domenica 10 agosto 2025

fatevi i gatti vostri 2023 E ala fine anche il cane andò al mare

Se si pigliano i cani, in generale, si vede k' hanno un'abilità innata a notà. 

Diverse razze possan trovà la cosa più compricata  per come so fatti. Altri sembran nati a Livorno, capaci addirittura di tuffassi dali scogli. Andando ndietro ner tempo un mi resulta che ci sia  un momento preciso dela su evoluzione in cui r cane abbia mparato a notà. Il su esse avvezzo all'acqua dovrebbe derivà  dalla su  storia evolutiva in quanto discendente d'un lupo. Lupo che magari unne scendeva fino a Bibbona pe caccià ma di certo aveva bisogno di spostassi o di rincorre quarche bestia che aveva confidenza coll'acqua e che lui poteva mangià. 

Ora se st'introduzione la leggesse Alberto Angela credo mi piglierebbe subito ner timme dell'etologi co cui si consurta. 

Donque un cane nato acquatico un ci  dovrebbe esse tra que canisse psicolatranse che vissero ner preistocene ner  Norde America e che so detti Cane d'Edoardo. Che un sarebbe poi ir fratello scemo di Carlo ovvero quer principino che unn era bono a reggesi r pisello da solo e si faceva aiutà dale reclurate di Eppistain. Più o meno come quell'altro scemo che regna nela casa nverniciata di bianco. Tanto anche se mi legge un capisce. Eppoi è preso da conti  pe fa di novo grande quella terra che s'è ricoperta di merda nel corso dell' urtimi sessantanni. Luilì a fa conti sule merci che arrivano, mi pare peggio der babbo di Melesecche. Si chiamava Buzzo e faceva l'ortolano. Un cocomero di diechili a 20 lire r chilo quando sortivi dala su bottega pareva tu l'avessi preso da Bulgari. Mi raccontava la mi mamma che r mi nonno Nado  na vorta, ner lontano Settanta, era rimasto senza vino ar Barre e, mentre aspettava r camio cola botte, andette da Buzzo a piglià du bottiglie di rosso  dato che  l'ortolani potevano vende anche vini e oli. "Tremila lire m'ha chiesto quer pezzo di merda" vociava r mi nonno rientrando al Barre a mani vote. Pela cronaca l'Istatte, consurtato dal Ciampi propio du menuti fa, dice che in quell'anno na bottiglia di Chianti costava  770 lire e quello di Buzzo era n vinaccio quarsiasi.

Ma torniamo ar cane che nota, perché i cani, armeno parecchi, notano e bene e ner poste dela scorza settimana s'è aperto st'argomento che ripiglio volentieri. Tra l'altro perché voglio onorà la memoria di Akabbe, un bastardo di spinone adottato da Nado. Akabbe  aveva la mamma pura ma leilì doveva avé preso n'uccellata da nartro natodancane che un si sapeva chi era ma doveva esse bello. Eh sì perche Akabbe, da racconti di mamma Nara, era bellissimo. Ecco l'unica foto ritovata (del 1971) in cui dev'esse  a Cecina o a Vada perché vedo la rena e la mi nonna deli scogli aveva paura, sicché le poche vorte che si movevano da Livorno andavano lì.

Akabbe era zoppo da la zampa destra didietro pe na marformazione congenita dell'articolazzione e la teneva sempre n'estenzione che pareva una cavallo ar trotto.  Nell' acqua,però, era come se di zampe n'avesse avute 5. A Calafuria lo portavi ali scogli e malfermo com'era, spesso, ruzzolava n mare. Allora  era come se dicesse "qui comando io", un c'era più verzo di fallo risalì, notava infino a che un s'andava a pigliallo cola barca, un po perché gli scogli un gli garbavano punto, un po' perché nell' acqua si sentiva un campione. Conziderate che andà a piglia la barca un era cosa da du menuti er cane restava tranquillo a nota come se un avesse mai fatto altro. Na vorta a quelli der barre gli cascò dar terrazzo un vaso co na pianta d'alloro. Akabbe, forze pensando che gliela avessero tirata pe riportalla, la prese in bocca cor vaso attaccato e tutto e un la mollava. Il peso der vaso gli tirava ir capo sottacqua ma lui niente, tornava su cola pianta n bocca. Meno male che presto ir vaso si sfilò senno sarebbe stiantato prima di cede dala tasta dura che aveva. Quando Dantino  s'incaponiva d'una cosa e un c'era verzi di sviallo r mi nonno gli diceva, "co rispetto pe la tu mamma ma te devi esse fratello di Akabbe". Ovviamente avrete capito che Akabbe traeva r su nome dall enimattico Capitano dela Baleniera di cui Merville scrisse ner su Mobidicche.Sto immenzo amico visse 15 anni che pe un cane so na discreta età e come tutte le creature bone, ala fine, na sera, mangio, salutò tutti a testate, poi si sdraiò e la mattina era diaccio. Lo bruciarono dentro a un bidone e lo buttarono in mare dal Romito, na sepoltura molto ambita da Livornesi (così dal racconto testimoniale dela mi mamma con contributi der mi babbo e der Ciampi che Akabbe lo conobbero perché io allora un ero nemmeno stata penzata.

Seguita ala prossima colta storia d'altri cani che andettero al mare e si parlerà anche d'Ombra di Dante che  a notà sembrava la Pellegrini ma parecchio più nteressante di fattezze.

Baci

zzzzz

1 commento:

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    Zanza, on line tutta la mattina

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