Eccolo si chiama dente per dente troverà posto nella nella videoteca di Esserino a partire dalle 19:00
Bobby ore 18.20
questa è la lettura sotto riporto il testo
Riceviamo la cortese segnalazione del prof. Martinelli che riscontra come il file audio si interrompa dopo poco dall' inizio. Uno dei soliti scherzi di blogger che pare non gradire rimandi a spazi troppo vasti ospitati su altre piattaforme. Proviamo a rimediare scusandoci per il disagio di chi avesse provato nel frattempo Dani
Omaggio ad Alejandro.
E se leggendo il titolo non avete pensato a Iodorowsky significa che siete più giovani di me o che del surrelismo v' importa tanto quanto a me dela Meloni se pigliassero presentà la collezione di intimissimi
Jodorowsky poteva essere il mi babbo e casualmente è nato il 17 di febbraio (del 29) lo stesso giorno in cui è morto Uliano (che era del 28). Quando avevo 19 anni, nel 1973 firmo la regia di un capolavoro, osannato da tanti ma capito da pochi. La montagna sacra. Io lo vidi a firenze un anno dopo. Lo davano all' Universale in via pisana dove si pagava poco e si vedeva di meno perche tutti fumavano e per respirare ci voleva la maschera antigass. Avevo cenato ala trattoria del coraggio in via dei Michelozzi una traversina tra Via Maggio epiazza santo spirito, penne all'arrabbiata e fagioli coll' occhio per secondo, porzione doppia, du bicchieri di rosso seicento lire in tutto
l' unico posto che poteva rivaleggiare con Schioppo in via dell' alfani, prezzo fisso 700 lire e la mensa universitaria di via San gallo 400 lire ma mangiare dui merda. Spesso non avevo neppure quelle 400 lire e mi facevo una pasta asciutta aglio oglio e peperoncino (du etti e mezzo per vince la fame) e scarpetta con mezzo filo di pane nell' unto che restava ner piatto (circa 10o lire di spesa) 150 cor un bicchiere di vino che pigliavo in bicchiere di plastuica dal Vinaio che faceva angolo tra borgoallegri e via ghibellina e che portavo in casa tenendolo pari pari attento a un versallo.
Quella giorno nvece era andato tutto di culo, la mattina avevo scaricato mobili per Don Peppino Ceva Grimaldi principe napoletano (vero) ma all' epoca dei fatti rigattiere in via de Macci, poco più in giù e sul lato opposto del Cibreo il noto locale dello chef Picchi dove non sono mai entrato perché secondo me se due individui son riusciti afar restare su coglioni la gentile e stupenda Firenze questi son proprio Fabio Picchi e Matteo Renzi du monumenti di saccenza che appena apran bocca la gente cambia canale. Ripigliamo ir punto: Don Peppino m'aveva dato dumila lire e io c'avevo comprato na bici da corsa parechhio usata da Aldo Peretti che faceva il bottigliaio sempre in via de Macci ma nel pezzetto compreso tra via dell' agnolo e borgo Allegri. Qualche volta lavoravo anche da lui, s'andava a raccatare bottiglie vote in guasi tutti i ristoranti di firenze, Poi le bordolesi bone da rimbottigliare si lavavano e si rivendevano mentre le bottiglie non riciclabili si spaccavao in una grande buca alc entro del su cortile e poi na vorta al mese si caricavano su un camio che le portava ale vetrerie di empoli. Non vi descrivo quante piccole ferite ci si facessero ovunque sul corpo per caricare a secchi quel vetro che pesava anche parecchio. Comunque la bici poteva valere anche 3mila o 3500 lire ma Aldo mi voleva bene e mi disse meglio a te che a quarche loffio
e poi i soldi pochi malidetti e subito. Nememno c'ero salito sopra che sulla cantonata di via dell' agnolo m'imbatto nel Baco un tipo bianco caciato piccino e guasi tisico famoso perche lavorva all' acquedotto e s'era autodennciato per non so quale casino volesse portare ala ribalta cor resultato che avevano arrestato lui e aveva perso il lavoro. Ora faceva il guardiano di notte ed era tutto fiero perché aveva una pistola ala cintola.
Oh Dante
Oh Bachino
o che lai prersa te la bici del bottigliaio
come vedi
la volevo io ma m'ha chiesto tremilacinque e un c'arrivavo
allora, come oro ero di idee rapide ni chiesi
quanto ni potevi dà
1500 e la mi bici da donna ndietro che l'avevo pagata 2000 da lui ma m'ha detto che ha bisogno de soldi perche le bici a mangialle so dure.
Senti baco dammele a me que soldi e la bici e piglia te questa però per questo regalo che ti faccio mi devi regalà armeno un fiasco di rosso s'intende quando poi.
Ci mancò poco mi baciasse.
Io portai la bici da donna ala sarta di via dele pinzochere che niera morto il marito e sula su bici cola canna da omo un ci voleva anda perche ni si vedeva le cosce e un voleva che la pigliassero pe maial cor su marito appena sotterrato da n mese.
Bada Marisa cosa t'ho rimediato ni dissi si fa cambio però n'ho dovuto mette 500 lire di copertoni seminovi e quelli me li devi da a parte.
Marisa un aveva problemi di soldi tanto che spesso li prestava alle conoscenti bisognose cor un piccolo nteresse, no roba proprio da strozzina ma nemmeno da benefattrice.
Fu così contenta che mi regalò anche du paia di jinze der su marito che era anche lui un omone dela mi taglia e mi stavano proprio bene. perché essando sarta l'a veva adattati in un modo che avrebbero fatto sembra senza pancia anche il bacchino di Boboli
Così riavevo le 2mila dela mi paga na bici aggratisse du paia di carzoni seminovi che ci sarei andato a ballre al Poggetto il sabato che venicvae un fiasco di vino da avere.
Felice come un bimbo pedalai fino alla trattoria del coraggio, cenai come descritto sopra e poi mi concessi il cine cor un avanzo di mille lire secche pel giorno dopo, avevo vent'anni , pochi penzieri na bici e mille lilre n tasca, se mi fosse capitata na ragazzotta discreta da trombacci tutta la notte avrei potuto dì che r Paradiso era a Firenze e io c'ero cascato ner mezzo.
Di Iodorowsky avevo già visto il Topo un anno prima e m' era piaciuto, avevo anche avuto la pretesa di spiegallo a terzi. L' unica che fece finta d'ascoltammi era Stefania na bellissima tossica di Belluno (il destino mi diceva gia allora che subivo la mortale attrazione pe le venete) lei diceva d'essa la mi ragazza in realtà ero io a esse innamorato, lei nvece anaffettiva come la stragrande maggioranza de fruitori di eroina era di fori come un terrazzo e l' unica cosa di cui si preoccupava era di fregammi i soldi di tasca quando m'addormentavo a letto co lei. Ala fine mi ruppi le palle mi i du ce4nci che aveva da me in una borsa, ni messi in mano un migliaio di lire e il biglietto del treno per belluno. Penso sia scesa a Bologna perché lassù la su mamma la teneva legata cola catena del cane e la campana della mucca ar collo perché un andasse a drogassi.
Ritorniamo a Bomba: ero seduto al cine e guardavo attento la montagna sacra quando dopo poco più d' un ora di immagini surreali e apocalittiche cerimonie di iniziazione nel corso di una esplosione in una strada vidi che dalla pancia di una donna sventrata dallo scppio estraevano salsicce. Dov' esse stato il combinato dell' esplosione della pancia che s'a priva dellle sarsicce fatto sta che
i fagioli mangiati a cena mi mossero il corpo. Il moto della mi pancia era inequivocabile era gasse che cercava un varco.
Cercai di scurreggià pianino alzando sala sadia solo quel tanto di natica che basteva ma fu come quando l' acqua straripa dall' argini d'un fiume
L aria compressa nell' intestino parti come un boato e a contrasto col sedile di legno la scureggia risoò come na cannonata
pe un secondo il brusio continuo che c'era nel cine la scio spazio a un fine chiosatore che s'alzo in piedi dale sedie centrali e vociò
Bravo! Questa è la vera lezione di Iodoroschi. Seppi pi che era un assistente di Pio Baldelli che all' epoca nzegnava storia delc inema a scenze politiche3 in via Laura.
Parti un applauso che coinvorse guasi tutti li spettatori
un battimani d' un minuto continuastivo.
Boia m'arzai per ingrazia cor un mezzo inchino
e mi partì il bisse
un altro boato che un aveva niente di umano
e l'assistente
disse
queste ce l' hamandate il Maestro.... per procura e in segno di stima pe la nosta attenzione ne confronti dela su opera
tutti battiedero ancora le mane
e io piano piano andai fino ar gabinetto pe levammi l'angoscioso dubbio che nela foruscita der gasse mi potessi esse caato addosso.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Dani Venezia ore 17:10
Purtroppo il gustosissimo racconto si interrompe a pochi minuti dall' inizio lasciandoci col fiato sospeso, potete rimediare?
RispondiEliminaCon Affetto
Giovanni Martinelli
sempre irresistibile nei racconti!!!
RispondiEliminaStiamo cercando di rendere accessibile a tutti il file voce. Bobby è al lavoro e conto su di lui Dani
RispondiEliminaTutto risolto EHHHH. Ma se un ci fosse Bobby...si dovrebbe fa tutto a mano
RispondiEliminaBaci Zanza
Effettivamente adesso il file risulta fruibile in ogni sua parte. Grazie per il tanto impegno che dimostrate e anche per l'odierno episodio di Colombo.
RispondiEliminaGiovanni Martinelli
Inizio la mia giornata sganasciandomi dalle risate ma anche con un velato timore, nel menù di ieri sera era presente pasta e ceci e la giornata contempla numerose situazioni sociali...mylicon aiutaci
RispondiEliminaDante devi scriverne più spesso di queste tue novelle vissute. Aspetto foto micie e Balena
Baci Patty
slogged come sempre quando a sta ora presta bazzico gli aeroporti
Similmente a Patty leggo, anzi ascolto, anche io alle prime luci del giorno. Un racconto come non ne udivo da un pezzo. Dieci soli minuti in cui Dante ci riporta in piena atmosfera anni 70 e dà vita a: principi rigattieri, sfigati, sarte,tossicodipendenti, trattorie popolari, storia del cinema, surrealismo e, ciliegina sulla torta, una situazione finale d' imbarazzo che chi non l' ha provata scagli la prima pietra.
RispondiEliminaCi sarebbe da inchinarsi di fronte a tanta agilità di penna e di mente ma gli inchini a quanto pare recano insidie imprevedibili
Bravo
Anna