martedì 29 dicembre 2015

fatevi i gatti vostri n. 649 " Tutti al Bar Nado " guasi un raccontino

Passati i bagordi del Natale si pensa a quelli di San Silvestro. Pell' ultimo dell' anno s'è deciso: si va tutti a Livorno e il cenone si fa da Nado, insieme a tutti l'amici!  O armeno.. nzieme a quelli che ci so rimasti e che ci voglian venì. 
Ci vado volentieri perché ci ho tante cose lì dentro e mi fa davvero voglia di schiantammi a sedé ar mi solito posto, la mi seggiola ha tre D incise a coltello (Dante Davini Diversi).
Del Bar Nado s'è parlato diverse volte in passato e i lettori più affezionati si ricorderanno quelle descrizioni che, certamente, non indulgevano a immagini di osterie d' una volta, di quelle, per intendersi, dove oggi han ritirato a novo i travetti, riaperto il camino e un bicchiere di rosso costa tre euri. Nado aveva aperto il barre subito dopo la guerra ricavandolo dal baracchino ch' era stato il locale di servizio con cambio olio e assistenza gomme di un benzinaio dell' epoca al quale lui era subentrato sempre come benzinaio. La pompa  era tra il marciapiedi e la strada, piazzata su una specie di isoletta di cemento, il su bello era che guardava il mare e  il su brutto che quando tirava vento il puzzo di benzina arrivava fino all' ultimo piano, la piccola officina invece  era ricavata dall'angolo fra due case nello spiazzetto rubato con una copertura tondeggiante e i muri quasi tutti vetrati, in pratica tra il distributore e la mini area di servizio ci passava precisa una macchina in modo che l'operatore  ne potesse servire una sul davanti e una sul didietro della piattaforma delle pompe. Siccome Nado non è che col lavoro ci andasse troppo daccordo, prestissimo levò di torno le gomme e nell'area che si rese libera mise un distributore di cingomme pei bimbi, qualche sacchetto di semi, lupini, un po' di portachiavi e ammennicoli vari vino e cognacche nascosti nzieme all' arnesi, un tavolino con quattro sedie pe giocacci a carte co su amici, tra i quali si distinsero subito  il mi  babbo e Don Luigi dimostrando  un  attaccamento che rasentava guasi  la fedeltà assoluta ner senzo che ir mi babbo qualche gotto lo beveva anche al porto pe levassi di dosso il freddo che ti segava in due e don Luigi derogava cor vin santo di chiesa che il sagrestano (incaricato del rifornimento) si lamentava di come un ne bastasse una bottiglia per du' messe. Pare addirittura che una volta Il bon Gigi, avendo trovato vòto il ripostiglio dell' ostie, non si sia tenuto per nulla ad abbia esclamato con tutto ir pubbrico a sentillo: "Oh signore miha mancherà anche ir vinsanto eh... sennò stamattina faccio festa, mi levo dale palle  e un dico nemmeno la messa". In nemmeno un anno Nado, visto che quelli del palazzo ni rompevano i oglioni pel puzzo e che di macchine se ne fermavano pochine cominciò a fassi venì dell' idee imprenditoriali e di lì a poco fece portà via il distributore dalla Shell, e, indebitandosi un poino comprò l'angolo coperto della rimessa. In comune anche pe non lasciallo senza lavoro o forse perché aveva digià belle unto prima chi c' era da unge, ni dettero la licenza e così ebbe l'avvio il Bar Nado, un bugigattolo nel quale, a vedello di fori non sarebbe entrato nessuno ma Nado lo conoscevano tutti, r mi babbo anche di più e Don Luigi era una di quelle referenze attive che i tecnici di marketing pare l'abbiano scoperte loro ne su corsi ma esistevano da quando Eva ni fece a Adamo "mangiala la mela da retta... è bona e ti fà veni un affare duro meglio dele pasticche". Insomma che pasticche ci fossero nell' Eden un ci è dato di sapello ma a Dio che aveva i su anni di certo un gli sarà garbato vedesselo ciondoloni come un palloncino sgonfio e così si presume che possa avé toccato un erba o qualcosa di simile a abbia fatto uno de tanti miracoli che la chiesa s'è addoprata a raccontacci.
Fin verso il 69 il barre rimase colli stessi arredi e la medesima struttura degli inizi, d'estate si stava di fori e d'inverno ci si stringeva di dentro. Agli albori del 70 Nado che era del 19, quindi  qualche anno più vecchio de su avventori  decise che da solo un aveva più voglia e fece posto nella gestione a Nara, la su figliola e a quel lavativo di Ampelio che l'aveva sposata da qualche mese. Il locale fu ingrandito leggermente comprando un'altro vano adiacente e occupando completamente l'angolo del palazzo, le seggiole di legno furono rimpiazzate con delle panche più robuste, la macchina del caffè fu cambiata cor un altra rigorosamente usata e, gli infissi furono rinnovati con dei troiai che recavano, nella loro anima di alluminio, tutta l'essenza del kicce che doveva dilatarsi a macchia d'olio durante il decennio. In questo quadretto si vede com'è più o meno ora,


 Foto vere  non le metto perché Ampelio ha paura delle tasse (come se la finanza leggesse ir mi blogghe ma... rispetto le sue paure). Nado resse qualche altro anno a dare cambi dietro il banco poi passò dalla parte degli avventori dove fu grande animatore delle partite a carte occupando sempre il suo posto prediletto ovvero quello del rompicoglioni che si mette d'ancolo tra due giocatori e guardando le carte di tutti e due commenta e pontifica su cosa s'è sbagliato e cosa si doveva fare. Nel frattempo Nara s'èra data da fare a sfornare figlioli, Angela detta zanzara, Riccardo detto il Tafano e il piccolo Giorgio detto Mosca. I nicknames allora italianissimamente detti soprannomi derivavano, come avrete digià intuito dal Dna di Nado che aveva contriibuito a farne dei rompicoglioni molesti quanto gli insetti ai quali venivano associati. Zanzara che ha l'età della nostra Dani ormai è una valente giornalista e se sentite qualche servizio alla televisione o alla radio d'una che si chiama Angela e ha un forte accento Livornese potete star certi che è lei. Riccardo si sta per Laureare in informatica e Mosca ha messo su un'officina nella quale ripara scooter di ogni genere.

Per oggi basta, perché devo tagliare la legna per stasera, Dino non trova gli occhiali e non vorrei che si tagliasse una mano coll'accetta. Resta con noi fino a domani notte, poi il 31 si va tutti a Livorno per l'ultimo e per Capodanno, Il 4 si lascia lui a Livorno e noi pella sera si dovrebbe essere di nuovo a Venezia perché c'è da rimettisi in cerca di qualche soldo.

Bona serata a tutti  


Dante

1 commento:

  1. Buona serata a voi e auguri. Però ve lo devo dire, mi manca il narrato orale eh. La prossima volta, vero?
    Uh, e ai gatti chi pensa mentre voi non ci siete?

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