sabato 31 maggio 2025

Fatevi i gatti vostri n 2017 favole o novelle basta che siano belle

Mentre il sole prencipia finalmente a splendere su Livorno il Ciampi dietro mie continue, zanzaresche, sollecitazioni pare si sia deciso a dare na controllata ala barca che Dante ha lasciato in eredità al Bar Nado. 

Feniti i tempi in cui r bimbo d' Uliano veniva a trovacci armeno sei volte l'anno ma spesso anche si più, la barca è rimasta ormeggiata ne nostri fossi. 

Io seguito a pagà l'ormeggio e nessuno si cura di andà a vedé se è sempre a galla o se è affondata. Quando veniva Dantino, un dico la prima cosa che faceva ma nemmeno l'urtima, era quella di andà a controllà la barca e di facci un giro n mare, se la stagione acconzentiva. Dino un ha la su stessa maestria  cole barche e i motori ma essendo cresciuti nzieme armeno i rudimenti l'ha presi. Eppoi un bisogna dimenticassi che Renato, r su babbo aveva passato la vita in mare. 

Così dopo avello dotato d'una borraccia ripiena der su rosso preferito so riescita a spingilo sula bicicletta per andà a fa r primo controllo. Il motore è qui in fondo al garage der mi babbo e r Tafanino, che ha provato ad avviallo, ha certificato che parte bene. Poi bisogna vedè se seguita bene ma quella è cosa che si pol fa solo quando è montato sula barca. 

Nzomma se tutto andasse pel meglio io Sama e le trombanti ci siamo prenotate pe du giorni o anco tre  di mare. Io a tuffammi dali scogli so ancora discretamente okkei ma a a risalicci su o mi taglio, o mi scortico. Nzomma, se rsole lo posso piglià n barca e r bagno fallo da lì, preferisco. Ho detto du o tre giorni ma il barre ha bisogno di lavorà e quindi si tiene aperto, così, in realtà il tempo orgiastico si riduce ar massimo a tre  mezze giornate che poi a sta larghi saranno 6 o 7 ore in tutto. Se penzo però  a chi sta a Milano o a Torino mi sembra d'avé avuto n gran  culo a nasce qui.

Pe la biblioteca d'Esserino presento  un libro bello e raro, che Dani ha digià proveduto ad appoggià sur su palchetto di destinazione. E' roba per palati fini e credo stia bene in ogni biblioteca degna di questo nome.

Bon mare anche avvoi

Zanza





La grande e complessa tradizione della favola greca e latina, le cui antichissime origini si perdono nei primordi della civiltà, si estende su più secoli, con una sorprendente coerenza di temi e figure: per la prima volta in Italia questo dizionario la cataloga, da Esopo a Fedro fino alle raccolte tardoantiche e medievali, senza trascurare influssi ed echi biblici, mesopotamici, indiani. Volpi astute, scimmie sciocche, lupi spietati, piante vanitose, pastori beffati: il variegato universo della favola è popolato di personaggi umili, e i suoi protagonisti, animali, piante o esseri umani che siano, mettono in scena i motivi del conflitto e dei rapporti di forza, della rinuncia e dell’immutabilità del destino individuale, in un’esortazione continua al pragmatismo e alla scoperta della verità nascosta sotto le apparenze. A ciascuno di essi è dedicata una voce di presentazione e una ricca scelta di favole – oltre cinquecento – e di proverbi; se gli indici e gli ampi apparati sono preziosi per una consultazione puntuale, il repertorio favolistico e proverbiale offre il piacere della lettura – e della rilettura.

domenica 25 maggio 2025

Fatevi i gatti vostri n. 2016 "E c' era dele 'narchiche di pe ride e c'era! Qui ce ne s'ha 10!"

Dieci pericolosissime anarchiche e c'erano. Allora sì che c'erano. Allora. E ora? So tutti strapieni di lavoro e anche io une scherzo ma ho preso n impegno cola mi nipote e sto poste tocca a me. Il libro l'ho messo in biblioteca ierisera.

Bona Domenica

Dante





Dieci anarchiche italiane vissute tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, ritenute pericolosissime da ogni polizia e perciò costantemente controllate, in pubblico e in privato, in Italia come all’estero. I loro nomi sono ormai dimenticati, ma ricorrono nei documenti conservati presso il Casellario Politico dell’Archivio Centrale dello Stato. Si chiamavano Ersilia Cavedagni, Ernestina Cravello, Nella Giacomelli, Clotilde Peani, Virgilia D’Andrea, Leda Ratanelli. Fosca Corsinovi, Elena Melli, Maria Rygier e Maria Bibbi, e sono state per cinquant’anni, ognuna a modo suo, protagoniste dell’anarchismo. Le loro travagliate esistenze, qualcuna spezzata, raccontano – fra rivolte e prigioni, giornali, spie e cospiratori, amori e rancori, attentati veri o presunti – le storie non prive di contraddizioni dell’antimilitarismo, del sindacalismo rivoluzionario, degli esuli politici in giro per il mondo, della guerra civile di Spagna e dell’opposizione al fascismo. Con loro e intorno a loro altre donne e molti uomini. Un affresco umano e politico di chi ha attraversato la vita controcorrente.

giovedì 22 maggio 2025

fatevi i gatti vostri n.2015 "affare fatto ala libreria dell'acqua"


Era da un pezzetto che un andavo a Venezia. E so dietro a risistemà r mi vecchio camper Ford perché in estate mi ci vorrei fermare a dormire qualche vorta. Di motore e mpianto elettrico l'ho risistemato da me  coll'aiuto d'un amico slavo che cola meccanica ci s'arrangia benone. Procedo piano perché la schiena  mi tormenta e quando arzo pesi mi fa un male bestia. Proprio pe la riacutizzazione d'una di queste dolenzie so rimasto a casa du giorni. Si fa per modo di dì perché a casa un ci so sta. Così piano piano, pe calli e ponti, mi so trascinato nzino a quella libreria dell'acqua arta che tante volte è stata celebrata su sto blogghe. Ci trovo sempre qualcosa. Soprattutto qualcosa di adatto ale mi tasche. Tante volte co du euri o tre vengo via cor un paio di libri boni. Stavolta ho trovato uno scapigliato, che recenzirò a breve e sto romanzo di Cheney che avevo letto anni addietro e che mi era piaciuto parecchio. Lo volevo regalare a Bobby che ama i nuarre ben fatti ma a comprallo novo mi pesava. Ala fine è arrivato per sorte. Visto che Bobby fino a Luglio un viene, lo metto da Esserino. Poi r mi nipote si ritirerà li a leggilo. 

Bon Giovedì

Dante



 “Affare fatto” di Peter Cheyney è un avvincente romanzo noir che combina azione, mistero e intrighi criminali. Al centro della storia troviamo Slim Callaghan, un investigatore privato astuto e senza scrupoli, che si muove tra ambienti eleganti e pericolosi per risolvere un caso complesso e rischioso. Con dialoghi taglienti, colpi di scena e una trama avvolgente, Cheyney trasporta i lettori in un mondo fatto di segreti, tradimenti e giustizia poco convenzionale. Un classico per gli appassionati di spy story.




sabato 17 maggio 2025

Fatevi i gatti vostri 2014 "Oltre la siepe del bar Nado"

A Maggio

Oltre la siepe del bar Nado, 

quando piove e si va a guado 

e se l'acqua i piedi  bagna 

co  n ber ponce  s'accompagna

ma se vedo r  sole pieno

io mi gnudo in un baleno

e così l'attimo  còglio

cor un tuffo dalo scoglio

Nzomma a dire l vero oggi piovere un piove il sole è bello ma l'aria è diaccia e cor un tuffo dali scogli quando sorti è facile chiappà na bronchitella. Quindi ala macchina der caffè come tutti i giorni e la poesiola resta tale. Certe volte mi sento un po' scema e come i bimbi che dican "cacca cacca cacca" finché un si prencipia a sentì r puzzo, anche io mi invento mentalmente de ritornelli e poi li canticchio, appunto, davanti ala macchina der caffè. Oggi Dante m'ha segnalato d'avé messo un libro in biblio e quando ho visto il titolo ho prencipiato cola canzoncina-

E' questo uno dei rari casi in cui il filme mi è piaciuto più del libro ma è comunque un testo che non pole mancare nella biblio di Esserino e dato che Bobby lo ha messo nello scaffale propio oggi ma un ha tempo di scrive du righe, ci penzo io. Ovviamente Dante ha scovato una prima edizione e l'ha pagata davvero poco 15 euri (che allui gli so semmrati n'enormità) eccola qui propio quella anni sessanta


Ala fine della lunga recenzione che un'è opera mia (ma in fondo si citano le fonti) metto anche la copertina dell'edizione che ho in camera mia

All'urtimo momento Dani mi segnala di avé messo anche l'audiolibro che è un bon ascorto per chi deve riposà l'occhi.

Saluti a tutti e bon uikkende

Zanza

Il buio oltre la siepe esce per la prima volta in Italia nel 1960, pubblicato da Giangiacomo Feltrinelli, e ottiene immediatamente il Premio Pulitzer. Dopo esserlo diventato in America, il romanzo si conferma da subito un best seller anche in Italia: la prima edizione da 10 mila copie viene acquistata a scatola chiusa dai librai e Feltrinelli si affretta a farne stampare una seconda edizione ancora prima che i volumi si vedano esposti nelle vetrine delle librerie. Nel 1962, arrivato alla quinta edizione, il libro si presenta con copertina cartonata con una sovraccoperta che mostra, sul tono del verde, il viso di Mary Bedham, l’attrice che interpreta la giovane protagonista Scout nel film basato sull’opera letteraria, uscito nei cinema americani il giorno di Natale dello stesso anno.

La versione nostrana del titolo non è una traduzione, bensì una scelta originale: To Kill A Mockingbird, titolo dell’edizione originale del 1960, risulta infatti intraducibile in italiano, essendo il mockingbird un uccellino diffuso negli Stati Uniti ma completamente sconosciuto in Europa. In ogni caso, poiché sia il mockingbird che la siepe rimandano simbolicamente allo stesso personaggio del romanzo, il titolo italiano risulta essere un’ottima soluzione. Oggi Il buio oltre la siepe viene ancora riproposto come un romanzo attuale e assolutamente da leggere; la dicitura «il romanzo consigliato da Barack Obama contro ogni razzismo e discriminazione» compare infatti in grande sulla fascetta delle ultime ristampe dell’“Universale economica” Feltrinelli.

Quando, nel 1960, To Kill a Mockingbird venne pubblicato, nessuno si sarebbe aspettato un successo da 30 milioni di copie vendute, traduzioni in circa quaranta lingue e il Premio Pulitzer per l’autrice. Ma, una volta constatato l’appeal del romanzo, a mostrare cautela fu l’industria cinematografica: se l’umorismo sottile, la rappresentazione di un periodo storico ormai passato e la trattazione di problematiche sociali ancora presenti avevano attratto numerosi lettori, forse gli stessi ingredienti non avrebbero riscosso popolarità presso un’audience abituata a film incentrati sull’azione, sull’avventura o sul romanticismo. Il romanzo, ambientato negli anni trenta in una cittadina dell’Alabama, racconta infatti, attraverso lo sguardo infantile della giovane protagonista Scout, i conflitti razziali e l’emarginazione […].


Come afferma Barton Palmer, uno dei timori di Hollywood era quello di offendere parte dell’audience nazionale; gli Stati del Sud avrebbero infatti potuto percepire la critica sociale presente nel romanzo come un insulto alla loro storia e alle loro tradizioni. […] Fu quindi una sorpresa quando Alan Jay Pakula e Robert Mulligan, rispettivamente produttore e regista alle prime armi, entusiasti decisero di investire insieme alla Brentwood Productions – appartenente all’attore Gregory Peck, cui venne data la parte di Atticus Finch, padre di Scout e avvocato difensore di Tom Robinson – e riuscirono a farsi finanziare dalla Universal Pictures. Quello che era stato un investimento cinematografico per molti poco promettente non tardò a ricevere gli stessi apprezzamenti del best seller da cui era stato tratto: considerato ancora oggi «un evergreen e un unicum nell’intera storia del cinema americano», ricevette nel 1963 numerosi premi, tra i quali ben tre Oscar.


Un altro dei motivi che aveva reso To Kill a Mockingbird un progetto cinematografico poco appetibile era il fatto che la prima parte del romanzo, costituita perlopiù da narrazione episodica, è incentrata sulle avventure di tre bambini. […] La produzione volle rendere le atmosfere del romanzo e la visuale dei bambini un punto di forza anche per il film: prima di tutto furono scelti per l’interpretazione di Jem e Scout non giovani star di Hollywood, ma due ragazzini che prima di allora non avevano avuto esperienze nel cinema e che quindi avrebbero potuto offrire una recitazione estremamente spontanea; in secondo luogo si tentò di far vivere a entrambi la vita sul set come un momento di gioco. L’atmosfera giocosa e di stupore si percepisce già dai titoli di testa, che, accompagnati da un tema musicale delicato e misterioso, introducono da subito nel mondo interiore dei bambini.


Le numerose parti dialogate del romanzo, altra caratteristica considerata poco allettante in un film, diventarono infine un ulteriore punto di forza grazie all’interpretazione di Gregory Peck. L’attore riuscì a rendere perfettamente il personaggio di Atticus Finch sia nella veste di padre che in quella di avvocato, ma soprattutto in quella di un uomo che decide di affrontare a viso aperto il razzismo locale, convinto di dover essere un esempio per i suoi figli. La figura di Atticus è il fulcro della storia e a dimostrarlo è anche una delle scene più memorabili del film, la sequenza conclusiva del processo: gli uomini di colore, sul loggione del tribunale, si alzano in segno di rispetto nei confronti dell’avvocato che, nel giusto, ha comunque perso la sua causa. Un’immagine utopistica, ma, come afferma Riccardo Esposito, «libro e film raffigurano gli americani non com’erano o come sono, ma piuttosto come a molti di loro piace pensare di essere (o di essere stati)».


Brano tratto da:

Maria Chiara Tricomi, Gli americani, «come a molti di loro piace pensare di essere», in Film da sfogliare. Dalla pagina allo schermo, a cura di Velania La Mendola e Maria Villano, note di Roberto Cicala, Roberto Della Torre, Alessandro Zaccuri, EDUCatt, Milano 2013, pp. 78-79.



Pubblicato per la prima volta nel 1960 e vincitore del premio Pulitzer nel 1961, Il buio oltre la siepe si annovera tra quei classi della lettura dei quali tutti (o quasi) incappiamo nel corso della nostra vita.

Che sia per imposizione scolastica, per suggerimento di un amico o, più semplicemente, per una sfida con noi stessi, ci sono romanzi che tutti leggeremo; e quello di Harper Lee è sicuramente uno di questi.






mercoledì 14 maggio 2025

fatevi i gatti vostri 2103 "Se ascoltassero luilì nvece di volé antifascisti l'amanti der duce "

Io, lo sapete, PiCcIno un lo son mai stato e nemmeno PidDino o PiDocchio che dir si voglia. 

Pur riaffermando  r mi penziero, forze anacronistico e probabirmente dissidente anche co me stesso, mi so espresso, spesso in modo favorevole ne confronti d'un esponente  vintage della sinistra italiana. Grosso modo mio coetaneo. Lo faccio di novo e volentieri dopo avé fenito di legge r su libro "Chiedimi chi erano i Beatles".

È la narrazione di come la sinistra sia sparita. Un testo che bisognerà propone  a chi ancora è a scuola e di certo anche ala Schlain. 

"Perché oggi manca un vero movimento collettivo rivorto al cambiamento?"Si interroga Piergigi. Non si tratta di un’opera nostalgica né di una critica, ma di un racconto su na maniera diverza di fare politica. Come succedeva quando la sinistra rappresentava un movimento che non era solo generazionale, ma di carattere collettivo. E adesso? Oramai non c’è più un "noi": per questo motivo la sinistra perde terreno. Luilì ce lo spiega n modo chiaro e ben argomentato. Conziglio di leggelo ma soprattutto di fallo legge a chi ha da 15 ai 25 anni.

Il libro è stato messo in bella mostra da Esserino ed essendo fresco di stampa lo trovate da comprare dappertutto.

Bona Giornata 

Dante

ecco anche la sinossi

“Se c’è qualcosa che vi urta nel profondo, non state lì a pettinare le bambole. Non importa in quanti sarete, se in tanti o in pochi o da soli. Impegnatevi, e collegate l’impegno a un pensiero. Magari con l’aiuto di chi ha frequentato la politica per tutta una vita e dovrebbe dedicarsi a seminare e non a raccogliere.” È un invito, quello di Pier Luigi Bersani, che nasce da un viaggio lungo tutta l’Italia e dalle conversazioni avute, spesso davanti a una birra, con studenti, giovani militanti e attivisti. E in queste pagine l’ex segretario del Partito democratico, oggi semplice iscritto, si rende disponibile per “continuare quel dialogo mettendoci un po’ di radici, un po’ di memoria e qualche approssimativa rima storica che possa essere utile a dare maggior consapevolezza del presente”. Partendo dalla Storia, infatti, Bersani racconta le scansioni e i momenti chiave della vicenda italiana ed europea, per capire quale è il senso (e il metodo) della buona politica, quale il peso del lavoro, inteso come soggetto, nell’evoluzione delle nostre democrazie; quale atteggiamento tenere verso il nuovo tecno-capitalismo e le derive della globalizzazione. Con uno sguardo attento, impreziosito da aneddoti e ricordi personali, proprio su quel “partito della nazione”, il Pd, sulla sua fondazione, sulle prospettive, sulla sinistra “da non lasciare mai incustodita”. Pagine “fuor di metafora” impegnate e generose (“la generosità” dice Bersani “è la materia prima della politica”), ispirate a un principio cui l’autore non ha mai derogato, ancora più valido nel confronto con queste nuove destre: “Per reagire non servono parole alate o politiciste. Servono parole per l’uguaglianza e per la dignità e il valore di ogni diversità; parole che semplicemente si facciano capire e non appaiano straniere ai luoghi dove si svolge la vita comune della gente”.

domenica 11 maggio 2025

fatevi i gatti vostri 2102 "M'ha fregato r nome e un sarebbe stato male esse n proffe come lui"

In vita mia ho fatto cento lavori. Andavano dal fabbro all'arrotino, dal venditore di aspirapolveri al camionista. , Di molti altri v' ho raccontato in quarcheduna di ste dumila e più pagine di blogghe.Tra tutti sti lavori un è mancato quello di nzegnante. Avevo successo coll' allievi, meno co colleghi, mezzemmezzo cole colleghe. Tra quest'urtime c'era chi m'assediava e chi si vortava di là. Colle dirigenze un so mai ndato daccordo. Donque la mi carriera da proffe è stata parecchio frammentaria e caratterizzata da entusiasmi iniziali e da diverze lettere di dimissioni.

Così quando Dani mi ha regalato le registrazioni dele du stagioni della serie televisiva "Un professore", prodotta da Rai fiction mi sono messo a guardalle, un paio al giorno. con un certo interesse.

Ho appena fenito di vedé tutte le puntate della prima e della seconda stagione e in autunno dovrebbero attaccà cola terza. L'aspetto, no trepidante ma co interesse. Ora però provo a buttà giù quarche considerazione su quer che ho visto e provo a fallo n'italiano armeno sufficente sinnò un ci crede nessuno che ho nzegnato.

Bona Giornata

Dante



"Un Professore", attraverso la storia di Dante Balestra, un insegnante di filosofia anticonformista interpretato da Alessandro Gassmann, cerca di raccontare le sfide e le complessità della vita scolastica e adolescenziale. si propone di offrire uno sguardo sulla generazione dei giovani di oggi.

Dal punto di vista emotivo e narrativo, "Un Professore" riesce a coinvolgere lo spettatore grazie alla bravura degli attori e alla naturalezza delle interpretazioni. Alessandro Gassmann dà vita a un professore che, pur con le sue contraddizioni e limiti, riesce a trasmettere passione e autenticità, rendendo i filosofi come Socrate, Nietzsche e Epicuro non semplici teorie, ma strumenti per affrontare i problemi di tutti i giorni. Dante ha il naturale talento per catturare in vari modi l'interesse dei suoi alunni, non si può dire altrettanto di lui come uomo e come familiare: incapace di instaurare legami duraturi, passa da una donna all'altra intrecciando relazioni fugaci e superficiali, senza mai legarsi veramente a qualcuno.  Claudia Pandolfi,con la sua spontanea e naturale avvenenza, nel ruolo di Anita, e i giovani Nicolas Maupas e Damiano Gavino, contribuiscono a creare un cast credibile e coinvolgente, capace di suscitare empatia e riflessione.

Tuttavia, la serie presenta anche evidenti limiti. La rappresentazione scolastica appare spesso poco credibile: è difficile immaginare un insegnante che possa avere in classe il proprio figlio senza che questo influenzi il giudizio, o che possa lasciare gli studenti per fare lezioni all’aperto senza rispettare regole di logistica e buonsenso. La scuola stessa sembra ridotta a pochi personaggi, con pochi insegnanti e un ambiente poco realistico, dove le vicende si concentrano quasi esclusivamente sulla classe protagonista. Inoltre, alcune trame risultano forzate o improbabili, come il personaggio del detenuto che si aggira in giro per raccogliere soldi del pizzo.

Uno dei punti forti della serie è la capacità di affrontare temi delicati e attuali, come l’omosessualità, spesso non dichiarata apertamente nella prima stagione, e le difficoltà di crescita di giovani come Simone, il figlio di Dante, che si confronta con il suo orientamento e con le relazioni complicate con i coetanei. La serie cerca di rappresentare anche il fenomeno degli hikikomori, anche se in modo stereotipato, e il peso delle aspettative sociali e familiari sui ragazzi. La difficoltà di comunicare tra generazioni emerge chiaramente: Dante, pur con il suo talento naturale, fatica a relazionarsi con il figlio, i genitori e gli altri adulti, spesso sono incapaci di comprendere i disagi dei giovani o di instaurare un dialogo autentico.

Nonostante le incongruenze e le semplificazioni, "Un Professore" si rivela un eccellente prodotto di intrattenimento che, grazie alle interpretazioni e alle storie di vita dei personaggi, riesce a suscitare emozioni profonde. La serie invita a riflettere sui temi giovanili con cui si confrontano gli adolescenti.  Numerose le vicende con cui lo spettatore si può identificare e di notevole interesse i problemi dei ragazzi,che riflettono di una generazione cal confronto con  adulti dalle vite altrettanto complesse.





venerdì 9 maggio 2025

fatevi i gatti vostri 2101 "Il Gatto Eternissimo sceglie r Leone"







O quanti ragionamenti a posteriori che fanno sti quattro pennivendoli cor culo su salottini tivvù? e ci dican come se scoprissero chissà quale arcano: Disegno dela chiesa. Ispirato da rerum Novarum. Un Francesco più  diplomatico
Una spina per Trampe.
Per carità a sparà a raffica qualcosa si piglia ma nessuno coglie r significato più profondo di questa elezione papale. 
Ovvero, il Gatto Eterno ha deciso d'entrà n azione e ha scerto un felino come lui. Poi sapendo che l' omini dei gatti un hanno troppa paura ha detto "sarà meglio un leone e più facile che ntendano che so incazzato davvero. Vedrai che sentendolo ruggire si cacheranno addosso sti pezzi di merda che un so altro". 
Anche in casa, cor totopapa ci si è  preso di brutto. Difatti ieri mattina,pe scherzo, avevo detto "Ci vorrebbe uno cor carattere.....tipo r mi nipote. Voglio ntende:  profondo,acuto, carcolatore, deciso vando serve ma no irruento." 
Boia dé! Ndovinassi così i numeri ar lotto! R' papa si chiama Roberto come r nostro bimbo.N maniera guasi incredibile ir nostro Bobby nzegna filosofia dela matematica a Osforde e r novo papa è  laureato n matematica e filosofia. 
Mi darete atto che un so concidenze recuperate a posteriori e ricicciate come fanno ala televisione. R' mi nipote, lo sapete dar dumilasette come si chiama, cosa ha studiato in dove sta e cosa nzegna.
Quanto Ar Gatto Eterno ė na realtà immanente a cui non  vogliano crede solo quei torzoli che penzano che l'omo  sia superiore ar gatto.

Auguri Leone 14

auguri da Dante e da tutta la redazione

mercoledì 7 maggio 2025

fatevi i gatti vostri n. 2100 "Samatta Del Nodo"

Tra noialtre Sama è sempre stata quella che picchiava come un omo. 
Ma no un omo normale eh, un vi sbagliate.  Piantava dele saracche co mani e piedi come  quelli che quando picchiano sanno indove fallo e ti stendano prima che tu capisca come hanno fatto.  A vedella un si direbbe perché è sempre stata na discreta topa anche se gli si vedevano i nerbi dele zampe e dele braccia che parevano canapetti d'acciaio. Quando noi si leggeva i giornalini pe ragazzine lei studiava le mosse di Bruce Lì e s'era dato r nicche appunto di Samatta lì (Lee).
Qui al bar Nado si racconta ancora na su memorabile mpresa. 
Uno di quelli che si sentan ganzi pe avé n po' di ciccia di riporto n più sopra le palle, la portò dietro la veranda del barre, se lo tirò fori  e glielo sdindellò davanti ar muso coll'idea di faglielo assaggià. Un immaginava neppure con chi avesse a che fa.  Luilì lo portarono via i su amici  a braccia. Aveval' occhi pesti, i ginocchi stronchicciatii e un nodo a quer coso che se un glielo scioglievano al prontosoccorso gl'andava n gangrena e glielo dovevan taglià. (allego r disegnino per una miglior comprensione della tecnica operativa)

"Peccato- commentò lei, garbata come sempre- ci potevo ruzzà un poino e divertimmici co quer troiaio ma un m'è  piaciuto punto r modo di propònimelo. Così prima ho gonfiato r padrone e poi cor un piede sull' inguine e a forzà di tirà cole mani so riescita ad annodallo". 
Superfluo dire che per molti anni a seguire ebbe l'appellativo di Samatta Del Nodo e soverchie difficoltà a trovare ragazzi che giocassero con lei.
Passato il periodo giovanile. in cui ha fatto la bosse tailandese e un so quant'altre diavolerie, continua ogni tanto a darci saggio di come sia problematico rompegli le palle. 
Tranquille però un vi voglio intorbà coll'ennesimo manuale di autodifesa. Sama ieri è arivata al barre co sto libro e me l'ha buttato sur banco dicendo: "Tieni mettilo dar Gatto è na documentazione mportante, moralmente mi dissocio ma è bene sapé quer che c'è scritto". Ovviamente in biblioteca subito un ce lo posso mètte, come del resto tutta la roba che si rimedia qui a Livorno. Però la sinossi e la copertina eccoli, credo si trovi a comprallo a poche lire e siccome quarcheduno di noi si deve move, prima o poi, o verzo qui o verzo liessù, state tranquilli che in biblio d'Esserino c'ariva e so già fin d'ora che sarà  lettura tenuta in considerazione dal gran dormiente ovvero dal su fratello Balena.
Bona giornata anche se mi da che piova dappertutto
Zanza








E' questo un volume che  non può essere maneggiato con troppa disinvoltura: è il frutto di decenni di lavoro dell’uomo che, dopo aver passato più di vent’anni ad attaccare la società tecnologica, ha dedicato il resto della sua vita a scrivere saggi per una rivoluzione a venire.
Per Ted Kaczynski, il famoso UnaBomber, Colpisci dove più fa male non è solo un titolo a effetto, ma un imperativo, un ordine impartito da chi per tutta una vita si è fatto un esercito di un solo uomo. Dopo La società industriale e il suo futuro, abbiamo raccolto una serie di saggi, per lo più inediti in italiano, scritti da Kaczynski durante gli anni della prigionia. Nascosti in oscure fanzine o sepolti negli archivi dell’FBI, questi testi offrono una visione spietata e lucida sul movimento rivoluzionario.
Con logica glaciale e prosa esplosiva, Kaczynski denuncia le trappole del sistema che distolgono l’attenzione dei rivoluzionari e ci incita a non accontentarci di piccole vittorie. Colpisci dove più fa male è un grido di battaglia contro l’apatia e la rassegnazione, un nuovo manifesto per chi vuole colpire al cuore il “nemico” e portare il cambiamento fino alle estreme conseguenze.

domenica 4 maggio 2025

fatevi i gatti vosti 2099 "Gira e rigira si picchia sempre su quer tasto"

Un avevo ancora prencipiato a buttà giu' sto poste. Anzi, un avevo ancora messo le virgolette di chiusura ar titolo, che Samatta e le trombanti, all'unisono, m'hanno berciato nell'orecchi:

"O Zanzina te l'uccelli te li devi levà dar capo e te li devi mette nela topa. Da' retta annoi!"

L'ho mandate n culo. 

Perché i viaggi a lorolì gli fannno bene. 

Del resto sapevo che avevano ragione, così, avendomi colpito in un punto indo mi ci dole, pe la legge del somaro gli vo nculo e piscio chiaro. A tutte e tre e acchì la penzasse come loro.

L'uccelli, di cui parla l'autrice, hanno ali e penne. Quindi  niente a che vedé co quelli di cui farneticano ste tre stronze caate a forza. 

Il libro è bello, lo lessi diverz'anni fa e soprattutto lo trovai scritto divinamente.

Ne conziglio l'acquisto ma, siccome il signor saggiatore ammé un m'ha mai offerto nemmeno mezzo bicchier d'acqua minerale,  lo faccio mètte anche nela bibrioteca di Esserino per esse preso in prestito da chi deve pagà r mutuo di casa e un pole spende tanto in cultura


Bona giornata

Zanza





L’invalido di guerra Nat Hocken scruta il mare vicino alla sua fattoria. Gli piace osservare il movimento degli uccelli sopra l’acqua, vedere come cambia al mutare delle stagioni, seguendo l’urgenza di mettersi in viaggio, migrare verso sud. Quest’anno, però, gli uccelli sembrano molti più del solito e meno timorosi del contatto umano: si avvicinano imprudentemente agli aratri al lavoro sui campi, si accalcano alle finestre come a cercare un riparo dall’inverno che si avvicina. Qualcosa non va. Perché uno stormo ha assalito Nat in casa sua cercando di penetrargli con il becco le orbite? Perché i cieli si fanno neri di bestie improvvisamente ostili? Con il passare delle ore le aggressioni si fanno sempre più feroci e frequenti. È l’inizio di una battaglia tra natura e uomo che non potrà che concludersi con la sconfitta di una delle due parti. I sei racconti della raccolta Gli uccelli – qui riproposti come nell’edizione del 1952 – sono uniti da un filo di tensione e angoscia. Daphne du Maurier si dimostra ancora una volta una maestra dell’attesa, capace di andare in profondità nelle psicologie, di dare vita a una suspense in grado di farci provare il desiderio che il tormento finisca subito e, assieme, che continui ancora a lungo. Spesso considerata una scrittrice di “genere”, commerciale, e quindi trascurata dalla grande critica, in questi racconti du Maurier si dimostra invece straordinariamente abile nel cesellare il terrore con un’abilità sovrannaturale, di dipingere l’ossessione in modo impossibile da dimenticare. Dimostrando che la grande scrittura non è quella che ti indica con precisione gli uccelli che volano nel cielo: è quella che non ti fa più guardare al cielo nello stesso modo.

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Daphne Du Maurier

Daphne du Maurier (Londra, 1907 - Par, 1989) è stata una scrittrice inglese. Le sue storie, dal successo internazionale, hanno ispirato alcuni dei film più iconici di Alfred Hitchcock. Delle sue numerose opere il Saggiatore ha pubblicato Il punto di rottura (2009), Rendez-vous (2010), Il capro espiatorio (2011), I parassiti (2012), Rebecca la prima moglie (2020) e Non voltarti (2024). 

giovedì 1 maggio 2025

fatevi i gatti vostri speciale 1 maggio "Por moi le une de mai c'est juste ça" Dante

Il francese da giovane  un poinino lo masticavo. C'era il banalmente ovvio 

"Vole vu cuscé avèk muà sessuà?" 

Che era d' obbligo quando arivavano le Francesi a Migliarino. 

Poi quarche anno dopo, mentre facevo l'università, mi avventurai nela traduzione dar francese d'una diagnostica sperimentale dele pulsioni d'un certo Leopold Szondi. Era costui  no psichiatra  ungherese che aveva creato un test proiettivo basato sula scerta di foto di ricoverati ner su manicomio. Me la pagarono un po' meglio che a scaricà pomodori al mercato di Novoli ma un la pubbricarono mai. O forze ci messero un altro nome. Tanto pe fammi prencipià na carriera di goste raiter che ancora deve fenì. Da qui r titolo. Un ho più voglia d'anda in piazza a sentì discorzi tanto altisonanti quanto inconcrudenti. Come Une de mai quindi mi piace ricordammi d' una cavalla che aveva sto nome e  vinceva guasi sempre. A que tempi  ero parecchio giovane e Nado, che allora gestiva il barre, aveva la televisione in bianco e nero. L'aveva messa su una menzola arta, a parete, ché la potessero vedé tutti. Mi piaceva  Une de mai perché era na lottatrice e spessissimo, per quel su carattere indomito, vinceva. Ecco  vorrei che lo si facesse o si provasse perlomeno a fallo anche  a sinistra. Lottare pe vincere e no pe fa cavilli perché i fascisti si dichiarino antifascisti e se possibile senza quella cazzo di retorica che mi ricorda Mustafà. Uno che l'aveva ner culo e diceva ch' era a scopà.

A presto Dante