lunedì 26 dicembre 2011

fatevi i gatti vostri n. 379 "il dono di Don Luigi"

Quand'ero un  bimbetto piccino piccino   e l'unico interesse mio pareva quello di bisticciarmi coi miei cotanei  e far dispetti alle bimbeaccadde che Don Luigi (proprio quello che compare ogni tanto nei nostri post) venne chiamato a sostituite il parroco del nostro rione. Di fama lo conoscevo perché il mi' babbo mi aveva parlato spesso di questo tipo che era stato partigiano e che era stato l'unico ad impegnarlo seriamente a braccio di ferro. Don Luigi mi insegno a scrivere e a leggere, e, quando passati diversi anni, mi ritrovai alle medie, divenne il mio mentore per l' italiano. Il periodo che ha bisogno d'esser corretto mi ammoniva, è nato male in partenza, nella testa. Le parole che usi devono essere le più semplici ma le piò efficaci. Fai conto di doverla chiedere a una ragazza che ti piace...sbagli una parola e ti tocca arrangiarti da te. Parlava per massime, il caro Don, ma non ce n'era una che non fosse adatta alla situazione. L'unica cosa in cui non ci si trovava era il discorso sulla fede. Uliano negava Dio e chi gli stava dintorno, la mi mamma diceva: favole per far ballare di paura i poveri ignoranti. Insomma per quanto Don Luigi fosse di casa da noi nessuno sapeva dire se la fede l'avesse e, in tal caso, visto che l'uomo era di gran lunga uno dei più accorti della zona, cosa mai  gli avesse fuso il cervello per portarlo a credere in Dio.
Ierlaltro sera, vigilia di Natale, tutto m'aspettavo meno che Don Luigi portasse al barre dei pacchetti. Ci fa: "questo è probabilmente il mio ultimo natale e non me ne frega un cazzo. Può darsi anche che non moia ma in tal caso vorrei togliermi dalle palle e andare ad aspettare di schiantare in un paese diverso, così ho portato dei regali importanti a tutti".

Per Uliano c'era una pipa fatta a coltello che Don luigi  fumava quando erano partigiani insieme e che il mi babbo gli invidiava dato che si doveva fare le sigarette colla carta di giornale. A Dino è arrivato un metodo per Harmonium  sul quale il ciampino aveva cominciato a studiare musica da ragazzetto adoprando l'armonium e, talvolta l'organo  di chiesa. Ad Ampelio ha regalato un ombrello di tela cerata verde per pararsi il culo dalle tasse e ala su moglie una  videocassetta  di gola profonda con Linda Lovelace pe' riaccende' la passione coniugale. Al che tutti sono stiantati dal ridere. A me ha dato un un libro verde, rilegato bene con un segnalkibro d'argento con una lettera "n"

e mi ha detto: ti ricordi Dantino che una volta, avevi dodici o 13 anni e mi chiedesti in cosa consistesse la mia fede?
"Boia dè se me lo riordo!" n'ho fatto.
"E la mi risposta te la riordi?"
"Mi dicesti: Nella più bella e  dolce illusione che esista."
"E io ti detti a leggere un raccontino da questo libro" - ha proseguito.
"E' vero mi dicesti: 'Dantino leggiti vesto racconto. Te sei sveglio e capirai. E' tradotto un po' alla bona e alcune locuzioni sanno dell' italiano del duce, ma la storia è quel che conta'.

Il racconto di Amalia Alver Skram si chiamava "per un emme" e me lo ricordo, tuttora, quasi a memoria.

Non mi aspettavo questo regalo e voglio estenderlo pubblicando il racconto.
Mi ci vorranno due o tre puntate ma pazientate, è bellino e dentro ci si legge la risposta di Don Luigi ovvero quella che io ancora non sono riuscito a darmi.
Ecco il dono.
Da domani comincio a postare le puntate.




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