lunedì 25 gennaio 2021

fatevi i gatti vostri 1732 "autovtaim"

Non ricordo chi me lo abbia chiesto ma qualcuno è stato. Era un film che volevo vedere anche io perché ogni tanto un po' d'azione fa bene per stare svegli. Alla fine l' ho trovato e oggi me lo guardo, la critica esalta i protagonisti ma trova poco verosimile la storia giudizio quindi che non dovrebbe collocarsi tra gli opinabili una storia o è credibile o non lo è. Siamo a vedere, Denzel è bravo ed Eva Mendez oltre ad esser brava è anche esageratamente discretoccia

Il commento è da my movies

Buon Pomeriggio

Dante


LA BUONA INTERPRETAZIONE DI WASHINGTON E LA LUMINOSA BELLEZZA DI EVA MENDES FANNO DIMENTICARE LA STORIA CHE, NEL SUO INCEDERE, ASSUME RISVOLTI POCO VEROSIMILI.
Recensione di Mattia Nicoletti

L'arrivo nelle sale di un action thriller con le consuete star hollywoodiane, non fa più notizia, ma è una formula che continua a raccogliere discreti risultati al botteghino. Out of time di Carl Franklin, con Denzel Washington nella parte del poliziotto vittima di un complotto, ha il pregio di intrattenere lo spettatore nonostante numerosi buchi di sceneggiatura e improbabili sequenze al limite del credibile (ma in fondo è solo un film...). Siamo a Banyan, minuscola cittadina della Florida, dove Matt Whitlock, capo della polizia, ogni giorno svolge il suo lavoro, una routine senza particolari colpi di scena. Ultimamente la sua vita personale non brilla. Prima una separazione temporanea dalla moglie, promossa detective della Anticrimine, poi una relazione con Ann, sposata con un marito che spesso le usa violenza, e che scopre essere malata terminale. La morte improvvisa di Ann e del consorte in uno strano incendio, movimenteranno la sua esistenza: Matt è l'indiziato più probabile del duplice omicidio.
La buona interpretazione di Washington, e la luminosa bellezza di Eva Mendes, fanno dimenticare la storia che, nel suo incedere, assume volentieri risvolti poco verosimili animati da campi e controcampi di mestiere, che sostengono il ritmo del film. Alla fine, ci si chiede soltanto quanto il caso sia importante nella vita di ognuno di noi, poiché il destino distribuisce sul protagonista, nella prima parte, tutte le sfighe, nella seconda, tutte le fortune. 


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Al comando di quattro poliziotti nella cittadina di Banyan Key (1384 abitanti) in Florida, Matt Lee Whitlock si trova nei guai quando rischia di diventare il principale indiziato di un duplice omicidio: deve ingaggiare una corsa contro il tempo per rintracciare i colpevoli. È un thriller a suspense che nella 2ª parte moltiplica i colpi di scena sino a una prevedibile lieta fine. La sceneggiatura dell'esordiente David Collard è imperniata sul principio della focalizzazione interna, come direbbe un semiologo: il narratore accompagna un personaggio e racconta soltanto quel che esso sa o vede. Lo spettatore è portato a identificarsi al protagonista e alle sue pene, ma ne sa più di tutti gli altri personaggi implicati nell'indagine. Pur delineati con indubbio mestiere, i personaggi sono subordinati all'intrigo che l'afroamericano Franklin espone senza uno strappo alle regole della drammaturgia hollywoodiana. Washington in bermuda con la voce di Francesco Pannofino.


2 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Redazione: Dante poco on line

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  2. Avevo proprio un pomeriggio libero, tanto per cambiare e la presentazione mi ha invogliato alla visione. Direi che la critica è azzeccata. Molto movimento, molti colpi di scena, qualche sorpresa ma la pellicola si regge tutta sugli attori e sulle scene spettacolari. Visibilissimo per gli amanti del genere e comunque fruibile fino alla fine per i non amanti, come appunto è lo scrivente.
    Buona serata
    Giovanni Martinelli

    RispondiElimina

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