martedì 13 gennaio 2015

fatevi i gatti vostri n. 613 "la storia di Dani e Bobby"

Visto che anch'io mi sto rilassando nel caldo salotto degli zii, col fuoco acceso e i gatti addosso, tutti hanno pensato bene di spingermi alla redazione di un post a 4 zampe con Esserino,  che è il mio gatto di riferimento. Quando scrivemmo a 4 mani, con mia sorella, la prima puntata di questo fortunato blog eravamo piuttosto giovani, sfuggiti  da  qualche anno al destino di rampolli benestanti al quale ci aveva destinato nostro padre e fortemente carenti di affetto, per la strutturale assenza del medesimo e per i troppi impegni lavorativi e sociali della mamma.
I nostri erano separati legalmente e vivevano ciascuno con differenti compagni che, volendo essere buonisti al massimo,   lasciavano indifferente sia mia sorella che il sottoscritto. 
Vivevamo spostandoci da una casa all'altra, muovendoci tra la periferia di Mestre, dove la mamma aveva conservato la casa coniugale e Verona, dove il babbo svolgeva la propria attività dopo essersi trasferito lì alcuni anni prima. 
Buona parte del nostro affetto di adolescenti convergeva su zia Holly. Adoravamo la zia che viveva a Venezia  ed era l'elemento eclettico di una famiglia piuttosto piatta e formalista. Un giorno Dani saltò su con una delle sue tipiche uscite e mi disse:  "ma perché non andiamo a vivere a Venezia?".
 All'epoca  io ero 17enne e Dani 14enne e l'idea di viver da soli ci affascinava ma non sottovalutavo gli ostacoli che i genitori avrebbero frapposto.
Dato che la mamma possedeva un miniappartamento sopra quello dove viveva la zia , sua sorella minore, a Venezia chiedemmo ai nostri genitori di  poterci trasferirci là. 
Dapprima la cosa non fu semplice  e fummo presi per pazzi  da babbo e mamma. Mia sorella, però, chiese l'aiuto materiale e dialettico della zia e la cosa, dietro le sue stringenti argomentazioni, fu presa in maggiore considerazione. Credo che per  entrambi i nostri genitori, in fondo questa soluzione,  rappresentasse  un compromesso ideale  se  non altro perché avrebbe prodotto un sicuro miglioramento nel rapporto coi rispettivi nuovi partners. Nella  sistemazione  veneziana avremmo avuto l'occhio vigile della zia e di zio Dante su di noi, eccellente assistenza scolastica da tutti e due .  Coi genitori, invece, avremmo trascorso tutti i momenti nei quali loro erano liberi dai rispettivi impegni e dobbiamo riconoscere che ne han sempre saputi ricavare in abbondanza.  Così alla fine strappammo il consenso e  ci trasferimmo dall'algida villetta dell'entroterra mestrino alla cadente ma affascinante abitazione con affaccio sul canal.
Il papà reputò che un po' di freddo e meno vizi non ci avrebbero fatto male, la mamma pensò e ripensò disse no e disse nì ma, pur sapendo che la sorella era sempre stata l'eccentrica  di casa, ne conosceva la solidità mentale e l'idea di non dover preparare da mangiare e far lavatrici di continuo deve esserle sembrata un terno al lotto.
Così avemmo in anticipo quello che la maggior parte dei ragazzi anglosassoni hanno a 18 anni, l'indipendenza dal legame stretto coi genitori.
Ricevemmo una quota mensile di 300 euro a testa e 200 furono assegnati alla zia  per varie ed eventuali inerenti la casa o piccole necessità. Io ebbi l'obbligo di amministrare e decidere le  nostre spese previo consenso degli zii. I conti erano fatti all' osso ma gli zii erano abituati a vivere "d'aria" e sono riusciti, negli anni a farci perfino risparmiare su quella esigua cifra che includeva anche libri di scuola, vizi e tutto il resto.
Praticamente abbiamo usato il nostro appartamentino solo per dormire, per portarci fidanzatini e fidanzatine, qualche volta per preparare un esame che richiedeva gran concentrazione. Per il resto siamo vissuti in casa di zia. 
Negli anni abbiamo imparato ad apprezzare il regime spartano della zia che dal niente sa imbandire una tavola per quattro, abbiamo gustato i racconti di mare e di terra dello zio abbiamo deliziato le nostre narici coll'odore della legna che brucia, abbiamo imparato ad andare in barca e a pescare. Non ci siamo drogati, non abbiamo messo al mondo figli imprevisti. Niente di quello che, inizialmente temeva la mamma. Ambedue ci siamo laureati col massimo dei voti e la lode, rispettando perfettamente le scadenze previste ma non abbiamo fatto feste in tema. Non possiamo che essere stragrati a zio Dante che ci ha assistiti con pazienza  in tutte le materia dal greco all' italiano, dalla matematica alla fisica. A tutt'oggi a tutti i nostri amici pare impossibile, che quest'uomo corpulento, con le mani piene di calli e cicatrici, dedito al vino e alla tavola, anarchico e blasfemo, con la pelle e la parola segnati dal salmastro del Tirreno possa averci spiegato la tragedia  greca  e la commedia latina l' inglese, le derivate e gli integrali.
Sono passati 11 anni dal nostro trasferimento. Più di 7 dall' inizio di questo blog che talvolta è stato un po' abbandonato ma sempre pronto a risuscitare con veri e propri fuochi d'artificio, specie quando la mano è quella di Dante.
Questa paginetta vuol essere di fondo un riconoscimento e un ringraziamento per questi meravigliosi zii senza i quali i e mia sorella non saremmo quelli che siamo. 
Ringrazio ovviamente anche  i mici che ci hanno fatto sentire la vicinanza di una natura che l'uomo non comprende più o che rifugge, 
ringrazio infine tutti Voi che avete letto con pazienza le nostre paginette ed  condiviso gioe e dolori con noi.
Un abbraccio Bobby


3 commenti:

  1. Un bellissimo omaggio di cui gli zii (e i gatti) vi saranno grati.

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  2. Se è vera, è una storia bellissima, all'altezza di tutto il vostro blog!

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  3. E io ringrazio voi, i vostri zii e i gatti perchè questo blog mi è stato di aiuto e sostegno in moltissime occasioni. Anche stavolta. Non voglio soffermarmi su questa parola "stavolta" perchè non voglio parlare di me (come faccio sempre) ma sappiate che siete parte del mio cuore e della mia vita, sempre. Grazie.

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