martedì 3 aprile 2018

fatevi igattivostri n.912 "Patti tra da ragazzi" " & 4a puntata f d c

Sono quasi pronto per la partenza, da una parte mi spiace lasciare Holly e i mici. Era successo solo quando Dani stava in Australia ma poi, al suo ritorno, riprese le abitudini di sempre e la collaborazione colla zia, ad ogni mia partenza mi dicevano:" bravo vai un po' da Dino che qui noi abbiamo un saccoda fare" e io mi sentivo sollevato e partivo sereno.  Ora, invece, son preso da sentimenti contrastanti, so che Holly da sola se la cava benone anche in mare ma ci sono fatiche che è molto più opportuno affrontare in due. Del resto manco da novembre ed ho Ito da incontrare, non ho notizie e sto in pensiero. Quindici anni per un gatto di strada, intero, sono parecchi e anche se ho fiducia nei mezzi del vecchio gladiatore devo andare a cercarlo. Poi c'è un altro guerriero che mi preoccupa.: Dino. Come sapete a Natale ha rifiutato qualche mese in Svizzera presso  quella meravigliosa ragazza che tutti noi chiamiamo Costanza (per la riconfermata virtù che la caratterizza)  ma che in realtà si chiama  Elfriede. Lei è  così speciale che pur di vederlo  a rimettersi in forma e a farsi curare  da bravi medici non chiedeva assolutamente altro che riguardasse relazioni sentimentali o roba simile. Disse: "se lui non mi vuole, no importa, io desidera che Dino stava bene niente di altro" e c'è da crederle. Cosa ci sia nella testa di Dino lo sa solo lui e in una certa percentuale io. Dino  vive questa vita come una sofferenza, probabilmente da sempre. Anche da ragazzo, pur partecipendo agli scherzi ha sempre avuto questa patina di malinconia. Non credo che non voglia bene a Costanza ma forse sarebbe una parentesi dolce nella sua vita e lui non desidera nulla di dolce che lo coinvolga che lo impegni a tirar fuori dei sentimenti.  L'ultima volta mi ha detto: "sai in cosa siamo differenti io e te Dantino?  tu ti crei un sacco di impegni di amicizie di affetti per dimostrare a te stesso che la vita ha un senso e forse colla tua indistruttibile tenacia sei riuscito a darglielo. Io voglio sentirmi libero di andarmene quando cazzo mi pare, può essere a novanta anni o può essere domattina perciò non  desidero  essere legato a nessuno e tanto meno a donne o altri affetti, lo vedi che non ho nemmono un gatto!".
Gli ho ho risposto: "perché pensi che io ci starei bene se tu te ne andassi domattina?"
e lui di rimando:" forse è per quello che sono ancora qui."
Non vado oltre, son cose sue e ormai a 64 anni è difficile che cambi, spero solo che mi aspetti per un'altra ventina d'anni e comunque se anche il mio fosse un piccolo ricatto morale che lo tiene in vita bisogna che come Mefistofele ogni tanto vada a sventolargli sotto il naso il contratto non scritto che siglammo da ragazzi".
E per oggi  dovrebbe esse guasi  tutto

Ho trovato anche un ritaglio di tempo per leggere la 4a puntata del fucile.



Questo in foto è l'unico che il mi babbo mi affidava da giovane. Gli altri erano intoccabili e quando mi disse: "Dantino i fucili pigliali te che io ormai sono più cacciato che cacciatore " e gli vidi dare  un bacio sulle canne della bellissima  doppietta, sapevo digià  che il Gatto Eterno ormai  aveva scelto la seggiola pel  mi babbo e a me... per consolazione, m'aveva lasciato i fucili.

Saluti a Tutti
Dante




3 commenti:

  1. Buonasera Dante, da qualche giorno sono super impegnata e ho delgato Giacomo, mio marito alla lettura e ai commenti dei vostri specialissimi posts. Così oggi vorrei dilungarmi un po' ed attribuire i giusti crediti al tanto lavoro che fai per noi. Ho ascoltato tutti gli l'audio del bellissimo racconto, immagini stupende, parole che toccano profondamente e ti immettono nella storia. La lettura di Dante non toglie nulla alla pagina scritta, anzi con l'uso delle pause giuste, che in lui si sente spontaneo e non derivante da corsi di dizione, direi che acquisisce il fascino della parola parlata. Nel post di oggi resto sorpresa di come il breve accenno a questo patto per la vita stretto con l'amico di infanzia mi abbia fatto improvvisamente venire il nodo alla gola e lecrime a stento trattenute e chi parla è una che con la morte, anche di bambini, ahimè, si confronta ogni giorno. Dante non indulge alle parole che scatenano commozione. Scrive:devo incontrare il gatto non immagini lagnose di gatti travolti o avvelenati ma in quella scelta sobria, asciutta come il suo carattere si sente quanto ami il gatto. Così le due battute scambiate con l'amico quanti avrebbero scritto: cosa serebbe un domani tornare al bar e non vederlo nel suo angolo. E' pieno il mondo di gente che scrive sta roba da salotto. Lui liquida il dramma sospeso con due parole quasi scarne: pensi che ci starei bene se te ne andassi domattina. Forse è per quello che resto.
    Tutti i miei più sinceri complimenti Dante questo è far vivere le emozioni e quando uno scrittore ti emoziona lo senti dal nodo alla gola, che forse a tanti viene anche alle fiction della RAI ma a me davvero quasi mai.
    Un abbraccio da Anna Ferrari
    P.S.Mi sono permessa di leggere alcune tue cose insieme alle mie colleghe di turno e mi dicono di trasmetterti un analogo apprezzamento
    a.f.

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  2. Ero così emozionata che ho scritto con vari errori di battitura e una punteggiatura a spanne. Ormai ho chiuso la mia pagina. Me ne scuso da anonima
    Anna Ferrari (parmigiamino)

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  3. Quoto in toto quanto attentamente analizzato da Anna
    Baci Patty (sloggata da livejournal)

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