Questo libro lo presenta Zanza . Mi prega, però, di provvedere alla sua pubblicazione dato che al momento lei è martirizzata dalla gestione bar.
In tutta sincerità il titolo mi pareva degno di una delle crittografie tanto care allo zio. Poi ho capito il gioco di parole al quale si presta il nome degli abitanti di Cecina. Zanza mi perdoni la lentezza nell'afferrare i suoi guizzi d'ingegno. Ho letto anche la sinossi. Interessante Zanza, interessante!
Buon week end ai nostri lettori
Dani
Che cos’è Dongguan? Una città, verrebbe da rispondere, se il termine non si applicasse solo per difetto a un enorme agglomerato di fabbriche, collegate da una rete di tangenziali che non contemplano il passaggio, o anche solo la presenza, di pedoni. Ma perché a Dongguan arrivano ogni giorno, dalle sterminate campagne di tutto il paese, migliaia di ragazze? Qui la risposta è più semplice: intanto perché le loro braccia sono le più ambite nel mercato del lavoro cinese, e poi perché una ragazza, in un posto come Dongguan, può realizzare il suo sogno, l’unico apparentemente concesso, in Cina, oggi: fare carriera. Certo le condizioni di partenza sono durissime: turni massacranti, paghe minime, il tempo libero reinvestito nell’apprendimento coattivo di quei rudimenti di inglese senza il quale una carriera non può avere inizio. Ma le ragazze di Dongguan – e in particolare quelle che Leslie T. Chang, in questo suo magnifico e appassionante reportage, ha seguito per anni, un giorno dopo l’altro…
Grazie Zanza e grazie a Dani
RispondiEliminaBuona giornata
Eli