giovedì 2 aprile 2020

fatevi i gatti vostri 1457 " un omaggio di Holly"

Ringrazio tutti gli amici che hanno mandato pensieri positivi per me e si sono tenuti informati sulle mie condizioni di salute. Sto bene e mi sento quasi come prima con un piccolo particolare; ho la stessa forza fisica, la voglia di fare, la mia dedizione ai gatti alle mie focacce pizze e pasta fatta in casa ed anche a Dante  ma lo devo dire piano piano perché continui a impegnarsi giorno per giorno senza dar niente per scontato e cospargermi la casa di capelli, fatto minimale è vero, ma che ti butta fuori dai gangheri dopo le traversie che ho passato, delle quali non ho ancora piena cognizione e il rientro a casa con virus in crescita e relativa segregazione. Dicevo dunque che mi sento bene, tuttavia qualcosa è cambiato in me anche se ancora non so bene cosa. Ho ripreso a uscire con la barca, in fondo fa parte della mia vita, le consegne di farmaci ci sono anche se il lavoro è calato enormemente. Mi aiutano alcuni colleghi perché prendo ancora medicine e potrei avere colpi di sonno o peggio un attacco simile a quello che mi colpì ai primi di febbraio. In tal caso una barca priva di pilotaggio può rappresentare una mina vagante né più né meno di un auto col conducente colpito da malore mentre sta viaggiando in tangenziale. Passerà, almeno lo spero. Non ho voluto Dante con me non perché non sia eccellente in tutto ciò che attiene mare e navigazione ma perché su certe cose ha una testardaggine impossibile. Da secoli qui a Venezia si ormeggia col nodo piano e lui continua a dire a gente che è nata sulla barca che è un nodo da sartoria e che se lo vedesse un marinaio serio rigetterebbe all' istante. Ha perfino creato un nodo d' ormeggio che ha chiamato modestamente "il diverso" è efficacissimo, sicuramente tiene meglio del "piano" e lo si può disfare al bisogno con un solo dito ma non può perdere la mattina a cercare di dimostrare a gente di mare come lui che sono degli incapaci. Non vuol mettersi in testa che la sua didattica non è richiesta e non è gradita, che forse non hanno la voglia di ricercare che ha lui, forse son tradizionalisti ed amano rifare i gesti atavici dei padri anche se si può far meglio. Insomma indispone tutti e, alla fine, anche me. Poi non realizzo perché abbia voluto spedire a Londra Dani come se Londra fosse avanti a noi nella medicina. Qui starebbe all' aria aperta a lavorare con me come faceva da un anno, la barca è lunga 9 metri e si può stare distanti, lì è segregata in casa. Dante pensa una cosa e per il fatto di averla pensata, automaticamente la cosa diviene giusta. Sia chiaro che riconosco la dedizione con la quale mi ha assistito. Alla fine ha commosso perfino i medici e le infermiere, mi ha ricoperto di fiori ogni giorno e dato che non sempre trovava una sedia per aspettare davanti alla porta chiusa del reparto portava con sé uno sgabello pieghevole autocostruito (naturalmente). Alla fine dal reparto psichiatrico che era vicino a quello della neurologia sono andati a controllare   che non fosse uno dei loro assistiti. Tra i vari doni che mi ha fatto in quei giorni bui uno in particolare resta nel mio cuore: un libro  e ho mandato un messaggio a Zanza perché lo inserisse in biblioteca per voi.  Ciò è avvenuto vari giorni fa e adesso dovrebbe essere sullo scaffale nella collocazione Estremo Oriente Giappone Murakami Haruki
Si chiama Kafka sulla spiaggia.
Questo pezzo, che riporto, si adatta assai bene alla mia situazione ma ormai col Corona imperversante credo sia adatto a tutti.
Un abbraccio e un grande grazie a tutti gli amici e lettori
Holly

“Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infine volte, come una danza sinistra col dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. E' qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l'altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. Devi immaginare questa tempesta di sabbia.

E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. E' una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani. E' il tuo sangue, e anche sangue di altri.

Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia”.

3 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Dani London - pubblico questo post inviatomi dalla zia che è di nuovo in barca.

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  2. Cara Holly, concordo su quanto scrivi in merito alle tradizioni, nella mia terra c'è una stirpe di vignaiuoli resistenti alle innovazioni. Delle stesse non esitano a riconoscere i meriti ma liquidano il discorso dicendo: mi trovo meglio a far come si è sempre fatto da queste parti. I barcaioli veneziani continueranno ad usare i nodi della loro tradizione e Dante a non comprendere tale resistenza. Bisogna comunque considerare che Dante è esule in terra difficile. Ho visto alcuni miei colleghi toscani soffrire molto in Piemonte e non credo che in Veneto abbiano miglior sorte. Scanzonati, ironici, brillanti, incredibilmente ingegnosi, talvolta troppo ciarlieri, talvolta spacconi, comunque inclini ad una costante ambivalenza tra atteggiamenti talora depressivi talaltra ipermaniacali non possono trovarsi a loro completo agio a contatto di popoli come il mio e il tuo, di per loro piuttosto chiusi, operosi, fieri del loro lavoro e dei denari che ne conseguono, spesso abituati a crogiolarsi in una certa ottusità che vede nel benessere l' unica forma di elevazione. Sia ben chiaro che queste note sono soggette ai ben noti rischi della generalizzazione e quindi possono avere solo una lettura in chiave statistica senza essere riferiti ad alcuno in particolare.
    Difficilmente Dante cambierà, è il suo modo di cantare la propria libertà. Continua ad amarlo come dimostri di fare e comprendilo quando eccede. Lo abbiamo sentito commosso e impegnatissimo quando stavi male ed è in quelle situazioni che si vede lo spessore della persona. Grazie per averci esteso la possibilità di fruire di questo bel libro. Considero la Biblioteca di Esserino nella sua intierezza come un vero dono piovuto dai prati del Gatto Eterno.Quando ne parlo coi pochissimi amici che frequento e mi riferisco alla biblioteca virtuale di un Gatto che divorava i libri mi guardano con la stessa aria che dovevano avere gli infermieri che vedevano Dante seduto sullo sgabello arigianale davanti alla porta chiusa del reparto che ti ospitava.
    Con tantissimo affetto
    Giovanni Martinelli

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  3. Bentornata alla vita attiva!
    Il libro Grazie mi pare bello!
    Interessante la disamina di Smarty sui caratteri. I Parmigiani anche sono chiusi e poco cordiali. Io sono parmense, intendendo con ciò provinciale ma di una campagna ancora buona e ridanciana per quello amo più il country che la lirica (che cmq mi piace)
    Colgo l' occasione per ringraziare Dante per il tutorial, non riesco a suonare amapola, difficilissima, con born to lose fino alla prima strofa vado benino poi mi perdo. Fanne ancora con suggerimenti ancor più per i terra terra.
    un abbraccio forte e tanti auguri
    Giacomo

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