domenica 3 febbraio 2019

Fatevi i gatti vostri n 1229 " appuntamento col Tenente"


Come passa alla svelta una settimana! Adesso che mi son preso l' impegno per ben 69 pubblicazioni dei gialli televisivi appartenenti alla serie del tenente Colombo mi pare quasi di avere una percezione del tempo accelerata. E allora non perdiamo tempo. Oggi voglio liquidare la pagina che meno mi piace della storia del mitico tenete e del suo eccezionale interprete Peter Falk.


Era il 25 aprile del 2008 e sui principali quotidiani si poteva leggere una notizia sconcertante per gli ammiratori di Colombo. In Italia la Stampa ci raccontava:
 Questa volta non si è trattato di un film, tanto meno di una rivisitazione del Tenente Colombo. Questa volta Peter Falk è stato protagonista di se stesso, attore dimenticato e forse caduto in disgrazia, che dopo anni di ombra è rispuntato sul set della realtà nella più drammatica delle scene. Drammatica a tal punto da sembrare surreale. I passanti non potevano credere ai loro occhi quando qualche giorno fa hanno visto l’attore aggirarsi per le strade di Beverly Hills in evidente stato confusionale, sporco in viso e con abiti lerci, mentre urlava parole senza senso e i paparazzi mettevano mano alle macchine fotografiche. 

«No, non può essere lui», sussurrano gli ignari spettatori in un primo momento. Ma i dubbi sono stati allontanati con lo scorrere delle scene, spazzati via il giorno successivo dalle fotografie dei tabloid britannici e americani: è proprio lui, è Peter Falk. Addosso ha una camicia a scacchi semiaperta all’altezza della cinta mentre la pancia pronunciata - forse conseguenza di qualche bicchiere di troppo - si appoggia su un paio di pantaloni marrone chiaro completamente sgualciti, sporchi e più piccoli di un paio di taglie. I capelli bianco-cenere sono arruffati e accentuano il viso gonfio e sporco di grasso: alza le braccia al cielo Peter Falk, urla, mena le mani contro se stesso. Sembra volersi punire per qualcosa che ha fatto, o forse che non ha fatto.

«Era completamente disorientato, lui stesso non sembrava capire dove volesse andare», spiega un passante. Sulla scena arriva anche la polizia: «L’ho chiamata io - avverte una signora - ero molto preoccupata, sembrava stare davvero male». Gli agenti scendono dalla vettura e parlano per qualche istante con l’ex tenente Colombo: «Il suo stato non sembra destare preoccupazione - spiegano - fra l’altro abita poco lontano da qui e tutto sommato non ha bisogno di aiuto». Potrà anche tornare a casa da solo Peter Falk, «ma che non abbia bisogno di aiuto è da vedere», commentano alcuni ragazzi. 

Quello visto per le strade di Beverly Hills è del resto lontano anni luce dall’astuto e giovanile investigatore della serie televisiva che per trent’anni ha animato le serate sul piccolo schermo. Il primo episodio fu trasmesso negli Stati Uniti all’inizio del 1968, ma in Italia approdò oltre dieci anni dopo, nel 1979. Da allora il successo è stato costante per oltre venti anni (nel 1998 terminò la produzione), così come lo sono oggi le repliche. Il segreto è l’interpretazione del personaggio e la struttura al contrario degli episodi che iniziano con le immagini dell’omicidio e del suo autore. Lui è un ispettore di origine italiana di L. A., inconfondibile nel suo stile: indossa sempre un’impermeabile chiaro e tra le labbra stringe un mozzicone di sigaro. Adora il chilli, ha come inseparabile compagno il suo cane che chiama «Cane» e guida una Peugeot 403 Cabrio del 1959 scelta da lui personalmente. Nomina sempre la moglie che però non compare mai, tanto da diventare un personaggio a metà tra il grottesco e il leggendario. La serie è un successo da subito e gli consente di vincere quattro Emmy Award, un Golden Globe e di ottenere alcune nomination all’Oscar. Tuttavia quando il tenente Colombo va in pensione, la stella di Falk perde luce e nonostante alcune parti in film e opere teatrali di lui si perde quasi ogni traccia. Sino a qualche giorno fa quando compare a sorpresa su un set reale interpretando il ruolo più drammatico della sua vita.
La conclusione non è delle migliori a Falk viene diagnosticato il morbo di Alzheimer. La figlia adottiva Catherine chiede e ottiene la tutela legale nei confronti del padre, oramai incapace di intendere. Successivamente la seconda moglie Shera Danese (in foto in tempi migliori)
 
 presenterà ricorso contro la decisione, sostenendo di avere ricevuto direttamente dall'attore il mandato di gestirne salute e affari prima che le sue condizioni psicofisiche degenerassero. La tutela definitiva passa infine alla moglie, grazie all'accoglimento del ricorso.

Peter Falk ci lascia all'età di 83 anni nella sua villa di Beverly Hills, in California, il 23 giugno del 2011 ed è sepolto nel Westwood Memorial Park di Los Angeles, California. 

"Non sono qui sono a casa con Shera" recita l' incisione sulla lapide. Sei anche a casa nostra caro Peter, perché il tuo tenente Colombo ti ha fatto guadagnare l'unica vita eterna nella quale si può credere senza bisogno di atti di fede. Oggi sei con noi con un bell' episodio della lunga serie che si intitola " Un giallo da manuale"
buona visione
Bobby

3 commenti:

  1. Grazie Bobby,
    In effetti una triste fine quella di Peter Falk a livello di consolazione voglio pensare ad una carriera davvero eccellente e a una vita che mi pare felice accanto alla bella e giovane moglie. Era del 27 quindi oggi avrebbe 91 anni. Quindi un rispettoso saluto alla sua esistenza terrena e poi una abbuffata di quellla che con parole che hai scelto benissimo nel finale del post, possiamo definire l' unica immortalità in mano nostra.
    Apprezzo molto questa tua rubrica ed aspetto le prossime (69 pezzi! UN Babà con molto rhum)
    Un abbraccio da Patty e Vale

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  2. Volevo aggiungere una cosa in riscontro alla polemica (motivata) sollevata pochi giorni fa da Amedeo: io e credo tutti posso loggarmi col mio accounto blogger ma anche con la facile modalità del mio url. Quando come oggi uso il cell. il login da blogger mi diventa da incubo quindi uso la scorciatoia) Tuttavia prima il mio nome (che posso cambiale a piacimento) riconduceva sempre alla mia pagina livejournal. Poco mi importa perché non la uso da anni ma mi secca che venga oscurata senza mio consenso
    Patty

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  3. Proprio quel che ci voleva!
    La domenica tra le mie giornate è la più noiosa! Mi metto in poltrona e mi godo Colombo
    Grazie Bobby
    Giovanni Martinelli

    RispondiElimina

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