mercoledì 16 aprile 2025

fatevi i gatti vostri 2093 "Ariva n altro Nobelle"

Così ha annunciato il Gatto Pietro quando ha visto da lontano arrivare Mario Vargas Llosa. Esserino è saltato su come una molla. Ne aveva divorato libri interi e ne ha un bel numero archiviati nella sua biblioteca. Balena ha bofonchiato: io preferiva cuando rivavino i cochi. Intendendo cuochi, ovviamente.

E così i prati del Sinior Gato Eternisimo hanno salutato l'ingresso di Mario Vargas LLosa.



Tutti i giornali si affannano a ricordare la storia della amicizia con Marquez e da Repubblica all' Unità titolano più o meno così: (tento di riassumere le troppe pagine che si sono spese sulla vicenda) ma non voglio privare i nostri lettori di un po' di gossippe

Vargas Llosa e il Pugno che Mise Fine a un'Amicizia

Nel 1976, un evento clamoroso segnò la fine dell'amicizia tra due dei più celebri scrittori sudamericani, Mario Vargas Llosa e Gabriel García Márquez. Il 13 febbraio di quell'anno, durante un'anteprima cinematografica a Città del Messico, Vargas Llosa colpì García Márquez con un pugno, causandogli un occhio nero e una contusione al naso. Per decenni, le circostanze di questo episodio rimasero avvolte nel mistero, fino a quando nel 2007 emersero nuove informazioni e fotografie che chiarirono i motivi dietro la lite.

Il pugno fu scagliato per gelosia, come rivelato dal fotografo Rodrigo Moya, testimone dell'evento. García Márquez si presentò nel suo studio il giorno dopo l'incidente per documentare la fine della loro amicizia, che non era terminata per motivi politici, come si era sempre pensato, ma per questioni personali legate a una donna probabilmente moglie di LLosa (che Gabriel gli aveva trombato o per lo meno  si era ingegnato a farlo)

Le fotografie della lite furono pubblicate in occasione dell'ottantesimo compleanno di García Márquez, poco prima di una riconciliazione tra i due scrittori. Non ci fu bisogno di scuse pubbliche; il loro riavvicinamento fu simbolicamente segnato dalla pubblicazione di un'edizione speciale di "Cent'anni di solitudine", con una prefazione di Vargas Llosa.



Entrambi gli autori, vincitori del Premio Nobel, avevano condiviso una profonda amicizia in gioventù, ma le loro strade si erano separate a causa di divergenze politiche, in particolare riguardo al caso del poeta cubano Heberto Padilla. Vargas Llosa si era schierato contro la persecuzione di Padilla, mentre García Márquez rimase vicino al regime cubano.

L'episodio del pugno rimane comunque, con pochi dettagli certi. E' invece chiaro che la loro amicizia fu segnata da passioni e rivalità, e che entrambi gli scrittori, nel corso degli anni, hanno preso posizioni politiche sempre più distanti.

Nel corso della sua vita, Vargas Llosa ha evoluto le sue posizioni politiche, passando da un'iniziale inclinazione di sinistra a posizioni più conservatrici, candidandosi persino alla presidenza del Perù nel 1990. La sua carriera è stata caratterizzata da un continuo dibattito e da una ricerca di identità, che lo ha portato a sostenere candidati di destra in diverse elezioni.

Pasteggiato che ebbimo con queste cazzate provo a scrive quarcosa di più serio. Li ho letti e amati tutti e due anche se con una preferenza per Garcia Marquez riguardo alla sua maestria nell'impianto scenografico e per Llosa, invece, per lo stile nello scrivere. 

Per chi non li conosce ecco una più dettagliata analisi delle loro differenze:

Gabriel García Márquez e Mario Vargas Llosa, entrambi Premio Nobel per la Letteratura, condividono l'appartenenza al movimento del realismo magico, ma presentano differenze significative nel loro stile narrativo. Márquez tende a esplorare la fusione tra realtà e immaginazione, creando mondi onirici e leggendari come Macondo, mentre Llosa si concentra su narrazioni più realiste, spesso ambientate nella sua natia Perù, con una forte attenzione ai temi politici e sociali. 


Realismo Magico vs. Realismo Sociale:

Márquez è considerato il padre del realismo magico, introducendo elementi fantastici e soprannaturali in contesti quotidiani, creando un universo narrativo ricco di simbolismo e magia. Llosa, invece, predilige una narrazione più realistica, focalizzata sulla rappresentazione della società peruviana, con una forte attenzione alla politica, all'ingiustizia e alle dinamiche sociali. 

Focus narrativo:

Márquez crea mondi immaginarie, come Macondo in "Cent'anni di solitudine", che diventano simboli di intere culture e storie collettive. Llosa, invece, si concentra spesso su storie individuali, che riflettono le problematiche della società peruviana, come in "La città e i cani". 

Sintassi e lingua:

La prosa di Márquez è ricca di dettagli, descrizioni elaborate e un linguaggio poetico, mentre Llosa utilizza un linguaggio più diretto e preciso, con una sintassi più lineare, secondo Wired. 

Tempo e spazio:

Márquez utilizza il tempo in modo non lineare, spesso con riferimenti al passato e al presente, creando un flusso narrativo che si intreccia con la realtà onirica. Llosa, invece, tende a seguire un ordine cronologico più rigoroso, con una maggiore attenzione alla geografia e al contesto storico. 

Temi e messaggi:

Márquez esplora temi universali come l'amore, la solitudine, la famiglia e il destino, spesso attraverso un linguaggio metaforico e simbolico. Llosa, invece, si concentra su temi politici, sociali e culturali, come la dittatura, la corruzione e la discriminazione. 

In sintesi, mentre entrambi sono autori di grande importanza, Márquez privilegia la fusione tra realtà e fantasia, creando un universo narrativo ricco di magia e simbolismo, mentre Llosa si concentra sulla rappresentazione realistica della società peruviana e dei suoi problemi, con un linguaggio più diretto e una forte attenzione ai temi politici e sociali. 

In biblio abbiamo questi (eccone le copertine)

Bona settimana preparazione ala Pasqua

Zanza




















4 commenti:

  1. Chiedo scusa a tutti ma mi sono avveduta solo ora che il pezzo inserito come mia sintesi delle notizie sul pugno apparse aui quotidiani era tutto bianco. Quindi illeggibile. Ho appena rimediato
    ZZZZ

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  2. Ciao Zanza, del testo cui fai riferimento io leggo tutto fin sopra la foto di Marquez pistato. Poi bianco per 6 righe e dopo la tua disamina sullo stile dei due, che trovo davvero eccellente. Sei una brava giornalista. In mezza pagina hai scritto molte più cose interessanti tu di quei cazzoni dei nostri giornalisti blasonati che si sono fissati su sta storia del cazzo del pugno. Ho letto 10 anni di soledad e cronaca di una morte annunciata di Marquez, nulla di Vargas LLosa. Comprerò un libro al primo viaggio in aereo poi magari passerò da voi
    Besos
    Patty

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Patty, sono al barre col pc sul blogghe, visto e sistemato tutto, grazie della segnalazione e dei complimenti. Ci sarebbe da scrivere molto di più ma almeno due righe di distinzione sullo stile e sui temi mi pareva doverosa
      Salutoni aTTé e a Valerio
      zzzzz

      Elimina

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