giovedì 15 ottobre 2020

fatevi i gatti vostri 1634 "La sedio di famenostra"

Mi sediava ammé la fama, luna teribile fama que me tanalliava el stomego. Pruvava me di durmisciere ma esa istava lì e dicieva "mannia Gatino Balena que erit denutritico et noresiaco e si nun manniavvi murivi cierto" et alora cume in onni a sedio ciamava arracolta tute le suldatese sendo ese Ema et Cicie et le inspronava afinché sveliavino la mama lumana et sendo ese gate aiutate cum mea putentisima vocie dale ponstassioni di cumando la mama si svelliava dicieno al suio lumano " Dante puoti bestemiare ti par mi? Ma bestemiar  tanto! Sendo que esi eseri malideti mi avano sveliato anca cuesta note"


Eh povero gattino affamato, con le due versiere al seguito, mangiano due scatolette ogni sei sette ore e quando il grosso ha fame alza il suo vocione e le micette iniziano l' assedio alla mamma, Cice le morde i capelli ed Emma comincia a impastarle il petto. Povera zietta.

Pian piano sto evadendo tutte le richieste di acquisizione per la cineteca. Oggi è la volta de "L'assedio" di Bertolucci con la consueta recensione di My movies e del Morandini.


Recensione di Giancarlo Zappoli

Shandurai è una giovane africana che vive a Roma studiando medicina e guadagnandosi da vivere facendo la colf a un compositore inglese, Kinsky. La donna ha lasciato nel proprio Paese il marito, che è stato arrestato per motivi politici da un regime dittatoriale. Nel momento in cui il musicista le dichiara il suo amore lei gli rivela la sua situazione e l'uomo si spoglia, progressivamente e di nascosto, dei propri averi per far uscire dal carcere il condannato. Quando Shandurai comprende l'accaduto non può non amare Kinsky. Il mattino dopo suo marito suonerà alla porta. Passato provvidenzialmente dallo status di produzione televisiva a quello di cinema tout court, L'assedio è un piccolo gioiello. Anche se la ricerca formale si fa qualche volta maniera (in particolare nei movimenti di macchina o nelle scelte cromatiche), Bertolucci sfugge alle secche narrative di Io ballo da sola (ispirandosi a un racconto di James Lasdun) per lavorare sui codici non dimenticando mai il plot. Trent'anni dopo Ultimo tango a Parigi unisce nuovamente due solitudini per farle esplodere in un progress di donazione eroica ed erotica che ribalta i termini della questione. Nell'epoca dell'esibizione fine a se stessa, Bertolucci nasconde, depura, mostra con pudore. Intervenendo però sul confronto/amalgama tra le lingue e i linguaggi. Si veda il griot che percorre le strade martoriate del paese africano (non è un caso che il marito di Shandurai sia un insegnante). Si veda l'uso della musica come mezzo di comunicazione 'forte'. Si veda anche la fatica della scrittura dalla quale emergerà un 'I love you' inciso prima nell'intimo. I grandi registi poi si vedono dai dettagli. Osservate il fedele che va alla messa africana e tiene il ritmo come se fosse in discoteca. È un'inquadratura di pochissimi secondi ma tratteggia un personaggio con grande precisione. 


Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

A Roma l'africana Shandurai si mantiene agli studi facendo la cameriera in casa di Mr. Kinski, pianista inglese. Per comprare la liberazione del marito di Shandurai, in carcere per ragioni politiche, Kinski vende i propri preziosi oggetti antichi, pianoforte compreso. Conquistata dalla sua generosa dedizione, la giovane contraccambia. 4° film d'amore di Bertolucci. Impregnato di musica (Alessio Vlad), è un film, tratto dal racconto The Siege dell'inglese James Lasdun, che inizialmente doveva essere diretto da Clare Peploe, moglie del regista. Il suo contributo è determinante in sede di sceneggiatura, ma anche nelle fasi successive per la riflessione sui limiti dell'arte e per la sua componente femminile (e femminista). Procede per opposizioni: Africa/Europa, povertà/agiatezza, vitalità/nevrosi, cantilena africana/pianismo europeo, cinema classico/moderno, leggerezza/intensità. Coinvolgente sul piano sonoro, specialmente nella 2ª parte, è geniale su quello spaziale e scenografico. Alla verticalità dei rapporti tra i due protagonisti nella fatiscente casa liberty (il portavivande, le scale) corrisponde lo sviluppo concentrico a spirale (la tromba delle scale, il vulcano all'inizio). C'è anche l'opposizione tra l'interno (la casa in vicolo del Bottino a Trinità dei Monti) e l'esterno (una Roma africana e monumentale, calata in una luce calda). Qualche inconveniente nel disegno delle psicologie dei personaggi e in certi stilemi di scrittura (il ralenti ): sono peccati veniali in un film libero e giovane, ricco di malia, invenzioni registiche, sequenze bellissime: l'aspirapolvere di Shandurai mentre Mr. Kinski compone, il concerto privato per i bambini. Nella colonna musicale Bach, Beethoven, Chopin, Coltrane, Cooder, Grey, Mozart, Scriabin. Fotografia di Fabio Cianchetti, montaggio di Jacopo Quadri. Un film giovane anche nei collaboratori. 3 Globi d'oro 1999 (stampa estera): film, regia, musica (A. Vlad). Grolla d'oro per la regia.

3 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Messaggio per Zanza.
    Metto ora il box redattori perché stamattina con la storia di MOSE e acqua alta ero via di testa. Avrei bisogno di qualche giorno di avvicendamento a partire da domani perché sono un po' incasinata. Fammi sapere. Il materiale pronto è sul cloud.
    Bacio
    Dani
    Redazione:Dani Venezia on line dalle ore 12:00 alle 20:00

    www.esserinoebalena.blogspot.it

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    1. Ciao Scimmia di Laguna, leggo solo ora. Ok per tutto il tempo che vuoi tanto qui si fa il solito cazzo di niente. Gia visto il materiale sul cloud
      Kiss
      Zanza

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  2. Grazie!
    un abbraccio
    Anna
    Con un po' di senso di colpa mi prendo la libertà di ricordarti altri tre titoli desiderati ma prenditi tutto il tempo che vuoi.
    L' eternità e un giorno
    Adele
    La La Land

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