lunedì 18 gennaio 2021

fatevi i gatti vostri 1725 "Notti in G "

Rientro adesso da un tour de force che ci ha coinvolto tutti, da questa mattina alle 6 fino ad ora. Ed è anche la ragione per cui scrivo solo adesso, appena uscita da una doccia bollente che mi ha tolto il gelo da dosso.

per carità il lavoro è sempre il benvenuto ma quando ieri la zia ci ha detto che volendo c'era da traslocare tutto il magazzino di un ristorante in  centro ci è preso un accidente.

Va così purtroppo, il padrone, un bravo signore di Trieste, che conosciamo bene dato che abita vicino a noi, circa un anno e mezzo fa aveva dato in gestione il suo ristorante a due signori del Bangladesh. Ci era dispiaciuto perché era una trattoria con arredi antichi e, con lui, si mangiava divinamente  mentre la nuova gestione era diventata una sorte di fucina di odori orrendamente agliati e speziati e dispensava cibo che avrebbe fatto storcere il naso anche a Ito quando tornava dai digiuni delle sue settimane amorose. Col covid niente o quasi niente incassi e i nuovi proprietari hanno smesso di pagare la quota pattuita per la gestione, poi un bel giorno sono spariti del tutto. Il poveraccio ha provato a riprendere le redini della piccola impresa ma oberato dai debiti e dalla mancanza di incassi ha dovuto capitolare. Per fortuna sua il magazzino viveri era ancora quasi pieno. I gestori avevano riempito fino al soffitto e non si sa fino a che punto abbiano pagato. Lui comunque ha trovato un acquirente che a un prezzo non stracciato ma neppure buono gli ha rilevato tutto. Ha una sorta di mensa a domicilio per varie comunità e può impiegare rapidamente il  tutto. Ora se pensate di capire cosa implichi sgomberare un magazzino nel cuore di Venezia sappiate che per quanto la vostra idea si avvicini a qualcosa di devastante, siete ancora lontani dalla realtà. A Venezia nessun magazzino è comodo, porticine strette che paiono gattaiole per le micette e poi tutto un dedalo di stanzette in comunicazione una con l' altra e su differenti livelli. Quando arrivate alla porta dovete metter tutto su un carretto e portalo fino alla riva dove avete trovato posto con la barca. Poi c'è da farsi tutto il canal Salso che unisce Venezia a Mestre e giunti lì scaricare la barca e caricare il camion.

Privi delle agili braccia e gambe delle livornesi ci siamo divisi il lavoro così: La zia in barca a stivare, Zio Dante col carretto a portare la roba e noi a prelevarla dal magazzino e a caricare il carretto, per fortuna zio Dante in tempi non recenti ne ha costruiti in abbondanza prevedendo che servissero a chissà cosa. La roba era tanta ma non tantissima e il proprietario aveva già fatto gli scatoloni, non troppo pesanti, ascoltando il monito della zia "in barca 5 kili pesano come 10 in terra" . Alla fine con 2 viaggi siamo riusciti a portare tutto a Mestre che l' acquirente aveva raggiunto con  un piccolo camion. La zia, mettendosi una mano sul cuore aveva chiesto 400 euro per venire incontro a questo bravo conoscente che si trova in un così brutto momento. Ce li siamo divisi alla marinara, 100 alla barca, 200 agli zii, 100 a me e niente a Bobby che dovrebbe anzi pagarci per la sana ginnastica che gli facciamo fare. Unita a quella da camera che gli ha fatto fare Martina ha messo su un fisico asciutto che è una bellezza. Accanto a me sfigura ancora ma io ormai lavoro come un asinella da soma da molto tempo e, in tutta sincerità non rimpiango affatto il mio lavoro da insegnante. Zio Dante continua a prendermi in giro chiamandomi "comandante" e il guaio è che lo fa anche con i clienti. "E' passato il comandante?" Chiede. E così ora tutti mi chiamano comandante. Basta che mi fermi a un bàcaro per una tazza di caffé fatto con la moka per sentirmi appellare così. Stamattina addirittura quando sono andata per ritirare il bicchiere di carta da asporto pieno di liquido nero bollente e irrobustito con grappa mi hanno detto: l' Armatore Livornese e il Primo comandante sono già venuti a bere e ti hanno lasciato il caffé pagato. Giusto per farmi calare nella situazione dell' ultima ruota del carro. Ah no, c'è sempre il mozzo di bordo Bobby, per fortuna, al quale posso impartire ordini.

Murasaki mi ha messo un dubbio ovvero se avessimo mai presentato Notting Hill. Non lo ricordo proprio ma come diceva sempre Balena a Esserino "Meglius Imbundare cuam deficiere" che poi traduceva in "melio esere graso que sciemo".

Buon Pomeriggio a Tutti

Dani

di seguito trama e recensioni, quest'ultime da my movies e Morandini


 William Thacker vive a Londra nel quartiere Notting Hill, in una casa che divide con Spike, un giovane sfaccendato che si muove bene nel disordine e nella confusione. William è proprietario di una libreria specializzata in libri di viaggio, dove un giorno capita Anna Scott, diva del cinema americano, a Londra per promuovere il suo ultimo film. Dopo un primo impatto, i due si rivedono poco dopo e avvertono il bisogno di ripetere i loro incontri. Amore a prima vista, complicato però dalle loro opposte situazioni. Per evitare difficoltà alla carriera dell’attrice, la coppia si vede di nascosto e di fretta. Solo in una occasione, William invita Anna ad una cena di compleanno della sorella. Qui la grande diva si confonde a tavola con i suoi ammiratori quasi increduli. Poco dopo però arriva in città il fidanzato di lei, e la storia sembra dover finire. Passano altri mesi. Anna entra all’improvviso in libreria…

Recensione di Fabrizio Caleffi

Può la star più in voga del momento innamorarsi di un qualsiasi librario londinese? La risposta, che viene descritta in un film vivace, degno dei suoi incassi, è affermativa. Julia Roberts fa se stessa con molta ironia e autoironia. I personaggi di contorno, come deve essere in questo tipo di prodotto, sono efficaci, curatissimi e contribuiscono ad un successo annunciato. Grant rovescia un bicchiere di spremuta d'arancia addosso alla superstar nel quartiere più cool del momento a Londra e i meccanismi della trama si mettono subito in moto, prevedibili, ma godibilissimi. Ci saranno intoppi. Ma saranno superati, come tutti desideriamo. Memorabile la partecipazione di Hugh finto giornalista alla conferenza di Julia, autentica diva. Se ci sarà un sequel, non ce ne lamenteremo troppo. 


Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Nel quartiere londinese di Notting Hill (dove c'è il mercato di Portobello) il timido William Thacker (Grant) ha un negozietto di libri dove entra Anna Scott (Roberts), gran diva di Hollywood. Colpo di fulmine. Relazione complicata, con distacchi e tiremmolla, ma la lieta fine è d'obbligo. Prolissa e sfilacciata commedia sentimentale dal ritmo blando, con qualche saporita battuta nella prima parte, uno spudorato triplo finale in passerella e inspiegabili movimenti di dolly. I due divi - lei sottopeso, lui gonfiotto - si limitano a sfruttare il carisma. A riempire i tempi morti provvede con brio il gallese Spike (Ifans), il più divertente della compagnia. Scritto da Richard Curtis ( Quattro matrimoni e un funerale ).

4 commenti:

  1. Grazie a Murasaki che ce lo ha riportato alla memoria, lo ricordo molto carino e penso proprio che me lo rivedrò
    Baci
    Patty
    p.s. a proposito, manca la vostra usuale comunicazione di servizio che precede tutti i commenti, fa niente se il mio comm apparirà per primo?

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    1. Nessun problema per oggi ne faremo a meno. In ogni caso ha solo lo scopo di fungere da chat interna per scambiarsi compiti o prendere accordi. Ormai con whatsapp e i piani tariffari dei cellulari che ti danno telef. sms e traffico dati gratis. Usiamo di più il telefono ma ci piace comunque far sapere agli altri redattori e al pubblico in che fascia oraria il pc è acceso e il blog aperto. Ci capita spesso di fare botta e risposta anche con i lettori.

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  2. Bravissimi, anche se la storia che raccontate è piuttosto triste. Anche per i bengalesi, ai quali credo avrei fatto gran festa avendoli sotto casa perché a me quel tipo di cucina piace assai, e ormai da diversi anni ne mangio ben poca, prima per le mie tristi vicende mediche, adesso per le ancor più tristi vicende di tutti noi perché anche se a Lungacque abbiamo ben due sushi (entrambi molto validi) per trovare un ristorante indiano o anche solo cinese o vietnamita si devono fare almeno trenta chilometri e traversare tre comuni - cosa che in tempi normali si faceva senza starci troppo a pensare ma, appunto, i tempi tanto normali non sono.
    E un saluto speciale alla Comandante ^__^

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    1. A Venezia ce ne sono, alcuni però tentano di scimmiottare la cucina italiana, alcuni fanno un misto tra la loro e la nostra come i due che avevano preso la trattoria. Il terzo gruppo fa solo la loro tradizionale e in effetti anche a me piace, se ben fatta. Devo però stare attenta perché mi si irrita l' intestino se mangio troppo speziato e dopo sto da cani
      Buona serata
      Dani

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