S'era ale medie, io el Ciampino. Di banco nzieme al poro Barabba che ci ha lasciati quarche anno fa.
All'epoca i nostri banchi erano come dei tavoloni a tre posti. Col ripiano di masonite di sopra e, al di sotto, un'apertura rettangolare come quelle che, usualmente, ospitano i cassetti. Il cassetto un c'era e ner vòto si riponevano la cartella o i libri.
L'ora era quella d'italiano e la proffe una dele tante Concette arrivate dal sudde. Cola laurea presa di fesco e il vigore dela giovinezza indosso. Siccome a me e a parecchi altri pareva dimorto brava, si doveva esse laureata e senza perde tempo e poteva avé, ar massimo, 23 o 24 anni. Faceva il su onesto lavoro con amore e, a sentilla ragionà, pareva di sinistra. Ma noi s'era attratti da tutt'altro. No tanto alta ma di proporzioni gradevoli Tina, come la si chiamava noi, portava a spasso uno di que sederi.... Uno di que sederi,dico, che avrebbero fatto bella mostra anche in uno di quei giornalini erotici ne quali investivamo bona parte dela nostra paghetta. Tina seguitò a dindellacci quer monumento davanti all'occhi fin quando terminata la terza media e vistici tutti promossi, anche quelli duri come r marmo, ci abbracciò uno per uno dicendoci commossa: "Siete stati la mia prima classe. Mi mancherete....tanto...davvero. Non vi dimenticherò mai". L'anno dopo si sposò, si trasferì a Viareggio, fece du bimbi e ingrassò felicemente tra le noie e le gioie della scuola e del matrimonio. Fine verzo i trentanni nostri, a me e ar Ciampi ci capitava di vedella ed eran sempre incontri caratterizzati da bei ricordi e rievocazioni di quella magica stagione compresa tra r sessantacinque er sessantotto. Poi ci si perze di vista.
La incontrai na diecina d'anni fa e ci si riconobbe al volo. Credo oramai sfiorasse il quintale e io avevo già la barba bianca. Dino m'ha detto che è morta quest'estate, ala soglia degli ottant'anni. L'hanno trovata a sedé, cor un cornetto gelato che gli era appena cascato di mano. Un colpo. Come la mi povera mamma, solo che lei il gelato era riescita a fenillo. Pare che la morte, cui non manca il senso di compassione, riservi sto trattamento ale persone bone e le stecchisca cosi', come fa r veterinario quando ti dice che r tu animale cor una punturina smetterà subito di patì.
Come sempre l'ho pigliata ala larga. M'è venuto ammente di Tina perché penzavo a un tema che lei ci assegnò in seconda media. Diceva "immagina una vita eterna, dopo quella terrena. Come sarebbe la tua?"
Era un temone e perfino Don Luigi, quando gli si fece leggere r titolo, scosse r capo dubbioso ma non mosse alcuna critica a quell'esposto.
Il Ciampi nelo svorgimento, argomentò ala su maniera dissacrante "Io a quell' epoca sarò morto e pertanto un me ne fregherà un cazzo di queste riflessioni. Dato, però, che il tema prevede che anche dopo la morte seguiti ad esseci quarcosa, vorrei: na poltrona, un pacchetto di sigarette, vanno bene anche le nazionali, una chitarra e nessuno dintorno che mi rompa coglioni.
Io scrissi: Mi vedo vecchio d'aspetto ma in bona salute, con qualche acciacco ma non troppi, col volto rugoso ma ancora piacevole e una folta barba bianca, vivo dentro una grandissima biblioteca cola mi amatissima gattina che (avevo avuto fin dalla culla una micina di nome Tigretta) e leggo, leggo tanto senza mai stancammi.
Il mio tema le piacque molto e forse ciò, per il tempo a venire, mi fece sentire obbligato a mantenere quell'otto bello rotondo che Tina aveva apposto sul mi foglio protocollo.
E poi c'è stato r sogno dell'altra notte
Ero morto, di questo so sicuro. Perché caminavo nzieme a Esserino e mi facevano male le gambe da stiantà. Ma lui mi diceva "siamo guasi arivati, non mollare. Ora ti faccio vedé in un posto fantastico".
A un certo punto siamo arrivati davanti a un uscio, Esserino ha ganulato e l'uscio s'è aperto.
Immetteva in un corridoio stretto e lungo che abbiamo percorso nzieme. Ala fine un altra porta e, varcatala, davanti ai miei occhi è apparza la meraviglia dele meraviglie.
Boia dé, la biblioteca de mi sogni! In tutta onestà l'avevo vista in fotografia, alcuni giorni prima, mi pare su Repubblica che, definendola la biblioteca più bella del mondo, aggiungeva anche: Svelato il mistero della foto rilanciata su Twitter anche da Don Winslow. Non è di Umberto Eco e non si trova nemmeno in Italia, anzi non esiste più ma apparteneva a un professore di Baltimora: Richard Macksey
"O te come l' hai scovata?" n ho chiesto ar gatto.
"Non l' ho scovata mi è stata donata".
"E da chie?"
"Un giorno ero vicino a un muro che pisciavo e un signore americano ha detto: 'guarda che bella gattina'.
Io gli ho risposto, in perfetto inglese oxfordiano, che non ero una gattina ma un superbo esemplare di gatto maschio italiano e che normalmente le gattine si accucciano e i maschi, nvece, pisciano contro una superficie verticale.
Stupito più per il mio inglese che per aver incontrato un gatto parlante e dotto in zoologia ha cominciato a chiedermi su come avessi acquisito una così perfetta pronuncia. Ovviamente gli ho citato libri e dizionari sui quali avevo studiato, senza trascurare note a pie di pagina e bibliografie. Gli ho parlato di te e di come non sia mai passato un giorno della mia vita terrena senza che io ti stessi accanto seduto sulla macchina da scrivere. Postazione dala quale osservavo quanto scrivevi al piccì mentre aspettavo che ti addormentassi per divorare i tuoi libri. Allora lui ha tirato fuori una foto e mi ha mostrato questa biblioteca. Quando gli ho chiesto dove fosse mi ha risposto: 'Era la mia e si trovava a Baltimora ma purtroppo non esiste più.'
Se vuoi qui può esistere gli ho risposto. Tutto può esistere nel regno eterno del Gatto Eterno.
Lui, poveretto, pensava di essere nel paradiso degli uomini e non si era reso conto di avere sbagliato strada.
'Ma come si spiega questo?' mi domandava tra l' incredulo e lo stupito. Io paziente gli illustravo che il paradiso è tutto uno ma ha varie aree: c'è quella degli uomini, quella dei gatti, quella dei cani e anche quella delle balene che, ovviamente è piena di acqua di mare. Ogni abitante di un paradiso può passare nelle altre zone e se vuole può anche restarci. Per fortuna in paradiso non ci sono limitazioni alla libertà. Il signore era commosso e mi ha detto che mi avrebbe volentieri donato i suoi libri se avesse potuto.
L'ho ringraziato per il pensiero e poi l'ho accompagnato al sentiero che porta all'area umana.
Ed eccoci a questa libreria. Lascia che ti spieghi come è diventata mia. Il giorno dopo ho trovat, vivino alla mia cuccia, un messaggio del Gatto Eterno che diceva: 'Il prof. Richard Macksey, transitando per i miei prati, nel suo cammino verso il paradiso degli uomini, ha espresso questo desiderio con piena serenità e totale disponibilità del suo cuore. Pertanto da oggi tu sei il proprietario della sua liberia. Mao! firmato Il Gatto Eterno Signore dei Prati Eterni di sé medesimo. Lì per lì, per lo stile autorevole e autoreferenziale ho pensato che m'avesse fatto uno scherzo mio fratello Balena. Poi mi sono reso conto che era tutto vero: la biblioteca ora è mia e anche tua se lo vuoi, ovviamente."
Mi sono seduto, Esserino è salito sulle mie gambe, stavo bene c'era caldo, il paralume emanava la luce giusta, ho allungato una mano e aperto il primo libro che ho trovato, era di William Saroyan "Che ve ne sembra dell' America?"
L'avevo letto tanti anni fa, un bel libro.
Poi Cice ed Emma, lottando sul letto, mi hanno svegliato e sono tornato al presente.
Ma dentro di me so che la biblioteca del sogno c'è, ed Esserino ne è il proprietario. So che posso tornarci quando voglio e anche voi se volete potete entrarci sedervi e leggere. Basta solo chidere gli occhi e viaggiare con il sogno e la fantasia. Già il sogno e la fantasia, sono sicuro che ce li avete, perché senza il sogno e la fantasia questa quaggiù sarebbe una gran vita di merda.
Nutro un notevole senso di colpa nei vostri confronti. Son sempre ad aspettare con ansia il numero fisso settimanale che ci offrite con tanta generosità e costanza e poi non trovo l'attimo per un saluto. Bestia! Diceva la mia mamma. Intanto noto con estremo piacere che Dante ha ripreso a pubblicare con buona lena e conservando la stessa verve e la stessa agilità di idee e di penna di sempre. Complimenti. Li avevo già fatti, almeno credo, per l'eccellente presenza fisica mostrata in alcuni interventi video. Confermo e raddoppio riscontrando la freschezza di pensiero e l'arguzia dei suoi raccontini. Quest'ultimo mi ha proprio conquistata. Sì vorrei sedermi anche io accanto ad uno di quei tavolini con l'abatjour e la luce tenue. Magari cadrei sprofondata in un sonno ristoratore che agogno. Sì lo so che la libreria esiste ed è un dono del Gatto Eterno che si manifesta per mezzo dei suoi discepoli in terra. Ci vengo di rado perché c'è tanta strada da fare e sono, purtroppo, stanchissima ma mi riprometto di venire e spero che Esserino mi conceda qualche ronf ronf sulle ginocchia. Vi voglio bene
RispondiEliminaAnna
Piacevolissimo racconto che comprende due storie in un'unica trama. Dolce quella della giovane professoressa ricca di dedizione alla sua prima classe. Vero volo di fantasia la libreria nei Prati Eterni con l'immancabile Esserino al quale Dante riesce da anni a conferire l'immortalità con l'amore, la fantasia e la scrittura.
RispondiEliminaBuona Domenica
Giovanni e Maria Anna Martinelli