venerdì 27 gennaio 2012

fatevi i gatti vostri n.416 " il sapore della nostalgia "

Di carattere sono allegro e parecchio. Mi ci pigliano pel culo lorolì di casa perché quando m'arzo dal letto fischietto e quando arriva qualche ingiunzione di pagamento ci faccio l'arioplanino di carta e lo fo volare nel secchio del sudicio. Holly e Dani che, in modo differente tendono all'altalena tra l'umor giù e l' umor sù, a volte mi chiedono consiglio a volte mi guardano con un' aria schifata come se essere allegri fosse guasi una forma di beata idiozia. Bobby dice che mi capisce e che da me impara tante cose ma lo vedo vivere di corsa anzi più che di corsa, mangia coll'imbuto, fa trecento cose tutte nzieme e vorrei che a volte venisse con me a Livorno e si mettesse du ore zitto davanti al mare. Ma c'è tempo  davanti e credo che lo farà prima o poi. Perche io sia allegro non lo so, forse perché mi piace tutto tranne i prepotenti e l'ingiustizie infatti in quei casi m'incazzo e parecchio. Forse riesco a stare allegro perché non dò tempo ai problemi di assediarmi, vincermi e buttarmi per terra. Ho sempre visto i problemi come sfida e come ricerca di soluzioni per cui ho quasi sempre da fare. Certo ci sono situazioni mi dice mia nipote in cui si fa fatica ad essere ottimisti...E' vero ma anche in quei casi mi scatta qualcosa di strano. Sate a sentire questa per capirmi meglio:
Il giorno che morì la mi mamma s'era d'agosto, venerdì 27, c' era stato un grand' alternìo di sole e pioggia in quei giorni e dalle finestre aperte entravano le mosche. Anche loro poracce si sa, s'industriano di compiere la su' missione, così quando  qualcuno more, svelte svelte, fanno la ronda e gli depongano l'ova nelle mucose più a portata di mano. Ecco come mai i morti vengono mangiati dai vermi ed ecco perché mi voglio far bruciare. Comunque non volevo richiamare l'attenzione su queste fasi del nostro ritorno alla terra ma descrivere come, anche in questi casi limite, mi scatti questa mania del risolvere i problemi. Ovviamente non potevo far tornare in vita la mi povera mamma ma le mosche mi rompevano dimolto le palle, tanto più che tutti chiosavano sulla molestia degli insetti e nessuno faceva un cazzo eccetto contarle. Allora presi una bottiglia di plastica e ci feci gocciolare del miele, poi la misi sulla finestra e in men che non si dica la bottiglia fu piena di mosche, ne feci altre e le distribuii in posti non visibili da noi ma accessibili dalle mosche. Credo che la mi mamma si sia sentita sollevata, se c'è il verso di sentire qualcosa da stecchiti. In ogni caso mi sentii parecchio sollevato almeno io.
Il discorso m'ha prodotto una certa nostalgia , sono ottimista ma mica  insensibile e adesso il problema è quello di trasformarla in qualcosa che mi piaccia, senza però scacciare il ricordo della mi mamma   che mi piace. Allora chiudo l' occhi e  me la rivedo viva anzi me la rivedo che ballava quando io ancora non ero stato messo in fabbricazione, forse  nemmeno  pensato. C'era una canzone che piaceva tanto a lei e che ogni tanto la rifischia anche il babbo. Nemmeno vi dico il titolo, provate a indovinarlo. Piaceva anche a Sergio Leone che è uno dei miei registi preferiti e che la commissionò in versione stupenda a quel geniaccio di Ennio Moricone. Certe volte gliela sonavo coll' armonica e lei accennava subito il passo di danza.
Dino Ciampi m'ha trovato una base su cui s'incastra alla perfezione l'armonica e io asino come sono col pc ho provato a montacci questo filmatino che dedico ala mi mamma che mi regalò la mi prima armonica e che amava ballare. Cole foto ho cercato di trasmettere un pensiero visuale cole radici, l'amore, il dramma, l'elaborazione e tutte queste seghe che garbano ali psicologi. Si parte dal mi bisnonno, nonni, mamma e io di divers'anni fa. (Se ingrandite dal quadratino in basso a destra si vede meglio).
Tanto per precisare che si piange tutti, in maniera differente, cole lacrime o senza, sennò non si sarebbe umani e a me questa cosa mi  fa piacere e mi rende allegro. Con questo piccolo omaggio ala nostalgia  mi sento proprio bene, è guasi mezzogiorno e m'è venuta fame

Dante


6 commenti:

  1. Grazie per queste dolcissime emozioni di nostalgìe incomprensibili forse ai più...."Amapola" mi riporta a ricordi che esulano e tracimano dal 'suo' tempo....

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  2. Caro Dante, ho letto ieri questo tuo post ma non sono stato in grado di commentare per il flusso di nostalgiche sensazioni che il tuo scritto e il filmato hanno prodotto in me.
    Riconosco che, per quanto forte e commovente la lettura e la visione, ho provato qualcosa di estraemamente piacevole. Concluso il feedback personale vorrei sottolineare la grande capacità comunicativa di Dante. Non contento di "affabularci" con i suoi deliziosi pezzi, approda adesso al livello visuale. Dunque il bisnonno che immagino forte come una quercia (radice caratteriale) i nonni e la Mamma (radice estetica) la mamma e Dante (tra l'altro sembrate le diverse epoche di una famiglia di divi di Hollywood). La ripetizione alternata e reiterata di Mamma e Figlio (il legame), la dissoluzione della foto (l'interruzione), la ripetizione della foto sbiadita (la lontananza) e infine il recupero attraverso il ricordo, attraverso il dolcissimo suono di quella vecchia armonica.
    Anche il racconto merita molta attenzione, certe volte il dolore si attenua con la sua dissezione,la lettura fenomenologica della morte e i particolari sull'attività delle mosche aiutano a ricondurre un dramma personale ad evento dell' umana natura. Ci vuole una gran forza ma questo è ciò che Dante ha magistralmente appreso dalla sua vita.
    Ho riconosciuto anch'io "Amapola" e chiederei a Dante o a Dino Ciampi che ritmo sia, arrivo a sudamericano e mi fermo.
    Un abbraccio e un Grazie
    da
    Giovanni Martinelli

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    1. Io mi iscrivo a 'sto atom ma non vedo dove posso commentare per cui mi "attacco" al commneto precedente
      chiedo scusa, in questo caso, al prof Martinelli
      ala suo commento, comunque, c'è ben poco da aggiungere
      se non che questo blog rappresenta così tanto per me
      chè ci trovo tutto al momento giusto anche se a volte piango
      ma come farei senza di voi?
      che belle le foto, che belli tutti, che bella la tua mamma
      che bella la vita con voi

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  3. ciao :manca poco alla chiusura splinder e già mi manca...
    anche per voi il premio blog:
    clicca
    bacione !

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  4. Hai toccato il tasto nostalgia, non si può resistere...redcats

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  5. Eeheihei!!! Ci siamo anche noi a commentare questo dolcissimo post. Non potevi dare una testimonianza più bella e profonda del legame tra te e la mamma.Valerio è rimasto molto colpito dalla storia delle mosche e di come la racconti serenamente. A proposito ha ragione il prof. Martinelli in merito al vs. dna: siete una famiglia di belli veramente (forse il patriarca era un po' troppo austero) e nella trasmissione del gene fino a te non si è perso assolutamente nulla, hai figli Dante?
    Con affetto Patty e Valerio (ex erprencentrence di splinder)

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