domenica 3 luglio 2022

Fatevi i gatti vostri 1943 " orzi e riorzi storici

Io chi teorizzasse sta storia dell' orzi e riorzi un me ne ricordo, forze r Vico, forze r Croce boh! A quell' epoca io ero rapito da cosce di Giada e Catiuscia che portavano l' otte penz d' inverno e d'estate, pe diacciassi la topa, che in quella stagione della vita, gli bolliva anche a lorolì e dimorto, mettevano la minigonna. Di queste robe storiche si parlava all' ultim' ora nela quale ir giovedì si faceva storia e anche la letteratura latina cascava in fine di mattinata du vorte ala settimana in che giorni non ricordo. Il resultato era che io er Ciampino, attratti come s'era dar paradiso coscestre che s' apriva a nostri sguardi ner banco davanti ar nostro, un s' ascoltava un cazzo e io na volta che il professore di latino mi chiese ner su italiano (offensivo pell' orecchi perché contaminato da una vecchia e iiriducibile calata siciliana gnaulante): "Davini che cosa ne pensa lei dell' amore in Catullo?" Gli risposi : "So na sega io di cosa gli garbava a Catullo io so cosa mi garba a me e l' ho davanti all' occhi". Ci fu un occhiata di ringraziamento da parte di quelle du mezze maiale che avevo davanti le quali mi fecero capire che ero stato coraggioso a fare quell' apprezzamento sule loro grazie, in classe e davanti al docenet. Il proffe seguitò cercando di essere spiritoso e mi disse: "Lei Davini risponde con delle ovvietà che però rispecchiano il suo punto di vista e non quello del poeta" e allora imbaldanzito anche dal fatto che le mi muse ispiratrici s'erano girate verso di me e m' avevano offerto anche un discreto scorcio di poppe replicai: "Sa vole proffe l' ovvietà conzeguano ale domande oziose". E così mi giocai ogni credibilità nonostante a latino fossi una tra i pochi che faceva le verzioni in un quarto d' ora e le conzegnava senza rileggile. Così come un m'interessai mai di Catullo  e de su amori mi lasciarono indifferente anche gli orzi e i riorzi, come li aveva ribattezzati r Ciampi che aveva na teoria tutta sua. Mi faceva: "Lo vedi Dantino che rottura di coglioni è la vita? Le cose succedano e risuccedano, un s'hanno ancora diciott'anni e a me mi sembra d'essemi digià annoiato di tutto. 

"Anche di veste du toparelle qui davanti?" lo ncalzavo io malignamente  ma lui scoteva la testa e mi diceva "Si le prime volte che gliel' ho ntravista, m' interessava ma ora so du anni che fanno r solito giochino. Penza che palle avenne una accanto per tutta la vita. Roba da sognà i mezzi più vari pe sopprimela".

 "Va be intanto penza a come sta visione che oramai è quotidiana possa trovare un gusto nuovo, diverzo...."

Appena dissi "gusto" gli brillarono l' occhi e rivolgendosi a Giada cor una voce mielosa, che all' epoca sapeva fare benissimo e che irretiva parecchie donne gli fece 

"Oh Giadinaaaa"

"Oh Dinoooo"

"Oh Giadina bella la mi topina!"

"Oh Dino ocché vòi?" 

"Ti volevo chiedeeeee...." 

"Si ma chiedi ala sverta sinno si fa buio". 

"Ti volevo chiede se t' anderebbe di fa na cosa trasgressiva per tu amico Dino"

"Che devo fa devo fa per te? Devo rubà dala cassetta dele limosine di chiesa e datti i sordi pe compratti le nazionali?"

"No na roba secsi abbestia". 

"Boia deé dantino io so tutta sudata mi devan ven' le mi 'ose  e le mutande mi stano facendo irritazione ar culo sicché di robe secsi un ne ho per niente voglia".

"Magari la potresti fa te per me e Katia per Dantino". 

"Boia o che avete comprato le "Ore"? "

All' epoca i filmi porno un s'usavano c'erano solo de giornali nei quali si vedeva qualche foto porno sulla base delle quali si potevano far veleggiare le più turpi fantasie. 

"No  ma che ore e ore si penzava di portavvi du diaccioli ala menta o ar limone come vi garbano di più"

"Boni i diaccioli ma che cazzo c'è di trasgressivo?"

"All' ultimora ve li stiantate nela passera li rigirate un po' e poi ce li date a noi da ciuccià".

"Questo è grullo davvero" proruppe Giada sentendo la proposta e poi da livornesaccia cola lingua luga e tagliente lanciò la controproposta 

"o perché i diaccioli un ve l' infilate ner culo voi due e poi li succhiate fino a che un vi viene da rigettà? Caate d'omini che un sete altro?"

Questo m' è tornato a mente mentre viaggio verzo r lido di Venezia. Stavolta invece del ferrybotte ho preso il vaporetto 5.1 che da casa mia è a na distanza ridicola. Poi per coprire lo spazio che separa gli approdi dale spiagge del Lido mi so portato r monopattino. M' alleggerisce precchio la fatica dela caminata e  sul gran viale del Lido i controviali destro e sinistro so di marmo, così il monopattino scivola via che pare unto. Prima di arrivare ar mi loco preferito mi viene a mente di piglià un caffettino a un baretto sula spiaggia indove ero cliente abituale anni fa. Dala strada però un vedo più la discenderia d' una volta o meglio la vedo ma in fondo è sbarrata cor un tornello rotante. Oramai ir sindaco i tornelli li vorrebbe mette anche ar culo de gabbianii perché chiedano ir permesso di cacà ma un desisto  comunque forte der mi diritto che in italia l' accesso ar mare deve esse libero, der tipo che anche se vai a Viareggio e entri ar meglio stabilimento balneare lo poi attraversa fino ala fine e raggiunge la battigia senza che nessuno ti possa di niente. So siuro di  questo per essimelo sentito spiegà fin da bimbo dall' avvocato Santucci che fu sì radiato pe ubriachezza molesta e per avé detto in tribunale  "ner nome di quella  gran puttana dela legge italiana" era comunque ricordato per esse  stato uno de principi der foro non solo a Livorno ma anche in altre sedi più blasonate. Dunque mi diceva ir Santucci ir mare e le coste sono dell' italia e no de sindaci o peggio ancora de concessionari de bagni, loro possano ar massimo sorveglià che tu non gli rubi, che non tocchi r culo ale donne su lettini o che tu le sbirci mentre trombano cor bagnino ne camerini ma nessuno ti pole impedire di caminare diritto e a testa arta fino ar bagnasciuga. E così arrivo ar tornello e vedo che a lato c'è un passaggino di 25 cm, cor una contorzione passo e arriva un orzo che sara più arto di me armeno 15 cm il che vole diì che s'avvicina a du metri e peserà armeno un quintale. N' omo che se avesse cervello e voglia di lavorà sarebbe come na gru ma se è qui a fa la guardia un deve capì di morto.

"Dove va lei?" Mi chiede

e io cor dito gli indico il mare.

"Le ho chiesto dove va?" E io gli rispondo: "scusi ma io gli chiedo se la su moglie tromba solo co lei o co tutta Venezia?"

L' orzo si gonfia e mi viene davanti mpettito che sembra r  Duce quando protendeva r mento in avanti. E' un coglione anche a fa a botte gli avrei già preso le misure: esposto così frontalmente  e io di mezzo fianco se arza na mano cor un gancio sinistro gli spedisco la testa fori dale cervicali ma poi mi mi dico: "Dantino fra 26 giorni fenisci 68 anni ed entri in 69. Un poi più fa a botte ora. Uno così ti toccherebbe ammazzallo perché se regge ar primo tonfo te un hai più il fiato come na volta e poi mi fa anche un po' pena quest' omone rosso e bianco tutto sudato cor una magletta piena di loghi che un dicano nulla ma che per lui so come tanti marchi padronali che gli hanno messo addosso. Allora cambio tono e gli fo: "mi scusi il paragone forze un po' offensivo, non ho niente contro di lei e un so nemmeno se ha moglie ma dove vado sono cazzi miei. Lei l' hanno messo di guardia a cosa alla spiaggia?"

" No allo stabilimento e alla piscina."

"Bene allora guardi io vado a pigliare un caffé a quel barre laggiù l' e gliene lascio pagato uno anche a lei però dica a chi l' ha messo qui che quel cazzo di passaggio a lato del tornello un è regolare ci deve passa anche la carrozzina di un andicappato o na donna cor un passeggino. Questa è na furbata perché la gente penzi che il passaggio è privato ed entri da un altra parte ma ar mare i passaggi anche se sono su concessioni non possano essere mai chiusi."

"Forse da lei" mi dice "ma qui si usa così e il passaggio non è bloccato se viene un handicappato mio chiama e io aziono un meccanismo che alza il tornello". 

"Si ma così si costringe una persona a chiedere per poter fruire quello che è un diritto".

Vedo che capisce ma non vuole darmela vinta così vo via e gli dico: "Pigli il caffé al barre dopo, bona giornata".

Quando arrivo davanti al mare ancora non c'è quasi nessuno eppure manca poco ale nove e mezzo. Ecco la mi location.



 Si dice così vero? A proposito na piccola idea che m' è venuta: siccome facendo il bagno ho sempre l' angoscia che mi rubino que du spiccioli che ho con me, ir telefono, le chiavi e la tessera del vaporetto, ho portato questo contenitore dell' ovomaltina di Dani, dentro c'entra la roba elencata. scavo una buchetta nella rena vicino all' aciugamano e poi ci sotterro il bussolotto. Se uno passa mi fruga magari nella borza, arza il telo ma un credo peni a raspà sotto la rena a meno che un venga cor un cane.....





Tre orette di bagni e asciugatura ar sole e poi si mangia anche oggi.

Bona domenica Dante

Quando s' invecchia si perde r filo e ho concluso senza tirare le fila. I primi ricorsi eran quelli che comparivano nela storia di Dino.

I secondi eran rappresentati dalle polemiche in cui continuo a incappare.

Poi un  ricorso c'è nela serie che vede la 2a puntata di Yellowstone che mi pare sia stata gradita da molti di voi.

Infine è luglio e io sono nato a Luglio e ricorre r mi genetliaco.

Ora penzo di avé detto tutto

di novo bona domenica

Dante



5 commenti:

  1. Ma davvero Dante qui stiamo al famoso Lido di Venezia? Io mi immaginavo gente spalmata gli uni sugli altri come melanzane alla parmigiana e tu mi mandi foto di spiagge deserte. Sugli accessi al mare Valerio mi conferma le antiche ma attualissime dritte dell'avvocato Santucci la cui affermazione in tribunale è da incorniciare. Sulle sbirciate sbavanti alle gambe delle vostre compagne scrivesti anche molti anni fa ma l'idea del Ciampi è così torbida che mi turba ma si sa che il Ciampi è strano, comunque la la risposta fu da livornesi purissime. Visto che si parla di recursività torno a ringraziare per la serie.
    Quanto a noi: Vale lavoricchia. Io vado in scooter a Fregene a lessarmi poi la sera lui mi raggiunge con un amico che abita lì e gli da un passaggio e in scooter rientriamo sempre intorno a mezzanotte, come due ragazzini ma è uno dei pregi di non aver figli a casa.
    Baci Patty

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  2. Che Dante indugi sull' attribuzione della paternità in merito alla teoria dei "corsi e ricorsi storici" ritengo sia una delle sue tante celie letterarie ma non si offenderà certo il Vico per esser stato obliato in nome della licenza poetica o letteraria, che dir si voglia, del nostro blogger. Di certo la penna Dantesca brilla nella restituzione dei fatti del quotidiano ed in particolare di quel quotidiano dei tempi che furono. Anch'io fui vittima di rapimenti estatici promossi della moda femminile di quegli anni ma ormai ero all' università e le dinamiche della classe lasciavano il posto ad altre interazioni. Di certo le "succulente" fantasie alberganti la fervida mente del Ciampi trovavano pronta e adeguata replica. La prima puntata della serie, fatti salvi i numerosi luoghi comuni presenti, risulta accettabile per una visione postprandiale che se non dovesse stimolare l' attenzione corroborerà almeno la "pennichella" . Ne seguirò gli sviluppi perché almeno Costner e la Reilly mi pare recitino adeguatamente. Concordo con Dante e con l'avvocato consorte della signora Patty sulla questione degli accessi al mare. Infine, dopo aver tanto scritto, non mi resta che salutarvi, come sempre affettuosamente, augurandovi una serena e proficua settimana.
    Giovanni Martinelli

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  3. Ti leggo sempre con estremo piacere e divertimento e dato che, come sai, i miei occhi sono perlopiù quelli di mio figlio maggiore, che l'anno prossimo farà la maturità, spesso i tuoi scritti son anche fonte di sue riflessioni e dubbi. Così mi chiedeva: "Ma se oggi io dicessi a una mia compagna di scuola una roba come quella detta da Dino, verrei incolpato di violenza sessuale?" Ho risposto che perché si concretizzi una violenza ci vuole ben altro che uno scherzo verbale anche se audace ma che il confine è spesso difficile da identificare. Direi che qui il fine era la risata e non la concretizzazione della fantasia e in effetti ben lo capivano le coetanee di Dino e Dante. A me ai tempi delle superiori dicevano: "Eliana tu che non vedi un c.... lo sai riconoscere al tatto?" Ovviamente rispondevo: "Se non riuscissi a sentirlo vorrebbe dire che è il tuo". Ma io ero una ragazzona emiliana piacente e di spirito anche per una naturale compensazione del mio handicap e poi sapevo che nessuno dei miei compagni avrebbe mai minimamente pensato di mettermi le mani addosso. Però per una battutina come questa ho visto ragazze mettersi a piangere e allora come sempre bisogna anche vedere il contesto. Alle spigliate e intraprendenti compagne di classe di Dante e Dino si poteva certamente dire una roba del genere senza timore di sconvolgerle. Ma le stesse parole rivolte a una ragazza grassoccia timida e introversa magari avrebbero provocato una crisi. Quindi ho dato a mio figlio questa spiegazione concludendo: "Se hai un minimo dubbio sul contesto nel quale fai uno scherzo e sulla recezione di chi lo riceve astieniti dal farlo". Ovviamente mi farebbe piacere sentire anche opinioni di altri.
    Un abbraccio
    Eli

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  4. Benritrovati a tutti! Da qualche tempo blogspot ha avviato una strana guerra per non farmi postare commenti con l'account. Domenica scorsa ero infine riuscita a riprendermi il mio legittimo account per postare il commento a una collega ma... niente, blogspot si è di nuovo dimenticato di me. Lo trovo IRRITANTE, e credo sia la 70a volta che mi lamento per questo quasi fosse chissà che grande disgrazia.
    Quanto alla conversazione in classe, ecco, non sono sicura che in tutte le città sarebbe proponibile, e poi noi in classe eravamo più raffinati (in sottofondo un coro di risate omeriche) ma insomma ai ghiaccioli non credo ci siamo mai arrivati. Forse. Non in mia presenza. Credo. Magari non ricordo? Chissà...

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