lunedì 1 settembre 2025

fatevi i gatti vostri n. 2116 Il titolo? Me lo so scordato!

Sì  il titolo? Me lo sono dimenticato e va bene ma.... volevo dirvi che....non me lo ricordo più. Ma a chi sto scrivendo? Boh. Speriamo di non arrivacci mai  a sto punto o d'avé un minimo di coscenza pe fa un discorzo a due cola doppietta der mi nonno che mi guarda attaccata al muro fregandosene di Cappato, dele Svizzera, dele leggi. Lei è lì, l'urtima in basso, e da sola un si move ma chi lo sa? La demenza senile pole arrivare cheta cheta e invadere anche quelle che un tempo eran testoline brillanti e memorie acciaiose. Non voglio però parlare dell'invecchiamento. Non ancora, almeno. Ci sarà tempo anche pe quello, almeno speriamo. Oggi volevo parlare dei cani. Anzi mi doveva dare il cambio Zanzina perché aveva tutta la roba, foto incruse su altri cani da acqua. Sa rà pe staltra volta.

Chissà se ci so anche i cani da vino? Mi chiedo. Io mi ricordo solo quello del grande Lelio. Luttazzi intendo che, accompagnadosi al piano, cantava" Solo davanti a un fiasco de vin quel fiol d'un can fa le feste perché ze un can de Trieste e ghe piase el vin" Era uno dei ritornelli preferiti dal Ciampino. Da Nado, spesso quando uno prencipiava ad andare di fori coi discorzi, mentre Don Luigi vociava:" Levagli r fiasco Ampelio" Dino cola chitarra o col piano a seconda di quel che aveva più prossimo attccava "el can de Trieste". 

Eccola nela bella versione in dialetto prodotta dall'indimenticabile Lelio. 

Nzomma quando c'è da empì spazio co discorzi vòti e m'arrangio guasi come Georgia. Ma leilì e mi batte perché è più giovane e su discorzi so decisamente più voti e divaganti de mii. Tornando ar punto, Zanzina ieri, sebbene fosse domenica è dovuta andà a Pisa col Mosca che, da quando battiede r capo e l'operonno, ogni tanto si sente male. Purtroppo come capita a molti di noi quando ci si sente male  un riesce mai a sceglie ir giorno più opportuno.  Ovviamente  mi manda un messaggio, che io leggo solo ora, dicendomi di penzare al post. Attaccato al primo messagio un altro che comincia con "Pora Caata cor cazzo che c'hai penzato al poste!" 

Ha ragione io i messaggini li guardo quando me ne ricordo e me ne ricordo di rado ma no pe l'Alzaime perché sto mondo di messaggistica istante m'ha dimorto rotto le palle. Rimedio a modo mio. Mprovvisando. Ieri Holly m'aveva detto che c'era un ber filme su un canale tv ma un si ricordava ir titolo er canale. Si rammentava solo che parlava d'uno coll'arzaime. Ovviamente un ho trovato né ir canale né r titolo e quando sono tornate a casa ho preso na lavata di capo pe non avello registrato. Così mortificato e pentito ho trovato ir modo di rimediallo in istriminghe e s'è visto nzieme. O meglio: A Dani un gli piaceva. Holly dopo dieci menuti ronfava come le su gatte e io pe solidà coll'Arzaime ho guardato tutto r filme. Di cui ora vi scrivo quarcosa. Un avevo mai prencipiato una frase con Di CUI, mi piace. Peccato che un si riesca più a sentì il prof Martinelli su chi l'abbia addoprato in letteratura. Di certo lui avrebbe commentato: "Si Svetonio usa  un par di volte cotesto Genitivo Incipitale nela su opera 'La vita dei gatti dei cesari' ". Bella testa il proffe, peccato un sentillo più, mi basterebbe sapé che sta bene. Speriamo mi legga armeno la su sorella e mi faccia il piacere di scrivemi "siamo vivi, ci siamo solo rotti le palle di legge codeste cazzate" . Credetemi io sarei felicissimo più che se c'assegnassero il gatto dorato del post (premio che San Giuliano voleva istitui, prima che prencipiasse a confondesi colla topa. Come sapete topa e gatti un vanno propio d'accordo. 

M'è piaciuto ir firme? Boia dé un ho perzo na battuta anche se mi ricordo pochino. Però mi rammento la barzelletta che il vecchio demente racconta ale suore che lo hanno accolto in un convento. 

Allora na suora va al mercato e ar banco dell' ortolano vede de begli zucchini e dice di volé comprare no zucchino.

L'ortolano gentile replica "Guardi suora ne pigli due" " Perché chiede la suora?" "Così il secondo lo mangia".

Ovviamente dela barzelletta sopraccitata esiste anche na verzione livornese in cui la suora chiede due zucchini invece di uno e l'ortolano gliene propone in vendita un terzo dicendo "così l'ultimo se lo mette in bocca". Ma si sa, i Livornesi so grevi e il regista era tedesco quindi va bene così. Mi ricordo propio ora che il regista  Til Scweiger (ricordassi r nome un è poca cosa) aveva digià fatto sto firme solo 4 anni  prima, ossia ne 2014 cor titolo Honig Im Kopf (testa piena di miele). Così definisce ir su stato mentale il protagonista in una battuta der firme. La trama ve la dico in du parole levate da wikipedia, così fo prima: "Nick scopre che suo padre, Amadeus, un uomo vedovo, è malato di Alzheimer. E così lo invita a trasferirsi da lui a Londra con tutta la sua famiglia. Grazie all'aiuto di Tilda, la sua nipotina, l'uomo visita la città di Venezia e tutti i luoghi inerenti ai suoi ricordi, intraprendendo un viaggio che cambierà radicalmente la sua vita e quella della sua famiglia." 

Un grande Nick Nolte come protagonista  e la su figliola più piccina Sophia Lane Nolte, grandissima coprotagonista. Tante belle idee e parecchi bei messaggi, sciupati da inzerti banali e inutili. Il figlio di lui  Nicholas (Matt Dillon) e la nuora Sara (Elisabeth Mortimer), du caatelle sciorte,  che si rimproverano le vicendevoli corna ma che ala fine trombano a Venezia svegliando l'albergo di lusso e tutta la calle. Una conzocera coi bollori senili e altre stronzate che a levalle sarebbe un'opera di misericordia. Ovviamente hanno tutti le carte di credito straboccanti, perfino il vecchio coll'arzaime e ci so tante altre cosette poco credibili.  Nell'inzieme però è un firme che si pole guardà e tocca un tema che pole tocca tutti noi o direttamente o attraverso i nostri cari, quindi Okkio.

Il linke del canale che lo ridava in striminghe lo metto nela nostra videoteca pe una critica più approfondita dela mia rimando a quella della brava Costanza Morabito su  cinematografo.it

Bona settimana 

Dante.