Prencipiamo dal labirinto più famoso, quello di Creta.
La storia come la so io sòna più o meno così.
Poseidone aveva regalato a Minosse re di Creta un toro bianco e bellissimo che Minosse avrebbe dovuto sacrificare. Considerata la bellezza dell'animale, però, Minosse un volse sacrificà il toro e prencipiò a usallo come bestia da monta pe le molte vacche di creta. Poseidone, quando seppe che Minosse non aveva sacrificato l'animale, decisee di punillo e fece in modo che il torro montasse la più vacca di Creta ossia la moglie di Minosse, Pasifae. Lì per lì a Pasifae il toro un gli faceva ne caldo ne freddo ma quando questi gli sdindellò davanti un uccellone bianco degno d'un toro lei disse a se stessa: o quando lo ritrovo un popò d'affare in cotesta maniera e gliela dette senza troppi ndugi. Gonfiò subito però, che pareva lievidata e partorì na specie di mostro cor capo da toro e l corpo da omo. Minosse chiamò Dedalo e gli commissionò un labirinto dal quale un si sortisse e ci rinchiuse r minotauro. A sentì le cronache dell'epoca luilì un aveva la possanza del su babbo toro ma dai diari dela su sorellastra Arianna s'evince che sto mezzo omo e mezzo toro un era proprio da buttà via e anche lei che aveva r sangue rimbudellito dela su mamma pare c'abbia fatto le su prime esperienze erotiche.
Teseo era figliolo del re Egeo e, visto un quadro che ritraeva Arianna gnuda, se n'era subito innamorato. A onor del vero Teseo era un ber giovanotto e a Arianna gli vienze l'acquolina in bocca a l solo guardallo. Così e lo portò subito a letto. Teseo gli piaceva e parecchio ma abituata com'era ar mezzo toro e gli pareva d'avé un dito mignolo fra le zampe. D'animo gentile com'era però un fece osservazioni antepatiche solo mise na condizione al matrimonio che Teseo richiedeva. Ni disse" ti sposo se liber ir mi fratellastro Minotauro".
dal labirinto tanto e ti drò un filo in modo che ritroberai la strada nzieme a lui. Penzava dentro di sé di avè risorto i su probremi esitenziali, un ber marito principe e futuro re e querche trombatella di straforo cor mezzo toro.
Sfortuna volle che Teseo vide sur comodino d'Arianna r su diario segreto e lesse anche di quarche prodezza amatoria avvenuta tra la bella e la mezzabestia. Col cuore che gli bolliva di rabbia e di delusione penzando che Arianna era un bel tegame, budello e quant'altro entro nel labirinto senza digni le su ntenzioni trovo l minotauro e l'ammazzò.
Ad Arianna disse che l Minotauro gli s'era fogato contro e lo stava pe incornà e lui aveva dovuto difendesi. Arianna penzo che tanto qualche toro a giro l'avrebbe trovato accettò lo stesso di parti in nave collui ala volta di Atene. Ma in mezzo ar mare teso prencipiò la su vendetta e abbandonò Arianna sull'isola deserta di Nasso dicendole e ora arrangiati cole mani budello perché qui un c'è un cazzo di nessuno. Arianna piangeva disperata
ma na bella topa un resta mai sola e Dioniso che la vide come se la immaginò il nostro Guido Reni (in questo dipinto) disse "è un po' maiala ma unnè mica da buttà via" e la porto con sé.
Poseidone, infuriato con Teseo per aver abbandonato la ragazza, fece scoppiare una tempesta che squarciò le vele bianche della nave di Teseo, costringendo quindi il ragazzo a issare le vele nere.
Il re Egeo, prima che Teseo partisse, aveva chiesto al figlio di issare le vele nere solo in caso di sconfitta.
Egeo, vedendo avvicinarsi una nave con le vele nere, decide quindi di togliersi la vita, gettandosi nel mare che ha poi preso il suo nome: il Mar Egeo. Anche Teseo un fenì mica tanto bene: venne ucciso dal re di Sciro, Licomede, che lo gettò con un tranello da una scogliera della sua isola, accordatosi con Menesteo che aveva usurpato il trono di Atene durante l'assenza dell'eroe.
E ora che v'ho ntrattenuti cola mitologia come s'usava al Bar Nado (questa l'ho ascoltata che ro ragazzotta dal viva voce di Don Luigi) ecco la presentazione d'un bel libro sui labirinti che ho comprato pela biblioteca d'Esserino. Andero a vedenne alcuni sperando ovviamente di trovacci dentro un bell'eroe che se anche un fosse proprio ncrociato col toro mi basterebbe che lo ricordasse un poinino.
Bona domenica
Zanza
Un viaggio alla scoperta di luoghi misteriosi e ricchi di simboli nascosti
Quello del labirinto è uno dei simboli più antichi della storia dell’umanità. Negli ultimi decenni c’è stata una vera e propria riscoperta di questi luoghi affascinanti, nati nel corso dei secoli con fini diversi, spesso intrecciati gli uni agli altri: artistici, terapeutici, archeologici, spirituali, ludici. Questo libro guida il lettore alla scoperta di oltre cento labirinti delle più varie tipologie e dalle differenti tecniche di realizzazione, sparsi per l’Italia e raggruppati per regione. Un modo inedito per conoscere non solo le vicende e i significati simbolici e allegorici che si celano dietro la realizzazione di ogni sito, ma per indagare anche la storia dei luoghi che li ospitano e dei personaggi storici noti e meno noti che li hanno attraversati. Seguendo i percorsi dei labirinti – a volte semplici e lineari, altre arzigogolati, complessi, intricati – è possibile scoprire un mondo sconosciuto, misterioso e pieno d’incanto.
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