Propio ora che gl'hanno fatto quell'infamata di rimandacci dall'Arbania quer monticino di negri asitichi e affricani e che lei porina si sente accerchiata dai tramatori e da doverzi nfami der su codazzo io ni voglio tributà na tangibile testimonianza d'interesse pele su radici storiche.
Mi fa Samatta: "o Zanzina e ti ci metti anco te a leccagli r'culo? Tanto un cresce mica di statura, semmai d'orgoglio!".
Nzomma è vero sì, so tutti rasoterra cola lingua di fori pe leccagli r culo all'anderdogghe ma noi 'sa si dovrebbe fa? Leccà la topa a quell'altra solo perché ha dichiarato che ni garba?
Eh no cari mia! Io dala ducia un m'aspetto nulla anzi, temo ogni su mossa.
Da Ella però m'aspetterei programmi strutturati e strategici e no titoli.
In questo concordo co Massimo Cacciari che si è espresso n questo senzo in una su recente partecipazione ala mezz'ora serale dela Grubere, sula 7. Ma se aspetto che sorta quercosa da vella camicia sbottonata ostentante na triste assenza di poppe, o da quella di Giuseppi che è molto compreso nel suo ruolo di scamiciato, dal machiavellico fiorentino, dall'acido Calenda, dar pisano o da Bonelli che pare presenzi al funerale del pianeta con faccia di circostanza, sto fresca.
E allora?
Allora "a forza di sforzi", come disse quella, che gli sortirono l'emorroidi dopo na settimana che un caava, ho trovato na chicca pe ngrazziami i piani artissim der governo.E se laggiù avessero per me la medesima sensibilità che hanno ne confronti di parenti e amici e valezze il teorema de giuli, mi dovrebban dà come minimo un posto fisso a Gazzetta Nera.
Si tratta nfatti d'un quotidiano di prossima pubbricazione che dovrebbe, nell'intenzioni dell'editori, scavarcà quei loffi di repubbria stampa e corriere, lavativi asserviti a quell'infami paperoni ndustriali che si dican di sinistra e si fan vanto di chiamare "caro e cara" i su servi negri.
Pare che la ducessa n'una recente ntervista abbia dichiarato "per me ir rosso è rosso ma anche rosa, arancione, rosso stinto e anche maroncino simil merda ma er Nero è Nero e io amo profondamente e svisceratamente r Nero".
L'infame che doveva esse n'inviato, da parte dell'infami dele testate di cui sopra ha osato chiedere: "Potremmo dunque dire che anche le persone nere di colore, quelle che l'americani chiamano blacks o coloured entrino a pien diritto nele su simpatie?"
"Cor cazzo" pare abbia prorotto la ducessa "nun diciamo stronzate e non scambiamo fiaschi per fasci e negri per neri, pe su migliore nformazione le anticipo che sto pe emette n decreto da convertì in legge che definisca in modo inequivocabbile che i negri si devan chiamà negri e no neri essendo quest'urtimo attributo storicamente riconducibile solo all'estrema destra italiana e come tale incurruttibile. Chiunque interzionarmente o no, equivocasse sarà soggetto a fermo immediato e a processo pe direttissima co previsione di pena minima di anni 3 senza beneficio condizionale"
"E come la metterebbe con gli orientali?" Ha seguitato l'impudente
"Bè negri der bangladesce, negri d'india, negri d'arabbia."
"Ma ci sono arabi quasi bianchi e i cinesi e gli emigranti dell'est europa non comunitaria?" Ha nzistito r medesimo rompicoglioni
e avabbé se nun so negri so comunque ecchisestracomunitarii
"Ma non sarebbe più semplice che foste voi a cambiare colore ad esempio blu o bianco o viola?"
"A moré" ha detto la ducessa all'intervistatore piantandogli un indice tra i coglioni, (voleva essere diretto al pieno petto ma è piccolina), "er nero è nero e ar cavajere nero nu je dovete cacà er cazzo".
L'ha detto così bene e in un romanesco così borgataro che persino Proietti dall' aldilà, al sentir citare la sua celeberrima barzelletta sul cavaliere bianco e il cavaliere nero, sorridendo, cogli occhi e colla bocca come sapeva far solo lui, ha detto: "Me cojoni an vedi questa? Cià proprio l'anima coatta ortre che nera!"
E così essendomi fatta un culo tanto per reperire questa perla di cui anticipo la copertina, vi lascio alle parole della moderna curatrice del ponderoso lavoro dei Sustel, avvisando che in ragione di qualche volume alla volta l'opera in questione verrà acquisita anche dalla biblioteca di Esserino.
Ovviamente sposo in pieno le parole della curatrice per quanto riguarda i fini non apologetici ma intesi a favorire studio storico e critico da parte chi nutre interessi per tali ambiti. Del resto spero che questo lo avessero capito tutti i lettori nonostante la farsesca genuflessione colla quale ho prencipiato.
Bona Domenica a tutti
Nonostante l’Opera Omnia sia un lavoro mastodontico considerato una fonte preziosa per gli studi sul fascismo sia a livello politico che storico/bellico, c’è molta difficoltà nel reperirne tutti i volumi, sia in formato cartaceo che in formato digitale. Il valore dell’opera completa si aggira sopra i 500 euro tra i collezionisti, 44 volumi di cui 36 di testo e secondari 8 di appendice che contengono, oltre ovviamente alla biografia e alla storiografia politica del Mussolini, materiali dimenticati o rari (soprattutto gli ultimi tre volumi): appunti personali, bozze di discorsi, correzioni, lettere, volantini, manifesti, comunicati ufficiali, diari. Come opera da consultazione offre materiale di prima mano anche sulle manovre belliche operate durante il fascismo e cenni di strategia. Per il momento sono disponibili 35 volumi su 44 (il 36 che è assente è l’indice generale dei nomi di persona e dei periodici) ma come accennato i volumi mancanti sono appendici che per spirito di completezza comunque, cercherò di reperire.
Edoardo e suo figlio, Duilio Susmel hanno operato nel tempo un lavoro di ricerca di alta precisione che è stato pubblicato da La Fenice per la prima volta nel 1951; alla fine degli anni Settanta Duilio ha aggiunto i volumi di appendice per una migliore consultazione dei materiali. Edoardo Dusmel era intenzionato, in quanto storico, e così suo figlio dopo di lui, a dare alla monografia un carattere neutrale e l’opera intera nasceva e veniva dedicata, anche per mole di ricerca e tipologia di archiviazione delle informazioni, a un pubblico di soli studiosi. Personalmente non commento il contenuto dell’opera in quanto l’aspetto politico è certamente preponderante e non è il mio ambito di ricerca, che si incanala invece nei materiali fiumani e di guerra in generale. Sono però certa che la consultazione di questi volumi sarà così più facilitata e utile ad appassionati, storici, studenti, professionisti e curiosi