lunedì 30 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 935 "storia di una chitarra che non suonava" un raccontino di Holly

Poteva essere il 2010 o il 2011. A casa nostra c'era sempre stat una vecchia chitarra e due mandolini, uno napoletano colla cassa armonica banciuta tipo mezza zucca. 
"Fatta a culo" mi corregge Dante da cui il modo di dire "sedere a mandolino" una visione che secondo mio marito estasiava quando lui era giovane e, aggiungo io lo manderebbe in estasi anche adesso ma purtroppo ormai non esiste  quasi più perché  (parole sue) " le donne fissate come so cola palestra si fanno sì veni de culi sodi che un ci si pianta un chiodo ma che sembrano du pallette da pallanuoto. Ora se in un omo un sedere in quel modo pole anche suscitare una certa attrazione per l'osservatrici femminili, un identica muscolatura dei glutei nela donna a parer mio non è un bel vedere. Ho scritto a Tinto Brasse che sui culi aveva fatto un suo vangelo per conoscere un parere autorevole in merito."
 Ammazzarlo o sopportarlo, è toccato a me.
L'altro invece ha la cassa arminca uguale alle mandole, è francese e dovrebbe secondo Dino, essere anche di bona marca, di certo ha buona sonorità. La chitarra era un rudere che Dante  aveva a Livorno e che attacco nella nostra  casa veneziana, in salotto. Certo Dante rimase  sorpreso quando un giorno mi vide arrivarecor un chitarrone più grosso di me.  "O che ci fai con codesta chitarrona mi chiese". 
"Voglio imparare a suonarla  e siccome temo di  sciupare quella che hai portato avendo visto questa a dodici euri me la sono comprata."
Dodici euro erano pochi mi disse Dante soppesandola ma  la chitarra aveva bisogno di un restauro urgente perché il manico era scollato all'altezza dlla giunzione colla paletta e avendo acquisito gioco, le parti meccaniche non garantivano più la trazione costante delle corde. In pratica dopo due  minuti di attività le corde s'allentavano e il suono diventava quello della chitarra che, in gergo, si dice scordata non nel senso di dimenticata ma di non accordata.
Questa cosa mi mise subito di malumore e  immaginadomi  Dante pronto a progettare chissà quali diavolerie  sul mio strumentino personale fui categorica: 
"Finché non l'ha vista Dino non la toccare".
 Ci rimase  male perché anche se non è un buon chitarrista, due o tre giri ce li sa  fare e , probabilmente, rimettere a posto quel difetto era tranquillamente alla sua  portata. Vero è che da quando lo conosco  non lo ho mai sentito dire che qualcosa non si possa fare e, purtroppo ho anche assitito a vari suoi tentativi di intervento miseramente naufragati.
La chitarra rimase attaccata dietro l'uscio finché Dino non si degnò di venire a Venezia. Quando  lo interpellai, col classico stile che lo distingue, Dino, dopo aver staccato la chitarra e averla provata sulle 7 bnote , commentò: "Ma un troiaio un po' meglio di questo Dantino un era bono a trovallo?"
Io credo che se mi avessero dato una cortellatami avrebbe fatto meno effetto. Quella chitarra comprata con tanto amore e sui cui riponevo chissà quali speranze veniva così vilipesa e, perdipiù nemmeno mi si riconosceva il fatto di averla acquistata visto che Dino biasimando lo strumento aveva rivolto a Dante il rimprovero per tale scelta. La chitarra rimase dietro all' uscio per anni e anni e io  l'ho sempre usata per attaccarci i cordini di Esserino, le chiavi della barca e quelle di casa di Dani e Bobby. Finché, a Natale con la casa piena di tutti gli amici del  bar Nado e la amica svizzera Costanza, come aggiunta, i nostri hanno ripreso a suonare in gruppo. La chitarra che aveva sempre adoperato Dino aveva le corde vecchie e a una strimpellata abbiamo udito: sdeng! Dino ha bestemmiato  prendendosela  con Dante che, aparer suo dimentica di sostituire le corde. Serie di botta e risposta tra i due poi Dino gli ha detto: "Dantino piglia quell'altra chitarra".
 "Non è buona" sono  saltata su io cor una certa acidità nel tono.
"Ni levo solo una corda Holly poi quando le compro rimetto tutto".
Col mio assenso  Dino ha preso  la chitarra e da buon musicista prima di mettersi a liberare la corda del mi 
la ha provata all'aire  miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 
"Boia dé sembra Albano vando canta!"  ha esclamato il Ciampi,
 Poi ha armeggiato  con le corde  e in due secondi  ha provato un accordo
"Boia ragazzi ma se faceva cacare sta chitarra o che ci so fantasmi?".
"Come l'hai lasciata e come è" interviengo io
"Un c'è versi questa chitarra o non è la solita oppure ni è successo varcosa".
La ha guardata  ha  osservato sotto il manico el'abbiamo sentito esclamare:
"Popò di pezzo di emme bada cosa è andato a inventassi sto buo sudicio".
"Ma con chi ce l'hai?"  lo ho interrogato.
"Ma chi voi che l'abbia fatto un lavoro così? Qui c'è stato riportato un incastrino a coda di rondine fatto cor tek;
è un lavoro di fino; ora è doventata eterna sta chitarra".
Ho guardato Dante di traverso: 
"Ti avevo detto di non toccarla."
"Si ma prima che la vedesse Dino. Poi l'avevi abbandonata e a me  dispiaceva vedella muta attaccata li dietro co tutte le chiavi addosso, così quando eri via tutti i giorni facevo un pezzettino di restauro."
"Dove l'hai vista sta soluzione?"  ha chiesto Dino.
"Sono andato da un vecchio liutaio veneziano che mi ha detto "solo se lo fa da solo può avere un senso altrimenti spende 80 euri su una chitarra che ne valeva forse 50 da nuova".
"So d'accordo su tutto- dice Dino- ma non sulla stima della chitarra, questa un' è da 50 euri, un sarà la chitarra di Segovia ma a su tempi costava varcosa! Ha fatto un bon affare Holly e te un un bel lavorino!".
Non c'è stato più modo di togliergliela di mano ma io ho  ritrovato fiducia in quella vecchia chitarra e quando Dino era in riposo mi sono  fatta spiegare gli accordi di base. Siccome ho studiato canto per un po',  non ho trovato grosse difficoltà teoriche mentre ho faticato con quelle legate alla tecnica, tipo  pressione delle dita e all' acquisizione delle posizioni. Adesso mi sembra di andare meglio  e sulla roba semplice tipo le musiche irlandesi vedo che riesco almeno a scandire il tempo sulla cui base suona l'armonica.
Qui Dante presenta un arrangiamento di una classicissima western  fatta sulla base di un ritmo popolare irlandese. La  dedichiamo a una cara amica di Livorn,  una ragazza con le efelidi  e coi capelli rossi che pare irlandese. La conoscete bene anche voi    si chiama Samatta 
Il riff, secondo Dante  pare dica "Oh Samatta son cazzi tuoi" e, di conseguenza  per lui  diventa parte integrante del titolo
Io  alla chitarra (proprio a fare zum zum) e Dante all'armonica 
cliccate sotto per ascoltare
un abbraccio a tutti 
Holly
(per riportare in vernacolo le espressioni del Ciampi mi sono avvalsa della consulenza di Dante)


4 commenti:

  1. Ciao Holly, bella questa storia della tua chitarra. Mi sembri permalosetta anche tu....io lo sono al massimo grado. Un bel gesto d'amore quello di aggiustarla e tacere. Usata così per tenere il tempo è gradevolissima e quasta versione a sfondo irlandese mi piace
    Bacioni Patty

    RispondiElimina
  2. Questo tipo di accompagnamento con la chitarra lo sapevo fare anche io quando stavo un po' meglio con la schiena. Sta bene quasi con tutto purché l'altro sappia suonare. Carina la storia della chitarra mi piacciono le cose che finiscono bene

    RispondiElimina
  3. Non so se Vi ricordate di me, molti anni fa ho avuto il piacere di interagire spesso col vostro fantastico blog.
    Ho trascorso molti anni in Svizzera e sono rientrato da poco. Non credevo ai miei occhi quando ho visto il blog ancora vivo e ricco di nuovi contenuti.
    Mi scuso per non essermi fatto sentire per anni.
    Tanti auguri a Tutti Voi
    Giovanni Martinelli
    la mia email è sempre la stessa

    gmartinelli49@yahoo.com

    RispondiElimina
  4. Caro Prof.! Probabilmente le Alpi sono davvero una barriera quasi invalicabile altrimenti Le sarebbero fischiate le orecchie. Ogniqualvolta abbiamo rammentato gli amici della prima ora Lei è sempre stato presente e spesso anche in chiacchierate familiari ci siamo ritrovati a chiederci: ma il prof. Martinelli che fine avrà fatto? A livello personale credo poi di averLa rammentata ogni settimana, quando compro la settimana enigmistica e mi cimento nella risoluzione delle crittografie.
    Questa sua apparizione è stata un bellissimo regalo. Spero di poterla incontrare sempre più spesso tra i nostri commentatori o, se lo volesse anche come ospite del blog con qualche suo intervento.
    Un abbraccio di cuore
    Dante Holly e tutto il gruppo

    RispondiElimina

Il tuo commento è il benvenuto, ci fa sentire bene e ci incita a scrivere ancora GRAZIE
___________________________________________________
Se non hai un tuo profilo puoi commentare come ANONIMO scegliendo tale opzione dal menù a tendina (per conferirgli maggiore personalità puoi aggiungere la tua email)
Se non desideri comparire come ANONIMO hai a disposizione un altro modo semplice: apri una tua pagina qualsiasi su un host gratuito. Dopo aver scritto il commento seleziona la voce URL dal menù a tendina che ti viene proposto. Potrai inserire la tua firma o un tuo nickname e confermarlo scrivendo nella riga sotto l' indirizzo del tuo URL. I tuoi commenti saranno personalizzati e firmati. Un ulteriore modo, forse il più elegante di tutti, ma un po' più complesso è quello di aprire un blog, anche se non hai intenzione di pubblicare. Blogger ti guida passo passo alla creazione e ti farà aprire un account google. I passi sono parecchi ma se tu avessi difficoltà ti aiuteranno i nostri redattori o gli affezionati lettori.
_________________________________________________
COMMENTI PRIVATI: indirizzare a esserinoebalena@gmail.com
_________________________________________________