sabato 31 dicembre 2011

fatevi i gatti vostri n. 399 " Firenze San Silvestro 1974 "



Firenze 1974 (avevo vent'anni)
Si respirava già aria d'anno novo nelle stradette del centro che reticolano tra s. Ambrogio e Piazza dei Ciompi. Grande affaccendarsi tra il mercato della frutta, per l' occasione aperto in appendice pomeridiana, e il mercatino delle pulci che proponeva un vastissimo repertorio di bric a brac. Una signora che non aveva rinunciato alla pelliccia zampettava tra le sconnesse pietre di via de' Macci e io, come al solito ciondolavo a cavallo della mia  decrepita vespa. Scommettevo, tra me e me, su quanto fosse rimasta ritta la signora e valutavo   dala qualità dele zampe,  avvortolate  nele calze a rete, se valesse la pena di soccorrerla in caso di caduta.  Di quando in quando pigliavo parte alla conversazione in corso davanti alla bottega di Spartaco, il barbiere, che, con i suoi due sporti occupava la cantonata   affacciandosi sia su via dell' Agnolo che su via de' Macci. 
Il primo che lo scorse fu Bachino, un tipo che si vestiva sempre di nero e aveva fama d'esser strambo dato che aveva ricoperto l'unica finestra di casa sua con assi inchiodate e andava in giro con una pistola in tasca.  A chi niene chiedeva conto mostrava il porto d'armi e aggiungeva "Non si sa mai chi s'incontra ...l'è dimorto  meglio un brutto processo che una bella morte".Gli davo il peso che meritava ma stavolta la sortita di Bachino m'arrivò all'orecchio  perché berciò colla sua vocetta nasale : "questo l'hanno avvelenato accidenti alla maiala di sumà! " 
Conoscendo però  il disceto tasso di paranoia che alterava la ragion critica di Bachino, sulle prime né io né gli altri gli si dette punto peso e si pensò che fosse una delle sue tante recriminazioni ma Umberto, il barrista, ebbe assai più credito quando disse anche lui: "Chissa a chi rompeva 'oglioni  pora bestia". Il gatto era grosso e tigrato, ad occhio poteva pesare tra i sei e i sette chilli. Una bella stazza per un maschio intero, come si deduceva dalle pallottole  a castagna, malcelate da una coda grossa e anch'essa tigrata. Aveva la bava alla bocca ed era impegnato in una lotta con la morte, lotta che pareva persa in partenza.
Oramai l' è bell' e più di là che di qua" fece il Bocca e quasi tutti gli fecero eco con commenti simili.
Io non m'ero mosso dalla vespa, a quell'età la morte mi faceva ancora parecchio effetto e ai gatti c'ero attaccatto, avendone avuta una nella culla fin dai miei primi vagiti. Quando la gente si spostò da Umberto per addolcire la brutta visione con una bevuta al bar, mi accostai piano piano. Rantolava di brutto e pensai se potesse essere un gesto pietoso strozzarlo o dargli una pedata sul cervello in modo che non patisse più ma mi mancava la sicurezza della diagnosi e il coraggio.
Pensai a chi potesse essere l'artefice di quel turpe misfatto di fine anno.
Certo il più papabile era il vecchio  ragioniere che abitava di sopra al bar. Diverse volte lo avevo sentito maledire i gatti che gli pisciavano su pelle scale ogniqualvolta l'uscio ni restava aperto. Doveva aver pesato il veleno, preparata la polpetta  e aver pregustato il momento quell'infame. 
In un attimo organizzai mentalmente la vendetta. L' avrei  aspettato al varco vicino alla fermata del 14. Il marciapiede era stretto  buttarlo sotto al tranve con una precisa spallata per me era uno scherzo.
Non meritava altro ma, ero sicuro che fosse lui il colpevole? E se fosse stata la Fedora che anche lei coi gatti.... Meglio lasciarlo nelle mani d' Iddio. Immaginai il ragioniere, gnudo e tremante, che arrivava davanti al tribunale del giudizio e  vidi la nerboruta mano di Dio che sollevava il gatto e glielo buttava sul piatto della bilancia. Peccato che a Dio non ci credevo. E se anche ci avessi creduto era mai verosimile un Dio che pesava i gatti? Se ne sbatteva delle guerre, della fame nel mondo, immaginarsi se gnene fregava un cazzo dei gatti.
Il Gatto adesso dormiva, l'ombra della morte era passata rapida e ne potevo scorgere il lembo del mantello mentre si allontanava. La signora in pelliccia, accorsa al macabro spettacolo, non aveva retto e perduto ogni sexappil  aveva rigettato sulla cantonata del mercato. Presi una cassetta di legno da frutta e ci deposi il gatto, in mezzo a un letto di carte veline degli aranci. Lo coprii con un'altra scatola di cartone perché nessuno lo vedesse e lo buttasse tra le immondizie. Poi lo misi nascosto sotto al camioncino di Salvatore, l'ortolano, col proposito di andarlo a pigliare di notte e sotterrarlo in riva d'Arno, vicino al Bambi, a monte del  ponte San Niccolò, dove tenevo la canoa.
Era la notte dell' ultimo dell' anno, ero giovane, le distrazioni non mancavano  e mi attardai a fare bisboccia con gli amici quasi dimenticandomi del gatto.
Quando tornai a prendere la cassetta erano le 4 di mattina del 1 gennaio 1975.
In istrada c'era solo uno dei fornai che tornava a dormire in bottega perché aveva leticato  a casa.  Sollevai il cartone, il gatto era sempre lì, immobile, ma aveva un occhio socchiuso e mi pareva respirasse. Chiamai il fornaio che lo tastò dappertutto e sentenziò: è più vivo di te e di me, portiamolo al caldo in bottega. C'era acceso uno solo dei due forni, perché, di giorno di  festa, aveva solo la commisssione dei ristoranti di lusso che volevano il pane fresco, ma al gatto gli bastò.
Si alzò piano piano sulle zampe davanti, poi miagolò. Si ributtò giù e sembrava di nuovo morto. Poi si rialzò. Così per diverse volte. E noi lì a scrutarlo. "Se campa si tiene qui in bottega" disse il fornaio. "Mi ci voleva una femmina, sono più brave a pigliare i topi ma questo è arrivato per combinazione e non si pole mandare via". Alle otto Silvestro (ci parve ovvio chiamarlo così) aveva ripreso ogni funzione vitale ed esplorava la sua nuova dimora. Ci rimase per tutta la sua vita da gatto e io non ho più dimenticato quella lontana notte di capodanno di tant'anni fa quando  miracoli o no qualcosa di bello succedeva ancora.


Dante

7 commenti:

  1. ...di anni ne avevo 30!!!

    Auguri a Tutti.
    che gli "umani" considerino parte di se stessi i nostri Amici "animali".

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  2. Finiamo il 2011 ed iniziamo il 2012 in allegria!!!
    per voi con amicizia e simpatia:
    clicca e ascolta!

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  3. Riuscite a darmi sempre emozioni speciali. Pure questo lo stampo e lo metto nella mia cartelletta dei preziosi. Grazie, semplicemnete grazie. Questo racconto è un capolavoro!

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  4. che bel post, dalle grandi emozioni :)
    Mio nonno materno era di Firenze :)

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  5. i gatti hanno sette vite... avoja a morì... c'era tempo!!
    Bellissima storia. Grazie

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  6. Un applauso al fornaio, che ha semplificato le cose al bravo e vitalissimo Silvestro, e buon 2012 achiunque passi di qua, che abbia quattro o due zampe ^_^

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  7. Io ogni tanto mi dedico all'archivio. Dante ascolta, non è che la leggeresti? Vabbè, non ti arrabbiare, era una domanda così eh...
    :-)

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