mercoledì 9 aprile 2014

fatevi i gatti vostri n. 554 " Sciascia giallo o noir? "


Ci sarebbero una piazza “silenziosa nel grigio dell’alba”, un venditore di panelle, il bigliettaio che chiude lo sportello dell’autobus, due colpi squarciati, a lupara e un uomo vestito di scuro, che per un attimo rimane sospeso, “come tirato su per i capelli da una mano invisibile”, all’origine del giallo siciliano contemporaneo. Stiamo parlando dell’inconfondibile incipit de Il giorno della civetta, il romanzo di Leonardo Sciascia che ha sicuramente riscosso più successo di pubblico.
Siamo nel 1961 e lo scrittore di Racalmuto, d’un colpo, legittima il romanzo poliziesco come vero e proprio genere della letteratura. E lo fa scompaginando ereticamente le regole, e dimostrando che il giallo può ancora essere un dispositivo narrativo che provoca diletto, sano godimento nel lettore, anche se diventa una sofferta indagine storica, un’inquietante ricognizione delle anime umane. Il poliziesco, dunque, come esplorazione problematica, e come inchiesta metafisica: ecco gli ingredienti che pian piano faranno dei romanzi di Sciascia libri attualissimi e palpitanti, nel cui imo sarà facile scorgere la biologia dell’Italia intera.
Per dirla in breve, dopo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, il poliziesco anarchico e maccheronico di Gadda, forse eccessivamente aperto per rientrare nella categoria, è in terra siciliana che avviene lo sdoganamento ufficiale della detective story. E sempre nell’isola, grazie alla competenza di Sciascia, si assiste alla ripubblicazione di molti ottimi giallisti: Rex Stout, Holiday Hall, Collins, Hammett, Glauser e tanti altri. La Sicilia, dunque, diventa quasi per vocazione la capitale del thriller.
In realtà, le cose non stanno proprio così: la storia del giallo siciliano va necessariamente retrodatata, dal momento che già prima di Sciascia l’isola era stata la culla non tanto del poliziesco, quanto del noir. E proprio a questo proposito, occorre fare una comunicazione di servizio: usati impropriamente come sinonimi, giallo e noir sono due generi differenti. Tanto il primo è rassicurante, con il lieto fine che per lo più ristabilisce l’ordine inizialmente violato, quanto il secondo non sopporta l’happy end, improntato com’è a un nichilismo anarcoide e assoluto. In poche parole, il giallo, anche se problematico, ammette uno spiraglio di salvezza; il noir, invece, trascina il lettore in una spirale di sfiducia e pessimismo, quasi cosmico. Spesso però capita che giallo e noir si contaminino, sfumando l’uno nell’altro: basti pensare allo Sciascia del Contesto e di Todo modo. Uno Sciascia sempre più cupo, quasi noir, come recita il titolo di uno dei suoi più bei libri, Nero su nero appunto: la nera scrittura sulla nera pagina della realtà.

tratto dal catalogo del "Noir in Festival" 2004 di Courmayeur

Il giorno della civetta è un romanzo di Leonardo Sciascia, terminato nel 1960 e pubblicato per la prima volta nel 1961 dalla casa editrice Einaudi.
Il racconto trae lo spunto dall'omicidio diAccursio Miraglia, un sindacalista comunistaavvenuto a Sciacca  nel gennaio del 1947 ad opera della mafia
Sciascia aveva già iniziato a scrivere di mafia nel 1957  recensendo il libro di Renato Candida comandante dei carabinieri ad Agrigento, al quale si è ispirato per tratteggiare il personaggio del Capitano Bellodi, protagonista del romanzo
La prima edizione venne anticipata sulla Rivista "Mondo Nuovo" del 9 ottobre 1960 e la prima edizione comparve con una "Nota" che dichiarava la verità sottintesa alla finzione del romanzo scritta in una libertà non piena ma significativa nei confronti di una letteratura che fino a quel momento aveva fornito della mafia una rappresentazione apologetica e di una società che, negli organi politici e d'informazione, ne negava addirittura l'esistenza.
Questo concetto sarà ribadito nell'"Avvertenza" dell'edizione scolastica del 1972.

fonte wikipedia

Se non avete questo bellissimo libro richiedetelo a esserinoebalena@email.it
di Sciascia ho anche altri titoli assai interessanti
a ciascuno il suo
una storia semplice
todo modo
il contesto
la corda pazza
porte aperte
la morte dell'inquisitore
la strega e il capitano 

per gli amici che ne desiderassero uno o più, vale quanto detto per il giorno della civetta

idem dicasi per tutti i libri di Giorgio Scerbanenco che avevo elencato nel precedente post
un abbraccio a tutti 

Bobby

1 commento:

  1. Mi manca anche questo, però, almeno, ho letto A ciascuno il suo (che proprio non si può dire che finisca bene). La biblioteca comunale rimedierà questa estate, e penso che prenderò anche Todo modo, che all'epoca fece assai chiacchierare ma non so perché in casa mia non entrò. In effetti i miei avevano una vera allergia per la letteratura italiana post-Ariosto, e me l'hanno trasmessa. Solo più avanti mi sono convinta che certe cose meritavano comunque di essere lette.
    Naturalmente (nel senso che "fa parte della mia natura") io preferisco i gialli, e anche quelli meglio finiscono e meglio è. Però una piccola eccezione perSciascia penso si possa fare ^__^

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