sabato 27 febbraio 2021

fatevi i gatti vostri 1764 " quando un si pole lavorà si sistemano l' attrezzi"

Visto che cor giallo un mi riesce d'andà avanti faccio come facevano i contadini d'una volta, nele stagioni in cui c'erà poco da fa ne campi per via dele gelate e dela pioggia si mettevano vicino ar foco e sistemavano l' attrezzi pe la stagione in cui sarebbero serviti. Così io sto sistemando una bellissima cassapanca pe Holly. Gli sto rifacendo le zampe che erano state mangiate dai tarli che l' hanno pagata cara perché so stati affumicati avvelenati e murati vivi ma che comunque m' hanno costretto a fà un lavorone di restauro cor una ricostruzione guasi di sanapianta. Siccome però questi lavori vanno fatti un pezzettino ala volta perché il legno impastato di resina deve asciugà ala perfezione poi quando sarò a bon punto vela farò vedé. Intanto, dicevo,  ne tempi morti mi so messo a ripristinare anche quarche macchina pe scrive. Nela speranza che poi mi servano pe scrive ir giallo.  Queste l' ho comprate a pochino pochino in dell' aste in Olanda e in Svizzera ma c'era un bel po'  di lavoro da fare pe portalle a no stato dignitoso. Questa maestosa Imperial tutta in ghisa, pesantissima ormai l'ho finita è davvero una competizione tra lei e le due olivetti M20 ed M40 che mostrai in passato. Il mio cuore batte per le italiane ma anche questa ha una meccanica raffinatissima ed estremamente solida.







 e anche questa bella hermes che ha qualità di scrittura notevole e precisione elevetica nella meccanica.

La Remington che vedete qui sotto l' ho resa funzionante a livello di scrittura, si trattava solo di sbloccarla ma purtroppo è piena di ruggine e ancora non so se la farò a pezzi  pe ripulilla minuziosamente o la metterò a bagno in oli speciali per cercare di dissolvere quanta più ruggine posso.

Come vedete un c'è modo di annoiassi, Nel frattempo da Firenze m' hanno rimediato un altro cavallo di Teo, un mi serviva ma mica gli potevo dì di no. Ah ci sarebban anche dell' orologi da polso anni sessanta e settanta che ho parzialmente smoltato e sto ripulendo ma di quelli vi parlo un'altra volta.

Il filme sula moglie orrenda armeno dale critiche sembra promettere bene. Lo guarderò stasera.

Bon sabato pomeriggio a tutti

Dante

Recensione da my movies

TRA DIALOGHI IMPAGABILI E CONTORSIONI CEREBRALI, IL REBOOT DELLO SHERLOCK DI CUMBERBATCH INTRATTIENE CON UN RITMO FORSENNATO E SAZIA LE ASPETTATIVE DEI FAN.
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 11 gennaio 2016

Londra, 1881. In una dimensione apparentemente parallela a quella dello Sherlock del 2014, John Watson e Sherlock Holmes si conoscono e iniziano la loro collaborazione sul caso dell'Abominevole Sposa. Per Scotland Yard è un mistero senza soluzione, contornato di paure soprannaturali; per Sherlock un delitto assai concreto e reale, frutto di un'astuta messinscena. Ma cosa c'entra tutto ciò con l'annunciato ritorno dalla morte dell'arcinemico Moriarty nel 2014?
Quando una serie è in difficoltà, ed è certamente il caso di Sherlock, giunta con qualche intoppo alla fine della sua terza stagione, una soluzione possibile è quella di negare il suo stesso assunto di base. E di lasciarsi andare alle delizie di un reboot o, meglio ancora, all'apparenza dello stesso. Steven Moffat e Mark Gatiss, i geniali scrittori di una delle più popolari serie della storia recente della BBC, concentrano i loro sforzi in 90 minuti destinati a saziare le aspettative dei fan, a intrattenere e al contempo a non dire nulla di significativo per gli sviluppi della serie stessa. Portare a casa un successo in condizioni simili è compito meno agevole del previsto, pur contando sulla presenza di Benedict Cumberbatch e Martin Freeman.
D'altronde, eliminato quel che è impossibile, resta - per quanto poco probabile - la soluzione, direbbe Sherlock. E considerato che lo Sherlock di Cumberbatch è l'anti-eroe per eccellenza, destinato a giocare con una tradizione ingombrante, adattandola alla contemporaneità e modellandola con la giusta dose di ironia, riportare tutto indietro significa automaticamente rinunciare a tutto ciò. Addio messaggi sms visualizzati sullo schermo - all'epoca un elemento di innovazione non trascurabile - benvenuto alla classicità del whodunit. Non appena il 221B di Baker Street ritorna quello cristallizzato nell'immaginario collettivo e Holmes indossa il tradizionale copricapo, riecco il personaggio di Conan Doyle in ogni sua sfumatura, alle prese con un classico caso di ghost story per creduloni da smascherare. Ma nel perfetto impianto di ricostruzione di Moffat e Gatiss - quasi una dimostrazione che i due potrebbero scrivere uno spin-off sullo Sherlock tradizionale in un amen - emerge qualche elemento di apparente anacronismo, qualche minuscola e calcolatissima crepa, che apre al più inatteso, ma narrativamente prevedibile, dei colpi di scena.
Dopo novanta minuti di ritmo forsennato, dialoghi impagabili e contorsioni cerebrali, si resta - ma lo si sapeva già da principio - a mani vuote da un punto di vista di continuity seriale. Ma lo scopo de L'abominevole sposa non era questo, era da un lato l'esercizio di smontaggio e ricomposizione di un meccanismo ben congegnato, alla stregua di un cubo di Rubik (o di un enigma di Holmes) e dall'altro una pausa di intrattenimento per giocare con i temi che da sempre accompagnano il personaggio, osservandoli da un'altra angolazione. Con un elemento di indubbia innovazione nell'esplicito accento posto sulla questione gender: mai come ne L'abominevole sposa i dialoghi tra Holmes e Watson o le comparsate di Moriarty affrontano di petto l'ambiguità insita nelle loro relazioni bromance e nella particolare misoginia di Holmes. E mai come qui il femminino, pur con i limiti del caso, ha la sua occasione di riscatto in "una guerra che [gli uomini] devono perdere".
A parte qualche doverosa concessione al cosiddetto fan service, a vantaggio di spettatori destinati a un'attesa ancora lunga prima della quarta stagione dello show, era difficile chiedere più di questo ai creatori di Sherlock. Ora l'impresa sarà abituarsi a non rivedere Cumberbatch e Freeman negli immortali panni vittoriani di Holmes e Watson: un effetto collaterale tutt'altro che sgradito e ampiamente previsto.?

5 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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  2. Non solo mi fai schiattare di invidia per queste bellissime macchine per scrivere ma mi anticipi addirittura il restauro di una cassapanca (oggetto che venero) magari antica ehh?
    Bona serata dai
    un abbraccio
    Patty

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  3. Sono rimasta senza parole. STUPENDE! Viene voglia di scrivere al solo vederle
    Buona serata
    Lucia Milano

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  4. Ma che gusto c'è a fare degli stupidi copia incolla di macchine per scrivere che sono solo una immagine trovata in rete e che non sono tue? Ha un senso parlare di donne che lavorano in barca a Venezia quando non ce ne sono perché è il posto più antifemminista del mondo ed ebbe solo una gondoliera che non hanno mai fatto esercitare dal vero?
    Cosa vogliono dire questi racconti di eroi del nulla che pubblichi pensando che interessi a qualcuno quello che sai fare o quello che suoni e scrivi?
    Sei un poveraccio solo e malato di mente che odia il progresso e chi è più intelligente di te cioè tutti.
    Alessia

    RispondiElimina

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