mercoledì 6 febbraio 2019

fatevi i gatti vostri n. 1232 " eyes of London "

Sono rientrata veramente amareggiata dal dovermi separare da Zanza che per la mia anima è sempre stata un tonico incredibile fin da quando avevamo 15 anni  e altrettanto dice lei .  Fino a lunedì non ho scuola. La fortuna di essere insegnante a gettone. Si guadagna di più e si lavora di meno. Ovviamente non c'è alcuna sicurezza di durata ma probabilmente i giudizi degli allievi e delle famiglie degli allievi che, nella scuola privata, contano molto hanno giocato in mio favore e poi del resto insegno italiano e faccio le ripetizioni (gestite dalla scuola) di latino e qualcosina di greco. Pur non essendo classicista per vocazione sfrutto il detto caro allo zio che in un mondo di ciechi un monòculo è re.
Mica voglio dire che gli Inglesi non sappiano il latino (quelli che lo studiano) ma la loro pronuncia è pur sempre viziata da una fonetica che non li avvantaggia e la costruzione o la decrittazione della frase dà loro qualche problemuccio.
Dunque, fremo per il progetto di viaggio con Zanza, forse però non potremo attuarlo fino a giugno anche se ci piacerebbe partire in aprile. E allora vale la pena di allenarsi un po' con le foto. Bobby ha una Nikon professionale e non me la negherebbe ma sentirlo fare mille raccomandazioni e usarla tutto il giorno con l' ansia sarebbe troppo per me. Così mi sono rivolta allo zio che di macchine ne ha una cassetta piena. Ovviamente lui predilige la pellicola e se fosse possibile adoprerebbe anche il lampo al magnesio al posto del flash ma nonostante le vocazioni è uomo di mondo e così ha tirato fuori da un cartoccio una macchina dall' aria estremamente professionale e mi ha detto:
"Chiappa qui bimba questa è una  EOSSE 5 D digitale full frame della Canon e non c'è Nikon o altro che la batta, per male che vada fanno pari resultato difatti i ritrattisti ancora si dividano nella scelta. Secondo me trovi l' obbiettivi pagandoli meno e per una che comincia è un cavallo più duttile".

 A sentirlo sembrava che non avesse mai fatto altro in vita sua. In effetti per un periodo, a Roma fece il fotoreporter indipendente o forse girava come adesso con la tessera da fotogiornalista al servizio di Stampa Alternativa. Comunque realizzò svariate  mostre e aveva varato un suo stile personalissimo con foto che  sezionava scomponeva e ricomponeva tanto che da una foto su bandiera rossa di Berlinguer ne trasse fuori una vagina contornata da una peluria lussureggiante ed ebbe la sfaggiataggine di intitolarla la topa rossa e come sottotitolo IN HOC SIGNO VINCES. Purtoppo un tanto antico e oneroso vaticinio, in tempi più recenti, è stato affidato alle grazie della Boschi e all' esperienza della Fedeli e si è visto come è finita. In seguito  varie e pesanti traversie finanziarie ed affettive  portarono lo zio Dante  a concludere quel periodo nel peggiore dei modi: con l'attrezzatura al monte dei pegni e come casa le adiacenze della stazione Termini dove, come ricorderete, lo incontrò fortuitamente e fortunatamente la zia Holly prima che si disintegrasse totalmente nell' alcool e nell' abbrutimento. Le sue migliori foto andarono perdute e del bel corredo fortografico si salvarono un pezzo o due le cui polizze non erano ancora scadute quando lui si rimise un po' in carreggiata.
Per il momento aveva da mettere come obbiettivi   solo il 50mm e un 70/200  ma mi basta e mi avanza.
In giro per Londra mi sono subito persa d'animo, le foto mi venivano bene, anzi troppo bene, per merito della gran macchina ma i soggetti, che dipendevano invece da me, non mi convincevano.
Alla fine ho pensato ai bambini proprio guardandoli e vedendoli per lo più col broncio e gli occhi tristi. Ma chi lo ha detto che i bambini ridono sempre a Londra? A me sembrano tutti incazzati.
Ecco alcuni esempi sono occhi che parlano e credo si capisca meglio il mio progetto di far parlare le anime.


 C'è qualche difetto nella messa a fuoco e nella elaborazione per l' effetto seppia che adoro ma penso siano cose perfettibili.

Fotografare bambini è sempre una cosa un po' complessa così mi sono presentata  a un fotostudio gestito da un signore indiano  vicino a casa mia  ed ho detto che sto facendo un master in comunicazione visuale e chiesto se mi poteva aiutare nel trovare  dei modelli fotografabili. L' impresa non è costata poco ma nemmeno troppo e, del resto non volevo incappare in un litigio per strada o beccarmi una denuncia alla mia prima uscita da reporter. Il fotografo indiano, che fa quasi solo foto tessera ma che ha anche qualche bel ritratto esposto, mi ha detto che con la macchina dello zio (vecchia ma davvero professionale) posso fare tutto e di più.
Speriamo che il manico migliori
Bacioni da Dani

2 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Dani London local time 6:30 p.m.

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  2. Mi ricordano tanto le inquadrature di Pasolini, nuovi tempi nuovi poveri. Se la premessa è ritrarre l'anima mi pare che la prima esercitazione meriti un elogio. Conosco quella macchina la possiede mio cognato, lui fotografa solo fauna montana e rapaci ma con un tele di quel genere ritrai gli occhi di un cervo o inquadri un nido d' aquila. Dante si dimostra come sempre un intenditore. A Dani tanti auguri per questa nuova avventura
    Giovanni Martinelli

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