lunedì 11 gennaio 2021

fatevi i gatti vostri 1719 " C'era da scommetterci"

Intanto le info sulle tre viaggiatrici: sono arrivate puntualmente a Livorno nel pomeriggio di ieri e Ampelio e Nara avevano organizzato una bella cena per loro visto che avevano fatto da soli quelle di Natale e Capodanno.

C'è però un altro viaggio del quale parlare e vengo subito all' argomento del titolo del post.

Eh sì c' era da scommetterci. Appena Costanza ha sentito Dino al telefono che le esponeva le incredibili difficoltà del suo trasferimento via Udine la bella svizzera deve aver pensato: "Sempre il solito, alla fine troverà la scusa per non venire". Così approfittando del fatto che Dino le aveva dichiarato la sua disponibilità e per telefono l' aveva ribadita dicendo: "Ma dai... se non sono tornato a Livorno con Samatta sarà perché volevo venire su o no?"  

Dimostrazione ragionevole ed accettabile che tuttavia non ha convinto pienamente Costanza. "Resterà a bere e a suonare con Dante almeno finche non sbloccheranno le zone" deve aver pensato. Così alle prime luci dell' alba  si è messa alla guida della sua stupenda  Mercedes Maybach, un auto che costa quanto casa mia e stamattina alle 10 era a suonarci il campanello. Avendo la sua azienda alcune consociate italiane non ha avuto problemi al confine. La sua presenza era necessaria per firmare alcuni contratti. Come sapete lavora in ambito farmaceutico e quindi i suoi movimenti erano particolarmente giustificati date le urgenze che si registrano in quel settore. In ogni caso dopo la frontiera svizzera nessuno le ha chiesto nulla. Potrà senz'altro anche tornare a casa dopodomani ed ha ideato un perfetto lasciapassare per Dino consistente in un contratto di assunzione come custode di casa sua.

"Al massimo penseranno alla vecchia svizzera che va a cercarsi l' amante in Italia ci ha detto", aggiungendo "del resto è così da quasi trent' anni e Dino non è proprio il prototipo del giovane amante visto che ha molti anni più di me"

Non glielo avevo mai chiesto anche perché quando ero ragazzina mi veniva naturale portarle un certo rispetto ma stavolta, ormai entrata a far parte del club delle donne mature insieme a lei e zia Holly, ho osato chiederle come avesse fatto a conservare questo affetto per tanti anni e lei mi ha semplicemente risposto:

"Hai usato la parola giusta "affetto" fino a quando sono stata innamorata è stata una sofferenza poi ho capito che una storia con Dino a livello di coppia era inimmaginabile e allora ho cominciato a vedere tutti i suoi lati buoni, il suo temperamento artistico, la unicità di tante sue caratteristiche e anche la bellezza della sua anima. Io combatto ogni giorno con veri squali della finanza uomini assetati di potere, maniaci del controllo, una buona parte di loro quando non sono spregevoli moralmente sono comunque pericolosi come avversari, lo stesso si può dire delle donne che fanno il mio lavoro. Dino appartiene a un altra dimensione vive senza schemi, vive senza soldi, non ha obiettivi non fa calcoli e a modo suo mi vuole bene e me lo fa capire".

E' intervenuto lo zio che stava travasando il vino mentre parlavamo e mi ha detto: "fai la stessa domanda a Dino". Ho voluto provarci  e lui mi ha guardato con gli occhi rivolti insù come se aspettasse una ispirazione celeste.

"Perché mi piace ancora Costanza? Mah.... Perché si lava la topa r culo  e le ascelle 10 volte al giorno, quando sei a letto con lei sembra di rotolarsi nel borotalco. La conosco così bene che se l' accarezzo mi sembra di sonà r mi pianoforte. So che quando morirò  ci penzerà lei a sistemammi come meglio gli pare e le ceneri mettele magari n uno de su giardini sotto a na bella pianta. Oddio ci penzerebbe anche Dantino a na bisogna simile  ma è tarmente mal messo  co soldi che gli toccherebbe bruciammi co na tanica di benzina e spargemi n' una discarica".

Modi diversi ma dai quali traspare un sentimento che gli anni non hanno opacizzato.

Sono contenta che stia qui un paio di giorni e sono contenta che Dino vada a rimettersi un po' in sesto lassù da lei magari complice il virus potrebbe fermarsi per dei mesi e la cosa gioverebbe senz'altro alla sua salute.

Oggi mi dedicherò alle chiacchiere e non so se vedremo film ma non voglio far mancare le presentazioni che mi avete richiesto. Vi invito anche a farmi sapere se qualcun' altro di voi desidera le recensioni di pellicole inizianti con la lettera O, in caso contrario passeremo presto alla P.

Grazie e buona giornata a tutti

Dani

LA DENUNCIA DI UNA SOCIETÀ IN CUI LA VIOLENZA DI CHI HA IL POTERE DELLA FORZA PRODUCE PER REAZIONE IL SENTIMENTO DELLA VENDETTA.
Recensione di Giancarlo Zappoli

Una studentessa liceale viene brutalmente assassinata. Mentre torna a casa uno degli assassini viene sequestrato da un gruppo paramilitare che lo sottopone a tortura costringendolo a scrivere la propria ammissione di colpa. Rilasciato e tormentato da quanto ha subito vive nella paura anche perché scopre che, uno dopo l'altro, i suoi complici stanno subendo la sua stessa sorte.
Il titolo coreano del film suona come una domanda "Chi sono io?". Insieme ai personaggi che porta sullo schermo Kim Ki-duk se la sta ponendo sicuramente, con ancora maggior forza, da dopo la crisi documentata con Arirang. La risposta che emerge dalle tre opere posteriori alla crisi è quella di un animo esacerbato da una realtà violenta che non riesce più a sopportare e che intende denunciare. Così come denuncia le falsità e le omissioni seguite al naufragio di un'imbarcazione che ha causato una strage in Corea del Sud portando sugli abiti con grande evidenza la scritta "La verità non può annegare".
Il problema nasce però, in questa e nella precedente occasione (Moebius), da un ritorno ancor più esacerbato alla efferatezza che innervava il suo cinema delle origini. Se però all'epoca si trattava di una palestra estetica in cui mettere alla prova le proprie qualità di narratore per immagini ora si rischia il manierismo in parte fine a se stesso.
È come se la fase inaugurata con Primavera, estate, autunno, inverno e primavera ancora e proseguita con masterpieces come Ferro 3 si fosse inaridita in favore di un cinema della crudeltà che a tratti si compiace di quanto intende denunciare.
Non è facile trovare alla fine di One on One quella 'speranza' che il regista ritiene di avervi immesso. C'è sicuramente la denuncia (mescolata a riferimenti politici che non sono nelle sue corde) di una società in cui la violenza di chi ha il potere della forza produce per reazione il sentimento della vendetta che, se è in grado di punire le colpe, non fa altro che incrementare la corsa verso il baratro di una società complessa. La coazione a ripetere di sequestri e torture finisce però con l'indebolire l'assunto lasciando allo spettatore un altro tipo di 'speranza': che Kim Ki-duk riesca nuovamente a fare la sintesi tra le due anime del suo cinema. 


Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Una ragazzina viene uccisa. 7 colpevoli, dal sicario ai mandanti, sono catturati uno a uno e torturati da un gruppo terroristico per estorcere la confessione. Kim tratteggia personaggi semplici, caratterizzati da sentimenti primordiali e (dis)umani attraverso la negatività dei loro comportamenti. L'espediente narrativo è l'omicidio e la conseguente vendetta, ma, come sempre, il punto di arrivo non è la mera scoperta di un colpevole su cui potersi rivalere, bensì il percorso interiore che le parti sono costrette a intraprendere. I ruoli si invertono e si rincorrono: l'impunità di chi commissiona delitti e l'inconsapevolezza di chi li perpetra senza tenere conto delle ripercussioni sono contrapposte alle torture di chi si erge a giustiziere popolare, divorato e accecato dal sentimento di vendetta. Una dittatura dell'anima di cui non si scorge altra soluzione che perdersi per ritrovarsi. Vincitore a Venezia 2014 del premio Fedeora, assegnato dalla Federazione di Critici Cinematografici Europei e del Mediterraneo.

4 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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  2. Covo di avventurieri. Adesso anche la precisissima rappresentante elvetica ci si mette. Vabbè per amore questo e altro. Del resto bisogna riconoscere che la motivazione di amore del Ciampi è improntata a una sublime poesia che non può non far vittime. E allora caro Dino goditi la principessa azzurra che se addirittura avesse l' ammiraglia della Mercedes in colore bianco supererebbe i migliori principi delle favole. A voi tutti grazie per le puntualissime presentazioni.
    Un abbraccio
    Patty

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  3. Le sorprese non mancano mai a casa vostra e finché sono gradite come questa ben vengano.
    Non sempre gli amori seguono percorsi canonici e non era neppure da ipotizzare che il Ciampi potesse avere la sua vita affettiva caratterizzata da qualcosa di ordinario. Quanto alle presentazioni di pellicole comprese sotto la lettera O non ho ulteriori richieste e resto in fiduciosa attesa della P.
    Buona Serata
    Giovanni Martinelli

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  4. E bravi i nostri trasgressori. Immagino che nella pratica di questi spostamenti siate prudentissimi ma spero che lo sia anche chi pensasse di emularvi. Se vi imbattete in quella brava assessora all' educazione che canta faccetta nera alla radio fatele i miei complimenti pensavo che i deficienti facessero scalo qui a Milano ma anche da voi sono ben rappresentati.
    Un abbraccio da
    Lucy

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