venerdì 10 febbraio 2012

fatevi i gatti vostri n. 420 "l' omofobia da chi è diverso ti porta via"


Trovo doveroso mettere in rete questo post perché il commento dell' amica Pyperita che reputo come lettrice attenta e affezionata, mi ha indotto ad una riflessione corroborata dal fatto che anche Dante, più avvezzo di me al pensare d' altre latitudini avesse detto a Dino di non stare a raccontare la storia del treno.
Probabilmente chi livornese non è o nemmeno toscano può infatti fraindendere lo spirito di alcuni lazzi che da noi sono intesi in guisa di parole caste.
Mi riferisco ad alcune frasi scappatemi nello scrivere o meglio nel trascrivere che potrebbero palesare un contenuto "omofobo".
Chiarisco subito che Dante e Dino omofobi non sono davvero e nel gruppo del bar Nado nessuno, ma proprio nessuno lo è, quanto meno nella costanza del comportamento dato che non sono psicanalista per compiere altre indagini. Abbiamo tanti amici dichiaratamente gay e fieri di definirsi così.  Immaginati che Giulia, al secolo Giulio è cresciuto insieme a Dante e a Dino   Dantino ha riempito diverse volte di cazzotti chi cercava di importunarla, tant'è che era battuta comune sbeffeggiarlo dicendogli : allora se la metti così fattela solo te! Quando lei incappò in storie di droga e prostituzione e Dante era via, sennò l'avrebbe smusata (presa a cazzotti per farla smettere) Dino che soffre d'insonnia andava a recuperarla tutte le notti tardi, quando anche Livorno diventa pericolosa.  Da noi lo sbeffeggiarsi tra ragazzi  dandosi del finocchio non attiene assolutamente all' omofobia, sebbene  l'epiteto si mutui da vecchie culture in cui la diversità era quanto meno deprecata se non discriminata.In ugual misura tra ragazze ci si dà tranquillamente della troia e da tempi recenti più della lesbica. Ci si domanderà perché proprio l'analogia con la diversità?  E' un modo di fare per il quale non rivendico ne giustezza ne equità (quelle budellate lì le invoca solo Monti che ha studiato ipocrisia alla scuola dei preti) ma solo una cultura che è diventata natura come l' intercalare della bestemmia, una cultura che a noi abituati ala sostanza più che ala forma, ora ci parrebe ridicolo cambiare per apparire politically correct. Una cultura  che trova sostanza nell'esser la nostra una città di porto abituata da sempre alla diversità,  di razza di colore di usi, un pentolone nel quale o si prende sul serio tutto e si rischia di diventar pallosi come la noia o non si prende sul serio niente, neppure la sacra figura della mamma la cui offesa, in altre regioni italiane induce fino alle coltellate. Immaginatevi che ieri a me hanno detto: "Zanza, butto via le gomme vecchie dela panda senti  la tu mamma se ni servano pe andà al lavoro. Sottintendendo ovviamente "per accenderci il falò di richiamo per i clienti". Oppure la mi stessa mamma che a una battuta del tipo, o Nara ma te lo manderesti n' culo Ampelio e tu bimbi pe' scappà cor un negro? risponde " boia dé (certo) ma solo se cià l' uccello piccino come un bimbo senno mi pigliano pe' n' tegame (troia)". 
Nel pezzo in questione Dante si è rivolto al tipo non tanto per offenderlo quanto per ridicolizzare il gesto dello schioccare le dita quasi fosse un richiamo per lui.
Se fosse stata una donna a farlo e Dante avesse replicato a lei, non ho dubbi che la frase sarebbe stata: mi dispiace signora, son già impegnato e poi mi garbano gli omini.
Con tutto questo discorso non voglio mica dire che non si sia volgari, spesso grevi, o che le nostre battute non possano esser fraintese. Io indosso una t shirt del vernacoliere con scritto "portatrice di topa sana" e solo scrivendo questo post mi sovviene che potrebbe essere fortemente discriminante nei confronti di chi ha l' a.i.d.s. ma so che se lo dicessi al Cardinali (mitico direttore del Vernacoliere) mi guarderebbe coll' occhi sfavati.
Credo che quel che conta sia cosa cosa ci s'ha dentro. Dentro all' animo intendo eh, no davanti, didietro o 'n bocca....
Angela detta
Zanza
o Zanzara


(il titolo l' ho scimmiottato dalle rime dantesche ma lui è più bravo)

5 commenti:

  1. Ero sul punto di commentare il post n. 419 quando ho visto la pubblicazione dell' odierno. A parer mio non servono giustificazioni, i vostri pezzi sono da ricondurre ad un particolare tipo di prosa che collocherei in ciò che la letteratura chiama "colorlocalismo". Hai però fatto bene a mettere in rete il post odierno: l'equivoco è, infatti, in agguato guando si toccano temi delicati come questi. Mi ha commosso la storia di macho Dante che accetta i lazzi degli amici ma non rinuncia alla difesa di Giulia/o. Divina mamma Nara. Se penso alla mia che serrava la porta di camera solo per pettinarsi.... Siete davvero gente strana ma unica Voi Livornesi. Acuta la riflessione che hai fatto sulla maglietta. Certo che chi decidesse di fidanzarsi con una ragazza di Livorno deve assoggettarsi a un corso preparatorio. Scrivi bene, con la debita attenzione ma senza fronzoli. Si sente la scuola Dantesca e quella del Vernacoliere (alla stazione di Genova dove passo talvolta, lo si trova) ma spicca l'autonomia di pensiero e la "vis calami" della donna.
    Con affetto e stima
    Giovanni Martinelli

    P.S.
    - Commento da anonimo perché il mio account ha problemi.
    - Da vetusto travét delle lettere mi permetto di segnalarTi un refuso del post n. 419. manca la lettera H in un verbo avere.

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  2. Grazie di quest post, non ho mai messo in dubbio come siete, per questo vi seguo con affetto, ma avete fatto bene a sgombrare il campo da ogni equivoco. Perché penso che la mentalità deve cambiare anche evitando di usare termini o frasi che, pur non volendo essere offensvi nella sostanza, rafforzano inconsapevolmente i luoghi comuni.
    Un abbraccio forte.

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  3. beh ...
    a me è capitato di dire ad un amico gay che scherzava sugli ebrei e stavamo cenando in un locale del ghetto: "guarda che se ti sentono ti si inculano!" e lui "magari!"
    poi siamo tutti e due scoppiati a ridere ...

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  4. Ciao Ragazzi, ci tocca commentare da anonimi ma siamo Patty e Vale ex erprencentrence di splinder. Prima o poi apriremo almeno un account visto che come bloggers siamo due superpippe. Avrei voluto Zanza con me quando era attiva la boutique di zia. Mezza battuta di queste e le mie migliori clienti si sarebbero strozzate inghiottendo l'erre moscia.
    La storia di Giulio/Giulia non l'avevamo mai letta, chissà che Dante non voglia enderci edotti in merito a questa loro amica. Un eroe un po' diverso ci piacerebbe in questo bar di simpaticissimi dove anche il prete trasuda testosterone.
    Un abbraccio da
    Patty e Antonio Valerio

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  5. Bene questo post tranquillizzante(!!!) redcats

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