martedì 17 novembre 2020

fatevi i gatti vostri 1665 "Occhio di Lynche"

Mi pareva adatto questo titolo per un film in cui David Lynch si esprime ai livelli ai quali ci ha abituati, a me è piaciuto a Dani anche. Spero piaccia o comunque interessi anche a voi. Di cose da dire ce ne sono molte ma molte ne hanno già dette i recensori di My Movies, i cui commenti metto di seguito, il film lo trovate già in cineteca. Lascio l' incarico a Dani di postare col telefonino tecnologico, perché siamo in barca dalle 5 e non riusciamo ancora a tirare il fiato. Abbiamo accettato un piccolo trasloco da Mestre a Burano che è una delle isole più lontane da raggiungere. Il trasloco poi pur non essendo di quelli che richiedono due camion aveva comunque molta più roba del previsto. Dante è a scaricare la roba al posto di arrivo. Bobby e Martina a Mestre a caricare dalla vecchia casa del committente che per fortuna abitava vicino al canal Salso, unico corso d' acqua col quale si può raggiungere San Giuliano e di lì puntare verso Burano lasciando completamente fuori il centro di Venezia. Va via un bel po' di tempo a almeno non c'è troppo traffico acqueo. 

Buona giornata a tutti 

Holly



INQUIETANTE, ASTRATTO ED ENIGMATICO NOIR FIRMATO DA DAVID LYNCH CON UNA STRAORDINARIA POTENZA VISIVA.
Recensione di Nelly Baiamonte

Mulholland Drive è una lunga e vecchia strada di Los Angeles: nasce nel deserto, attraversa i quartieri ricchi e finisce a strapiombo sulla costa di Malibù. Bisognerebbe ricordarsi di questa simbologia per cercare di dare un senso all'ultimo onirico ed enigmatico film di David Lynch. Quella che il regista stesso ha definito come "una semplice storia d'amore nella città dei sogni" è in realtà un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni '40 ed una aperta ostilità verso l'attuale star system. Rita è un'avvenente bruna sopravvissuta ad un incidente d'auto in seguito al quale ha però perso la memoria, Betty un'aspirante attrice di belle speranze che la ospita nel proprio appartamento e se ne innamora. Le due protagoniste cercano di far luce sull'amnesia di Rita, per scoprire che in realtà niente è come sembra... Film astratto, con una straordinaria potenza visiva, è nello stesso tempo affascinante e disturbante. Difficile trovare una chiave di lettura razionale. E difficile descriverlo. Seguendo il linguaggio dei sogni voluto dal regista, bisognerebbe limitarsi a viverne le emozioni.

Recensione di Stefano Lo Verme

Una misteriosa ragazza bruna che si fa chiamare Rita, scampata a un terribile incidente stradale sulla Mulholland Drive e affetta da amnesia, si rifugia in un appartamento di Los Angeles abitato da Betty, un'aspirante attrice giunta a Hollywood in cerca di fama; insieme, le due donne indagheranno per far luce sul passato di Rita. Nel frattempo, un regista cinematografico deve subire le vessazioni di un gruppo di mafiosi.
Pensato in origine come il pilot di una serie televisiva mai realizzata e trasformato in seguito in un vero e proprio film, Mulholland Drive (il titolo deriva dal nome di una strada di Los Angeles) è una delle opere più complesse ed enigmatiche nell'itinerario dell'apprezzato regista americano David Lynch. Presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2001, ottenendo le lodi dei critici e il premio per la miglior regia, il film è un coinvolgente thriller psicologico a metà strada fra realtà e immaginazione, fra sogno e incubo, che riprende i temi e le situazioni di alcune delle precedenti pellicole di Lynch (Strade perduteVelluto blu) e del celebre telefilm Twin Peaks, accentuandone l'elemento visionario e surrealista. Il risultato è una pellicola assolutamente unica nel suo genere, consacrata come un vero e proprio cult e considerata una delle vette più alte nella carriera di Lynch.
Dopo una bizzarra introduzione iniziale con una coloratissima scena di danza, lo spettatore viene subito avvolto nell'atmosfera cupa e angosciosa della storia, aperta da un drammatico incidente sulla Mulholland Drive dal quale l'unica a uscire viva è Rita (Laura Elena Harring), una ragazza senza identità e senza memoria (il suo nome è ripreso da un poster di Rita Hayworth). Qual è il mistero che si nasconde nel passato della donna? Quale pericolo incombe su di lei? A tentare di rispondere a queste domande sarà la giovane e ingenua Betty Elms (Naomi Watts), che finirà ben presto per farsi sedurre dal fascino di Rita. A questo intrigante plot giallo si intrecciano poi altre storie parallele, come quella (memorabile) di un uomo che vede materializzarsi il proprio incubo; talvolta, però, queste vicende laterali - come l'episodio semi-grottesco di Adam Kesher (Justin Theroux), un regista alle prese con la mafia - rischiano di risultare scoordinate rispetto alla trama principale, con l'inevitabile conseguenza di rallentare il ritmo narrativo e di influire sulla lunghezza forse eccessiva della pellicola.
Costruito nella prima parte come un thriller alla Twin Peaks, con il passare dei minuti il film di Lynch si fa sempre più ermetico e sconcertante, fino a trasformarsi in un autentico labirinto fatto di flashback, suggestioni oniriche, erotismo e terrori scaturiti dall'inconscio. Il regista mette al centro della scena le due protagoniste - una bionda e una bruna - per poi addentrarsi negli anfratti della psiche e della coscienza e creare un ambiguo senso di suspense, al quale contribuiscono anche le musiche di Angelo Badalamenti e il contrasto fra le inquietanti ambientazioni notturne e le tinte sgargianti delle ville di Los Angeles. Negli ultimi quaranta minuti, il film subisce un improvviso capovolgimento con l'apertura di una piccola scatola blu che rovescia le identità dei personaggi ed i loro rispettivi rapporti; e l'intera trama assumerà di colpo un nuovo significato, tramite il quale sarà possibile dare una diversa disposizione ai vari tasselli del puzzle. Mulholland Drive può apparire di sicuro come un'opera oscura e spiazzante, ma in fondo rappresenta il cinema di Lynch allo stato puro: prendere o lasciare.

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Hollywood 2000, da incubo. Due trentenni, una bionda e una bruna, amiche, amanti e nemiche; un regista che prepara un film che "non s'ha da fare"; un teatrino che si chiama Silenzio; una piccola folla di mafiosi, avventori, vicine di casa impiccione, veggenti, ex bellezze sinistre; una strada come titolo (porta in novanta minuti all'oceano); una scatola blu che, aperta, fa ricominciare la storia da capo, rivelando il sommerso, il rimosso, l'inconscio. È come Strade perdute , e ancor più intriso di una dimensione onirica (1ª parte); affollato da personaggi alla Twin Peaks . Pur con risvolti burleschi e flash allucinati, per un'ora l'azione appare lineare, ma poi si trasforma in un labirinto angoscioso e sensuale, intriso di pulsioni di morte e di invidia isterica, terribile nei suoi rigurgiti di violenza fredda, governato da una regia che usa le carrellate per creare suspense e mistero. Pilot di una serie TV per l'ABC che lo rifiutò e passato ai francesi Alain Sarde e Studio Canal che offrirono a Lynch i mezzi per rimontarlo. Al Festival di Cannes 2001 vinse - ex aequo con L'uomo che non c'era - il premio della regia. Premio dei critici di New York alla bionda e duttile Watts, anglo-australiana, partner della Harring, messicana bruna. Musiche di A. Badalamenti (il mafioso che risputa il caffè) e Lynch.

Tutte le recensioni de ilMorandin

4 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Redazione: Holly Venezia on line dalle ore 20:00 alle 23:00

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  2. Rispondo oggi anche per ieri. Ema è una gatta davvero singolare e io ci credo che i gatti possano essere in contatto con realtà che noi non siamo più in grado di percepire. Loro non hanno perso qualità di cui tutti probabilmente eravamo dotati in origine e che ci siamo persi colle tante scemenze tipo telefonini e simili. Mi ha colpito molto anche il commento del prof.
    Ed oggi mi aspetta un film che vedo molto volentieri Grazie Holly
    Patty

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  3. Anch'io sono rimasta molto colpita dal racconto del prof, ma delle capacità extra dei gatti non ho mai dubitato e quindi la teoria che vuole Emma incarnazione o messaggera di Esserino non mi sorprende più di tanto.
    Approposito: a me piacciono molto i film di Holly, ma spero che ricordiate ancora che, quando avrà finito la sua selezione, prima di passare alla lettera M (dalla quale mi riprometto un paio di soddisfazioni) ci sono ancora i miei ultimi tre titoli con la L 😇😇😇😇

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    1. Stai sicura che arriveranno io ormai mi muovo con una lista tutta mia ma la nipotina è la vestale della lista e non lascerà spegnere il fuoco sacro della pellicola.
      Un abbraccio Holly

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