domenica 2 ottobre 2022

fatevi i gatti vostri 1958 "Dino e r ciu'o di Buridano"

"Zio qual' è il brano per armonica che preferisci in assoluto?" gli chiedo mentre aspettiamo che le tazze di caffelatte fumante perdano un po' di bollore e ci consentano di portarle alle labbra. E' domenica mattina e mi sono concessa la sveglia alle 8 e mezzo. Lo zio è in piedi da prima ed ha preparato la colazione. La zia  invece ha preferito occupare il bagno prima che Balena Cice ed Emma lo arricchiscano con gli effluvi delle loro deiezioni. Non ci vuole molto a creare un po' di privacy, basta mettere almeno 2 delle tre lettiere in corridoio, chiudersi a chiave e  godersi una vasca rigenerante ottenuta  grazie alla copiosa quantità di acqua calda preparata sulla stufa. Purtroppo la stufa  c'è bisogno di accenderla e così, anche questa mattina, zia Holly  si è alzata alle sei ma poi si è infilata di nuovo sotto le coperte coi gatti addosso. Lo zio ha provveduto ad alimentare la camera di combustione e a curare la temperatura dell' acqua. Tornando alla mia domanda iniziale mi risponde dopo aver riflettuto un poco: "Nel classico sicuramente libiam ne lieti calici seguito a brevissima distanza dala polca brillante, nelle cover di canzoni famose non ho preferenze, forse "una carezza nella sera" la spunta per un pelo sulle centinaia di altre che mi garbano. Nel country style la lotta è dura anzi durissima ma scelgo teicmiòm cantri rod di Denver per un simpatico ricordo che vi associo ogni volta che la rammento". 

"Racconta dai! E' tanto che non sento una tua rievocazione" lo incito.

"S'era al mare, a casa dela mi zia, io er Ciampino. Credo fosse r settantaquatto perche s'andava digià all' università. Io avevo i capelli lunghi e la barba e Dino eguale ma mentre a me i capelli mi si allargavano a formare na specie di  cespuglio e la barba mi copriva r viso, Dino aveva i capelli dritti lunghissimi e una barbetta stenta che lo faceva sembrare Gesù Cristo. Dopo na giornata passata a cazzeggiare quando arrivava la sera o meglio r dopocena, scattava l' ora icchisse ovvero quella del "rimedio". Col che si intendeva non rimediare a qualche torto ma rimediare na ragazzotta pe quella sera e cor un po' di culo anche pe la notte.

Il Ciampi, sebbene già storto e di gusti difficili, aveva comunque l' ormoni in ordine ed era difficile che ner mucchio un trovasse quarcheduna che lo facesse recedere dale su numerosissime esigenze miste a fisime. A livello musicale si facevano più o meno sempre i medesimi pezzi. Ciò per mia ovvia e riconosciuta incapacità nel gestire un repertorio ampio come quello der mi compare. Dopo mesi passati a rompermi le palle sur tempo, sull' entrate, sule tonalità ala fine Dino mi aveva affibbiata la sufficenza su na diecina di pezzi tra i quali quello che più lo contentava era appunto Teicmiomme che lui sonava divinamente cola chitarra. Lo faceva così bene da far guasi passare in secondo piano l' eseguzzione dell' armonica che pure, nel brano in quistione, aveva la parte del solista. Quella particolare sera di cui racconto, per una misteriosa congiunzione astrale, dopo aver mangiato e bevuto dala mi zia, ci s'era trovati d'accordo sul fatto che la serata un poteva dissi concrusa degnamente se un si fosse riesciti a rimedià du tope compiacenti disposte a fa mattina nzieme annoi. Arivati ar solito baretto sula spiaggia dopo un par di bevute ci s'era spostati più vicino ar mare, io avevo acceso un ber foco e s'aveva prencipiato a sonà. 


In poco tempo s'era formato n capannello  composto per la maggior parte da ragazzotte. I  maschi, difatti, non avevan tanto in simpatia il fatto che questi du menestrelli si pigliassero la scena come primattori e s'erano levati da coglioni, chi da solo, chi tenendo stretta la su bella e allontanandola da un così evidente pericolo. Si sonò, si bevve, si stava bene c'era odore di mare, di legna bruciata e... di topa intorno annoi. Le ragazze cantavano e s'erano quasi divise democraticamente in du settori, quelle piccine, intendo infine a sedicianni massimo diciassette, sbavavan per Dino e lo rimiravano coll' occhi sfavati, quelle un po' più grandine mi pareva avessero un po' più d'attenzione per me e io ogni tant, afflitto dar quer timore che è compagno dell' omini e  tarvolta attanaglia anche i più rodati, lasciavo l' armonica in una mano sola e con quell' altra saggiavo dala tasca de mi carzoni se r mi socio nele battaglie pelose fosse pronto a un eventuale prova d'efficenza.  Ho parlato di battaglie pelose perché all' epoca la depilazione laggiù era poco in uso e famosà fu l' uscita di Bòzzolone da Stagno che ala prima depilata che incontrò riferì da Nado "Boia de mi sembrava di rivoltà un monticino di frattaglie". Intanto la serata seguitava e si trattava, a sto punto. di fare in modo di prolungare il più possibile la serata facendo capire ale due che ci garbavano di più che ormai si sonava per loro e che ci sarebbe piaciuto concrude la serata nzieme. E qui il Ciampi, che a sonà era divino ma a capì le situazzioni pareva davvero mbecille, prencipiò a demolì ogni strategia. Io ero mpegnato a parà la mi parte di gregge ma venivo distratto dar su comportamento, per me terribile presagio presagio che ne avrebbe combinata una dele sue. Intanto era guasi mezzanotte e il gruppo iniziale s'era ridotto. Nela mi metà vedevo, con un certo timore, anche arcune presenze che, in fatto d'anni, mi mi davano na bella giunta. E' questo un modo di dire in uso nel biliardo o in giochi simili quando un contendente è superiore all' altro e per invogliarlo a giocare gli consente appunto di aggiungere un po di punti allo zero iniziale da cui entrambi dovrebbero partire. Nell' uso comune lo si associa anche ad altre situazioni e in questo specifico caso lorolì mi eran superiori, ovviamente in anni e di giunta m'avrebbero dovuta affibbiare armeno na ventina se non di più.   Invece di penzare la cosa più ovvia, forze contaminato dala demenza der Ciampino, navigai cola fantasia e ci volsi vedere quelle che ora con perfetto acronimo ngrese si chiaman Milf (detto in parole povere mamme tombabili). 
Il Ciampi intanto seguitava a fa come r ciuco di Buridano che ndeciso tra na balla di fieno e una d'avena stiantò di fame. Gli mollai na pedata n' uno stinco e riescii a digli: "Ti decidi o no testa di azzo?". E lui si decise, certo che si decise...nel verzo sbagliato come c'era da aspettasselo. Prencipiò a fissà dritto nell' occhi na biondina che era la quintessenza der bello e der delicato, di quelle che r mi omonimo Alighieri ci si sarebbe sfatto di seghe n rima. Mi pareva però che, sebbene ir buio non aiutasse a distingue bene, la biondina dovesse esse la più giovane di tutte le presenti, decisamente troppo giovane, pensai. Ormai presa la decisione ir maestro der penziero logico si messe a fà quarche piccola avance tra na canzone e l' altra chiedendole quali canzoni volesse sentì e mettendo così me nela merda perché ir mi repertorio come già detto, era esiguo. Poi la chiamò principessa, fatina, capelli d'oro e un so quant'altre cazzate melenze gli vienzero a mente. Fatto sta che, vistesi messe n secondo piano, in breve, le astanti che pendevan da capelli di Dino si levaron di ulo tutte, fori che la biandina. Quando mi resi conto che pe sta dietro all' idiozia der mi amico m'ero guasi dimenticato di curà la mi parte di odienze, guardai ala mi destra. Vidi che era sopravvissuta solo la più matura dele signore presenti. No che fosse da buttà via, aveva du belle poppone fellinane e un culo che faceva provincia ma doveva avé più der doppio de mi anni. In ogni modo,  nela mi testa, ancora non ben  avvezza a capì  come funziona r mondo, mi volsi immaginà  un fine serata a 4 co na mamma e na figliola. A Dino l' inesperta fatina e a me la prova di idoneità ale mature da sostenere  con quel bel monte di roba come esaminatrice. Un pochino  m'intimoriva ma r socio occulto mi rassicurava e un mi sarei tirato ndietro.  Certo mamma e figliola....mi pareva na cosa buffa... da noi un eran  conzueti questi lacchezzi ma queste un eran del posto, magari erano emancipate a modo suo e un  si facevano scrupoli nel condivide i medesimi intenti tromberecci. Proprio in quer momento Dino contritissimo mi sussurrò: Boia Dantino ho toppato di brutto! Ha 13 anni ancora da fenì. 
"La mia n' ha parecchi di più caata", replicai e propio in quer momento la principessina, con voce delicata e quella inflessione gracidante tipica delle milanesi  ci disse: 

"Scusateci, siete fantastici, sarei rimasta fino all' alba ad ascoltarvi ma la mia nonna comincia  ad essere stanca" e recuperata la signora ala mi destra alla quale ciondolava già r capo ci lascio soli davanti ar foco che si stava spengendo."

"Fine" annuncia lo zio e io penso che se al Bar Nado i maestri di corteggiamento sono stati questi posso ben comprendere le goffaggini del Tafàno.

 Ho esteso il raccontino a Zanza che ha riso a crepapelle ed ha commentato: "R' mi babbo a Dino lo chiamava "smerdagiochi"  attributo che si dà chi ti fa l' autogolle a pallone o che se l' hai per compagno a briscola ti fa pèrde anche se avete l' asso r tre. l regio e i carichi di ricambio". Poi nel magico archivio del Bar Nado ha trovato una vecchissima registrazione



dei due, impegnati nella cover strumentale della bellissima canzone di John Denver. Un pezzo che in anni passati vi abbiamo sicuramente proposto ma non in questa versione che era addirittura registrata su cassetta ed è stata convertita ad hoc dalla mia impareggiabile amica.

Buona Domenica

Dani


9 commenti:

  1. Un simpaticissimo frammento di quelle memorie dantesche che tanto ci hanno allietato fin dalla nascita del blog. Ricordo che io, troppo timido per tessere trame come Dino e Dante, andavo in un caffé di Torino molto frequentato universitari. Portavo con me vari libri scelti tra quelli che, al momento, venivano ritenuti dei "cult" . Quando una ragazza mi attraeva particolarmente mi sedevo nelle sue vicinanze e, alzandomi, lasciavo un libro sul mio tavolino. Speravo, in cuor mio, che lei mi avvisasse della dimenticanza e magari nascesse una conversazione sul libro, con potenziali, ulteriori approfondimenti. Credo che la cosa abbia funzionato un paio di volte ma col solo scambio di due parole. Quando non venivo avvertito rientravo, dopo poco, a recuperare il libro. Una volta sono riuscito a farmelo rubare da qualcuno più svelto di me. Spero ne abbia tratto una piacevole lettura.
    Molto bello il brano eseguito da Dino e Dante. Eccellente il restauro di Zanza.
    Buona Domenica
    Giovanni Martinelli

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    1. Geniale prof. bastava solo un po' di faccia tosta in più. Buona domenica Patty

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    2. Chi l'avrebbe mai detto prof! C'era dell' ingegnosità in quel tentativo di approccio.
      un abbraccio
      Dani

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  2. Bello tornare indietro con i ricordi e poi alzi una mano chi non ha partecipato alle serate intorno al fuoco sulla spiaggia e aggiungerei pure il bagno a mezzanotte (nudi o vestiti a scelta). Ricordo che intorno a quella età acchiappavo con facilità nel senso che mi divertivo a mettere in gioco le mie capacità di ammaliatrice ma poi producevo delusioni sia in me sia in chi ci aveva creduto perché ero stupidamente fissata sull' idea del principe azzurro ed ogni variazione di colore, fosse anche celeste la rifiutavo. Inutile dire che mi feci una notevole fama da "stronza" e persi tanti ragazzi che non erano azzurri ma nemmeno da buttar via, che scema! Bel racconto e tutta la mia simpatia a Dante e Dino. Il controllo delle armi poi è un passo divertentissimo. Grazie per avermi fatto divertire anche oggi. Bellissimo il brano, il Ciampi sovrasta un po' in effetti l' armonica ma lo fa con grande stile ed ottimo risultato e l' armonica tenera e nostalgica mi fa accapponare la pelle. bello bello bello.
    Baci Patty

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    1. Storia quasi identica per me. La mia nonna ha un detto con cui mi fa da grillo parlante. Per comodità lo metto in italiano:
      Sei come la bella di Marsiglia, tutti la vogliono e nessuno la piglia.
      In realtà anche io sono decisamente scoraggiante tranne rari casi peraltro condivisi con Zanza.
      Contraccambio
      Dani

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  3. Uno spasso! Adoro i racconti di Dante. Speriamo ne abbia ancora tantissimi.
    Eliana

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    1. Non sai quanti ne ha in serbo. Pensa che dai miei dodici anni ai trenta è riuscito a raccontarmi ogni giorno qualcosa che non conoscevo. Altro che "Mille e una notte"
      Grazie per la fedeltà al blog
      Dani

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  4. Ah sì gran bei ricordi e vorrei anche ricordare a Dante che le milanesi nonne o nipoti che fossero si sono divertite un sacco dalle vostre parti ma vi hanno anche fatto divertire! O no? Il pezzo musicale me lo doppio.
    Buona settimana
    Luci

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    1. Io ho poco da dire sulle "Milanesi". Non ne ho avute, se non tu, come amiche, né come rivali ma Zanza vi definisce temutissime sulle loro spiagge specie per una certa disinvoltura nel soffiare loro i giovanotti locali.
      Grazie anche a te per la fedeltà a questa paginetta
      Dani

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