fatevi i gatti vostri 1472 "un po' d'aria un si nega a nessuno"

Nzomma un si pole mai sta tranquilli! Visto che ci sò Dani e Bobby a casa  io dormivo fra l' ulivi sicura che la redazione di Venezia fosse in overstaff. Poi passa un giorno niente, un altro niente e stamattina ho chiamato Dani, nzomma mancapoco si resta senza Dantino. Ora forze io l' esagero un poino ma la cosa è andata così: dovete sapé che essendo lui quello che in questo periodo sta a casa più di tutti è anche quello più coccolato dai gatti, che però, essendo gatti, tante te ne fanno e tante ne vogliano. Mi resulta che c'è un gatto d' una razza strana tutto mezzo spelacchiato secco secco che nvece di grattà i divani e le poltrone sta tutto il giorno a fregassi le zampe l' una contro l' altra, pare che luilì   le coccole le rivole anche coll' interessi der 50 per cento  come riportato dall' encicropedia  Tregatti alla voce usura. Nzomma le coccole che Dantino deve ai mici si sostanziano in questo; Emma che in tutto e per tutto pare la rincarnazzione d' Esserino ni sale sulla pancia e gli fa il massaggio ma vole che dopo Dante ni tiri i tappini dell' acqua minerale  pe armeno un quarto d'ora lungo il corridoio. Balena  ni fa cardo ai piedi di notte ma vole esse strigliato e lucidato come un cavallo ma dei tre quella che lascia a bocca apertà è Cice che come coccola sua ti da i bacini sur naso ma che ha sviluppato una vera e propria passione  maniacale per il momento più intimo dell' umani ovvero quello della seduta ar gabinetto. Dante poi che co queste cazzate ci va a nozze, appena sente lo stimolo d'andà n bagno la chiama così: "vieni Cice si va a fa la popò"
ovviamente cole finestre aperte perché senta mezza venezia e quelli che sentano lo riferiscano a qll' altra metà.  Cice, che pare ammaestrata, dovunque sia corre come una matta e si sdraia sopra la lavatrice che sta davanti ala tazza e mentre l' umano fa i su bisogni vole esse accarezzata secondo un preciso rituale che prevede che le si grattino le poppe una per una, alla seconda grattata di solito si mette a pancia all' aria  in estasi. Nzomma pe esse brevi mentre Dante stava piegato a grattà la gattina, forse si sarà sforzato un po' anche in quell' altra bisogna, un si sa bene perché l' unica testimone oculare miagola e basta, nzomma ha prencipiato a giranni la testa e s'è sentito male. Holly l'ha trovato addormentato o svenuto cole braccia ciondoloni e la testa appoggiata sula lavatrice mentre la gattina piangeva all' uscio e voleva sortì da quella camera a gasse cor moribondo incluso.
Quando l' ho detto al Ciampi credevo morisse anco lui ma dale risate. "Zanzina l' ha rifatto! ti dico che l' ha rifatto!" berciava.
"ma cosa ha rifatto?" chiedo io
"La storia delo svenimento unné nova" e inizia a raccontare:
"vando s'era giovanotti s'aveva l' abitudine di piglià un po' pel culo le ragazze che ci degnavano di varche attenzione ma che un erano un granché e na sera s'era co due, una passabilina che avevo trovato io ma digià mi ponevo il problema di dove trovà la fantasia perché puzzava di sudore che appestava e io so delicato pe ste cose se quarcosa mi smonta nemmeno co un panforte di viagra mi ripiglio, vella di Dantino era fori formato,  una bimbona che avrà avuto la settima di poppe ma cor un buzzo che pareva avesse ngollato un cocomero ntero. Allora ni dissi piano: 'ma te hai voglia?'  'Ma un l' hai vista?' mi rispose ' E come andà a scarica ar porto'. "O se ni si facesse lo scherzo dela scurreggia? proposi. Sto scherzo era nato a scuola. Dante un so come, inghittendo aria a iosa e poi comprimendosi r buzzo riusciva a fa una sorta di boato che un aveva nulla d'umano e allora quando ci s'era rotti le palle lui chiedeva ala maestra  se poteva uscì perche aveva mar di pancia. Poi aspettava parecchio e io a quer punto esordivo dicendo ' Signora Maestra un sarà mica morto? 'La maestra mi redarguiva ma poi n'entrava la preoccupazione e io allora 'andiamo a vedé maestra io ho paura che ni sia successo varcosa!'. Appena la maestra si avvicinava ala porta dei gabinetti de maschi io chiamavo Dantino e lui faceva 'oioia oioia oioia moio moiooo' e poi all' improvviso si sentiva quer boato inumano e dopo du secondi usciva battendosi le mani sula pancia. Sicche quella sera si decise che mentre io ni offrivo da be varcosa luilì andava in bagno e ni si rifilava  la storia dela scurreggia, sicuri  che scappassero a gambe levate o se più garbatine si levassero da coglioni co quarche scusa nventata lì per lì. E nvece vece 'oioia oioia' e un si sentì più niente io aprii l' uscio e lo trovai raggomitolato come un serpe e bianco come un cencio. Meno male che la mia studiava da nfermiera e lo fece rinvenì.
Un dottore che s' imbiacava semre qui al barre perché aveva una moglie ossessionante e un' amante  che ni faceva le corna co tutti ci spiegò che si trattava di una iperventilazione. Mi sa che  Dantino volesse fa lo scherzo ala gattina e nvece per poco un ci resta perché lui miga ci penza che e s'hanno guasi settant'anni."

Poi siccome è l' 25 aprile e modulallo tutto su sta storia poco solenne l' ho convinto a rifammmi la su splendida versione dell' inno di Mameli che avevo postato anche l' autunno scorso nzieme all' inno fatto dar mi babbo cola batteria. Quest'hanno un n'ha voluto sapé pover'omo m' ha detto "se lo voi sentì a bestemmie l' inno te lo fo anche subito"  e allora ho preferito r Ciampi ar pianoforte.
Bona Liberazzione a tutti, da quarsivoglia rottura di coglioni v'affligga ar momento
Zanza