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mercoledì 5 giugno 2019
fatevi i gatti vostri n 1294 " Quel Gran Figlio di Troia!"
4 commenti:
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Dani Venezia on line fino alle 13:00
Ma Dani ma cosa dici mai? Er nonno di tutti noi!
RispondiEliminaTroppo forte la battuta in latino ma me la sono dovuta far spiegare da Vale che aveva 8. Allora essi videro irrompere l'audace Pallante giusto? Certo che ne ha sempre avuta di fantasia e di prontezza Dante!
L' Eneide me lo risparmio ma Vale lo sta già riascoltando. Secondo lui l' arte retorica, non di Virgilio ma dei principi del foro di allora, resta insuperata e ha tutti gli scritti di Cicerone che ogni tanto mi legge. Du palle! Solo l' orazione in morte di Cesare quella del film con Marlon Brando nella parte di Marcanton io mi piace.
Baci ad amici e amicie e mici e micie
Patty (da casa finalmente)
Grazie per questa interessante acquisizione per la nostra biblioteca. Prendo la libertà di scriver nostra per significarvi quanto ne abbia apprezzata l' ideazione e la realizzazione. Passo poi a commentare l' episodio liceale narrato
RispondiEliminaMi avete messo in crisi la citazione "tum ei diderunt audax rumpere pallas"
In tal guisa non la ricordavo nonostante l' Eneide sia stato uno dei vari flagelli coi quali ho tormentato svariate generazioni di allievi.
nell' Eneide è presente questo passo
liber VIII
audax quos rumpere Pallas 110
sacra vetat raptoque volat telo obius ipse,
et procul e tumulo: 'iuvenes, quae causa subegit
ignotas temptare vias? quo tenditis?' inquit. 114
Ma il coraggioso Pallante proibisce dInterrompere il rito, afferra un giavellotto e si fa incontro di corsa a chi arriva, gridando dalla ripida alzaia: “Giovani, cosa cercate per luoghi a voi ignoti?
e probabilmente Dante che ricordo come buon latinista avrà citato l' incipit traducendolo con "c' è sempre qualcuno che rompe... "quando ti stai concentrando su ben altri orizzonti di gloria.
Direi il buon Dante abbia assemblato all'istante la ricostruzione in "tum ei viderunt" tenendo conto della platea (ei viderunt) costituita dai compagni di classe dei quali cercava il consenso e l' ilarità. Rivelando in ciò una precoce e profonda conoscenza dei tempi comici.
Il quos? Probabilmente infastidiva per la necessità di concordarlo nella neonata espressione ergo eliminato con subitanea decisione.
Resterebbe una riserva sul "rumpere" che ha senso principale proprio di "rompere" e pertanto pur comprendendo e apprezzando l'agilità della ricostruzione fatta dal consorte di Patty con mutazione in irrompere credo di aver fondate ragioni nel dissentirne. Virgilio intendeva "il rompere sacri riti" e credo che se Dante nella subitanea ricostruzione si è permesso di trasformare il nominativo Pallas (antis) (Pallante) in un fantasioso accusativo plurale di palla ae (che esiste in latino ma significa mantello) non dovrebbe aver certo rinunciato alla forza ed immediatezza associativa di un "rompere" per cercarne un senso traslato di "irrompere" che il verbo ospita sì tra i suoi significati secondari ma per attribuirlo piuttosto a fenomeni naturali come tempeste, vento ecc. che irrompono e rompono allo stesso tempo.
Con affetto e scuse per la consueta pignoleria che in questo caso vuol solo mettere in risalto l'agilità mentale e la vis comica del nostro Dante.
Giovanni Martinelli
mi scuso per i vari (troppi) errori di dattilografia che non elenco per vergogna
Eliminagm