domenica 3 gennaio 2021

fatevi i gatti vostri 1712 "meglio l' antico o il moderno"

Ieri Eliana ci ha chiesto di presentare un film che era andato in onda su un canale tv e che lei non aveva potuto vedere. Premesso che speriamo le siano state utili le info sui siti mediaset e rai dove cercarlo, noi ne abbiamo addirittura due versioni da presentare: la prima del 1991 e la seconda del 2015. Non sapendo a quale Eliana si riferisse, ricorriamo a Mymovies che ci fornisce ampi commenti per tutte e due. Pare che la più antica sia la vincente sotto tutti i punti di vista.

Buona Giornata

Zanza

IL CONFRONTO DEGLI OPPOSTI QUI TOCCA FORSE IL SUO APICE.
Recensione di Giancarlo Zappoli

Stati Uniti. C'è una banda che spadroneggia nelle rapine in banca. Si tratta degli "ex presidenti", quattro malviventi che indossano le maschere di Carter, Reagan, Nixon e Johnson. L'FBI gli ha dato la caccia senza esito anche perché non si è voluto dare credito alla teoria dell'agente Angelo Pappas il quale ritiene che si tratti di surfisti che in questo modo si finanziano le escursioni. Quando alla sezione di Los Angeles giunge il giovane agente Johnny Utah l'indagine si rimette in moto. Utah dà credito alla teoria del collega e si fa allenare per il surf dall'esperta Tyler che lo introduce nell'ambiente. Ha così modo di conoscere Bodhi, surfista esperto in attesa dell'onda perfetta, che è anche il capo della banda. Mentre Utah e Pappas continuano l'indagine e le rapine si succedono tra il poliziotto e il rapinatore si crea un legame. Fino al giorno in cui Bodhi scopre che Utah è un poliziotto.
Kathryn Bigelow cerca in ogni suo film il 'punto di rottura'. Quel punto in cui separarsi dalle tradizioni hollywoodiane pur avendole cavalcate fino ad un istante prima, come le onde per i surfisti. In questo caso lo fa sia dal punto di vista linguistico che da quello narrativo. Grazie all'intesa con l'operatore Jim Muro può offrirci un piano sequenza 'impossibile' (per la tecnologia del tempo) che ci mostra l'ingresso di Utah nella sede dell'FBI e molto più avanti, rovesciando il tavolo dell'immaginario, una sequenza mozzafiato di inseguimento in cui raggiunge il massimo della frammentazione di montaggio. Il confronto degli opposti sta alla base della sua poetica e qui tocca forse il suo apice. Nulla di socialmente più lontano che Utah e Bodhi ma l'attrazione tra i due è forte. Le loro mani che si stringono mentre scendono in volo in caduta libera divengono segno di una possibile amicizia virile a cui fa da barriera la Legge. Uno la rispetta, l'altro la sfida costantemente. Ma i corpi di entrambi sfidano altre leggi non codificate dall'uomo. L'acqua nella sua dimensione più possente e simbolica (l'onda) apre e chiude Point Break e anch'essa finisce col racchiudere un segno di ambivalenza: è fonte di vita ma può al contempo portare la morte. Una morte che viene cercata e sfidata per tutta la durata del film. Una morte che i vampiri di Il buio si avvicina e la Megan di Blue Steel avevano sempre al fianco o dinanzi. Una morte che, per almeno uno dei protagonisti, può finire con il dare un senso alla vita. 

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
UN FILM MANIFESTO DELLA CULTURA DEL SURF.

Quattro rapinatori compiono le loro gesta con il volto coperto da maschere raffiguranti i volti degli ultimi quattro presidenti degli Stati Uniti. Un agente dell'Fbi e un suo giovane collega scoprono che i quattro sono esperti surfisti. Il più giovane si introduce nel gruppo dei presunti banditi, sino all'epilogo drammatico e sconcertante. Interessante film d'azione, diretto dalla regista K.Bigelow, che si era già messa in luce in Il buio si avvicina. Una storia di vampiri raccontata in modo diverso. Dopo il successo di Ghost, Swayze trova un personaggio che lo mantiene ad alta quota nel firmamento hollywoodiano.

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Johnny Utah, agente FBI (K. Reeves), s'infiltra in una comunità di surfisti della California meridionale che praticano anche il paracadutismo acrobatico, per identificare un quartetto di rapinatori che, nascosti da maschere di presidenti degli USA, assaltano banche a tempo di primato per pagarsi i due rischiosi giochi di acqua e di aria. 4° film di K. Bigelow, fu aborrito dalla critica benpensante sia per l'improbabilità della vicenda (scritta da W. Peter Iliff) sia per i suoi risvolti parafilosofici di lirico ribellismo anarchico e rischio totale, quelli che, impersonati specialmente in Bohdi (Swayze), capo del gruppetto, attraggono l'agente infiltrato. Il fascino del film è nel modo con cui la cinepresa genera dinamismo invece di limitarsi a registrarlo e traduce in immagini (in termini spaziali) le ossessioni della lotta con l'infinito del mare e del cielo.



ed ecco la versione 2015


UN CATALOGO DI IMPRESE MOZZAFIATO CHE ABBOZZA UN INVOLUCRO FILOSOFICO MA NON TROVA LE GIUSTE MISURE PER RIEMPIRLO CREDIBILMENTE.
Recensione di Marianna Cappi
martedì 26 gennaio 2016

Johnny Utah è un nome noto tra gli youtubers appassionati di sport estremi. È famoso per non aver mai avuto paura di nulla e per la tragedia che lo ha colpito e allontanato dal giro. Spinto dalla volontà di entrare nel FBI, per dimostrare le proprie capacità investigative, Johnny ritorna nell'ambiente e riesce a farsi coinvolgere dal gruppo di atleti estremi capeggiato da Bodhi. È convinto che siano loro i responsabili di alcune tra le più spettacolari rapine degli ultimi tempi, così come è convinto di aver intuito il loro piano: portare a compimento le "otto prove di Ozaki", un percorso verso l'illuminazione spirituale che spinge la sfida fisica oltre gli umani limiti.
Armato solo di una camicia a scacchi, Johnny parte per scalare a mani nude le Angel Falls venezuelane, acchiappare le onde del decennio a Maui e volare in wingsuit dentro il vuoto pneumatico di una lunga sequenza-chiave. Volendo, non ci sarebbe stato niente di grave se un film come questo, pensato per incontrare un pubblico abituato a surfare in rete alla ricerca delle immagini più vertiginose e per soddisfare la volontà di sfoggio del regista "in macchina" (Core è anche direttore della fotografia, credito di gran lunga più importante nel caso specifico), si fosse limitato ad essere un catalogo di imprese mozzafiato, legate tra loro da una corda narrativa semplice e resistente. Invece, il copione contesta in apertura l'esibizionismo al soldo delle multinazionali, della visibilità e della vanità, e alza un'impalcatura destinata a contenere una filosofia eco-zen che non ha però l'abilità di costruire, lasciando ovunque le tracce pesanti e scomode di un evidente scheletro vuoto.
Del film della Bigelow restano solo i nomi dei personaggi: non c'è davvero nient'altro che possa collegare i due Point Break, ma anche il confronto più rapido e istintivo con i protagonisti dell'originale evidenzia le drammatiche mancanze del secondo. Là dove tra Keanu Reeves e Patrick Swayze vibrava l'incontro tra gli opposti, con la magnifica ossessione che ne seguiva, qui non c'è vibrazione alcuna, perché Bodhi è tutt'al più un Robin Hood confuso e Johnny non è nessuno: il film non gli dà modo di creare alcun legame né di passare per un attimo dall'altra parte o di subirne il fascino.
Quel che più delude, però, è l'incuria con cui, forti delle bravate sulla neve o tra le onde, gli autori trattano l'aspetto narrativo: non c'è dialogo che non urti le orecchie, non c'è ricostruzione più inverosimile delle dinamiche investigative fuori e dentro la sede del Bureau, né alcun gioco di maschere a rinnovare l'illusione e il cinema con essa.

Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

Un agente dell'FBI, ex campione di sport estremi, si infiltra in un gruppo di atleti spericolati ed ecoattivisti che, con lo spirito di novelli Robin Hood, han messo a segno rapine miliardarie per destabilizzare i mercati. Correva l'anno 1991 e Point Break - Punto di Rottura , 4° film di K. Bigelow, fu snobbato in malo modo dalla critica benpensante, ma apprezzato da noi e dal pubblico per il lirismo anarchico, l'esaltazione della ribellione e la poetica dell'infinito. Il machismo filosofico della Bigelow cede il passo a un remake tutto tecnica e sport al cardiopalma. Core, già direttore della fotografia, per la sua 2ª prova da regista si confronta con un action movie troppo ingombrante e non convince. I luoghi splendidi, le acrobazie, un po' di tensione e i 2 protagonisti non eguagliano le prodezze di 24 anni fa di Reeves e Swayze.

6 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
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    Redazione: on line dalle ore 16:00 alle 23:00

    www.esserinoebalena.blogspot.it

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  2. Era quello del 91 che ho trovato seguendo le vostre preziose indicazioni ma sono commossa per la sollecitudine nel rispondermi. Quello del 2015 lo vedrò con comodo visto che la trama è simile ma i giudizi inferiori.
    Grazie e buona domenica
    Eliana

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  3. Avrei una presentazione da richiedervi con recensione vostra o di altra fonte: Omicidio all' italiana che ho in mente di vedere prima o poi me ne parlarono bene.
    Grazie Bacioni
    Patty

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  4. Azz riazz e stracaz! Sono pienamente off topic. Comincia con la lettera O. Vabbè aspetto che che esaca la lettera O e mi scuso tanto
    Patty

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    Risposte
    1. No prob Patty non ci sono molte richieste e quindi lo presenterò domani tra l' altro non l' ho visto
      kiss
      zzzz

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