un crocefisso lasciatogli da don luigi che lui tiene non come immagine sacra ma come talismano, un involto di seta con dentro una preghiera tibetana, una torcia tascabile del 1935 eredità della zia materna, una infermiera nata nel 1901 che nel 1965 andando in pensione aveva tenuto per ricordo la piletta che costituiva il suo corredo per le nottate in corsia. Ovviamente a nulla era valsa la sua resistenza nei confronti del pronipote che era subito rimasto affascinato dall' oggetto, così la lampadina tascabile era passata di mano e si potrebbe dire per fortuna dato che Dante l'ha conservata religiosamente finoltre i propri sessant'anni. Cadono anche il vicks vaporoub e il barattolo del miele che, per fortuuna è di latta e non fa cocci. Tra bestemmie e colpi di tosse Dante guarda l' ora, le 2 e venti e si risprofonda tra i cuscini ripigliando sonno. Dura poco però perché i gatti principiano a miagolare la loro prima richiesta di cibo e con gli occhi cisposi e mezzi chiusi Dante intravede nello specchio una donna nuda che si infila i calzettoni. Boia dè sembra un filme porno pe poveri codesto costì fa lui all' indirizzo di Holly che, infreddolita e irritata dall' idea di alzarsi presto e buttarsi in barca in laguna ha già la sua buona dose di madonne. Il gatto Balena si erge in tutta la sua possanza e gnaula forte, Esserino modula un miao che promette discrete rotture di coglioni qualora non venga preso nella debita considerazione. Holly manda tutti e tre affanculo e dopo aver raccomandato al marito di dar da mangiare a quelle povere bestie cambia stanza per preparare un caffè forte e poi buttarsi nelle nebbie lagunari. Dante si alza piano piano facendo l'inventario dei dolori che avverte nelle più disparate parti del corpo. Umido malidetto dice rivolto alla finestra. Inciampa nella roba di cui è cosparso il pavimento, la raccatta tutta e rimette i vari oggetti sul comodino in assoluto disordine. In cucina Il cafè sta già passando e Holly ha preparato due tazze, sa che in ogni caso Dnte non la lascerebbe mai in balia di un motore gelato che per avviarlo ci vole un calendario di santi da bestemmiare.
Ora vado giù ala barca e la metto in moto fa Dante, così si scalda. No prendi prima il caffè che poi si fredda replica Holli e così in questo dilemma tra cose da scaldare e altre che si possan raffreddare Comincia un'altra umidissima e nebbiosa giornata di dicembre, un giorno anonimo che trova l'unica sua ragione d'essere nel fatto che è abbinato a un cioccolatino infilato in un calendario dell' avvento con tante finestrelle per quanti sono i giorni mancanti a natale e per ogni finestrella un fondentino di diversa forma Proprio così fa dante mettendosi in bocca il cioccolatino i giorni son come la vita ti godi una cosina piacevole ma piccina piccina e ti rimane un vagone di merda per arrivare a buio.
Holly non replica, significherebbe fargli tirar fuori una ventina di analogie tra la vita e le più diparate varianti di deiezioni umane e animali e non ha voglia di sentirle le sa a memoria . oltrtutto è convinta che il marito abbia anche una buona dose di ragione. Arrotolato in un giaccone e con una sciarpa e una berretta di lana che gli lasciano scoperti solo gli occhi dante scende le scale spalanca l'uscio in basso che dà sulla fondamenta e percorre i pochi passi lungo la riva dove è ormeggiata la barca di Holly.
E' convinto che sia la più bella barca di Venezia soprattutto perché l'ha portata lui tanti anni fa da Livorno con un carrello autocostruito e targato con un pezzo di cartone. Per fortuna che nessuno l'aveva fermato ma non pole andar sempre male nella vita. L'aveva portata dunque 14 anni prima tutta inverniciata di novo e col motore revisionato da Peter Wiesel il mago del diesel come lo chiamavano a Livorno o semplicemente Dieselle, un tedesco alto e grosso che s'era ritrovato al porto di livorno in tempo di guerra e non era più riuscito ad andare via perchè secondo lui puttane belle come nei casini di Livorno non si trovavano nemmeno a Berlino o meglio come diceva lui Peter assumendo un'aria da intenditore e tracannando il rosso direttamente dalla misura del mezzo litro, sulla bellezza non se la sentiva di esprimersi e nemmeno su quanto fossero puttane nell'anima perché anche le tedesche erano cavallone di razza ma a Livorno, lui....ci si trovava meglio, la voce con quelle vocali aperte gli pareva più arrapante e addirittura qualche volta gli era capitato che qualcheduna, dopo il tettettattette l'avesse anche invitato a mangiare una mezza scodella di cacciucco appena fatto. Secondo lui l'odore e il sapore del cacciucco attraverso il naso e il palato gli arrivavano al cervello e gli ravvivavano quello della topa nostrana. Era rimasto così sconvolto da quell'esperienza olfattiva che aveva mandato in cu lo le milizie di Hitlere ed era rimasto a Livorno ariparare motori in una bottega nera e bisunta che affacciava sul limite nord del porto. Era morto anche Lui povero Dieselle, del resto era più vecchio di don Luigi e der su babbo Uliano e sta vita merda un faceva sconti a nessuno. Quando gli aveva sistemato il motore aveva detto pada Tantino che qvesto è forse mio ultimo lavoro, ho più di setabnta ani e vorei finire mia vita non con motori ma con tantobon vino e qvqlche crosso tegame in di dosso ti me (come saprete il tegame cui si riferiva non era una casseruola ma una qualche mercenaria o volontaria del sesso che a Livorno hanno appunto questo soprannome). Chissà dove l'avevano messo a Dieselle no, anzi lo sapeva l'avevan bruciato e buttato le ceneri dal romito e pensava tanto che anche a lui sarebbe piaciuto quell' epilogo lì piuttosto che le caase zingate e le pietre di marmo.
La barca si distingueva da quelle veneziane per forma, decisamete più larga e per chiglia assai più accentuata. Mille volte aveva discusso al bacaro sotto casa. I veneziani erano gente che per mare ci sapeva andare e gli avevan fatto notare che quella barca ingombrante non era adatta adatta per i rii stetti di Venezia. " Ghe sarà una rason o no sior Dante si gavemo barghe onghe e strete? Qua a Venessia i canai son streti e no pasan do barche pansute". "Se Venezia ha dei limiti mica vol dire che la mi barca unnè bella" ribatteva Dante " e poi con codeste chiglie piatte provate e pigliarci un libecci da 70 km l'ora a vedere come le rigira, come foglie d'autunno". Ovviamente c'erano i pro e i contro, la barca teneva ogni mare e persino all' incrocio con le gicantesse transatlantiche che esibeivano i suoi 4 ponti davanti a San Marco pareva farsi beffe delle onde prodotte dalle eliche gicantesche ,ma per esser tanto stabile immergeva in acqua un opera viva esagerata e, di conseguenza camminava poco e beveva gasolio come una spugna. A Holly però piaceva e quando usciva a pesca nell' Adriatico si sentiva più sicura che sulle chiatte veneziane sulle quali era cresciuta e manovrare quel bozzolone pesante e rude come il suo uomo le dava un certo orgoglio.
Dante lascia da parte i pensieri e accende la stufa zibro a petrolio davanti al motore poi con una lamiera curvata ad hoc ne convoglia il calore verso la testa del motore. Una roba che davvero non serve coi diesel moderni e con le buone batterie d'ora ma Peter aveva detto motore gasiolio vole caldo a partire e poi no si ferma più ed era proprio così dopo una scaldata di 5 minuti la temperatura nel pozzetto era quasi estiva. Il vecchio Lombardini parte al primo colpo, ea se partia anca staman Dante gli fanno i primi avventori del bacaro già pronti col bicchiere di marsala uno e di ferrochina l'altro
Eh fa Dante, la barca è femmina e gli ci vole un bel manico altro che discorsi ( e poi fra se e sè...vi dao ner culu brutti gufi sempre li ad aspettà che uno si trovi nel merda pe poi digli no a se barca pe sti posti ea tua).
Intanto Holly è scesa con la cerata, e sotto calzamaglia pantaloni due maglioni e girocollo di lana,
Vai fori dall' Alberoni? chiede Dante dando alla voce un tono quasi di dissidenza. Per forza Dante, vado verso le dighette (fra Caroman e Malamocco) un po di pesce bono lo trovo solo aPellestrina, ma sta tranquillo calo quasi a riva. Mi basterebbero una decina di branzini e poi chiudo fino a Nadal. comunque vada mezzodì son casa.
Dante la saluta poi si ferma al Bacaro, l'unico in tutta venezia a stare apento di notte Alvise, il gestore ha la moka sul fuoco e gli versa una tazzona di caffè con una generosissima correzione di grappa. Per fortuna nessuno gli domanda perché non è andato con Holly. Dante non ha licenza, non può stare su una barca da pesca, il rischio è la denuncia e il fermobarca per Holly. Così lui è sempre andato da solo, di notte, di nascosto come i molti bracconieri che animano la laguna non usa neppure la bella barca di holly, ne ha un altra sua, molto spartana con un motore fuoribordo piccolo in modo da non essere obbligato a targarlo.
Il caffè scende forte e amichevole e Alvise offre una fettona di Panettone " me ho gan regalà ma go el diabete mejo che magné voialtri." A Dante tutto sommato son molti a voler bene, sanno che ama il mare che è leale e rispetta tutti anche se ha la battuta pronta.
E
Emh...mh..mumble mumble e colpetto di tosse. Chè ringraziare è poco e altro non so fare ma vorrei. I racconti di Dante sono cibo per la mente e per il cuore e poterli ascoltare è il più buon companatico. Grazie un miliardo di volte. Tanti miliardi di volte. Ma davvero grazie.
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