domenica 16 novembre 2025

fatevi i gatti vosti 2025 " La domenica delle ceneri" - Quel che resta di Cice.

Termino con oggi il mio dovere di cronista. Dal 2007 ho postato resoconti della vita dei gatti e nostra, spesso ci ho inventato su storie, altre volte ho colto l'occasione per rimandi di ben più alto spessore.

Ho narrato con gioia l'arrivo di Alice ed Emma e ho esaltato la loro bellezza e grazie. Con Alice, detta Cice,  ho forse avuto un rpporto affettivo connotato da maggiore tenerezza perché era più goffa e batuffolosa. Così spesso ne ho voluto vedere l'erede di Balena, rotolante e affamata ma ferma di zampa e adatta all'acqua. 

L'invidia degli Dei, ben nota agli antichi, ha voluto colpire questo tenerissimo rapporto.

Ieri sono ritornate le sue ceneri. Di una meraviglia vivente (nel post precedente la vedete sul mio pc) di due occhi che ti irretivano al solo guardarti resta una cassettina col nome il sigillo di ceralacca e una chiusura realizzata con un cuore spezzato, molto kitsch ma adatto a rendere l'idea di come siano i nostri. 


 



Non narrerò le imprese e le sorti dell'unica micia che resta padrona della casa. 

Unanimemente abbiamo deciso di non prendere più animali. Io invecchio rapidamente e spero di togliere il disturbo prima di dover salutare anche Emma. 

Holly è più giovane ma stanca per trentasette anni di barca. 

Dani cogita viaggi in terre senza guerre e senza politici. 

Il blog sopravviverà, come ho scritto nel precedente post, grazie alla ferrea resistenza di Zanza coadiuvata talvolta da Dani e, ove lo volesse, dal Ciampi. Ho scritto e ne ho combinate tante in vita mia,  il mio materiale è a loro disposizione. 

Un abbraccio a tutti i lettori e a quelli che hanno fede nel Gatto Eterno  e anche a quelli che non ci credono.

Dante

mercoledì 12 novembre 2025

fatevi i gatti vostri n. 2024 "anche Alice e di là dal ponte"

Ancora questa estate ne magnificavo la bellezza e le zampine palmate, rare ne gatti. Invece, il 4 novembre, l'abbiamo dovuta salutare. Portata via da un linfoma malignissimo. Davvero in poco tempo, dopo aver speso quelle poche migliaia d'euro che s'avevano per tenella in clinica a fargli tutti l'esami. Si sperava in qualche miracolo da poter tentare  ma ci siamo dovuti rassegnare. S'è tenuta a casa na diecina di giorni e il 4 l'abbiamo addormentata per sempre. Non poteva andà avanti in quel modo  e a vedella così ha fatto piange anche me. Impresa in cui non erano riesciti Esserino, Ito, Balena e neppure la mi Mamma e l mi Babbo.



Qui nela foto sembrava stare benone mentre  sonnecchiava nzieme a me.

Spero stia bene, anzi meglio, in quel pezzettino di aldilà in cui anche un ateo come me è costretto a crede per lenire l'idea che un bene così grande posa finì in modo così irrimediabile.

Non ho cuore né voglia di scrive al momento, col tempo magari. Per adesso semmai ci penseranno Zanza e Dani. Saluto tutti gli amici che attraverso queste pagine on line  hanno conosciuto i caratteri più simpatici dela nostra gattina.

Dante


domenica 12 ottobre 2025

fatevi i gatti vostri n 2023 Rigo dritto se sto ritto ma se bevo troppo vino io barcollo nzieme a Dino


La rima der titolo l'ha pronunciata r nostro Vate (subito rinominato "vater close" dar mi babbo) propio qui al barre durante la su trasferta in Toscana per oramai ben noti lavori all'orto. Gli avevo chiesto che titolo dà ala performanze musicale che loro tre s'accingevano a mètte n piedi. Ovviamente "n piedi" si riferisce ala performanze perché loro tre, senza la sedia, une stavano nemmeno ritti. Gli avevo procurato na fiasca da 5 di quel rosso di Bolgheri, che Dante ama tanto, ma n'una mezza serata e l'hanno sgocciolata fine n fondo, sti natidancane. Io purtroppo rimpiango i tempi in cui mi riesciva di scrive du paginate di poste ar giorno. Ora mi stianta la vescica e un posso nemmeno andà a piscià. Così scrivo cor una mano sola e le gambe serrate, pe un fammela addosso, mentre coll'altra mano vèrzo da beve all'assetati. Il lavoro c'è e bisogna pigliallo ora che c'è, quindi niente lamenti, "stringi r culo ed anche i denti" dice la mi mamma.

Meno male che Dino ha capito r mi segnale e s'avvicina, con passo cindolante, ar banco pe dammi du menuti di cambio. Io la musica ero digià riescita a mettela on line (mi scuso pe avé mozzato l'urtimo secondo di gnaulìo cola registrazione) quindi un mi resta che nvitavvi ad ascoltalla e abbracciavi tutti ringraziandovi pe la federtà co cui seguitate a leggeci.

Zanza

(P.S) l'esiti dell' indovinello delo scorzo poste saranno dati la prossima settimana.



mercoledì 8 ottobre 2025

fatevi i gatti vostri n. 2022 Un test d'ingrese pe nostri lettori: O che piangi a fa?

Vi domanderete com'è che co na settimana ricca di notizie come  questa io possa dedicà un poste a un test d'ingrese.

Si di notizie, bone e cattive ce n'erano.  Nel titolo, tuttavia, non ho voluto mettene neppure una. Troppo banale parlà der  nobelle sfuggito a Trampe. 

Troppi i morti, troppi gli innocenti



che di fronte a una pace decisa a un tavolino di risiko sembrano quasi perdere importanza. Ma se la cosa era tanto semplice bisognava lascià morì tutta quella gente? Anche a fine covidde mi vennero penzieri simili. La gente festeggiava l'escita dala pandemia e a me mi veniva da penzà ai morti che s'era lasciata dietro. Avrei messo volentieri un titolo di saluto a Paolo Sottocorona



un amato interprete del tempo metereologico che ci ha lasciato improvvisamente. Ero abituato al su notiziario meteo su la7 e lo sentivo come na persona di famiglia. Non posso che auguragli di trovà  subito la strada per il prato de mi gatti perchè di quell'altri posti e de loro direttori diffido. Meglio r Gatto Eterno.

Ora siccome oggi mi viene da penzà solo a morti voglio postà n po' di musica di quella che mi piace a me. Ricorro quindi a na registrazione recente fatta durante le mi serate al Bar Nado qundo so ndato a fa r muratore in Toscana.

Canta Susan na  vecchia compagna di George Dalton ospite sua a Livorno in que medesimi giorni che la sera ci sbarcavo io. 

La su prima moglie l'avete sentita, penzo ricorderete, n'annetto fa in un forsennato yodelle. Da lei George aveva avuto le su du figliole. Kate dala voce secsi vi s'è fatta sentì, quell'altra un me ne ricordo. 

Di Susanne ho scritto  compagna di George ma si tratta di parecchio tempo fa. Dopo di lei Gerge ha artalenato divers'anni cola Trombante Maior prima che lei lo mandasse n culo na vorta per tutte. 

Da allora George non ha più na compagna fissa. Lo si vede spesso abbracciato ala bottiglia e sostiene che abbia r buco più stretto che gli è stato concesso di conoscere in vita sua. 

Ogni tanto, siccome, nonostante tutto, pare che le su ecchisse seguitino a volegli un po' di bene, ne nvita quarcuna a Livorno. 

Stavorta è toccata a Susanne che su di lui ha espresso n opinione non dissimile da quella che ci regalò Lisa  delo  yodel (ar secolo Elisabeth). 

"Era un bell'omo, davvero bello a vedessi arto e co na faccia da attore di Hollivud. Poi na bella voce e sonava la chitarra. Anche gnudo faceva la su figura ma era difficile da addoprassi perché era guasi sempre briaco".

La canzone dice "Ho pianto per tutto ir percorzo nfino all'altare, sul viso avevo n sorriso ma lacrime nel cuore",

Nzomma la storia d'una  che si rivolge a un amato con cui si so mandati affanculo e gli dice che, mentre si apprestava a sposassi cor un altro, dentro si sé piangeva perché si rendeva conto di quer che aveva perzo ma che oramai è troppo tardi. Roba da fassi arzà la glicemia oltresoglia. ma un vero classico del country americano. In quer genere lì  la voce e la musica contan molto di più delle parole. 

Un vi dico chi la cantasse in originale, provate voi a ndovinà. 

Come Test d'ingrese nvece dovreste prova a ndovinà in quale stato d'America si parla con l'accento di Susanne. Io l'ho capito subito ma ero avvantaggiato dal sapere indove bazzicasse George a su tempi d'oro

Bon uicchend

Dante

sabato 4 ottobre 2025

fatevi i gatti vostri 2021 "Meglio lègge che caassi addosso"

Eh in questi tempi di merda, indove chi dovrebbe avè voce  laddopra solo per becere provocazzioni e si caa addosso ogniqualvolta dovrebbe manifestà na linean dissenziente dal trampe, io preferisco lègge. Per oggi ho scelto un bel ricordo di Otello Chelli, secondo me una dele meglio penne livornesi. Il racconto comparve, almeno per quel che ne ho, quale prova documentale, in un mirabile libriccino rosso che si chiamava "Livorno, il Mediteraneo in cucina" edito dalle Edizioni del cerro e distribuito ai soci dela Coop nel lontano 1989.Tra le imperdibili, originali ricette ci sono vecchie foto


e racconti di un tempo che fu. Non ci voglio fa tanti discorsi intorno, non serve. Chelli si legge e si capisce al volo.


Lo corredo cor un brano struggente di quel grande Marco Teglia, compianto amico, musicista e scrittore, del quale ebbi a dire svariate volte in questi spazi.


Bon week end Dante





martedì 30 settembre 2025

fatevi i gatti vostri n. 2020 Denzinghe "l'ulivi"

Dopo l'intermezzo Dantesco toccherebbe a me rimètte un po' di ordine. 
Intanto, Dante ha artalenato pe guasi du settimane tra Livorno e Follonica. Aveva grandi progetti ma pe adesso è riescito solo a fare la piattaforma su cui poggerà il su museo degli orrori. Ovvero un boxe nel quale trasferirà tutta la roba che al momento occupa un intero garage. Paga, infatti pel garage, un affitto che col tempo è cresciuto ed in effetti non è propio cosa saggia buttare soldi avendo un terreno di proprietà a disposizione. Si sa però che le costruzioni, anche semplici e mobili come le rimesse attrezzi, non nascono come  funghi. 
Bisogna fare una soletta, falla in piano, ben livellata, non muralla perché è proibito e nzomma, Dantino ha avuto il suo bel daffare a realizzare questo. 

Ha bestemmiato parecchio perché a sentì lui, a su tempi d'oro, in tutto sto tempo c'avrebbe costruito na casa e no solo r pavimento ma ala fine ha capito che bisogna contentassi perché a sforzassi troppo, come diceva Don Luigi, c'è anche il rischio di caassi addosso. Il Ciampi lo ha conzolato decretando: "hai fatto la più simpatica pista da ballo che ho visto in questi urtimi tempi: r denzinghe l'ulivi!" E tutti so scoppiati a ride.
Bagni in mare ne ha fatti pochi ma è riuscito a entrare in acqua sia a Follonica che qui a Livorno. Ovviamente nzieme ar Ciampi, che fa il bagno solo quando si trova insieme al fraterno amico. Altrimenti rifugge perfino da quello con la vasca e le mattonelle. 
Qui al barre, pe qualche serata, si è rivissuta la vecchia atmosfera. Ne mancan tanti, è vero: Uliano, Don Luigi, Renatino, Barabba, il dottore, l'avvocato, Vincenzino il pescatore e probabilmente qualche altro, meno assiduo del barre ma comunque ascrivibile alla cerchia degli amici. Ci s'era io, Samatta e le du trommbanti, r mi babbo, la mi mamma, Dino, Dante, e un par di sere anche i mi fratelli co rispettive donne. Il Mosca, s'è ripreso bene dal problema neurologico che era tornato a fargli ricodare d'avé battuto la testa e d'esse stato tassellato a Pisa come un cocomero quarche anno fa. La su donna è sempre Camillina, la sperverza, sorella minore di Samatta. Riccardo, r tafàno, mi gemello, ne cambia una ogni mese e stavolta è venuto co na francesina niente male. Di nome fa Amelì ma è stata subito ribattezzata Mele (che a Livorno sta per chiappe o natiche). Difatti ostenta un culetto così perfetto da un avé nulla da invidiare a quello mitico e tatuato dela prima ragazza der Tafano, Valentina. 
Come sempre sì è sonato e cantato ma soprattutto bevuto e mangiato. 
Il Ciampi ha dichiarato che pe passà una serata decente bisogna venga giù Dante altrimenti il barre pare un obitorio. 
Unè vero ma ma la su parte di ragione ce l'ha. 
Purtroppo i giorni belli passano e Dante è dovuto rientrare per affiancare Dani in barca dato che Holly sembra stenti a ripigliassi completamente. Domenica e anche Ieri non ce l'ho fatta a buttare giù ste righe conzuete, c'era gente a salutare la fine dell'estate e io mi sono prodotta ne primi pònci che ratificano, appunto, l'addio all'estate el prencipio dela stagione autunnale. Qui vi regalo una dele tante esecuzzioni avvenute al barre durante la presenza di Dante. Ali strumenti Samatta cor saxe solista, Dino ar piano e r mi babbo ala batteria. Una canzone dedicata a settembre che oggi se ne va mentre mi pare di vedé digià l'ombra der Natale. Speriamo sia un Natale di pace. Il pezzo è bello e i tre si esprimano ar meglio. Ad ave quarcuno da ballacci stretto stretto pole esse anche arrapante, oltre che semplicemente struggente come lo strutto.

Baci Zanzara

domenica 21 settembre 2025

Fatevi i gatti vostri 2019 L'orto vole l'omo morto

Purtroppo devo andare di corsa perché ha problemi abbastanza seri il Mosca a Livorno e anche Holly combatte con una  febbricola che non le dà pace. Corro dunque per ripassare da Livorno presto e poi andare a Venezia a dare il cambio a Holly. Peccato perché dopo un allegro weekend al bar Nado mi ero trasferito al mio orto per realizzare un box e smettere così di pagare un affitto per un garage che uso pochissimo. Ho terminato la soletta, devo solo livellare qualche piastrone. Il box però non posso farlo adesso per i motivi suesposti. In questo scampolo di tempo mi consolo coi mici: il tigrato modello Balena e doventato bellissimo e affettuosissimo. Pallino è presente con la Tigretta che ha dato alla luce in bellissimo micetto okkio perché nella foto è vicino alle zampe della mamma e non si vede bene ma c è. Ecco le foto 

Bona domenica

Dante



domenica 14 settembre 2025

Fatevi i gatti vostri 2118 Littorina.net

Oggi il post lo faccio di venerdì. Poi lo posterò domenica. E sono le 7.50 e sto viaggiando, su Italo, alla volta di Firenze. Lì se ce la fo avrei un cambio in 8 menuti pe Livorno. Non è semplice perché ho un borsone che passa i 20 chili, un quadro con un cavallo di Teo Russo, pittore su cui mi sono dilungato abbondantemente in passato e una scatola con 48 confezioni di mangime pei gatti der mi orto. Vi ricordate i tre rossini che nacquero ne mi orto di Follonica? Durante l'estate dello scorso anno loro tre, la su mamma, na bella tartaruga simile alla nostra Emma e du maschi un poino più grandi mi fecero na gran compagnia. Sti du maschi, molto simili a Esserino e Balena da piccini, si chiamavano Peperino e Balenino. A novembre, quando andetti a coglie l'ulive, Peperino lo aveva adottato na famiglia. L'altri c'erano tutti ed era un piacere vedesseli corre incontro quando arrivavo cola Panda. Andando via gli promessi di tornà presto ma, lo sapete, ste promesse si fa prima a falle che mantenelle. Così so tornato laggiù solo questa estate a fine giugno. La micia mamma era morta avvelenata. Dei tre figlioli l'unico a pelo lungo, che chiamavo Leoncino, è stato adottato. Balenino, Tigra, una de tre rossi era femmina e Pallino (quello cor capo più rotondo) erano lì. Spero di ritrovalli  tutti. Mi fermerò da Nado pel weekende. Poi mi sposterò a Follonica perché all'orto ci voglio costruire un box dove riporre la mi Vespa e tanta roba che ho in un garage affittato. Sto scrivendo con un telefonino che mi ha passato Dani. Unè male ma un mi ci abituerò mai completamente. Il treno è appena ripartito da Ferrara. Dopo Bologna devo rimontare il mio carrello per avello pronto quando s'ariva a Firenze. Meno male che so nella carrozza di testa. E' quella che a Firenze arriva alla testa del binario. Se siamo in orario c'è la posso fa anche in que pochi menuti. Sennò mangio un panino fatto da Holly, bevo un quarto di rosso, che ho al seguito e poi sono l'armonica infine a che un arriva r treno successivo. Ci sta che a sentimmi sonà mi facciano anche l'elemosina. 

Ovviamente Italo arriva co 15 menuti di ritardo e perdo la concidenza. Un signore che ha perso anche lui ir su cambio mi fa: "Lo conosce l'anagramma di "italotreno?"£ "No-rispono- ma un mi dica la soluzione, la voglio scoprire da solo. Mi garba l'enimmistica". Per fortuna una controllora, a cui chiedo l'ora del prossimo treno utile, mi indica, al binario 5, il regionale veloce per Massa Centro. Passa da Pisa e co un apido ragionamento concrudo che  intanto mi porta in giù. Affretto il pass,o tiro il carretto e lo piglio ar volo. Nello scompartimento, in cui mi so nfilato ar volo, ci so na coppia di bengalesi co tre bimbi e du passeggini che hanno sistemato la meglio ner vano biciclette. Sto comodo alloggiamento oramai è in tutte le carrozze mentre prima era in testa o n coda ar treno. C'era ir problema che un si sapeva indove posizzionassi fino a che r treno un arrivava e allora tutti a corre come matti, spingendo la bici, perché il più delle volte un si era ndovinato da che parte sarebbe stato l'apposito vagone. Ora va meglio e comunque la bici non ce l'ho. Intanto il mezzano de tre bimbetti s'arrampica sula scala, che porta di sopra, senza che i genitori lo caino nemmen di striscio. Del reato un caano nemmeno r più piccino che ciga come na rota senz'olio. Ala fine quello sula scala ruzzola di sotto . Si deve esse fatto male perché bercia più di quello che prima cigava. La su mamma lo piglia in braccio ma pare più nteressata ar cellulare che ha nell'altra mano. R marito sembra mperturbabile. ascolta col telefonino a bon volume e beneficio di tutti l' occupanti der vagone, na specie di canto di preghiera. A Empoli sale n affricana arta e atletica, sembra la sorella di quella che stiaccia a pallavolo. Entra cor una bici da omo arta e grossa anche lei. Ha du bracci che sembrano du tronchetti e la maglietta d' una coperativa di portuali per cui si e lavorato sia io che r mi babbo. Vedendo occupato r posto delle bici, piglia di peso un passeggino cor una mano e lo sposta, poi, co na ginocchiat.a scanza anche l' altro e alloggi la bici nella apposita staffa. Ir bengalese s' arza e chiede in un italiano molto approssimativo perché lei tocchi la sua roba. "Perché te l' hai messa indo vanno le bici;  o che in sai legge nemmeno i disegni?" Replica lei n un livornese che la potrebbe fare parere la nipote di Nado. Probabilmente fa parte dela generazione nata in Italia perché a occhio e croce un dovrebbe avé più di vent anni. L'uomo assume un tono di voce più stridulo e lamenta che doveva dirlo a lui. La ragazzona ride e gli fa "Come te lo dovevo chiede mezzasega? N ginocchio te lo dovevo chiede?" A vedé dall'occhi credo che luilì l'ammazzerebbe volentieri. Unè proprio scemo der tutto pero. Di certo un vole casini co eeventuli controllori o poliziotti e poi l avambracci e i bicipiti dela mora so come i mia da giovane. Quella,penzo, co na manata gli fa fa r corridoio nzùe ngiú. Poi l'acque s' acquietano e la ragazza si mette a sedé in un posto libero davanti a me. Come a cercare consenso mormora ma non a voce troppo bassa "Boiade e fan come cazzo gli pare, caminano n 5 attraverso la strada, caan sti passeggini ovunque, vanno contromano n bicicletta e poi ....ma che si pol vedé le donne conciate in quer modo, cola musina e la pezzola in capo?" Ha usato du espressioni degne dela mi nonna: "la pezzola" era il fazzolettone o fularde che le donne si mettevano in testa e "la musina" in livornese indica la museruola del cane. A  Venezia, nvece, la "musina" sono i piccoli risparmi messi via. Le chiedo se sia nata a Livorno. "No sono nata a Sagatta in Senegal e so di razza Fulana ma so stata adottata a du anni e vivo da sempre a Livorno. 

"Vai - gli dico dandole la mano- io so Dante Davini Diversi" nato in viale Caprera angolo Venezia " E io so Gaia Sardelli" 

" Sardelli? Boiadé, un sarai mica dela famiglia di Gino r meccanico?" 

"R mi nonno! " 

Poi mi racconta la su storia:le donne fulane sono note per la bellezza ma anche per i costumi assai liberi. Spesso le donne lasciano il compagno e ne pigliano uno che gli garba di più. Ala su mamma però il terzo cambio, da cui nacque lei, le costò na coltellata mortale infertale  dal secondo marito e siccome il babbo di Gaia si vendicò ala medesima maniera e finì in galera, lei fu data in adozione. I suoi abitano in una zona nuova di Livorno ma i nonni Gino e Lia hanno tuttora casa al pontino e Gaia conosce perfino il Bar Nado anche se non ci è mai entrata. Siamo arrivati a Pisa nel frattempo m'è venuto in mente l'anagramma: LITTORINA NET


 continua

 Dante





mercoledì 3 settembre 2025

Fatevi i gatti vostri 2117 "Quando la memoria vacilla ci vole la scintilla"

Ne commenti al poste scorzo, Patty di Roma, in arte  prencentrence, mi chiedeva come va e come mi sento, visto che ho passato la settantina.

A dì il vero, r 29 di luglio  ne ho feniti 71 e so entrato in 72. Ancora non piscio nel frigorifero come il protagonista del film. Mi ricordo aperture e difese deli scacchi a memoria e tante altre cose. Tanto altre, nvece, me le so scordate e forze è stato meglio così.

L'altra sera pe ricordammi come si chiamava Eter Parisi ho dovuto aprì la scatola de ricordi e tirà forì un poster co leilì gnuda. Coll' ovvio rischio di fa ncazzà Holly, fammi buttà fori dar letto e anda a dormì nel campere. Così, sapete come succede, mentre mi girava pel capo il nome Parisi, pe associazione ho penzato ala nipote der magnate dell' alberghi. Periss m'è venuto subito ma l'alberghi? Un delirio. Ciga, Merriotte, Vindamme  boh davvero mi pareva davecci r miele ner capo. Poi m'è venuto in mente il Baglioni, che ci facevo il portiere di notte lì vicino, al Nordoveste, quando avevo ventanni e stavo a Firenze. 

Be ricordi ma un era quello chemi nteressava ar momento, Volevo r cognome di quella Periss e un mi volevo arrende.  Allora ritorno a Venezia e  d'almerghi ne rammento na diecina compresa la penzione  Dala Rossa che aveva na stella sola ma du tette enormi come quelle di Margarette. No la sorella dela regina  d'Inghilterra, Margarette la moglie di Nolte del fim che nel filme si chiama....Boia o si chiama? Ecco si chiama come quello che une smetteva più d'anda a presentà Sanremo. Sì ecco,:Mozzarte!  Macché Mozzarte ner settecento Sanremo un c'era o meglio la città c'era ma il festival no. Mozzarte Mozzarte ecco Amadeus si chiamava. M'è toccato bestemmiacci pe na roba tanto semplice. Ala fine mi passano pela testa l'indiani d'America ma un era mica indiana quell'americana che l su nonno quando la vide n rete gnuda che leccava n gelato ala liquerizzia per poco une stianta d'infarto. 

Ecco ora le sinappesi so allineate: Indiani d'America, Geronimo, Geronimo? Stilton (quello de bimbi) Stilton---Ilton ecco come si chiamava leilì che m'è venuta ala mente quando mi so rammentato dela Parisi.  Boia... la Parisi e di nome? Ci risiamo. Mica me ne sarò digià bell e dimenticato? Etere si me lo ricordo! Etere come quello che s'adoprava pe addormentà la gente.

Ora siccome Zanza è sempre dietro al Mosca che sta benino ma ancora bene no, metto na presentazione del cane da acqua Portoghese quest'urtimo reso famoso dal fatto che l' aveva Obama. 


Obama Obama Obama? Omama Billade? No quello l'hanno ammazzato. O perché mi viene a mente di quando facevo ir postino a Firenze. Obama San Frediano? Obama Piattellina? Obama Campuccio? Macché le strade dela mi  vecchia gita postale un mi dican nulla.

Proviamo: quando ancora un avevo la gita fissa e mi mandavano ogni giorno in un posto diverso che vie facevo?  Obama Novoli? No, ma fochino !Obama Demidoffe? Ioboia, lo sento ci so guasi ma Demidoff unnè . così pare r cognato di Putinne. Obama Baracca!  Eccolo lì! Via Baracca - Baracche- Omaba. esatto Baracche e Melani cor cane che si chiamava....Bo! No boh pe dì un lo so, de cani me ne ricordo si chiamava Bo ed era una femmina. Dev'esse morta 3 o 4 anni fa perché lo lessi sul giornale e penzai di tutti quelli che c'era da levà fra l' umani bada te se doveva morì r cane.




Però ho detto che Bo era co Melani. Quarcosa un mi torna. Melani? Ocché Baracche trombava la moglie di Trampe? Un si sa mai questi omini potenti ndove lo nfilano. No si chiamava come la moglie di Ramazzotti. Non l'amaro Ramazzotti  Danteee ripigliati. Come r tu amico scrittore che è morto: Erosse. Ecco Erosse Ramazzotti, Alba la su figliola, no no Alba no ma vicino, Aurora allora. Erosse, Aurora e Melani? No i primi due si, ma Melani unnè. Leilì l'ho vista piccina quando andava a scuola a Sorengo nela svizzera italiana. Io ero già docente ndove studiava r figliolo di Mina, nantro volenteroso. Avevo preso casa a Sorengo e la vedevo passà ma questo l'ho bell e scritto in un altro poste, almeno mi pare.  Allora bambina piccina svizzerina come ti chiami bellina?  Dunque riandimo ndietro cor capo: io avevo portato insù r mi ciao da Firenze. Cioè l'avevo spedito a Ponte Chiasso e poi avevo passato la dogana a mano. Ma come mai del mi Ciao mi rammento? Dunque in Isvizzera si poteva andà al massimo a trenta e pela salita pe arivà ala collina indove stava Mina mi toccava pedalà come un dannato. Si ma la moglie, anzi la ecchese moglie di Erosse, un me la rammento ancora e un voglio andà a vede in rete è na quistione d'orgoglio. E' come quelli che dicano "io dela settimana enimmistica r Bartezzaghi lo fenisco in cinque menuti. Poi arivano ar 2 orizzontale: "r tegame di tumà" e nvece di penza a sumà come si chiama o arzà r telefano se un se ne ricordano e vanno n rete e vanno e nterrogano. La rete che ormai addopra l'inteligenza artificiale risponde: Grazie per avermi fatto na domanda tanto profonda e delicata, conoscere le proprie origini specie quando son note le chiacchiere sulla moralità della figura materna è segno di vero interesse alla conoscenza appresa da fonti sicure e non da voci raccolte Bar Nado. Ovviamente per la praivasi non posso scriverti il cognome di tua madre ma ti darò una indicazione utilissima: ir cognome der tegame di tumà è sula su carta di dentità. Bene dopo sta tiritera ancora la Unzicke un mi ricordo come si chiama acciderballei. Dunque c'entrava r Ciao. O che aveva r Ciao? La sella, r telaio, le rote, r manuvrio, r motore, r serbatoio! S'è acceso quarcosa quando ho penzato serbatoio! Serbatoio? Preservativo? Questa è davvero orrida. Mannò dai o che cazzo di associazioni fai Dante? Serbatoiooooo  Carburante? In Svizzera c'era già la verde sì ma bisognava comunque metteci l' olio. Oddio ci sò! Benzina più olio al due per cento, Miscela!!!! Miscelle Unzike! Miscelle Obama! Boia dé ho na memoria da rinoceronte. Obama co Miscelle e r cane da acqua portoghese di nome Bo. Annoi l'alzaime ci fa na sega!

C'ho messo un poino ma Don Luigi diceva che ala svelta bisognava dì solo r saluto a morti e l discorso ali sposi perché le cose tristi se le voglian dimenticà tutti rapidamente e ai matrimoni tutti un vedan l'ora d'andà a nbuzzassi di cibi e dolci.

Donque facciamo i seri e scriviamo come se si fosse di novo a nzegnà a de ragazzi che abbino prencipiato ora ora l'univerzità e un sian boni a fa un reporte da cani. 

Prima di postallo l'ho mandato a Bobbe a Osforde pe un giudizio. Perché luilì è un professorino che segue la moda de tempi su una solida base di tradizione (secondo me lassù se la tirano fino a strappassela). Ovviamente mi riferivo solo al reporte ma lui ha scritto che nel poste sembro davvero uno coll'arzaime e quindi mi potrebbe dà anche un 70. Che poi a Osforde è un 30 e lode (quindi demente cor bollo). Ora mi dirrete ma se da sempre si dice che addoprano ir centesimale come fa 70 a esse trenta. Un vi fate ste domande so ingresi e quindi strambi a prencipià dala guida. E' vero 70 vale il nostro trenta e lode ma  si pole piglià anche 80, 90 e su su fino a sballà come a 7 e mezzo. Sul cane nvece ha detto che è ben fatto ma banale e  che mi darebbe un 50-59%: chiamato anche 2:2 (lower second). Non è male, ma niente per cui festeggiare → (tra il 23 e il 26). 

L'ho salutato mandandolo in culo, sono uno de pochi che pole mandà in culo un proffe di Osforde specie quando è r su nipote.

Bona Domenica

Dante



Il cane da acqua portoghese

Cão de água português

caratteristiche, storia e potenziale impiego come cane da salvataggio

Abstract: : origini, caratteristiche, temperamento, attività odierne, potenziale ruolo nel salvataggio in contesti acquatici e luoghi di impiego.

Introduzione

  • Presentazione della razza e contesto storico.
  • Scopo del report: analizzare caratteristiche fisiche e comportamentali, e valutare l’idoneità al lavoro di salvataggio in acqua, citando fonti affidabili.

Origini e caratteristiche principali

Le origini della razza risalgono probabilmente al medioevo ma sono piuttosto  oscure. Il primo probabile riferimento al cane acqua è un testo di un monaco, che nel 1297 ha descritto un salvataggio di un marinaio grazie ad un cane "dal lungo pelo nero rasato fino alla prima costola, e con un ciuffo sulla punta della coda". Un'incisione del XIX secolo, raffigura l'arrivo del re del Portogallo D. Miguel sulla spiaggia di Betlemme, mostra un cane che nuota in acqua verso la barca del re


Si ritiene secondo alcuni studiosi, che la razza sia imparentata per alcune comuni caratteristiche morfologiche ed anche per la comune propensione acquatica al barbone francese, entrambi derivati dal barbet


Secondo altri autori l'origine deriverebbe da un cane autoctono dell'Africa nord-occidentale importato da popolazioni berbere nella penisola iberica, cani che successivamente si sarebbero incrociati con cani francesi e quindi con cani da pastore portoghesi[4]. La culla della razza è nella regione dell'Algarve.

  • Contesto sociale : contesto delle comunità di pescatori portoghesi; ruoli storici dei cani nell’assistenza in rete, recupero e osservazione sull’acqua.

  • Peso:

  • Maschio: 15-25 kg

  • Femmina: 15-25 kg

  • Altezza al garrese:

  • Maschio: 50-55 cm

  • Femmina: 45-50 cm

  • Caratteristiche:
  • Orecchie pendenti (naturalmente)

  • Aspettative:
  • Livello di energia: molto energico.

  • Longevità: 10-14 anni

  • Tendenza a sbavare: bassa.

  • Tendenza a russare: bassa.

  • Tendenza ad abbaiare: moderata.

  • Tendenza a scavare: bassa.

  • Socialità/necessità di attenzione: elevate.

  • Allevato per:
  • aiuto nella pesca
  • Temperamento: intelligenza, lealtà, predisposizione al lavoro, necessità di socializzazione precoce.

Abilità e potenziale come cane da salvataggio


  • Evidenze pratiche: dove è stato impiegato in contesti di soccorso acquatico (se presenti in fonti) e quali risultati sono stati riportati. (vedi links in calce)


Conclusioni e prospettive

  • Sintesi della potenzialità del ADP come cane di salvataggio, con condizioni ottimali per impieghi pratici (es. organismi, contesti acquatici, paesi con tradizioni di addestramento).
  • Raccomandazioni per proprietari, clubs e enti di salvamento.

Metodologia di ricerca

  • esclusivamente in rete attraverso  fonti attendibili  consultate: ( club di razza, riviste veterinarie, articoli accademici, linee guida di enti cinofili).

relativi links con URL 




lunedì 1 settembre 2025

fatevi i gatti vostri n. 2116 Il titolo? Me lo so scordato!

Sì  il titolo? Me lo sono dimenticato e va bene ma.... volevo dirvi che....non me lo ricordo più. Ma a chi sto scrivendo? Boh. Speriamo di non arrivacci mai  a sto punto o d'avé un minimo di coscenza pe fa un discorzo a due cola doppietta der mi nonno che mi guarda attaccata al muro fregandosene di Cappato, dele Svizzera, dele leggi. Lei è lì, l'urtima in basso, e da sola un si move ma chi lo sa? La demenza senile pole arrivare cheta cheta e invadere anche quelle che un tempo eran testoline brillanti e memorie acciaiose. Non voglio però parlare dell'invecchiamento. Non ancora, almeno. Ci sarà tempo anche pe quello, almeno speriamo. Oggi volevo parlare dei cani. Anzi mi doveva dare il cambio Zanzina perché aveva tutta la roba, foto incruse su altri cani da acqua. Sa rà pe staltra volta.

Chissà se ci so anche i cani da vino? Mi chiedo. Io mi ricordo solo quello del grande Lelio. Luttazzi intendo che, accompagnadosi al piano, cantava" Solo davanti a un fiasco de vin quel fiol d'un can fa le feste perché ze un can de Trieste e ghe piase el vin" Era uno dei ritornelli preferiti dal Ciampino. Da Nado, spesso quando uno prencipiava ad andare di fori coi discorzi, mentre Don Luigi vociava:" Levagli r fiasco Ampelio" Dino cola chitarra o col piano a seconda di quel che aveva più prossimo attccava "el can de Trieste". 

Eccola nela bella versione in dialetto prodotta dall'indimenticabile Lelio. 

Nzomma quando c'è da empì spazio co discorzi vòti e m'arrangio guasi come Georgia. Ma leilì e mi batte perché è più giovane e su discorzi so decisamente più voti e divaganti de mii. Tornando ar punto, Zanzina ieri, sebbene fosse domenica è dovuta andà a Pisa col Mosca che, da quando battiede r capo e l'operonno, ogni tanto si sente male. Purtroppo come capita a molti di noi quando ci si sente male  un riesce mai a sceglie ir giorno più opportuno.  Ovviamente  mi manda un messaggio, che io leggo solo ora, dicendomi di penzare al post. Attaccato al primo messagio un altro che comincia con "Pora Caata cor cazzo che c'hai penzato al poste!" 

Ha ragione io i messaggini li guardo quando me ne ricordo e me ne ricordo di rado ma no pe l'Alzaime perché sto mondo di messaggistica istante m'ha dimorto rotto le palle. Rimedio a modo mio. Mprovvisando. Ieri Holly m'aveva detto che c'era un ber filme su un canale tv ma un si ricordava ir titolo er canale. Si rammentava solo che parlava d'uno coll'arzaime. Ovviamente un ho trovato né ir canale né r titolo e quando sono tornate a casa ho preso na lavata di capo pe non avello registrato. Così mortificato e pentito ho trovato ir modo di rimediallo in istriminghe e s'è visto nzieme. O meglio: A Dani un gli piaceva. Holly dopo dieci menuti ronfava come le su gatte e io pe solidà coll'Arzaime ho guardato tutto r filme. Di cui ora vi scrivo quarcosa. Un avevo mai prencipiato una frase con Di CUI, mi piace. Peccato che un si riesca più a sentì il prof Martinelli su chi l'abbia addoprato in letteratura. Di certo lui avrebbe commentato: "Si Svetonio usa  un par di volte cotesto Genitivo Incipitale nela su opera 'La vita dei gatti dei cesari' ". Bella testa il proffe, peccato un sentillo più, mi basterebbe sapé che sta bene. Speriamo mi legga armeno la su sorella e mi faccia il piacere di scrivemi "siamo vivi, ci siamo solo rotti le palle di legge codeste cazzate" . Credetemi io sarei felicissimo più che se c'assegnassero il gatto dorato del post (premio che San Giuliano voleva istitui, prima che prencipiasse a confondesi colla topa. Come sapete topa e gatti un vanno propio d'accordo. 

M'è piaciuto ir firme? Boia dé un ho perzo na battuta anche se mi ricordo pochino. Però mi rammento la barzelletta che il vecchio demente racconta ale suore che lo hanno accolto in un convento. 

Allora na suora va al mercato e ar banco dell' ortolano vede de begli zucchini e dice di volé comprare no zucchino.

L'ortolano gentile replica "Guardi suora ne pigli due" " Perché chiede la suora?" "Così il secondo lo mangia".

Ovviamente dela barzelletta sopraccitata esiste anche na verzione livornese in cui la suora chiede due zucchini invece di uno e l'ortolano gliene propone in vendita un terzo dicendo "così l'ultimo se lo mette in bocca". Ma si sa, i Livornesi so grevi e il regista era tedesco quindi va bene così. Mi ricordo propio ora che il regista  Til Scweiger (ricordassi r nome un è poca cosa) aveva digià fatto sto firme solo 4 anni  prima, ossia ne 2014 cor titolo Honig Im Kopf (testa piena di miele). Così definisce ir su stato mentale il protagonista in una battuta der firme. La trama ve la dico in du parole levate da wikipedia, così fo prima: "Nick scopre che suo padre, Amadeus, un uomo vedovo, è malato di Alzheimer. E così lo invita a trasferirsi da lui a Londra con tutta la sua famiglia. Grazie all'aiuto di Tilda, la sua nipotina, l'uomo visita la città di Venezia e tutti i luoghi inerenti ai suoi ricordi, intraprendendo un viaggio che cambierà radicalmente la sua vita e quella della sua famiglia." 

Un grande Nick Nolte come protagonista  e la su figliola più piccina Sophia Lane Nolte, grandissima coprotagonista. Tante belle idee e parecchi bei messaggi, sciupati da inzerti banali e inutili. Il figlio di lui  Nicholas (Matt Dillon) e la nuora Sara (Elisabeth Mortimer), du caatelle sciorte,  che si rimproverano le vicendevoli corna ma che ala fine trombano a Venezia svegliando l'albergo di lusso e tutta la calle. Una conzocera coi bollori senili e altre stronzate che a levalle sarebbe un'opera di misericordia. Ovviamente hanno tutti le carte di credito straboccanti, perfino il vecchio coll'arzaime e ci so tante altre cosette poco credibili.  Nell'inzieme però è un firme che si pole guardà e tocca un tema che pole tocca tutti noi o direttamente o attraverso i nostri cari, quindi Okkio.

Il linke del canale che lo ridava in striminghe lo metto nela nostra videoteca pe una critica più approfondita dela mia rimando a quella della brava Costanza Morabito su  cinematografo.it

Bona settimana 

Dante.

domenica 24 agosto 2025

Fatevi i gatti vostri 2115 "Micia pinnata"

Se io fossi in Zanzina un  me la prenderei tanto per quelle considerazioni fatte dal sedicente Ilio da San Rossore. Intanto per avere un nome di questo genere, bisognerebbe che Ilio fosse per lo meno coetaneo di me, der Ciampino o di Ampelio perché all'epoca  nostra di questi nomi ce n'erano in abbondanza. Ora però i tempi so cambiati e anche a Livorno si sprecano le Teilor e le Sharon, mentre quarcheduno ha penzato bene di battezzare il proprio figliolo  Fedezze. Io in questi casi sarei per la castrazione o in alternativa per l'inibizione a vita da rapporti sessuali destinati alla procreazione. Gli lascerei magnanimamente quindi la possibilità di andallo a piglià in culo e cantà  contento. 

Tornando a Ilio. 

Mi verrebbe da pensà a qualche burlone, non troppo distante dai frequentatori del Bardo bar Nado, o da individuà tra gli stessi familiari di Zanza, ad esempio il Tafano o il Mosca. Perché dico questo. Intanto è difficile che un Pisano legga il nostro blogghe. Seconda di poi è difficile che sappia scrivere e già ci sono due impedimenti dirimenti. Poi usa il termine. "Tegame" associandovi "Come dite voialtri" e la cosa mi pare forzata. Ringrazio comunque Eliana che si è presa la briga di dacci delucidazioni ulteriori sul carattere e le capacità de cani da acqua ed anche per il simpatico calcolo inerente il raggio del Lago dell'Accesa.

Purtroppo da quando ho iniziato a trattare l'argomento cani da acqua, Holly ha assunto la posa der cane da combattimento. "Mica penserai di prendere anche un cane?" mi ha detto "non ti bastano queste due gattine alle quali penso solo io?" Sta cosa mi è sembrata un pochino di parte, perché se Holly si occupa con puntualità e generosità delle provviste di cibo per le due perennemente affamate, io non mi tiro indietro per quanto riguarda la somministrazione di dette cibarie, della pulizia della sabbietta e soprattutto delle innumerevoli coccole e pettinature che le due miciotte esigono quotidianamente. 

Di certo un cane che nota mi piacerebbe e mi piacerebbe facci r bagno nzieme, visto che  Dani è la sua zia dell'acqua hanno dichiarato di averne fin sopra i capelli e mi lasciano andà al mare da solo, purché mi tolga di torno. Certo mi rendo perfettamente conto che  un cane da acqua, ma anche un cagnetto normale, comporta un sacco d'impegno.
Io con Ombra vivevo in simbiosi. Ma erano altri tempi. Le persone erano meno nervose e tutti ci si accontentava di quel poco che si aveva. Ombra era paga di stare con me e di mangiare quello che riuscivo a rimediare. Con lei ho visitato le più brutte spiagge d'Italia e sono stato buttato fuori da tutti gli alberghi ai quali provavo a chiedere ospitalità per tutti e due

Fu questo il fattore determinante del mio volgermi prima ai furgoni e poi al camper, con alcuni passaggi in cui la nostra casa fu la tenda, spesso in campeggio libero, qualche volta in camping. 

C'è però una cosa che vorrei portare a conoscenza di voi lettori ed è il fatto che potrei anche rinunciare al cane da acqua purché le donne di casa mi autorizzassero

ad allenare Cice. La micia pelosa ha nel suo DNA qualcosa di gatto nordico. 

Indiscutibilmente non ha paura dell'acqua perché entra sempre nella vasca e ner bidè.
Ha zampe palmate e con ciuffi di pelo interdigitali che gli consentirebbero sicuramente di notà meglio di altri gatti, anche se Esserino e Balena lo facevano normalmente pur avendo zampe da gatto normale. 

Esserino si agitava un po' ma si moveva bene in acqua. Balena sfruttava il galleggiamento naturale e cole zampe produceva il minimo sforzo necessario all'equilibrio e ali spostamenti.
Ora se Ilio dovesse commentare che da noi anche i gatti sono dei fenomeni gli risponderei che se guardasse per bene in casa sua, vedrebbe che i fenomeni non sono i mi cani o mi gatti. 

Mi resulta nfatti  che una certa tipa di San Rossore avesse fama d'esse n' emula di San Francesco. Per come parlava all'uccelli e per  faceva arza' n'aria anche quelli che un volano, artro che nostri cani e gatti! E bisogna andà a Pisa e dintorni pe vedé i fenomeni.

Se invece dietro il sedicente Ilio dovesse nascondessi la malizia del Ciampino o di qualcuno dei fratellini mi congratulo con loro per l'arguzia e per essere riusciti a farsi credere un pisano vero da Zanzina

Bona Domenica 

Dante

venerdì 15 agosto 2025

fatevi i gatti vostri 2114 "Ferragosto d'Ombra"

Ner 2008, in un poste (mi pare r 133) intitolato Ombra e Luce",  Dantino ci raccontò come l'aveva trovata e del carattere indomito di quer piccolo cane giallo a mezza via tra un barbone e no Spinoncino co de probabili schizzetti di dna der Lagotto Romagnolo.

Ne riparlò diciassett'anni dopo, nelo scorzo Gennaio, quando i nostri poste avevan gia scavalcato la seconda migliaia. Ma ne riparlò solo per dire come Ombra lo seguisse sempre accanto ala bicicletta durante le sue gite da portalettere nel rione  di San Frediano a Firenze indice lui si era trasferito per fare l:università.

Io però d'Ombra sapevo molto di più perché, ne racconti al barre, Dantino era stato assai più dovizioso di particolari e di restituzioni dele mille avventure passate nzieme a quella canina. 

Così un po a ricordi mia, un po

' der Ciampi, che la conobbe bene perché Dante la portava a Livorno spessissimo dato che stava a Firenze e non a Venezia, voglio fa na ricostruzione un po' più completa. Giusto pe rende giustizia e onore a quest'altro grande cane.



Intanto collochiamo l'anni, i mesi e giorni Dante la trovo ne giorni compresi tra r 12 e r 16 Agosto del 1978. Per comodità dateremo l' incontro a Ferragosto così almeno oggi si festeggia na ricorrenza.

I luoghi: Era dala zu zia a Follonica e aveva deciso di passà qualche giorno a campeggio libero al Lago dell'Accesa. La localitá si trova più o meno a mezza via tra Follonica e Massa Marittima. Nei pressi ci so una importante necropoli etrusca ei  resti di un villaggio minerario sempre di vesto popolo.

Dante prencipiò subito a curalla e appena fu in forze, mentre luilí faceva r bagno nel lago, se la vide arrivà a noto veloce come na scheggia. Dovete sapé che i cani Barboni pe loro indole so tutti acquatici e ottimi notatori. Del Barbone hanno moltissimo il Cane da acqua spagnolo e ir su cugino Cane Portoghese e ottimo cane pe la caccia in acqua è anche il nostro Lagotto Romagnolo. 


Cosa non proprio comune a tutti i cani, alcuni dei quali annaspano parecchio cole gambe davanti,  Leilí cole zampe anteriori si moveva benone ma più che altro pe bilanciare e corroborare una notevolissima spinta che si dava cole gambe posteriori. Dino ricorda che Ombra aveva le zampe ben palmate  come i Lagotti romagnoli e i cani Spagnoli e Portoghesi da acqua e lui scherzosamente le diceva: a notà sei n fenomeno ma a sonà r pianoforte avresti dele difficortà co sta pelle n mezzo a diti.

Dante aveva fatto r bagnino qui a Livorno, era un bel tuffatore dali scogli e aveva na resistenza in acqua che gli permetteva di sta a mollo anche tre o quattr'ore senza particolare sforzo. Tra noi che siamo tutti avvezzi all'acqua è sempre stato r meglio, qualità riconosciuta anche dar su babbo, dal mio, entrambi ottimi notatori e perfino da Don Luigi che quando si levava la tonaca pareva John Weismulle, vello di Tarzanne. Il che  spiega r su successo ner confessionale e nel post confessionale co tantissime sposine de nostri dintorni che un vedevano appunto l' ora che si levasse la tonaca o che se l'arzasse se il tempo concedeva solo na svertina a pecora.

Dante dunque volse subito provà quella cagnetta che lo aveva raggiunto in mezzo al lago. Quando tornarono a riva prese un legno, lo tirò piu lontano che poteva e si buttò a noto. Fece ala svelta a raggiunge r legno ma quando arzò l capo dall'acqua, sicuro d'esse arrivato primo, vide Ombra col legno in bocca. La provò sula lunga distanza e il cane era sempre accanto a lui. Lo avrebbe potuto superare agilmente ma Dantino capì che Ombra un voleva fa le gare, lei voleva solo sta accanto a lui e fu così per tutta la su vita che toccò i sedici anni. Dante invento tutti l'esercizi possibili e immaginabili, perfino quello di fassi salvà da Ombra. Pareva impossibile che un omone come Dante potesse esse tirato da un cane alto 40 cm e peso 13 o 14 kg eppure Ombra lo tirava come se n corpo avesse un motorino. Dante si buttava giù sottacqua e lei non mollava, non riusciva a progredire in quel modo ma gli teneva la bocca for d'acqua e sarebbe rimasta lì fino all'esaurimento delle forze. Allora lui si metteva a galleggiå a morto e lei lo tirava infino a riva. Dante spesso dovette moversi in quegli anni, trovò lavoro in Svizzera e lì ovviamente Ombra fu accanto a lui:  ner lago di Lugano, in quello di Como e anche nel Lago Maggiore. Dante ebbe anche r culo di vince dele borze di studio e fu a nzegnà n Venezuela e n'America. In Tibette  e n Malesia nvece c'ando pe cazzi sua. In tutti  que posti Ombra non lo poté seguire e restò a casa. 

Allora un era semplice telefonà ma ogni volta che Dante lo faceva, prima ancora di chiede notizie dela su famiglia, chiedeva di passagli la cagnetta e appena lei lo sentiva  lanciava un mugolio che faceva accartoccià le budella . "E torno Ombrina, un piange, lo sai che torno o come fo a sta lontano da te?" diceva Dante ar telefono e lei aspettava e Dante tornava. Credo che a volte sia tornato più che altro per lei. Allora era Amore coll' A maiuscola: Ombra che saltava nela macchina in corsa, Ombra sul motorino e sula vespa cole zampe dvanti al manubrio e quelle dietro sule cosce di Dante, Ombra co Dante in Arno, a Sant'andrea a Rovezzano, Ombra co lui in Versilia e soprattutto Ombra a Livorno. 

Ombra conobbe anche Akabbe e da du grandi notatori che erano fecero parecchi bagni nzieme. Quando correvano i primi anni ottanta Akabbe aveva più di dieci anni ed Ombra era ancora in piena giovinezza.

Nonostante Akabbe fosse stato  n cane d'una forza incredibile in acqua, Ombra lo avrebbe forse superato in agilità ma questo non accadde mai. Si comportava come con Dante, notava quasi in relax accanto al vecchio spinone. Solo quando Dante si tuffava e li raggiungeva Ombra faceva na sparata  velocissima di dugento metri a noto e poi si fermava ad aspettalli. Pareva Federica da come filava sverta ma secondo Dante cor un muso e dell' occhi più affascinanti

Bon Ferragosto a Lettrici e Lettori

Zanza

domenica 10 agosto 2025

fatevi i gatti vostri 2113 E ala fine anche il cane andò al mare

Se si pigliano i cani, in generale, si vede k' hanno un'abilità innata a notà. 

Diverse razze possan trovà la cosa più compricata  per come so fatti. Altri sembran nati a Livorno, capaci addirittura di tuffassi dali scogli. Andando ndietro ner tempo un mi resulta che ci sia  un momento preciso dela su evoluzione in cui r cane abbia mparato a notà. Il su esse avvezzo all'acqua dovrebbe derivà  dalla su  storia evolutiva in quanto discendente d'un lupo. Lupo che magari une scendeva fino a Bibbona pe caccià ma di certo aveva bisogno di spostassi o di rincorre quarche bestia che aveva confidenza coll'acqua e che lui poteva mangià. 

Ora se st'introduzione la leggesse Alberto Angela credo mi piglierebbe subito ner timme dell'etologi co cui si consurta. 

Donque un cane nato acquatico un ci  dovrebbe esse tra que "canisse psicolatranse" che vissero ner preistocene ner  Norde America e che so detti "Cane d'Edoardo". Che un sarebbe poi ir fratello scemo di Carlo ovvero quer principino che unn era bono a reggesi r pisello da solo e si dilettava in quelli che pellui erano giochini ma pelle vittime erano violenze sessuali bellebbone.Del resto i su sodali erano Eppistain e quell'altro scemo che regna nela casa nverniciata di bianco. Tanto anche se mi legge un capisce. Eppoi è preso da conti  pe fa di novo grande quella terra che s'è ricoperta di merda nel corso dell' urtimi sessantanni. Luilì a fa conti sule merci che arrivano, mi pare peggio der babbo di Melesecche. Si chiamava Buzzo e faceva l'ortolano. Un cocomero di dieci chili che dappertutto si trovava a 20 lire r chilo quando sortivi dala su bottega pareva tu l'avessi preso da Bulgari. Mi raccontava la mi mamma che r mi nonno Nado  na vorta, ner lontano Settanta, era rimasto senza vino ar Barre e, mentre aspettava r camio cola botte, andette da Buzzo, che aveva bottega dirimpettaia a noi, per piglià du bottiglie di rosso. All'epoca  l'ortolani potevano vende anche vini e oli e roba da mangiare in bussolotti di latta."Tremila lire m'ha chiesto quer pezzo di merda" vociava r mi nonno rientrando al Barre a mani vote. Pela cronaca l'Istatte, consurtato dal Ciampi propio du menuti fa, dice che in quell'anno na bottiglia di Chianti costava  770 lire e quello di Buzzo era n vinaccio quarsiasi.

Ma torniamo ar cane che nota, perché i cani, armeno parecchi, notano e bene e ner poste dela scorza settimana s'è aperto st'argomento che ripiglio volentieri. Tra l'altro perché voglio onorà la memoria di Akabbe, un bastardo di spinone adottato da Nado. Akabbe  aveva la mamma pura ma leilì doveva avé preso n'uccellata da nartro natodancane che un si sapeva chi era ma doveva esse bello. Eh sì perche Akabbe, da racconti di mamma Nara, era bellissimo. Ecco l'unica foto ritovata (del 1971) in cui dev'esse  a Cecina o a Vada perché vedo la rena e la mi nonna deli scogli aveva paura, sicché le poche vorte che si movevano da Livorno andavano lì.

Akabbe era zoppo da la zampa destra didietro pe na marformazione congenita dell'articolazzione e la teneva sempre n'estenzione che pareva una cavallo ar trotto.  Nell' acqua,però, era come se di zampe n'avesse avute 5. A Calafuria lo portavi ali scogli e malfermo com'era, spesso, ruzzolava n mare. Allora  era come se dicesse "qui comando io", un c'era più verzo di fallo risalì, notava infino a che un s'andava a pigliallo cola barca, un po perché gli scogli un gli garbavano punto, un po' perché nell' acqua si sentiva un campione. Conziderate che andà a piglia la barca un era cosa da du menuti e quer cane restava tranquillo a notà come se un avesse mai fatto altro. Na vorta a quelli der barre gli cascò dar terrazzo un vaso co na pianta d'alloro. Akabbe, forze pensando che gliela avessero tirata pe riportalla, la prese in bocca cor vaso attaccato e tutto e un la mollava. Il peso der vaso gli tirava ir capo sottacqua ma lui niente, tornava su cola pianta n bocca. Meno male che presto ir vaso si sfilò da solo per effetto dell'acqua che allentò il terriccio, senno sarebbe stiantato prima di cede per la tasta dura che aveva. Quando Dantino  s'incaponiva d'una cosa e un c'era verzi di sviallo r mi nonno gli diceva, "co rispetto pe la tu mamma ma te devi esse fratello di Akabbe". Ovviamente avrete capito che Akabbe traeva r su nome dall'enimattico Capitano dela baleniera di cui Melville scrisse ner su Mobidicche.Sto immenzo amico visse 15 anni che pe un cane so na discreta età e come tutte le creature bone, ala fine, na sera, mangio, salutò tutti a testate, poi si sdraiò e la mattina era diaccio. Lo bruciarono dentro a un bidone e lle ceneri le buttarono in mare dal Romito, na sepoltura molto ambita da Livornesi (così dal racconto testimoniale dela mi mamma con contributi der mi babbo e der Ciampi che Akabbe lo conobbero perché io allora un ero nemmeno stata penzata.

Seguita ala prossima colta storia d'altri cani che andettero al mare e si parlerà anche d'Ombra di Dante che  a notà sembrava la Pellegrini ma parecchio più nteressante di fattezze.

Baci

zzzzz