domenica 29 ottobre 2023

fatevi i gatti vostri 2023 Mai dire "c'entra....."

Prencipiamo colla mascherina

l'ho trovata rotta per terra, vicino a n cassonetto. Porina! Gli mancava guasi mezza faccia. Se ne dovevan esse disfatti. Io, però, un la potevo lascià lì. Tra l puzzo di piscia de cani, le bottiglie di birra de briachi e l'avanzi di cibo bengalese che completavano, pel mi stomaco,  l'opera prencipiata dar cane. L'ho raccattata e portata a casa nostra.  Dapprima glielo volevo rifare di cartapesta, r viso. Poi, la medesima sera, a cena, Holly ha fatto la pizza con sopra le rondelle di galbanino. Sapete quer formaggio cilindrico che sembra una salame? Un credo che come cacio abbi grossi pregi o qualità. Fonde bene però.  Quando vole risparmiare il forno Holly coce la pizza su una padellona. D'inverno la fa cola stufa a legna ma, co sta stagione stramba, ancora un s'è accesa. In padella, sur gasse, se ci si mette sopra quarcosa che fonda bene è na pacchia. Mi direte "Ocché c'entra la pizza di Holly cola mascherina?" "C'entra c'enrta avoglia te  se c'entra!" vi dico io. Egualmente a come disse la moglie di   Bachino a luilì che berciava "un mi ci pole entrà tutto!" . Era secco come un chiodo bachino, tanto che la su ombra quando caminava appariva come na riga, dritta e fina. Lei  gli  stava facendo cinque litri di clistere coll'imbuto. Quel pover'omo, difatti, un andava di corpo da 3 settimane. "O che c'entra - mi domanderete ancora voi, guasi seccati pe queste digressioni- ocché c'entra l'intestino di Bachino cola mascherina?". Ve lo dico io che  c'entra, "Avoglia se c'entra!". Come disse vella pisana, che s'era messa a sedé senza mutande sopra n cocomero. Lo disse a le su amiche. Lorolì, diffidenti, scotevano la testa mormorando dubbiose: 

ncetriolo sì....'no zucchino anche... na melanzana è da perverze ma ci pole sta.

Ma n cocomero via  unné propio possibile! 

Nzomma avrete capito che a Livorno "c'entra" un si pol dì. Perché la pronuncia di siffatta espressione apre tutta na serie di rimandi. Variazioni  che prencipiano ora e potrebbero fenì domani o anche dopo. Ugualmente bisogna sta attenti a pronunciare parole che feniscano cola vocale "à" accentata.  Forniscano, infatti, rima facile anche pei non avvezzi al verzo. Ancorchè dilettanti in poesia sti emuli di Dante (no io quello che si lavava in Arno) si trovano nfatti  a disposizzione na chiusa rimata precostituita. Basta metttila in fondo  a na quarsiasi frase ir cui finale  sarà: 'r tegame di tuma" o anche "r budello di tumà" per chi amasse le variazioni.

Tanto pe favvi n'esempio:  N'estracomunitario  fori dal supermercato, avendo appreso i primi rudimenti d'taliano, in area labronica, chiede " Dai tu me varche (qualche) vaino (quattrino, soldo) pe mangià?" Ovvio che da un sarviniano o da n meloniano (e ce ne so parecchi oramai anche qui) si sentirà rispondere "domandalo ar tegame di tumà". Se poi l'interrogato fosse di bon cuore e magari di sinistra, a Livorno ne gira ancora quarcheduno, questi  tirerà fori di tasca  du monetine.  Ma non si esimerà quando il moro gli dice " pe mangià" dal rispondegli scherzosamente in rima  "tieni  per  te e  per  budello di tumà. Addì la verità ogni frase che fenisce cola "à" accentata si presta anche ala rima  co "allà".  i  fanze di quest'urtimo però so permalosi da morì. Si corre il rischio di scatenà nantra guerra. E allora atteniamoci ala tradizione. Quindi "c'entra" è meglio un dillo e nemmeno le parole che feniscano cola à accentata. Tantomeno fatevi pigliare dall' inzano proposito di favvi sortì di bocca la parola allà. Se vi dovesse succede ricordatevi di aggiungere al più presto: ar bar. La frase adesso sonerà così: allà ar bar. Guasi sicuramente rimedierete un sorrisone compiaciuto e voi un avrete detto nulla di male perchè anche r padreterno un ponce ogni tanto lo pole piglià. E ora che s'è divagato insino ala nausea torniamo ala mascherina che avevo trovato co mezza faccia mancante e che volevo riparà. "Ma che mania sarà questa che te Dantino e voi raccomodà tutto?" mi potrebbe dire quarcheduno di voi. Io se fossi stato uno ddeo, anche di quelli di seconda o terza categoria. Quelli pe intendessi  che trombavano l'avanzi di Zeusse e invece di tirassi i fulmini facevano a cazzotti come l'omini mortali. Se fossi stato no ddeo, dicevo, avrei fatto n maniera di raccomodà l'omini, quelli malati falli doventà sani magari co dele flebo di vino divino e quelli cattivi di falli doventà boni come agnellini magari co dei divini cazzotti ner muso finacchè un si fosse visto segno di cambiamento convinto e duraturo. Ma deo un so nato e questo mondo di merda prencipia a fammi schifo come la topa ar Ciampino. Anzi unnè ir mondo che mi fa schifo ma l'omini che lo pienano e siccome un posso piglià a cazzotti tutti quelli che un mi vanno a genio e anche ir meglio vino a disposizzione un cura i mali seri allora m'arrabatto a sentimmi un poinino ddeo accomodando  le cose inanimate, rotte o non funzionanti.

Anzi nanimate na sega! Io ci parlo coll' oggetti e loro mi rispondano. Gli racconto di tutti i mi mali e le mi scontentezze e loro mi danno conzigli boni e disinteressati. Na volta, parecchi anni fa trovai un Nembo Kidde (quelo che oggi chiamano Superman ma io lo avevo conosciuto sui giornalini italiani da bimbetto) 



di plastica senza na gamba e siccome in una cassettina tengo bracci, gambe teste pe trapianti e rote e motorini elettrici pe le riparazioni dell' atumobiline andetti subito a rovistà in cerca d'una zampa di ricambio. Mi disse merda però. L'unico arto a disposizzione era d'una Barbi. Gli rifeci la gamba co quella che lì. La modellai ala meglio cor foco, e poi la fusi addosso all'anca menomata. "Boia dé" sentii mormorà luilì "co sta gamba da donna e sto culino rotondo  vedrai te come pi pigliano pel culo! E sembro ghe, sembroi!".

"Bene - risposi io-  ocché i ghei un devano avé il loro Eroe?"

Ma un lo  convinzi punto.

Mi disse ancora:"abbi pazienza, io so nato nell'anni trenta. Mica c'erano ste novità o forze c'erano ma erano nascoste bene. Io ho la mandibolona da macio, quando mi levo sto pigiama da dosso so Clark Kent e mi piace andà a letto a zifonà co Luisa Lane, la mi storica fidanzata che è n discreto pezzo di topa e ha n culo che nemmeno la Bellucci di trent'anni fa..."



Così gli staccai la gamba di Barbie e gliela feci di legno. Andava zoppo ma aveva ripreso na fierezza che sembrava Ar Pacino ner firme "scente ov e uomanne"

"O palle- mi disse allora- se hai bisogno di quarcosa fischiami e io arrivo, basta che mi chiami per tempo perché hai fatto un ber lavoro ma un piego ir ginocchio". "Mi basta un conziglio risposi: Io un so come fai te a contrastà co tutti que marvagi e a metteli ko mi sai suggerì quarcosa te?"

"Semplice- replicò- mica poi combatte tutti i malvagi del mondo no? Io posso perché so un supereroe ma te sei un umano! E allora rifatti da quelli che hai a portata di mano". Forte di questa dritta che arivava nientepopodimeno che da Supermen, andai a sonà r campanello a Cacicche. Sta caata d'omo aveva rubato un motore dala barca der mi babbo  e, nonostante ci fossero stati testimoni, negava d'esse stato lui. Appena aprì l'uscio, gli piantai uno stonfo ner muso che lo lasciò incoscente pe un par di menuti. Quando riaprì l'occhi esclamòmi: "Ocché sei matto?" e io (nello stesso stile usato da lui pel mi motore) : "O Cacicche mica so stato io.....ho visto uno che sortiva di corsa dala tu porta e t'ho trovato per terra in codeste condizioni". Dopo mi sentii parecchio meglio.

Così mentre la pizza coceva sul padellone di Holly io mi rigiravo tra le mani la cera colla quale conservano quel formaggio a pasta fusa. Più la maneggiavo più doventava malleabile. Io di solito ne conzervo na pallina perché ha molteplici applicazioni: avete presente quando dovete avvitare na vite al fondo di un tubicino,?Nove vorte su dieci vi si sfila dal cacciavite e casca dentro.Allora fra madonne e tegami si rischia di far confusione e di pèrde r conto se s'è detto più volte tegame o la prima. Nvece basta che inceriate il cacciavite e vedrete che la vite resta appiccicata finacché un l'avrete avvitata. Qui ho creato un marchingegno per poter fare la foto ma voi guardate la punta del cacciavite e la vite vedrete che c'è la cera che tiene attaccata la vite.



Poi tirate via il cacciavite lo pulite e il gioco è fatto. Mentre rimestavo sta pallina fra le dita m'è venuta l'idea. Subito dopo mangiato un ho neppure aspettato r caffè corretto cola grappa. Mi so messo  ala scrivania a rifare cola cera la parte mancante nel viso della mascherina.

 Poi,siccome non avevo voglia di tingela, ho tagliato dei pezzettini di carta colorata e premendoli sulla cera si sono appiccicati.

 

Ora la Mascherina mi fa compagnia, attaccata vicino al computere. Un è  stato un gran miracolo ma da finì ner cassonetto a doventà la mi assistente creativa mi pare sia stato un bel passo.

Bona Domenica.

Dante

3 commenti:

  1. Con il pretesto di svelarci il mistero della mascherina Dante ci immette nel mondo dei modi di dire livornesi.Non si limita, tuttavia, soltanto a ciò: li sceneggia con magistrale abilità, usando periodi brevi, farcendo di punti fermi la sua prosa. Non tanto perché gli manchino le solide arti della consecutio ma perché il lettore non si perda nei meandri delle sue disquisizioni. Spesso forza l'immissione di un perché in principio di frase, talvolta di un ma. Se ne evince però l'uso ragionato e volontario e non il pressapochismo. Ho riletto due volte queste righe: "...un la potevo lascià lì, tra l puzzo di piscia de cani e dell'umani, le bottiglie di birra de briachi e l'avanzi di cibo bengalese che completavano, pel mi stomaco, l'opera prencipiata dar cane e da su emuli".
    Si parlasse anche di vomito questa è alta capacità nello scrivere. Si noti l'eleganza dell'incipit e la chiusa che riprende alla perfezione la scena iniziale. Infine la presentazione documentale di un restauro reso degno e logicamente difeso dalla chicca con cui Dante chiude il suo pezzo. Una vera e propria apologia del commovente gesto. La mascherina, da residuo ormai destinato all'immondizia, rinasce e trova posto accanto al suo "Deo" quale assistente creativa. Per quanto riguarda l'uso della cera in punta di cacciavite ho già chiesto a mia sorella Maria Anna di inserire un formaggio simile nella nostra prossima lista della spesa.
    Con affetto
    Giovanni e Maria Anna Martinelli

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  2. Avevo apprezzato molto il post. Poi ho voluto rileggerlo anche alla luce del commento di smartynello ed acquista una luce ulteriore
    Geniale l'idea del cacciavite rivenduta a figli e marito.
    Bellissima l'immagine del "deo" che resuscita gli oggetti morti
    Buona settimana
    Eli

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  3. Io bisogna che applauda per il passo che mi ha divertito di più, anche se tutto il post è esilarante ma anche ricco di profonde riflessioni che denotano sia il senso dell'humor sia lo spessore del suo autore. Il passo preferito è quello che ammonisce dal dire allà. E qui la cosa saprebbe di tetro perché a me le proibizioni rendono isterica ma poi c'è la zampata dell'umorista allà al bar! Me la sto rivendendo con tutta la Milano che conosco. Poi mi piace da matti l'idea del deo restauratore. Piazza d'onore per il c'entra, davvero shockante quando si arriva al cocomero. Roba grossa! Mi ha fatto ridere anche il macho superman ma è un uomo d'altri tempi e di altre vedute. Lasciamolo in armadio con la sua sederona Lois in braccio.
    Grazie per tanto divertimento
    Luci

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