Mi fa molto piacere che abbiate gradito la covere dela sperverza. A proposito del su nikke rispondo a Anna che, probabilmente, sarà rimasta incuriosita dal fatto che quell'attributo viene usato spesso anche in Emilia Romagna. Credo che li sì usi più che altro come rafforzativo di passioni o di comportamenti del tipo: "Ho una passione sperversa per Vasco". Come dire che gli piace un casino. Comunque, dato che si è anche fatto un richiamo alla mi vera professione che un sarebbe quella dela barista ma dela giornalista (pubblicista free lance ar momento) non volevo scrive cazzate per quanto riguarda l'uso toscano del termine. O meglio, l' uso livornese lo so e so anche decrittarne la costruzione lessicale. Di certo,pero, non in tutte le zone della nostra terra tòsca si addopra ala medesima maniera. Per taluni assume guasi dele attribuzioni demoniache o comunque legate all'esser maledetti.
A Livorno vol dire sempricemente "maldestro". Che pole esse ne movimenti, nela voce nell'uso di un arnese o d'uno strumento musicale. In un'altra accezione vale anche per "riottoso" ale regole e ale costumanze sociali o religiose. "Qui riposa Beppone, lo sperverzo, imperitura fama pell'orrende bestemmie gli fu data, non pregate pellui ch'è tempo perzo". Che secondo r mi babbo, ancora nell'anni ottanta, si poteva lègge su na lapide ner cimitero di Livorno. L'accezione più comune nela nostra città è comunque quella referentesi all'aver verzo o meno nel fare le cose. Tant'è che ho sentito spesso Dino dire cor su solito garbo assai motivante per chi si accinge a mparà l pianoforte: "Te bimbo a toccà sti tasti hai ir medesimo verzo che averebbe un ciuco a sciacquà i bicchieri del bar Nado". Quindi siamo arrivati ad "aver verzo".Si scriverebbe coll'esse ma a Livorno sta esse sona come na zeta sorda come in zucchero, zeppa, zampa mentre in Zanzara sona guasi ad esse onomatopeico del rumore tipico dell'insetto che sta pe favvi un prelievo di sangue. Aver verzo vol dire,dunque, saper fare le cose o "non aver verzo" e quindi le cose falle male. Se si penza poi a cosa sia una sperequazione che è l'opposto di un uguaglianza o equazione che dir si voglia. Oppure spergiurare anteposto a giurare, si capisce anche il senzo di Sperverzo. Ma veniamo a quella famosa vicenda che avevo anticipato nel post precedente.
In Italia Ruby Tuesday è stata una delle canzoni più note ed ascoltate dei Rolling Stones. Imperverzava anche nell'anni '70 grazie anche ala covere (molto libera) dei Profeti ntitolata Rubacuori. Ve la nzerisco qui, motivata anche dall' eccerza qualità dele immagini.
Roba che se le vede l'oramai exxe dela Meloni, luilì corre a faccisi le seghe ar gabinetto come l'adolescenti. Sta verzione italiana, a detta del Ciampi fu una delle peggiori sortite del grande e osannato Mogolle. Sempre secondo Dino, ci pensò poi Renato, cantante de Profeti, a smerdalla completamente. E qui ariva la storiella che vi avevo promesso e che m'avete anche sollecitata. Dino mi ricorda che, guasi scimmiottando Maik Gègghe e Keit Ricciarde, anche lui e Dante si erano invaghiti di una bella bimba che faceva r liceo co loro. Loro erano entrambi diciassettenni. Lei aveva un anno di più perché l'avevano bocciata l'anno prima non perchè fosse dura ma perche avevva prencipiato a dedicassi all'ornitologia e le verzioni di greco e latino un vanno troppo d'accordo coll'estimazione di quell'animali coll'ale. Quindi se la ritrovarono in classe accompagnata da na certa fama perché era monella, libera e bella e aveva digià avuto un paio di fidanzati più grandi di lei di diversi anni e un po' di storielle brevi. Era dunque anche lei come Ruby piuttosto libera e imprendibile e non bisogna dimenticare che si respirava la grande ventata del 68. Le ragazze se ne fregavano dela verginità e pigliavano la prime pillole che erano grosse come un ovo. Questo un ci credo ma Dino quando racconta tende all' iperbole. Ruby, la chiameremo così anco lei, aveva i capelli rossi e i capelli verdi, abitava a Shangai. Vi s'è già detto che è un quartiere popolare di Livorno. Un tempo ar liceo classico un ci sarebbe stato posto pe lei e nemmeno per Dante e Dino ma sto vento der 68 aveva cambiato le carte in tavola e i figlioli dell'operai un andavano più soltanto ar tecnico ar professionale o direttamente al lavoro, c'enarano un discreto numero che andavano anche alo scentifico e ar classico. Ovviamente portavano la ventata dela classe operaia e nell'assemblee che s'era appena prencipiato a concède erano quelli che montavano sula sedia e bestemmiavano per rafforzare la bontà dele loro proposte. Ruby era di fede rossa come i su capelli e sula sedia ci montava spesso destando l'ammirazione di tutti quelli che ascoltavano le su parole nfocate e di quelli che, complice la sedia potevano godè del cinematografo gratisse offerto dale su cosce bianche che si ribellavano ala minigonna e rendevano immaginabili de paradisi proibiti. Piaceva a tutti anche a quelli che storcendo il naso dicevano peccato sia così tegame.
Nzomma anche i nostri due se la contesero e si deve riconosce che non ebbero rivali seri, perché anche secondo la mi mamma, dopo r mi babbo (che difatti lei scèrze) erano i du soggetti più interessanti in quella fascia d'eta. Non in tutta Livorno, ovviamente ma nel microcosmo che frequentava il liceo la mattina e il bar Nado di pomeriggio. La disfida la vinze Dino con grande disappunto di Dante che sfogò il malumore al barre bevendo un ponce bollito da stiantà. Lo tracannò tutto in una vorta mormorando ar mi babbo: "Che ciavrà trovato in quella testa di cazzo che la topa lo fa sta male tutte le vorte, io un lo so, comunque libera di sceglie. Per quello che me ne frega ci vado anche pe secondo collelì, tanto finacché un s'è fatta tutta la scuola unnè contenta". Parole velenose che un mi sarei aspettata da Dante ma bisogna considerà che ancora era in via di formazione e aveva tempo pe cambià idea su noi donne. Dino ammette non ebbe gran sorte cola Ruby locale. Me lo confessa senza remore: "Pareva avesse fatto r bagno ner patchulli! Io un so se era perché un si lavava e voleva svià l' odore, fatto sta che a me quer puzzo di legno muffito mi faceva n'effetto peggio dela topa che sa di baccalà. Inzomma quando fu gnuda mi venne da rigettà e quando gli dissi 'ma un ti potresti fa una doccia e levatti codesto odoraccio daddosso?' Lei la prese a male e si levo da coglioni dicendo 'me l'havevano detto che cole donne te un ci combini na sega'."
Al che pacifico lui chiosò "Meglio un combinà na sega che avé l' anconi tutta la notte".
A Dante, come s'è detto, leilì gli garbava parecchio ma l'idea di non esse stato il prescelto gli doveva dà più fastidio di quanto fosse disposto ad ammètte. Comunque ciandò collei, perché era na gran topa.Un si poteva buttà via. Leilì un si dovette sforzà troppo a fasselo garbà. Un aveva il fascino maledetto che lei aveva riconosciuto ar Ciampino. Secondo la mi mamma era decisamente belloccio e cor un aria molto maschia. Dante un era completamente inesperto ma nzomma un era nemmeno un playboy di conzumata esperienza, aveva diciassett'anni e gli bruciava ancora sto fatto di un esse stato lui il primo nela selezione di leilì. Così ciandò ma senza baci e senza moine. E lei ebbe a commentare propio qui al barre, testimone la mi mamma,"Boiadè, uno per poco mi rigetta addosso quest'altro è come n contadino a vangà un campo! Né m bacio, né na carezza a n certo punto m'ha perzino detto: "Fammi un piacere stai zitta che mi sconcentri". Di torzoli così ne trovo quanti mi pare".
E li trovò, dopo r professore di genneastica der liceo e parecchi altri volontari, ala fine si concentrò su un sindacalista ciggielle di Pisa che probabilmente era mprendibile come Dino, belloccio come Dante, atletico come r professore di gennastica e univa nzomma nzé le doti di tutte quell'altre cavie che leilì, poverina, aveva dovuto esaminà. In più aveva na cosa che tutti l' altri un avevano. La su mamma era pisana, r su babbo era pisano e anco lui era nato all'ombra dela torre.
Un privilegio che Dino mi assicura a lui e a Dante sarebbe pesato più di una gobba.
La mi mamma mi conferma che so ancora sposati e lei è digia bisnonna dela figlia dela su prima figliola, si vede che bon sangue non mente e anche ala su progenie l' idea di tené le zampe chiuse un gli garbava punto. La storia un'è finita perché l'ho narrata solo colla versione di Dino ma mi manca quella di Dante che non si sottrarrà certo al dovere storico di fornirmi anche lui il su resoconto.
Bona Domenica a tutti
Zanzara
Letto solo adesso Zanza, ero fuori con la barca, comunque funziona tutto. Dani
RispondiEliminaAh il '68 italiano! C'erano tante idee belle e tante confuse. Simpatica angolazione quella del Liceo e del Bar Nado in quegli anni. La versione Italiana di Ruby Tuesday, che sia io sia mia sorella ricordavamo piuttosto bene, era orecchiabile ma decisamente inferiore all'originale. Ci siamo chiesti se il video che l'accompagna, in questo vostro post, fosse opera di Brass o di un suo emulo.
RispondiEliminaBuona Domenica
Giovanni e Maria Anna Martinelli
Ah ah ah, due grandi! Meno male che crescendo sembra abbiano preso maggiore dimestichezza col pianeta donna. La cover dei Profeti non poteva certo tener testa ai Rolling ma è orecchiabile e col video glamour, simpatica la presunta attribuzione a Tinto che fa il prof. può render felice qualche Giam...burrasca
RispondiEliminaBaci
Patty
A me questa cover non dispiace. E' tamarra da far paura ma amo le versioni in italiano. Simpatica la gara tra amici con l'esito ovvio. Meno si sa fare e più si tende all' esagerazione. E' così anche per molte di noi donne, da ragazze.
RispondiEliminaBuona settimana
Luci
questa mi giunge nuova la mia amica Luci chic che fa l'occhiolino alla tamarro line...... da noi si chiamano coatti. Post da sloggata Patty
EliminaEcco un'altra gradevolissima puntata delle vecchie storie livornesi. Siamo un bel po' indietro con gli anni se i nostri che, a spanne, sfiorano i settanta sedevano ancora sui banchi del liceo. Mi ha riportato indietro nel tempo anche la storia delle assemblee e l'entrata al classico dei figli delle classi operaie. Ricordate la canzone Contessa? "Anche l'operaio vuole il figlio dottore...." da noi erano i figli dei contadini, che venivano visti con orrore quando varcavano la soglia del liceo. Ai miei tempi ormai si era tutto uniformato ma mia cugina, maggiore di me di oltre 10 anni, mi raccontava delle prese in giro per le sue scarpe perennemente infangate e le mani segnate dai lavori agricoli nei quali dava aiuto alla famiglia. Si vendicava col greco e il latino nei quali eccelleva. La versione italiana di Ruby Tuesday, anche a me, pare più modesta dell'originale. Non riesco a vedere bene il video allegato ma mio marito ritiene appropriatissimo il commento di smartynello, pare realmente opera di Brass.
RispondiEliminaBuone giornate a tutti voi
Eliana