sabato 25 luglio 2020

fatevi i gatti vostri 1556 "il Jolly"



Nelle carte da gioco si chiamava Jolly Joker e rappresenta universalmente la figura del buffone o clown che dir si voglia che, con travestimenti e naso a pomodoro diverte grandi e bambini. Qui la cosa prende una piega diversa perche il protagonista che per lavoro fa il clown improvvisamente reagisce alle angherie che subisce. Da oggi in cineteca
Noi siamo immersi una nuova avventura di sole e acqua che presto racconteremo. Postiamo dal Cellulare di Dani sperando che tutto funzioni
Buona giornata a Tutti
Bobby
Ecco il commento di my movies ma basterebbe guardare la lista dei premi 

Joker: un film cupo, pessimista, crudele e cattivo
Il Joker di Phillips e Phoenix è un criminale prodotto dalla società in cui vive.
Recensione di Marianna Cappi
Arthur Fleck vive con l'anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito incontrollabilmente, rendendolo inquietante e allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale. Ma un giorno Arthur non ce la fa più e reagisce violentemente, pistola alla mano. Mentre la polizia di Gotham City dà la caccia al clown killer, la popolazione lo elegge a eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli oppressi contro l'arroganza dei ricchi.

Si presenta con una carta, il Fleck di Todd Phillips, ma non è una carta da gioco: è il documento di una malattia mentale, che lo rende un emarginato, un rifiuto della società, come ci dice la prima sequenza del film, sovrapponendo al suo volto la cronaca di una città allo sbando, sommersa dalla spazzatura fisica e metaforica.
Primo stand-alone sul più famoso villain della DC Comics, il film di Todd Phillips esplora dunque la nascita di un mostro prodotto dalla società stessa, creato e nutrito da illusioni e delusioni, maltrattamenti fisici e psichici, nell'epoca che mescola spettacolo pubblico e degrado morale.
Ambientata nei primi anni '80, l'origin story diretta, prodotta e co-scritta da Phillips colma i vuoti strategici lasciati nel passato del personaggio, mescolando le indicazioni di Alan Moore e Brian Bolland con la cronaca vera americana e con l'omaggio al cinema coevo di Scorsese, Re per una notte e Taxi Driver in particolare. Parallelamente alla costruzione narrativa della maschera di Joker, siamo invitati ad assistere alla costruzione interpretativa del personaggio che Joaquin Phoenix compie sotto i nostri occhi, trasformandosi fisicamente in altro da sé, aggiungendo energia man mano che perde peso, liberandosi progressivamente dal diktat del sorriso socialmente conveniente ("It's so hard to be Happy all the time") per riscrivere radicalmente e alla propria maniera le regole della commedia della vita.

2 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Dani Livorno on line dalle ore 19:00 alle 20:00

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  2. Mamma mia quanti premi e dire che non avevo notato che fosse uscito!
    Grazie
    Giacomo

    RispondiElimina

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