domenica 22 aprile 2018

fatevi i gatti vostri n. 928 " nel mare degli oggetti"

Ho abbandonato il progetto, mi succede spesso, sono facile agli entusiasmi ma ho anche un certo senso pratico e capisco che senza produzione a catena ed economia di scala non si può pensare di mettersi a fare niente. Del resto l'idea non era originale e quindi ciò che si poteva apportare di originale erano solo delle modifiche e delle personalizzazioni per le quali servono torni di precisione e assemblaggio di schede elettroniche. Tutta roba che ho nella testa ma che non potrei permettermi di comprare. Pazienza da quando ho cominciato a destreggiarmi con marchingegni vari avrò messo in cantiere più di mille di queste cavolate. Il problema è che nella fase in cui mi entusiasmo sento come una sferzata di adrenalina alla quale segue, quasi inevitabilmente un senso di nausea e di stanchezza. In fondo questo modo che va per conto suo, fuori dagli schemi e dalla normalità è solo un mio modo per sfuggire alla noia del quotidiano e, finché possibile al compromesso. Così mi sono messo ad aggiustare questa 
 
vecchia Olivetti 44, fa caldo e si lavora bene fuori tra la porta del mio Box e il muso del vecchio camper.



non si muoveva neppure un ingranaggio ma adesso funziona tutto, devo ripulirla per bene togliere qualche punto di ruggine e poi sarà pronta per scrivere un bel racconto del quale ho già pronto il titolo: il fascino di gambadilegno che non è quello di topolino. Era una ragazza coetanea della mia mamma di nome Luana  che in tempo di guerra aveva perso una gamba. Spero di ricordarmela con la dovizia di particolari che vi aggiungeva lei.
 Questa Olivetti mi pare adatta a reggere un racconto, da solo non ce la farei, ho bisogno del suo aiuto ma questo modello era un vero mulo che faceva la sua bella presenza in molti uffici quando io ero giovane. Credo di possedere in tutto una ventina di macchine per scrivere che ogni tanto tiro fuori, riparo alla meglio, uso per qualche giorno avvicendandole. In fondo sono oggetti come tanti ma io credo che abbiano un anima e molte cose da dire, cosi sogno di mettermi davanti a una di loro, chiudere gli occhi e aspettare che le idee scaturiscano come per miracolo. Arriva un aria profumata di fiori e mi prende la voglia del mare. Da qui l'unico mare accettabile è al Lido. Ho i vaporetti vicini a casa e in mezz'ora sono davanti al vialone centrale che porta alle spiagge. Quel chilometro me lo faccio in monopattino, un mezzo leggero e pieghevole che metto in una sacca insieme all' asciugamano. Dato che cammino male mi aiuta alla grande nel percorrere quelle distanze che lunghe non sono ma che a me paiono interminabili. Per l'occasione ho rimesso a nuovo anche questo,


 a vederlo sembra piccolo ma ne ho irrobustito tutte le aree portanti e arriva a sostenere il mio peso egregiamente. Devo solo stare attento alle ruote piccoline che, se entrano in una buchetta, possono farti ribaltare e alla mia età non è una figura tanto bella da offrire a chi affolla il viale camminando verso il Blue Moon.
A Luglio compirò 64 anni ed entrerò nel mio 65esimo. Nonostante mi senta ancora l'energia di un giovanotto devo fare i conti con molte, troppe cose per le quali il tempo vitale necessario ad affrontarle comincia a scarseggiare. Piano piano darò l'assalto ai miei magazzini e, obtorto collo, comincerò a disfarmi di tanta roba che ho raccolto. Vorrei conservare l' essenziale ma io non so essere essenziale e quando guardo le oltre 20 biciclette che ho rimesso in funzione mi piange il cuore all' idea di salutarne una. Ho una cinquantina di orologi, un centinaio tra coltelli e spade, una ventina di armoniche 2 mandolini, 3 chitarre, 3 vecchie radio,  4 fucili, tre pistole, un monopattino, 2 vecchi ciao piaggio, una vespa e chissà quante altre cose che al momento non ho citato. Di vocabolari di Greco ne ho 3, ci farò il brodo. Di latino 6, ci farò la ribollita e ancora scorgo piccole sculture, quadri, migliaia di libri e utensili quasi tutti doppi perché ho ereditato quelli del mio babbo e quelli del babbo di Dino che non vuole neppure un cacciavite in casa per non porsi il problema di svitare qualcosa. Beato lui. Ha solo il piano, una chitarra, l'eschimo e poca altra roba che entrerebbe in un carrellino della spesa.
Lo invidierei se stesse bene ma mi pare stia peggiio di me, così galleggio in questo mare di oggetti che mi soffocano un po' ma mi stimolano, uno per uno, dei ricordi meravigliosi che per la mia testa e il mio cuore sono come un tonico vitale.

Buona domenica a Tutti

Dante

2 commenti:

  1. Mi sto liberando di tante cose
    Un po' ci ha pensato il sisma, con i conseguenti traslochi e sgomberi
    Un po' ci sto pensando io, ché non voglio lasciare ingombri
    Poi magari mi pento ma conservo poco
    Mi mette tristezza tutto

    RispondiElimina
  2. Bel post, ben raccontato dove entusiasmo, sogno e riflessioni realistiche si intersecano. La olivetti trasuda fascino. Il monopattino mi tenta.
    Saluti da
    Giacomo

    RispondiElimina

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