domenica 10 luglio 2022

fatevi i gatti vostri 1944 "una rondine un farà primavera ma un Tafano fa Luglio"

Eh sì, guasi in ogni anno di storia del nostro blogghe, come s'arivava a Luglio, eccotelo l' intramontabile pezzo con cui Riccardo del Turco raggiunse un un successo che dura ancora a dispetto dei 54 anni che sono passati da quella fatidica estate.

Io sta canzone l'ho nel cuore per vari motivi che oggi vi racconto: Luglio 68, io er Ciampino ci si preparava all' esami di terza media. S'era fatti li scritti e si doveva dà l' orali. Dato che s'era in parecchi s'era andati a finì ner mese di Luglio e la cosa ci aveva fatto piacere per il fatto di avere più tempo pel ripasso. Dire però  che che ci si preparava è un eufemismo perché tutto si faceva fòri che studiare seriamente. Non fosse stato pe la condotta e per religione si sarebbe stati i primi dela classe, ala pari co Carla e Antonella che però cor dieci in condotta e altrettanto a religione,  non avevano problemi a lasciacci indietro cola media generale. 

Fu durante que giorni che io presi la broncopormonite e mi giocai tutta l' estate. Andette così: quella fava di Dino oramai s'era digià iscritto ar conzervatorio e dala mattina ala sera mi tediava cola divisione dele note,l' armonie,  i tempi, ir sorfeggio. Sonava digià il pianoforte come un piccolo Mozarte e io ero l' oggetto preferito pe su sbeffeggiamenti. Era cosa normale tra di noi perché ci si confrontava in gare d'ogni genere: lo battevo a scacchi a carte a ping pong e a braccio di ferro anzi in quest'urtima specialità un ci provava nemmeno. Lui era più bravo a pallacanestro e a pallavolo e perdeva nele gare di noto pur difendendosi egregiamente.  Però quando si tirava in ballo la musica con lui un c'era storia. Aveva quell' orecchio naturale che, presempio, quando il vecchio Nado chiamava la su canina, cui aveva dato nome Gigia, Dino ricopiava ala perfezione il timbro di voce di Nado e poi si metteva a dugento metri e la chiamava: "Gigiaaaaaaa  o Gigigiaaaaa ndo sei nata dan cane che un sei altro, vieni da meeee". Roba da matti la canina anche se aveva Nado accanto, partiva che sembrava avesse un razzo n culo e aveva Nado un bel dirgli " ma indo vai scema? Un lo senti che è quer testa di azzo di Dino?". 

No che non lo sentiva povera bestia. L' orecchio assoluto  permetteva a quer malidetto di riprodure la stessa tonalità di Nado. Addirittura na vorta messe in piedi no scherzo, che se ci fossero stati tutti i socialli che ci so ora, la cosa sarebbe stata in rete per mesi. C'era dunque una notissima cantante veneziana che in que tempi trombava come na ciuca co uno di Pontedera. Anche lui da operaio meccanico  era doventato un super divo, nzieme a quell' altri che sonavano co lui. S'era saputo donque che era a casa dala su mamma e dopo na ricerca sull' elenchi der telefono der barre, Dino chiamò ir numero di casa. Rispose la su mamma e r Ciampino si fece passà r cantante, poi cor una imitazione no perfetta, di più, disse nela cornetta con voce femminile ma bassa e piena di lische e di rotacismi: " Amove mi manchi da movive, ho una voglia di caffo che impaffifco, fe non vieni subito defo darla a tutti qui al bar".

Il bon giovanotto. che ovviamente ci teneva perché all' epoca leilì era na topa da paura, rispose "Ma si può sapere dove sei?"  E allora il povero Barabba (povero perché ci ha lasciati quarche anno fa) prese la cornetta e gli disse: Mi dispiace bimbo ma ormai è tardi, s' è sdraiata sul bilardo e tromba con Don Luigi, quell' altri so in fila. Capito lo scherzo lui rise e disse " Sete  dele  belle merde  voi!  E da voi  livornesi c'è da aspettassi questo e altro ma matta com'è sur principio c'avevo creduto." 

Questo per dire quanto il Dino e la musicalità fossero la medesima cosa.

Ora in que tempi io avevo chiesto a don Orio, collega di Don Luigi e maestro di musica, se mi poteva armeno fa entrà ner coro ma luilì mi disse "Ascorta Dantino t'ho visto giocà a pallone e come terzino sei un baluardo, a cazzotti li sdrai tutti o perché ti voi rompe le palle cola musica? Gioca a pallone che se sfondi un sai nemmeno te quanti soldi poi fa! O sinnò fai r pugile che anco loro chiappano un sacco di vaini."

Un mi consolai per nulla e allora lui pe un lasciammi totarmente deluso mi disse "Bada, cantà direi di no ma se voi imparà la musica e sonà, con tanto tantissimo esercizio potresti arriva a de soddisfacenti resultati e mi dette un metodo per armonium scritto da un tedesco che doveva esse stato a capo d' un campo di concentramento e poi si doveva esse riciclato nela musica dopo r 45. Na difficortà assoluta tanto che Dino stesso mi disse: "Con codesto mi ncasinerei anch'io, puliscitici r culo e fregatene".

Certo "tanto tantissimo esercizio pe de soddisfacenti resultati", "ma vai in culo te, il coro, la chiesa e chi prega" dissi fra me e me e così entrai ner nogozio d'articoli musicali e comprai una armnica e un metodo fatto da un certo Luigi Oreste Anzaghi che, a detta der commesso era l' unico modo pe l' auoapprendimento. Prencipiai a sonà l' Internazionale e Bandiera rossa, pe fa contento ir mi babbo e l' Amapola e il Valzer dela vedova allega (Libiam ne lieti calici) per contentà anche la mi mamma. Un ero duro a capì le cose ma coi tempi e l' armonie m' incasinavo e quella merda di Dino non perdeva occasione pe meleggiammi: "Dantino ti sei perso un ottavino di battuta pe la strada" oppure "Ma com'è che parti cor un tempo di tango e ala fine soni n cha Cha cha?"  Ala fine un giorno  ero nervoso perché Sonia, ar padule, dopo avemmi fatto tirà giù le mutande e girato, rigirato e osservato r mi povero pendolo, guasi fosse na scenziata,   un ne volle sapé  di baciallo e neppure di levassi le sue, di mutande, pe fammi studià un poino come fosse fatta sta benetta topa che a vedella ne libri e a detta der Ciampi, che ala prima occasione cor una donna gli eran venuti l' anconi e aveva rigettato per terra, faceva piuttosto schifo e somigliava a dele frattaglie sbrindellate.  Un si faceva nulla di male si cercava solo d' imparà l' anatomia pe un trovassi sprovveduti appena si sarebbero ncominciate le manovre reali. Ma torniamo a fatti: S'era co Dino sur parapetto di via Garibaldi di fronte ala fortezza nova


e io gli volli fa sentì "Occhi di ragazza" vella di Gianni Morandi perché ero convinto che sonandola a Sonia avrei aperto r su cuore e siccomesecondo l' ayurveda r cuore è colelgato co tutto forse  poteva aprì anche le cosce. Mi disse: "So occhi di ragazza sì cor un po' di sforzo si capisce, ma so occhi strabuzzati perché sta ragazza dela canzone, a sentì come la soni male, deve avé rigettato anche r cacciucco di ierzera." A sta battuta  ar veleno der Ciampi scagliai l' armonica ner mezzo ar fosso co tutta la forza che avevo e cascò parecchiò in là.  Poi mi pentii, gli volevo bene a quella Bravi Alpini e sonava divinamente, "Perché- mi chiedevo- avevo fatto quella scelleratezza per reazione ale parole d' un povero idiota?" 

"Se voi- mi disse lui- ti porto ner mezzo col barchino del mi zio Ermete e si cerca di ripescalla cola calamita". Accettai ma un c'era verzi di ritrovare il punto. Pareva n' impresa impossibile e stavo per rinunciare, bestemmiando, quando mi venne un idea. Guardai la spalletta der fosso da dove avevo tirato e idealmente tracciai le due righe di limite destro e sinistro entro le quali la traiettoria doveva essere stata contenuta, poi tornai a riva e feci un pacchettino rettangolare con de sassi dentro realizzando  un peso che poteva esse, grosso modo, quello dell' armonica. Rimandai Dino cola barca ner mezzo al fosso, tra le du righe ideali che avevo immaginato e poi dala stessa posizione, dar muricciolo, lanciai a piena forza. Il fosso in quer punto dovrebbe esse na sessantina di metri. Il pacchetto cascò 5 o 6 metri davanti ala prua di Dino.

Per non perdere il punto Dino buttò un ancorotto cor un galleggiante e poi tornò a pigliammi cola barca di Ermete. Io ner frattempo era corso dar Seghetti, che stava di casa sula cantonata, a fammi imprestà na maschera e na torcia da subbe. Dieci menuti dopo prencipiai. Mi immersi, credo, na cinquantina di vorte perché, benché all' epoca avessi fiato da buttà via, tra scènde e risalì potevo sta sur fondo ar massimo un menuto e mezzo e non riescivo a vedé un cazzo. Ala fine quando prencipiava a calà r sole la vidi che affiorva dala mota. Mi volsero ancora du immersioni pe recuperalla. Poi tornai a casa dove la ripulii e la tenni ad asciugassi, avvorta nela carta velina. Il giorno dopo avevo la tosse e quello dopo ancora andai ala mi ultima giornata d'esami. Fui promosso con dei boni voti ma oramai la tosse dilagava e la diagnosi, all' ospedale fu impietosa, broncopormonite con esteso focolaio essudativo ar pormone sinistro. Così mi pare recitasse r foglio che mi diedero e  un mi rimase che star guasi tutta l' estate in casa o nela veranda del barre mentre il giubocse sonava Luglio e le mi compagne di scuola prencipiavano a levassi le mutande pe le prove generali di sesso a due.

Concludendo diamo anche ragione der titolo sibillino di questo poste: la cover del pezzo di Del Turco è stata realizzata da Riccardo, r Tafàno,  gemello di Zanzara che ha na bella voce, mpo' mielosa ma che arrapa le donne. Pare proprio che dela su voce si fosse nvaghita Valentina che per anni era stata la su nzeparabile gherl nonché il vanto del bar Nado per avere induscutibilmente uno de più nei culi tatuati visibili nelo specchio del Mediterraneo. A detta di Zanzara, dopo ir lascito conzenzuale ma condito da diverze offese dove "tegame" era la più lieve, lui era guasi arrivato ala depressione ma da na diecina di giorni Valentina ha ripigliato ad andà a fa colazione al barre e non si è peritata di far sapere che il socio dela palestra col quale s'era messa nzieme  dopo la separazione da Rik oramai è sì socio di palestra ma non più di coscia. Riccardo ha tenuto duro e ha fatto r sostenuto e lei non è andata a fa la madonna implorante ma secondo Zanzara si occhieggiano di brutto e  questa nterpretazione di Luglio pare proprio che r Tafanino sapessa a chi dedicalla.  A parte qualche svarione nel testo, dice r Ciampi, che Riccardo  canta benino e immette anche variazioni gradevoli che testimoniano che è figlio d'arte, del resto è  proprio figliolo di di due come Ampelio e Nara che cor canto e la musica ci si sono mantenuti almeno nei primi anni dela loro unione.

Bona Domenica 

Dante

6 commenti:

  1. DDD10 luglio 2022 12:28
    A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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    Dante

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Ho eliminato una cavolata che avevo scritto.
    Inizio col commentare il Tafano che, a mio modestissimo avviso, canta benissimo ed è un peccato che non lo si sia ascoltato mai o forse in qualche rarissima occasione che però mi è sfuggita. La sua voce ha delle assonanze notevoli con quella di Zanzara che riascolterei volentieri in qualche sua performance. Mi ricordo che, in cover, cantò benissimo il Liga, ad esempio. Avevo da qualche parte, in memoria, l' episodio della broncopolmonite ma arricchito di dettagli e di tavole a colori.....pare proprio di essere lì. in quel lontano '68, nel quale non ero ancora neppure stata pensata. Bei tempi in cui la scuola di sesso si faceva con le coetanee e viceversa, con la gioiosa curiosità di scoprire il più divertente utilizzo delle rispettive diversità anatomiche. Mi sono persa anche quegli anni d' oro che però mi ha raccontato mia zia che è coeva di Dante e Dino, toscana anche lei ma del Forte dei Marmi. Sulla ricongiunzione tra Riccardo e Vale non so esprimermi, per i "cocci rotti" ci vuole una colla speciale e spesso restano i segni della frattura ma forse loro hanno l' attack.
    Baci
    Patty

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  4. Spiritoso il titolo e anche tutto il resto caratterizzato da quell' humor che Dante sa elargirci in maniera misurata nel tempo ma ricca nei contenuti. Dopo molti mesi di letargo pare che il nostro abbia ritrovato la voglia di scrivere. Forse lo fa per concedere un meritato relax a Zanza e Dani ma a me piace pensare che ami ancora raccontare quelle avventure fantastiche che datano ormai oltre mezzo secolo. Bello lo spirito che animava i due, sempre pronti a sfottersi ma collaborativi quando c'era da rimediare a un problema. Luglio la ricordo bene anche io e stavo sostenendo guarda caso l'esame di maturità classica. Fa parte di quei pezzi indimenticabili che, allo scoccare dell' estate, tornano alla ribalta come se fossero stati appena composti. Riccardo ha una bella voce, intonata e ricca di sfumature, penso che lui e Zanza abbiano il talento musicale nel DNA ma tutto il gruppo del bar Nado suona e canta bene e il distaccamento veneziano non è da meno sebbene manchino un po' negli ultimi tempi le belle interpretazioni di Bobby, Dani e Holly, quest' ultima assente dal blog da troppo tempo.
    Un abbraccio
    Giovanni Martinelli

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  5. Grazie a Dante per questo ricordino d'altri tempi scritto con una maniera veramente incantevole. Simpaticissime le baruffe e le memorie di quella estate rovinata dalla broncopolmonite un plauso all' astuta Sonia che riuscì a studiare l'anatomia senza mettere in ballo la sua. Chissà che brillante carriera avrà fatto una drittona simile? Ho sentito molti detrattori della stupenda estetica genitale femminile ma solo il Ciampi poteva arrivare al vomito. Infine il mio plauso al Tafano con una interpretazione che fa invidia a quella di del Turco, davvero una voce accattivante non dubito a credere che sia una delle componenti del suo fascino oltre a un volto notevolmente carino che però ricordo a malapena.
    Buona settimana
    Anna

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  6. Certo che sì che sembra di essere li a vedervi fare quelle prodezze. Le racconti così bene e con tanti particolari che adoro leggere queste storielle. Bella la versione Tafano ma perché non cantano tutti i tafani invece di pungere? Sono andata sul Ticino e mi hanno rovinata.
    Un caro saluto da
    Lucy Milàn

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