Ner 2008, in un poste (mi pare r 133) intitolato Ombra e Luce", Dantino ci raccontò come l'aveva trovata e del carattere indomito di quer piccolo cane giallo a mezza via tra un barbone e no Spinoncino co de probabili schizzetti di dna der Lagotto Romagnolo.
Ne riparlò diciassett'anni dopo, nelo scorzo Gennaio, quando i nostri poste avevan gia scavalcato la seconda migliaia. Ma ne riparlò solo per dire come Ombra lo seguisse sempre accanto ala bicicletta durante le sue gite da portalettere nel rione di San Frediano a Firenze indice lui si era trasferito per fare l:università.
Io però d'Ombra sapevo molto di più perché, ne racconti al barre, Dantino era stato assai più dovizioso di particolari e di restituzioni dele mille avventure passate nzieme a quella canina.
Così un po a ricordi mia, un po
' der Ciampi, che la conobbe bene perché Dante la portava a Livorno spessissimo dato che stava a Firenze e non a Venezia, voglio fa na ricostruzione un po' più completa. Giusto pe rende giustizia e onore a quest'altro grande cane.
Intanto collochiamo l'anni, i mesi e giorni Dante la trovo ne giorni compresi tra r 12 e r 16 Agosto del 1978. Per comodità dateremo l' incontro a Ferragosto così almeno oggi si festeggia na ricorrenza.
I luoghi: Era dala zu zia a Follonica e aveva deciso di passà qualche giorno a campeggio libero al Lago dell'Accesa. La localitá si trova più o meno a mezza via tra Follonica e Massa Marittima. Nei pressi ci so una importante necropoli etrusca ei resti di un villaggio minerario sempre di vesto popolo.
Dante prencipiò subito a curalla e appena fu in forze, mentre luilí faceva r bagno nel lago, se la vide arrivà a noto veloce come na scheggia. Dovete sapé che i cani Barboni pe loro indole so tutti acquatici e ottimi notatori. Del Barbone hanno moltissimo il Cane da acqua spagnolo e ir su cugino Cane Portoghese e ottimo cane pe la caccia in acqua è anche il nostro Lagotto Romagnolo.
Cosa non proprio comune a tutti i cani, alcuni dei quali annaspano parecchio cole gambe davanti, Leilí cole zampe anteriori si moveva benone ma più che altro pe bilanciare e corroborare una notevolissima spinta che si dava cole gambe posteriori. Dino ricorda che Ombra aveva le zampe ben palmate come i Lagotti romagnoli e i cani Spagnoli e Portoghesi da acqua e lui scherzosamente le diceva: a notà sei n fenomeno ma a sonà r pianoforte avresti dele difficortà co sta pelle n mezzo a diti.
Dante aveva fatto r bagnino qui a Livorno, era un bel tuffatore dali scogli e aveva na resistenza in acqua che gli permetteva di sta a mollo anche tre o quattr'ore senza particolare sforzo. Tra noi che siamo tutti avvezzi all'acqua è sempre stato r meglio, qualità riconosciuta anche dar su babbo, dal mio, entrambi ottimi notatori e perfino da Don Luigi che quando si levava la tonaca pareva John Weismulle, vello di Tarzanne. Il che spiega r su successo ner confessionale e nel post confessionale co tantissime sposine de nostri dintorni che un vedevano appunto l' ora che si levasse la tonaca o che se l'arzasse se il tempo concedeva solo na svertina a pecora.
Dante dunque volse subito provà quella cagnetta che lo aveva raggiunto in mezzo al lago. Quando tornarono a riva prese un legno, lo tirò piu lontano che poteva e si buttò a noto. Fece ala svelta a raggiunge r legno ma quando arzò l capo dall'acqua, sicuro d'esse arrivato primo, vide Ombra col legno in bocca. La provò sula lunga distanza e il cane era sempre accanto a lui. Lo avrebbe potuto superare agilmente ma Dantino capì che Ombra un voleva fa le gare, lei voleva solo sta accanto a lui e fu così per tutta la su vita che toccò i sedici anni. Dante invento tutti l'esercizi possibili e immaginabili, perfino quello di fassi salvà da Ombra. Pareva impossibile che un omone come Dante potesse esse tirato da un cane alto 40 cm e peso 13 o 14 kg eppure Ombra lo tirava come se n corpo avesse un motorino. Dante si buttava giù sottacqua e lei non mollava, non riusciva a progredire in quel modo ma gli teneva la bocca for d'acqua e sarebbe rimasta lì fino all'esaurimento delle forze. Allora lui si metteva a galleggiå a morto e lei lo tirava infino a riva. Dante spesso dovette moversi in quegli anni, trovò lavoro in Svizzera e lì ovviamente Ombra fu accanto a lui: ner lago di Lugano, in quello di Como e anche nel Lago Maggiore. Dante ebbe anche r culo di vince dele borze di studio e fu a nzegnà n Venezuela e n'America. In Tibette e n Malesia nvece c'ando pe cazzi sua. In tutti que posti Ombra non lo poté seguire e restò a casa.
Allora un era semplice telefonà ma ogni volta che Dante lo faceva, prima ancora di chiede notizie dela su famiglia, chiedeva di passagli la cagnetta e appena lei lo sentiva lanciava un mugolio che faceva accartoccià le budella . "E torno Ombrina, un piange, lo sai che torno o come fo a sta lontano da te?" diceva Dante ar telefono e lei aspettava e Dante tornava. Credo che a volte sia tornato più che altro per lei. Allora era Amore coll' A maiuscola: Ombra che saltava nela macchina in corsa, Ombra sul motorino e sula vespa cole zampe dvanti al manubrio e quelle dietro sule cosce di Dante, Ombra co Dante in Arno, a Sant'andrea a Rovezzano, Ombra co lui in Versilia e soprattutto Ombra a Livorno.
Ombra conobbe anche Akabbe e da du grandi notatori che erano fecero parecchi bagni nzieme. Quando correvano i primi anni ottanta Akabbe aveva più di dieci anni ed Ombra era ancora in piena giovinezza.
Nonostante Akabbe fosse stato n cane d'una forza incredibile in acqua, Ombra lo avrebbe forse superato in agilità ma questo non accadde mai. Si comportava come con Dante, notava quasi in relax accanto al vecchio spinone. Solo quando Dante si tuffava e li raggiungeva Ombra faceva na sparata velocissima di dugento metri a noto e poi si fermava ad aspettalli. Pareva Federica da come filava sverta ma secondo Dante cor un muso e dell' occhi più affascinanti
Bon Ferragosto a Lettrici e Lettori
Zanza