venerdì 30 marzo 2018

fatevi i gatti vostri n. 908 " Di fucile e sensazione, di poesia e di Giappone" legge Dante

Lasciamo un po' di respiro a Dani che scorrazza tra Oxford e Londra, diamo tempo a Zanzara per riorganizzare gli incontri musicali al Bar Nado. Dopo Pasqua andrò giù anch'io e sono ansioso di provare la sala musica.
La primavera pare arrivata a Venezia e, finalmente libero di uscire, ho fatto qualche lavoretto alla barca di Holly, poi, ieri, ci siamo concessi un pomeriggio di svago insolito.
Uliano aveva una certa quantità di fucili da caccia che ho eriditato io, più un paio di pistole americane che, lavorando al porto, aveva comprato a buon prezzo dagli equipaggi delle navi che arrivavano a Livorno. Io nei confronti delle armi non ho né venerazione né timore. Né penso, come molti fanno, che i fatti di sangue avvengano per colpa delle armi. Tra i delitti passionali son molti di più quelli che vengono consumati con coltelli o martelli o altre armi improprie.  Certo un sedicenne con un fucile mitragliatore in mano che spara a scuola è terribile ma chi cazzo glielo dà un mitra a un ragazzo? In ogni caso quando uno è uscito di senno, compra il tallio per i topi e avvelena il latte alla coop con una microsiringa da insulina. O riempie di esplosivo uno zainetto. Con un po' di acido nitrico e della normale glicerina si possono fare le mine anticarro che usavano i vietcong, una molotov si fa seguendo i tutorial di youtube e col volgarissimo acido muriatico del cesso si distrugge il volto e la vita di una persona. Quando un carabiniere  o un polizioto stermina la famiglia non è colpa della Beretta, è colpa della sua testa, se non avesse una pistola userebbe il coltello del prosciutto, usa la pistola perché gli è comoda ma il delitto è già nato nella sua testa. Omicidi commessi con i fucili  sì, avvengono, ma sono pochi, qualche incidente di caccia si verifica ma adesso i cacciatori sono pochi e ne son contento. Demonizzo la caccia? Ma no. Son nato in terra di cacciatori ed entrando in casa c'erano i fucili nella rastrelliera accanto all' attaccapanni. Dato che non avevo più provato i fucili del mio babbo, una magnifica doppietta  Zoli incisa a mano, che lui teneva come le cose sante e che io non ho mai potuto toccare, un semiautomatico Browning degli anni 50 e due sovrapposti, un bellissimo Winchester per il tiro al piattello e un Franchi alcyone che in realtà era l'unico pezzo al cui uso ero autorizzato. A caccia non sono mai andato, mi dispiace veder morire gli animali e per quel motivo ho smesso anche di pescare e di mangiare carne e pesce. Non ne faccio professione di fede e non mi turbo se uno divora una bistecca accanto a me, semplicemente non voglio farlo  io così come non vado a votare.
Non posso cambiare il mondo e gli usi delle persone ma quantomeno a quelli che non mi piacciono non voglio partecipare. Siamo andati con Holly a un vecchio poligono  dato che io ho il porto'armi per il tiro al piattello e lei ha la tessera di iscrizione, perché fosse mai che la chiamano per qualche lavoro a tempo determinato tra le guardie giurate almeno non deve fare la trafila del maneggio. Anche in famiglia sua c'erano molti cacciatori e da ragazza sparava anche lei benino (anche ora, meglio stare attenti) così ci siamo divertiti a far fuori sagome di ferro, bersagli mobili e piattelli. Abbiamo fatto anche un centinaio di tiri con la pistola. 50 euri in due, un lusso che non ci possiamo  permettere tutti i giorni anzi quasi mai ma ci siamo rilassati e abbiamo tenuto la testa sgombra dai pensieri.
Tornando a casa Holly notava come le sembrasse  strano che tenere  tenere un fucile in mano invece di rendere nervosi scarichi i nervi e conferisca quasi una forza interiore che non deriva affatto dalla potenza di quello strumento, che può dar la morte, in un attimo ma dalla responsabilità che avverte la persona che lo tiene in mano. Io sono riandato con la mente a una poesia che avevo scritto per Francescone  un mio amico del Liceo appassionato cacciatore, avevo ripreso il metro da un qualcosa che parlava di cavalli sciabole e selle e avevo trasposto il tutto in una ambientazione che vedeva il mio vecchio amico sveglio fin d'allba impegnato in una delle sue mattine di caccia. Non gliel' ho mai data perché mi pareva velata da una certa tristezza e con lui mi piace ridere. Così l'ho recitata a Holly.


A caccia all'alba, con  il cane accanto
e sottobraccio, stretta, la doppietta
dietro ai poggi lontani  già t' aspetta
 l'avvenire con tutto il suo splendore

Son scorsi  gli anni  i mesi, i giorni,  l'ore
e t' han  sottratto la figura snella
col logorio del tempo che cancella
lo sguardo fiero, l'impeto e l'ardore

All' orizzonte sai cosa t'  aspetta
ma di certo non scordi  il primo amore
la caccia all' alba  il  cane e la doppietta

qui provo a leggerla anche per Voi


 Poi  Holly mi fa "ma sai Dante che ho letto tempo fa  un libro che si chiama  proprio "il fucile da caccia" la prima opera e forse la più bella di  Inouhe Yasushi  e comincia con una poesia  che prende spunto dalla figura di un cacciatore per fare tutt'altre riflessioni sulla vita ? Anche io conoscevo quel libro, breve e intenso come sanno esserlo alcune opere dei giapponesi.
Così  mi è venuta l' idea di farne un audiolibro, lo faccio per tutti gli amici che ci leggono con tanto affetto e in particolare per Elenamaria.
Proprio con Lei  abbiamo chiacchierato via mail in questi giorni. Mi rammentava dei guai con gli occhi e così
quasi senza pensarci ho cominciato a leggere.
Il libro è una cinquantina di pagine. qui sotto posto l'inizio, poca roba a mo di aperitivo ma bastante per farvi comprendere se vi possa piacere o no. Mi riserbo di fare letture più lunghe nei giorni a venire.
Un caro saluto a  tutti
Dante


7 commenti:

  1. Ecco che i nostri alzano il livello ed è musica per le mie orecchie. Anche Valerio andava al tiro a segno ma non ha più tempo. Le armi mi fanno paura ma hai ragione sono le teste che devono fare paura. Bella e toccante la poesia che leggi con trasporto. Non conoscevo questo autore questo assaggio mi piace molto
    Bacioni a Holly e a Te

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  2. Boia Dantino
    spari alto te costì. Ascorta c'è il Ciampi che chiede se quer sovrapposto per caso un sia vello di Renatino ir su babbo. Ne sai Varcosa?
    Baci Zanza

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    1. Io Boia! Un ho ancora finito di sistemallo e sete digà a rompe le palle. Ma che ni dai a beve ar Ciampi. Mandalo 'n culo da parte mia. Certo anche vello di Renatino è un winchestere lo comprarono insieme cor mi babbo ma i fucili e cianno la mtricola mica si possano scambià. Ir suo l' ha tenuto der tempo il mi babbo vando Renatino morì. Poi lo messe in carico a Don Luigi e quando morì Don Luigi lo prese il babbo di Samatta, se lo rivole basta gnene chieda così invece d'ammazzassi di ponci si tira na fucilata e ci leva tutti i pensieri a noiartri, un ce nemmeno bisogno dela benzina pe bruciallo ha tant'arcole in corpo che piglia foco da sé
      Baci Strega, anche ala tu mamma.
      Dante

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  3. CHIEDIAMO SCUSA AGLI ALTRI COMMENTATORI
    NON SIaMO DEI MATTI CHE SI SCRIVANO DA SOLI
    MA AVENDO ORAMAI TRE SEDI: VENEZIA LIVORNO E LONDRA,
    QUANDO SI VEDE QUARCUNO DI NOI IN LINEA S'ADOPRA IL POST PE MANDASSI IN CULO.
    ZANZARA

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  4. Grazie Dante. Sono doni preziosi per me. Grazie davvero.
    Elenamaria

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  5. Non conoscevo questo autore, ne il suo Libro, ascolterò volentieri la lettura. Ho sempre visto il fucile come un simbolo negativo, è interessante vederlo in luce diversa. Complimenti per tanta vitalità e vivacità intellettuale che fanno del vostro blog un angolo raro
    Giacomo

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  6. La lettura è perfetta. La poesia commovente. E lo dico da vecchia vegetariana. Tocca ricordi giovani e d antiche e il tempo che passa.

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